29 giugno 1916, ospedaletto da campo N. 16 di Campomulo.
Muore Angelo Astolfoni, detto Nino. Due giorni prima, sul monte Colombara, una pallottola lo aveva colpito al petto.
Era sottotenente comandante il plotone esploratori del III battaglione del 228° reggimento della brigata Rovigo.
Nell’ultima lettera scritta il 24 giugno dalla piana di Marcesina, diceva:
«Cara mamma,
mezz’ora piove e mezz’ora si corre a cercare quel po’ di sole che filtra tra i pini per asciugarci. Le trincee nemiche sono a breve distanza dalle nostre ma nessuna testa si fa vedere. Che se no!
Il profumo della resina è mescolato a cento altri profumi non tutti gradevoli, ma ciò non scema quella riserva inesauribile di buon umore ch’io vado distribuendo a quei compagni che più ne hanno bisogno...»
Da civile era redattore del principale quotidiano della sua città, la Gazzetta di Venezia, ma era anche un grafico promettente, iscritto all’Accademia di Belle Arti.
Firmava le sue opere con lo pseudonimo di Ofi.
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Oggi riposa all’ossario di Asiago.
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