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[fanfiction] Muoiono entrambi, alla fine

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2021 22:20
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Giudice*****
28/11/2021 12:28
 
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Primo posto parimerito

Mentre morivo, di Lady.Palma
Storia vincitrice del premio "Miglior finale"

Titolo: 3/3

La citazione nel titolo è azzeccata, mi piace sempre quando ogni cosa ha un riferimento e un senso logico, non è a vuoto. Inoltre, è chiaramente congeniale con la storia, con la centralità che hai dato alle due morti, e a ciò che vedevano Dolores e Alastor mentre morivano. Insomma, perfetto, non c’è nient’altro da dire.

Grammatica e stile: 9.98/10

"... Dicevo, hem, a cercarti. La fama da Auror infallibile ti precede, così come la recente paranoia ossessiva. Dicono hai sistemi di sicurezza estremi, quindi ho pensato che forse… sì, questa ossessione potrebbe ritardarmi un pochino la morte". → “dicono che hai sistemi”, credo tu abbia dimenticato un “che”! -0.02

 Questa sottrazione minima è dell’unico errore di battitura che ho trovato all’interno di tutta la storia. Per il resto, mi pare tutto perfetto a livello grammaticale.

Per quanto riguarda lo stile, si riconferma come sempre la certezza della tua firma. La suddivisione in paragrafi, che poi altro non sono momenti, è congeniale e funzionale per la narrazione da te scelta. Una mattinata di chiacchiere e bevute raccontata in ogni minimo dettaglio e in ogni conversazione, avrebbe fatto perdere il punto del contest. Invece tu, mostrandoci queste fotografie, questi scatti, questo quadretto comporsi sempre più, hai creato una forte linearità.
I dialoghi, quando ci sono, sono calzanti e mai ridondanti. E la prosa è scorrevole, ma non banale, non noiosa. Anche il lessico è ricercato al punto giusto, senza risultare astruso, non ce ne sarebbe stato affatto bisogno.

Ottimo!

IC dei personaggi: 10/10

In questo parametro mi concentrerò sull’IC di tre personaggi: Dolores, Alastor e Pansy. Tutti caratterizzati perfettamente, anche Pansy pur vedendola più marginalmente in questa storia.
Dolores è uguale a se stessa: la morte, per lei, è frutto di guadagno e successo. Cosa può chiedere di più nella vita? Anche nel commentare tutte le coppie di anime gemelle che trova davanti mi ha divertita molto, me la sono proprio immaginata. Ma, poi, quando si presenta di fronte a casa di Alastor ha dimostrato ancora di più il suo essere nel personaggio. Non si presenta a casa di Alastor Moody con la voglia di iniziare una travagliata storia d’amore nel giro di un unico giorno. Ma con due obiettivi: non morire da sola (che come si vede dopo, è qualcosa che un po’ la terrorizza) e ritardare la morte (come Alastor fa subito pazientemente).

Passando ad Alastor, penso proprio tu abbia fatto bene a definire in modo ben chiaro le cause della sua morte. Alastor le conosce, da tempo immemore, da molti anni, e quindi non ne è spaventato. Se non avesse conosciuto le cause della sua morte, l’avremmo visto tremendamente spaventato, continuamente in cerca di modi per chiudersi dentro e non venir attaccato. Infatti, non è la morte in sé che gli avrebbe potuto far paura in quel caso, ma il modo in cui l’avrebbe raggiunta. È IC in ogni sua frase, in ogni suo “Bamboluccia”, in quel modo scurrile ma divertito di rispondere a Dolores. È lui!

E infine, Pansy, che sembra essere un marginale personaggio secondario nel primo paragrafo, ma che nell’ultimo si ritrova a essere la “mano” che uccide Dolores Umbridge. Cosa posso dire? Per quanto si possa immaginare qualsiasi arco di redenzione per Pansy Parkinson, quello che vediamo nella saga in realtà è molto poco, e molto brutto. Bulletta senza scrupoli, pensa al suo tornaconto in tempo di guerra. Perché non dovrebbe farlo in tempo di morte? Per me, anche qui, è IC.

Resa e coerenza del meccanismo di Death Cast: 10/10

Penso che sia una delle storie che ha centrato di più il tema del contest. E ti spiego subito perché. Tralasciando il fatto che ho apprezzato moltissimo l’aggiunta dell’elemento Soulmate. Ha dato più completezza all’AU e ha reso credibile l’incontro e l’avvicinamento di Dolores e Alastor, e il conseguente specchiarsi l’uno nella morte dell’altra. La morte è rosa, la morte è nero. Ma la morte è morire nella stessa casa dell’anima gemella che non diventerà mai vero amore, per colpa della morte (e quindi sì che la morte è buio). Ma al di là di questo, anche la resa del meccanismo l’ho trovata ottima, dato che ci hai fatto proprio vedere dall’interno chi ci lavora. Poi, hai reso bene il meccanismo anche nella caratterizzazione dei personaggi. Dolores, che è molto attenta all’autoconservazione, pensa prima di tutto a non morire sola e va da Alastor. Alastor, che ormai non ha più niente da perdere, ed è ormai solo, la accetta in casa sua. Anche il loro conoscersi è velocizzato dalla prospettiva che hanno davanti: il star per morire.
Ma, più di tutto è geniale nella resa del mondo di Death Cast, il modo in cui hai trattato il tema dell’omicidio. Pansy da un po’ regala bottiglie avvelenate a Dolores, ma Dolores la beve solo il giorno in cui sa che morirà, proprio dopo che Alastor con la sua vigilanza costante gli fa notare che potrebbe essere avvelenata. È una sorta di suicidio? Una presa consapevole di coscienza? E poi, Pansy può essere veramente considerata omicida? Nelle intenzioni, assolutamente sì. Anche nei fatti che compie, probabilmente. Ma Dolores, beve dalla bottiglia solo perché l’ha portata a casa di Alastor. Altrimenti l’avrebbe lasciata lì e non l’avrebbe toccata, come nelle settimane precedenti.
Insomma, questo giocare intorno alla predestinazione, a ciò che significa veramente morire all’interno di un mondo in cui ti dicono che lo stai per fare, è proprio quello che andavo cercando proponendo un contest del genere.

Finale: 7/7


Già nel parametro prima ho enunciato quanto ho apprezzato il finale da te sviluppato, e ti ho anche dato le motivazioni di tale apprezzamento. Proprio per questo, nonostante io ti abbia dato il massimo anche in altri parametri, decido di assegnare a questa storia il premio “Miglior finale”, perché è originale, coerente e assolutamente soddisfacente. Brava!

Totale: 39.98/40







Memento mori, di blackjessamine
Storia vincitrice del premio "Miglior stile"

 

Titolo: 3/3

Perfetto, efficace, diretto. Ricalca il sistema su cui si regge il tuo Death Cast, che è ottimamente strutturato (come si vede nei parametri dopo), quindi non ho potuto che apprezzare la sua ripresa nel titolo. Ottimo!

Grammatica e stile: 9.98/10




Colin riesce a parlare. Ha un polso dolorante e perde sangue dal taglio suo mento, ma riesce a parlare.

“taglio sul mento”, errore di battitura, - 0.02

Al di là di questo misero errore di battitura, sono veramente contenta del lavoro fatto su questa storia. A livello di stile mi ha colpito davvero molto. L’ho trovato molto trascinante, da tutti i punti di vista. Prima di tutto, ho apprezzato l’inizio, che sembra proprio farci entrare all’interno del Ministero, tra le profezie. Ci presenti subito il mondo magico adattato al DeathCast, con Memento mori, e nel farlo hai fatto delle ottime scelte lessicali. È quasi solenne, poetico, questo inizio. Stai planando dall’alto per raccontarci ciò che vedi da narratore esterno, e penso che sia una scelta ottima che mantieni per tutta la narrazione.
Infatti, ho trovato molto congeniale il ripetere per ogni paragrafo e ogni momento il “Colin Canon non morirà oggi, ma questo non lo sa”, uguale per Penelope. L’ho trovato molto musicale, molto funzionale, e dà sempre la sensazione di narratore esterno che vede sia da lontano, ma anche da vicino e dall’interno i sentimenti dei nostri protagonisti.

Hai alternato un’ottima prosa a momenti in cui invece spezzetti le frasi, andando a capo spesso, come se fosse una poesia, e di solito i momenti che hai scelto per fare questa cosa corrispondano anche ai picchi emotivi della tua one shot, e quindi non l’ho trovato discontinuo, ma azzeccato.

E, scusami se mi ripeto, ma veramente le scelte lessicali che fai per descrivere anche la più piccola delle cose, hanno reso tutto estremamente emotivo. Accarezzi ciò che descrivi con parole efficaci ma non troppo ricercate, non auliche, non astruse che bloccano la scorrevolezza della storia. No, descrivi e imbottigli le emozioni in frasi semplici, in parentesi brevi ma che sono mazzate sui denti. Proprio per questo, nonostante l’errore di battitura che ti sottrae 0.02, credo che questa sia una delle storie riuscite meglio a livello di stile. E per questo ho deciso di assegnare a questa storia il premio “Miglior stile”.

IC dei personaggi: 10/10


Per questa storia hai scelto due personaggi molto secondari. Però, tra i due, Penelope è sicuramente quella più marginale, che si conosce di meno nella saga, e solo come “fidanzata di Percy Weasley”. Quindi, mi ritrovo a valutare più la caratterizzazione che l’IC. Mi è piaciuto molto come l’hai resa, il fatto che sappia essere anche una semplice ragazzina con il cuore spezzato, prima, e una giovane donna che trova il coraggio di andare ad aiutare con le sue conoscenze da infermiera. L’hai resa vera, reale, non una macchietta idealizzata dagli occhi appannati di Colin.  

Colin, dall’altra parte, pur essendo un personaggio secondario, ci è più chiaro nel corso della saga, nel suo essere un eterno bambino, che si emoziona per ogni cosa che vede in quanto Nato Babbano, con la sua ossessione per Harry Potter. Mi è piaciuto quando lo descrivi aggrappato alla macchina fotografica come se fosse un salvagente, con la parlantina facile (ma alla fine solo per distrare Penelope da chi le ha spezzato il cuore), con il suo finire per idolatrare anche Penelope, proprio perché è stata gentile con lui dal momento 0.

Infine, anche se qua compare solo lateralmente, ho trovato perfettamente IC anche Percy Weasley. Con il suo diventare subito rosso nello scoprire cosa hanno fatto a Colin, nel diventare sempre più ossessionato dal lavoro poi, tanto da mettere da parte anche la povera Penny. Insomma, per quanto sia quasi una comparsa, l’ho proprio riconosciuto chiaro e tondo.

Resa e coerenza del meccanismo di Death Cast: 10/10

Perfetto. Scusami, questa valutazione sembra tutta lodi e apprezzamenti, ma davvero non ho nulla da dire riguardo a come hai reso il mondo di Death Cast. Apprezzo molto che tu abbia messo le sue radici nell’Ufficio Profezie, quegli Indicibili di cui non sappiamo nulla. Ho notato la cura che ci hai messo sin dalle prime righe, quando hai detto che nascere è un po’ già come una condanna a morire (il che è vero, anche al di là di questo mondo distopico), e che non appena un bambino nasce compare una placca nell’ufficio profezie che contiene il suo nome e la sua data di morte. Alla fine, poi, quello che conta è il trattino che sta in mezzo tra queste due date, ma che sembra diventare estremamente irrilevante davanti alla spaventosa certezza della morte.
Ma non è solo questo che ha reso il tema così centrato. Infatti, anche solo il fatto di come Colin Canon viva questo meccanismo da Nato Babbano, e come ci sia chi faccia scherzi ai Nati Babbani spaventandoli a morte, fa parte del worldbuilding. In effetti, è uno spunto molto interessante giocare intorno all’ignoranza dei Nati Babbani su questo meccanismo. E fa anche molto riflettere che nel momento in cui pensa di morire, corre corre corre senza nemmeno guardare dove mette i piedi, e inciampa rovinosamente. Non si fa particolarmente male eh, ma avrebbe potuto farselo. Ma morire no, perché il biglietto non gli è veramente arrivato. È uno spunto di quella predestinazione che si legge per tutto il romanzo “They both die at the end”.
Allo stesso modo, ho apprezzato come Colin ha reagito quando il biglietto l’ha ricevuto veramente. Ha abbracciato il dolore, ha urlato, non l’ha detto a Dennis per non spaventarlo (ma Dennis l’ha capito). Non ho storto il naso di fronte al fatto che Colin non decida di tornare a casa (per proteggersi), perché tu prima di farlo arrivare alla conclusione di voler restare, ce l’hai fatto vedere piegato in due dal dolore alla notizia della morte. E poi, è pur sempre un Grifondoro, e il suo coraggio è canon anche nella Saga, perché lui avrebbe potuto proteggersi e non combattere invece combatte. Inoltre, come pensa Colin stesso, questo meccanismo è fatto per vivere al meglio il proprio ultimo giorno, ma Colin ha vissuto in quella Hogwarts dilaniata per un intero anno, e non ha più alcuna speranza di poter godere di un ultimo giorno.
Mi è piaciuto, in riferimento a questo parametro, anche il fatto che Penelope abbia comunque paura di morire in guerra, pensando che forse sì, forse nemmeno Memento mori può sapere tutto di cosa succede in una guerra, che forse anche il destino ha certi limiti e le profezie non vedano tutto tutto. È umana perché ha paura, comunque, anche se non ha ricevuto nessun avviso.

Insomma, mi è piaciuta la tua resa, anche se non hai trattato SOLO del giorno della morte, ma facendo proprio un excursus delle volte in cui Colin e Penelope si sono sentiti morire al di là di Death Cast, perché ho notato una buona comprensione e resa del tema proprio dai dettagli, e devo dire che sono molto soddisfatta di questo parametro!


Finale: 7/7

Anche qui, non posso che premiarti per il modo doloroso in cui hai concluso la storia. Non solo ci fai vedere la morte di Colin, ma ci fai vedere anche le reazioni di Penelope – che il biglietto non l’ha ricevuto – a questa morte, e cosa questa morte le ha lasciato. E nel farlo, sei stata molto poetica, proprio per quell’effetto dell’”andare a capo” che ho notato essere più frequente nei momenti più intensi. E fa riflettere anche sull’importanza della morte, in questo mondo, anche per chi non è morto. Ma non solo nel mondo di Death-Cast, in tutti i mondi. Mi è piaciuta!

Totale: 39.98/40


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