Capisco il dubbio, non preoccuparti, adesso ti spiego.
La risposta breve è che per l'editoria cartacea e per quella web esistono regole diverse, dovute principalmente al fatto che lo schermo ha di per sé un'impostazione molto diversa dalla stampa che causa un affaticamento maggiore del lettore. Di conseguenza, più un testo è fitto più diventa difficile da seguire.
Per un cartaceo basterebbe l'a capo, per una pubblicazione online è meglio lasciare addirittura lo spazio tra un paragrafo e l'altro.
Nel tuo caso, come in altri in questo contest, diventava proprio difficile seguire il testo. Quindi ho dovuto considerarlo un errore.
La risposta più complessa la copio e incollo dalla [URL=https://www.treccani.it/enciclopedia/a-capo-prontuario_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/#:~:text=L'a%20capo%20(o%20accapo,comincia%20con%20un%20rientro%20tipografico.]Treccani:
Di là dai benefici risvolti pratici (la pagina risulta visivamente più leggera e dunque meno faticosa per la vista), l’espediente grafico dell’a capo riflette la struttura del discorso, evidenziando un momento di passaggio dall’argomento che ha dominato il capoverso precedente a un argomento diverso. La progressione del discorso segnata dall’a capo è particolarmente evidente quando la nuova porzione di testo è accompagnata da ➔ connettivi testuali e da ➔ incapsulatori, che trovano nell’a capo uno dei luoghi deputati.
Ho trovato anche un articolo di un'autrice e web designer che lo spiega in modo un po' più chiaro:
https://www.treccani.it/enciclopedia/a-cap...taliano%29/
www.patriziapisano.info/interlinea-andata-a-capo-spaziatura/
Un'altra risposta è che, banalmente, mi è stato insegnato così e non ho motivo di dubitare dei miei docenti della Triennale.
Poi, oh, posso sbagliare anch'io e ci mancherebbe. Sono tutte cose da tenere a mente per il prossimo contest.