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Perché storie meritevoli ricevono pochissime recensioni mentre storie meno meritevoli ne ricevono a bizzeffe?

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2012 14:22
Autore
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Post: 128
Utente Junior
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04/04/2012 13:07
 
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Credo che una discussione del genere sia stata già creata tempo fa, ma, girando per il forum e scorrendo le varie pagine delle sezione in cui avrei avuto una maggiore probabilità di trovarla, non l'ho trovata, quindi ripropongo la domanda.
Perché le storie belle, intendo quelle scritte bene (grammatica e stile impeccabile), curate nei minimi particolare, che ti emozionano ad ogni riga, non ricevono tante recensioni quante quelle che ricevono storie, diciamo, "meno interessanti"?
E' una mia impressione o è davvero così?
confettina su EFP :D
Se avete bisogno di una beta, potete trovare la mia scheda qui. :D



La mia long su Teen Wolf: Skin and Bones. :D
Post: 26
Utente Junior
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04/04/2012 17:24
 
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Non è sempre così ma molte volte capita. Il numero delle recensioni dipende molto dalla popolarità che si ha. Un passaparola continuo e il gioco è fatto (aiutano facebook, blog, ecc ecc). Così succede che le storie che avevano già un bel numero di recensioni prima ne acquistano sempre di più (ammettiamolo: qua la colpa sta sopratutto nell'introduzione delle storie popolari perché magari molti lettori spulciano lì se il fandom è immenso).
Però da dove parte questa popolarità?
Se sono belle si capisce: è il modo di scrivere dell'autrice che porta a seguirla ovunque e così c'è un continuo passaparola.
Se sono brutte rimane un mistero.
Magari molte cercano letture facili, la solita storiella d'amore vista e ritrita e non si impegnano a cercare qualcosa di più originale e scritto meglio. Vogliono solo leggere quelle, in sintesi.
Chi non vuole ciò cerca più a fondo, tutto qui.

Poi secondo me conta farsi conoscere all'interno del sito. Se una mi lascia una bellissima recensione (o anche se mette la mia storia tra preferiti/ricordate/seguite) io ci spulcio nel suo profilo perchè penso che se gli piace ciò che ho scritto ha i miei stessi gusti. E vado anche a vedere nei suoi preferiti/ricordate/seguite. Se uno scrive e basta una bellissima storia senza seguirne nessuna, recensire altro per me è molto difficile che venga "scoperto".
[Modificato da ,lady snow 04/04/2012 17:27]
200qk55

Non si vede bene che con il cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi.
(De Saint-Exupéry Antoine, Il Piccolo Principe)




La mia storia su EFP

Post: 491
Utente Senior
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16/04/2012 18:36
 
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prendi il telecomando, accendi la tv, siediti e zappa un po'.
poi mettiti le scarpe e la giacca, vai in una libreria, in un autogrill, o in un supermercato, e butta un occhio agli scaffali appena entrati (quelli dove si ferma la maggior parte della gente), specie alla top 10, se c'e`.

... hai ancora qualche domanda in merito?

(perdonate se puo` sembrare una risposta acida, non lo e` - o meglio, non di certo nei confronti di chi ha posto la domanda...)

I vostri mi fanno girare un po' i cosìddetti.



.:Me on EFP:.

Post: 13
Utente Junior
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17/04/2012 19:31
 
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Perché storie meritevoli ricevono poche recensioni e altre, che non lo sono poi tanto, ne ricevono più di quelle che meriterebbero?

Boh, mistero.


So che è banale come commento, ma neanch'io riesco a spiegarmelo.
Com'è stato già detto, però, immagino che il passaparola influisca molto.
florise
[Non Registrato]
17/04/2012 20:43
 
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Io invece rispondo con un paragone che secondo me è molto calzante:
Lo sai chi è il personaggio più "seguito" di twitter?
Lady Gaga!
Appunto, Lady Gaga, non il Dalai Lama.

Senza nulla togliere alla famosa cantante e ai suoi fans.

Forse il Dalai Lama a volte parla troppo complicato e filosofico per la stragrande maggioranza dell'umanità.
O forse, semplicemente adesso va più di moda Lady Gaga ...
Post: 405
Utente Senior
OFFLINE
17/04/2012 22:23
 
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cosa ne penso io
Mi inserisco perchè si tratta di una domanda che mi sono fatta più volte, bazzicando questo sito.
In linea di massima, sono d'accordo con Lady snow, ma vorrei aggiungere qualche spunto ulteriore.
1)Il fandom sul quale si scrive è secondo me determinante per il numero di recensioni: storie carine su HP o Twilight (fandom con migliaia di utenti lettori e autori) statisticamente avranno molte più possibilità di essere recensite rispetto a storie anche qualitativamente migliori ma scritte su personaggi molto meno noti e seguiti;
2)La "popolarità" dell'autore incide tanto e un modo per acquisirla potrebbero essere, ad esempio, i contest, partecipando ai quali ci si fa un minimo conoscere e si può entrare in contatto con utenti che altrimenti non avresti avuto occasione di incontrare;
3)Personalmente, trovo poi molto importante il comportamento di chi riceve una recensione: dato che il 90% di coloro che leggono non lascia commenti chi, invece, sceglie di spendere tre minuti del suo tempo a scriverti un suo giudizio - positivo o negativo che sia - merita quanto meno una risposta, anche solo per un "grazie".Inoltre, è giusto e bello cercare di ricambiare, pure se questo comporta di leggere ff su fandom che non conosci bene (tra l'altro, a me in questo modo è capitato di fare scoperte interessanti e inaspettate). In soldoni: sui fandom che preferisco recensisco sempre i nuovi autori o le nuove storie degli autori che conosco. Mi fermo, però, e non lascio altri commenti se l'interessato non si degna nemmeno di rispondermi.
Post: 430
Giudice*
Utente Senior
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19/04/2012 21:37
 
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Dipende molto da che tipo di recensioni sono.
Se sono quelle tipo "Ma che bella ti lovvo aggiorna presto!!!!11!!", con venti non ce ne fai una decente.
Sinceramente mi è poco utile, una recensione così; fa sempre effetto sapere che è piaciuta, ma a questo punto basta davvero un 'mi piace' su fb. Ha più senso e non serve solo a far punti nel programma recensioni.
Le ragazzine su questo e su altri forum spesso si conoscono perché si commentano tra loro e si passano pure gli errori. Quando qualcuno recensisce negativamente, anche con educazione, rischia di trovarsi a discutere con amikette che difendono la scrittrice fatta e finita di turno. Tutto ciò per dire, in un esempio spiccio, che in questo modo si ha la fanfiction senza miglioramenti ma con migliaia di recensioni.
A me quel tipo di recensione non manca, sinceramente. Sono sempre convinta a dare più credito alla qualità che alla quantità.

Edit
Florise: il Dalai Lama ha sempre il solito ameno abito, vuoi mettere, con Lady Gaga? XD
[Modificato da slice84 19/04/2012 21:39]
Non sono confuso, sono solo mischiato bene - R. Frost
florise
[Non Registrato]
19/04/2012 23:27
 
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A proposito di vestiti!
Secondo me dipende anche molto da come è "confezionata" la storia.

Mi riferisco a tutte quelle fic che sono scritte fin troppo bene ..., appunto, "troppo".
Vi sarà capitano almeno una volta?

Certe volte si assiste ad un tale spreco di aggettivi, doviziose descrizioni di ridondanti particolari (soprattutto se poi scopri che alcuni di questi in realtà c'entrano come i cavoli a merenda, e magari si tralasciano nella narrazione altri approfondimenti ben più importanti!)

Comprendo che l'autore cerchi di impressionare favorevolmente il lettore con questi espedienti, mostrando tutta la sua padronanza lessicale (un po' fine a sè stessa, diciamocelo), e su un certo tipo di pubblico tutto ciò fa sempre un certo effetto.

Magari l'idea della fic in sè non sarebbe male, peccato che l'autore allunghi il brodo eccessivamente, e di conseguenza dilati i tempi dell'azione all'inverosimile.

A me questo questo genere di cose ha sempre fatto venire il latte alle ginocchia.

E invece tanta gente lo apprezza, e rimane estasiata da queste storie patinate.

Non so il perchè, ma continuo a preferire il dalai lama con il suo vestitino arancione sempre uguale, a Lady Gaga vestita di bistecche.

O forse sono solo invidiosa.
Post: 441
Utente Senior
OFFLINE
20/04/2012 12:06
 
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Re:
florise, 19/04/2012 23.27:

A proposito di vestiti!
Secondo me dipende anche molto da come è "confezionata" la storia.

Mi riferisco a tutte quelle fic che sono scritte fin troppo bene ..., appunto, "troppo".
Vi sarà capitano almeno una volta?

Certe volte si assiste ad un tale spreco di aggettivi, doviziose descrizioni di ridondanti particolari (soprattutto se poi scopri che alcuni di questi in realtà c'entrano come i cavoli a merenda, e magari si tralasciano nella narrazione altri approfondimenti ben più importanti!)

Comprendo che l'autore cerchi di impressionare favorevolmente il lettore con questi espedienti, mostrando tutta la sua padronanza lessicale (un po' fine a sè stessa, diciamocelo), e su un certo tipo di pubblico tutto ciò fa sempre un certo effetto.

Magari l'idea della fic in sè non sarebbe male, peccato che l'autore allunghi il brodo eccessivamente, e di conseguenza dilati i tempi dell'azione all'inverosimile.

A me questo questo genere di cose ha sempre fatto venire il latte alle ginocchia.

E invece tanta gente lo apprezza, e rimane estasiata da queste storie patinate.



La cosa più sconcertante è che adesso ci sono non solo fanfiction, ma anche LIBRI scritti così e che la gente apprezza, nonostante sembrino delle fanfiction scritte malamente.
La critica si sdilinquisce, i fan si strappano i capelli, al cinema esce il film che diventerà ingiustificatamente un fenomeno di massa e la letteratura vera nessuno sa più cosa sia, tanto che se, alle persone che apprezzano libri come quelli sopracitati, parli di Orwell ti guardano come se provenissi da un altro pianeta.

Quindi penso che le fanfiction rispecchino né più né meno quello che accade nella vita reale: le cose stupide e superficiali piacciono ai più, vengono apprezzate e diventano fenomeni di massa, mentre le cose serie, che danno da pensare, vengono prontamente messe da parte.

Le fanfiction meritevoli ricevono meno recensioni PROPRIO perché sono meritevoli: è triste, ma è così...
[Modificato da Mia90. 20/04/2012 12:08]
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Post: 13
Utente Junior
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20/04/2012 13:03
 
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Concordo con tutto quanto detto sopra, però devo ammettere che, sinceramente, preferisco delle fanfiction in cui l'autore/autrice (non so quanti autorI ci siano) si spreca un po' di più per caratterizzare il proprio personaggio anche attraverso dei particolari, descrivendo, magari, anche l'ambiente circostante e, che so, le emozioni che da esso scaturiscono.

Nel senso: se devo sciropparmi la descrizione nei minimi dettagli di un comodino (prima cosa che mi è venuta in mente, eh xD) che poi non avrà alcuna funzione nella storia, se non quella di farmi venire la voglia di averlo davanti per sbatterci la testa, NO.
Ecco, non mi piace l' "allungamento del brodo" fino all'esasperazione, se così vogliamo chiamarlo, ma in confronto a certe storie che oso definire minimaliste, per non dire altro, apprezzo quasi lo zelo di un'autrice più precisa che si sia sforzata di utilizzare termini un po' più ricercati per esprimersi chiaramente e che non confonda la propria storia con un copione da soap opera scadente.

Il tutto, credo, sta nel fare le cose nella giusta misura.
Post: 430
Giudice*
Utente Senior
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20/04/2012 15:43
 
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se, alle persone che apprezzano libri come quelli sopracitati, parli di Orwell ti guardano come se provenissi da un altro pianeta.


Poi però ci fanno una testa così *allarga le braccia* con il Grande Fratello!

(Scusate, sono ot. ^^')
Non sono confuso, sono solo mischiato bene - R. Frost
Post: 337
Utente Senior
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20/04/2012 17:13
 
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Mi riallaccio a quello che dicono Mia90 e KimmyTammer anche se non so bene cosa sto per aggiungere. Ma ecco.

2005: Twilight (tomo primo) di Stephenie Meyer.
Sempre 2005: The Brooklyn Follies di Paul Auster.

...Secondo te quale dei due ha avuto più lettori, più fama e più parole spese in apprezzamento? Ovviamente il primo, una sbrodolata senza senso e senza nerbo. Magari qualcuno mi può rispondere che Twilight non è così brutto (sarà...) ma di fatto non parla di niente. Trite sciocchezze su amori adolescenziali che si vogliono far passare per grandi passioni, banalità a getto continuo e brutta rivisitazione di miti floclorici. Qualitativamente non è che ci sia da stare allegri. Dall'altro lato, un'opera che non ha grandi pretese se non quella di essere un vero romanzo, non un grande romanzo - non è il migliore di Auster - ma un romanzo vero, con una storia e spunti di riflessione profondi, universali. Oggettivamente, un altro livello, tutto lì.
Twilight gioca su emozioni immediate spendendo e spandendo sentimentalismi e dicendo troppo. The Brooklyn Follies smuove, punzecchia, spalanca possibilità all'intelletto un gradino (parecchi gradini, a parer mio) al di sopra. Questo però richiede anche un certo sforzo mentale al lettore. La differenza credo stia tra una lettura passiva e una lettura attiva e credo c'entri qualcosa col fatto che siamo troppo abituati a ingoiare quel che c'è in televisione. Secondo me è anche la differenza generale che c'è tra tutto quel che è scritto bene e quello che non lo è, si tratti di fanfiction, libri o necrologi. E'come se mi metti davanti un bel piatto di tagliatelle panna e prosciutto o se invece me lo fai ciucciare già masticato: sarà anche buono, ma vuoi mettere la soddisfazione di piantare la forchetta nel piatto, arrotolarci intorno le tagliatelle e azzannarle di gusto?
E' più faticoso, però, richiede al cervello un investimento maggiore perché - sempre secondo me - una cattiva storia ti fornisce già le conclusioni: l'amore è bello, è importantissimo e vale qualunque sacrificio (Twilight). Una buona storia è quella che ti fornisce la pista per arrivare a questa conclusione attraverso la narrazione, non sbandierandotelo in faccia. Se poi tu, lettore, non hai voglia di stare a pensarci su, ti fermerai ad un primo livello di lettura e non andrai oltre. Vale anche per il troppo spreco di parole e descrizioni citato nei post precedenti: premesso che ci sono storie storie e che in certi casi la prolissità va benissimo (non mi sognerei mai di rimbeccare a Eco di scrivere descrizioni troppo lunghe: so che qualcuno le odia, ma io personalmente trovo che quelle "troppe" parole stiano tutte benissimo lì dove stanno; ma non ho mai trovato un corrispettivo di Eco in nessun archivio di fanfic) spiegare e descrivere fatti, oggetti, persone e sentimenti nel dettaglio limita l'impiego di energie immaginative e facilita, o vorrebbe facilitare, la ricezione.
In sintesi penso che noi siamo sempre più abituati a non andare oltre.

Quindi la risposta che mi viene spontanea è quella che ti hanno già dato: quello che osservi non vale solo per le fanfiction. Se poi invece parliamo precisamente di fanfiction, a questo si va ad aggiungere quella cosa che è il fandom - opere più o meno popolari, passaparola, amykette e le altre cose che sono state citate qualche post fa.

...Non credo di essermi per niente spiegata bene.
[Modificato da su_ni 20/04/2012 17:15]
Post: 611
Utente Senior
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20/04/2012 17:31
 
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Re:
slice84, 20/04/2012 15.43:


se, alle persone che apprezzano libri come quelli sopracitati, parli di Orwell ti guardano come se provenissi da un altro pianeta.


Poi però ci fanno una testa così *allarga le braccia* con il Grande Fratello!

(Scusate, sono ot. ^^')



Scusate l'OT grosso come una casa, ma ho un bisogno fisico di raccontarvi queste due cosette.
Alla fin fine quello del reality è poco più di un nome. Avendo letto il libro vedo il collegamento, ma ricordo perfettamente che qualche edizione fa (non uccidetemi, non lo guardo abitualmente, mi capitò di vederlo facendo zapping e mi fermai per due minuti perché era uno di quegli spettacoli così orribili da non riuscire a distogliere lo sguardo, avete presente?) avevano chiesto ai concorrenti se sapessero perché il programma si chiamava così e nessuno, ripeto nessuno, era al corrente dell'esistenza del romanzo. Giuro. Andava più o meno in questo modo:
Voce fuori campo: Perché il "Grande Fratello" si chiama così?
(Scritta sullo schermo - Risposta esatta: Deriva dal romanzo "1984" di George Orwell)
Concorrente: *fissa la telecamera con aria ebete* Uh... ehm... perché è come un grande, grandissimo fratello! *tono convintissimo*

Io. Non. So. Se. Mi. Spiego. [SM=g27993]

Ne approfitto anche per condividere un "succoso" episodio con tutti voi, tanto per capire a che livelli sono arrivati certi, c-e-r-t-i, giovani d'oggi, e faccio parte anch'io della categoria, quindi non avrei il minimo diritto di parlare come un vecchietto che si lamenta su una panchina guardando i suoi amici giocare a bocce, ma me ne rendo tristemente conto.
Non sto a spiegarvi esattamente le premesse, sappiate solo che avevo di fronte un tizio che non poteva essere molto più grande di me e che doveva cercare una tal via Manzoni su Google Maps o altra guida analoga per farmi vedere dove fosse, dato che non conosco la città in questione (penso che non capirete di che città si tratta, essendo "via Manzoni" un nome che credo possa ricorrere un po' in tutto lo Stivale). Ora, immagino che tutti voi, se io dico solo "via Manzoni", siate in grado di capire che la strada è dedicata al tanto amato e tanto odiato Alessandro Manzoni, autore dei Promessi Sposi. Ebbene, questo tizio no! Per me era così ovvio che ci ho messo un po' a capire perché ci stesse mettendo tanto a trovarla, poi si è svolta esattamente questa scena (si parla di poche ore fa, quindi credo di poter citare praticamente parola per parola):
Tizio: Ma via Manzoni a *** non c'è! Io sono di *** e non la conosco...
Io: Ma come? A me avevano detto "via Manzoni [inserire numero civico qui]"!
Tizio: Ma se io metto solo "via Manzoni" non me la trova!
Il tipo comincia a confondersi con una via dal nome simile che conosce.
Io: No, a me avevano detto proprio quello dei Promessi Sposi!
E qui io, ottimista, credo che abbia capito.
La via continua a non apparire magicamente sullo schermo.
Si cerca l'indirizzo esatto che m'interessa tramite un altro sito e...
Tizio: Aaaaaaah, via Alessandro Manzoni! *tono da "e non potevi dirmelo prima?"* Eh, se non ci metto qualcosa davanti non la trova... *gira lo schermo per farmi vedere l'agognata mappa* Ecco, è qui...

E di nuovo: Io. Non. So. Se. Mi. Spiego. [SM=g27993]
[Modificato da SimplyMe514 20/04/2012 17:32]
SimplyMe514 - La mia pagina su EFP
- Scrittrice in erba.
- La risposta italiana a Hermione Jean Granger, o quasi.
- Hufflepuff and proud.
- ... e lo dico in inglese perché la traduzione mi fa venire l'orticaria.
- Gattofila. Leo, sei il mio Grattastinchi. I love you.
Post: 441
Utente Senior
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20/04/2012 17:52
 
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Re:
su_ni, 20/04/2012 17.13:

Mi riallaccio a quello che dicono Mia90 e KimmyTammer anche se non so bene cosa sto per aggiungere. Ma ecco.

2005: Twilight (tomo primo) di Stephenie Meyer.
Sempre 2005: The Brooklyn Follies di Paul Auster.

...Secondo te quale dei due ha avuto più lettori, più fama e più parole spese in apprezzamento? Ovviamente il primo, una sbrodolata senza senso e senza nerbo. Magari qualcuno mi può rispondere che Twilight non è così brutto (sarà...) ma di fatto non parla di niente. Trite sciocchezze su amori adolescenziali che si vogliono far passare per grandi passioni, banalità a getto continuo e brutta rivisitazione di miti floclorici. Qualitativamente non è che ci sia da stare allegri. Dall'altro lato, un'opera che non ha grandi pretese se non quella di essere un vero romanzo, non un grande romanzo - non è il migliore di Auster - ma un romanzo vero, con una storia e spunti di riflessione profondi, universali. Oggettivamente, un altro livello, tutto lì.
Twilight gioca su emozioni immediate spendendo e spandendo sentimentalismi e dicendo troppo. The Brooklyn Follies smuove, punzecchia, spalanca possibilità all'intelletto un gradino (parecchi gradini, a parer mio) al di sopra. Questo però richiede anche un certo sforzo mentale al lettore. La differenza credo stia tra una lettura passiva e una lettura attiva e credo c'entri qualcosa col fatto che siamo troppo abituati a ingoiare quel che c'è in televisione. Secondo me è anche la differenza generale che c'è tra tutto quel che è scritto bene e quello che non lo è, si tratti di fanfiction, libri o necrologi. E'come se mi metti davanti un bel piatto di tagliatelle panna e prosciutto o se invece me lo fai ciucciare già masticato: sarà anche buono, ma vuoi mettere la soddisfazione di piantare la forchetta nel piatto, arrotolarci intorno le tagliatelle e azzannarle di gusto?
E' più faticoso, però, richiede al cervello un investimento maggiore perché - sempre secondo me - una cattiva storia ti fornisce già le conclusioni: l'amore è bello, è importantissimo e vale qualunque sacrificio (Twilight). Una buona storia è quella che ti fornisce la pista per arrivare a questa conclusione attraverso la narrazione, non sbandierandotelo in faccia. Se poi tu, lettore, non hai voglia di stare a pensarci su, ti fermerai ad un primo livello di lettura e non andrai oltre. Vale anche per il troppo spreco di parole e descrizioni citato nei post precedenti: premesso che ci sono storie storie e che in certi casi la prolissità va benissimo (non mi sognerei mai di rimbeccare a Eco di scrivere descrizioni troppo lunghe: so che qualcuno le odia, ma io personalmente trovo che quelle "troppe" parole stiano tutte benissimo lì dove stanno; ma non ho mai trovato un corrispettivo di Eco in nessun archivio di fanfic) spiegare e descrivere fatti, oggetti, persone e sentimenti nel dettaglio limita l'impiego di energie immaginative e facilita, o vorrebbe facilitare, la ricezione.
In sintesi penso che noi siamo sempre più abituati a non andare oltre.

Quindi la risposta che mi viene spontanea è quella che ti hanno già dato: quello che osservi non vale solo per le fanfiction. Se poi invece parliamo precisamente di fanfiction, a questo si va ad aggiungere quella cosa che è il fandom - opere più o meno popolari, passaparola, amykette e le altre cose che sono state citate qualche post fa.

...Non credo di essermi per niente spiegata bene.



A parte il fatto che non mi riferivo solo a Twilight (anche, ma io avevo nella mente un esempio più recente) quoto parola per parola. Sono d'accordissimo con quanto detto.

Riguardo all'esempio di Umberto Eco, concordo anche lì, ma penso che le altre ragazze, parlando di descrizioni lunghe, intendessero riferirsi a descrizioni che, oltre ad essere oggettivamente brutte, sono totalmente inutili al fine della trama (caso che non si attaglia a Eco). Parlando per iperbole, se uno passa dodici pagine a descrivermi un soprammobile e poi questo soprammobile nel corso della trama non serve a nulla, ma scompare per non apparire mai più, che cavolo me lo hai descritto a fare, visto che poi me lo descrivi pure male?!
Altro esempio: perché io devo trovarmi, in un libro che tutti spacciano per profondo e intelligente e che dovrebbe trattare un certo tipo di argomenti molto seri, più di duecento pagine (numero reale, non buttato là a caso) di descrizioni di vestiti e di idiozie? Per poi scoprire, tra l'altro, che lo spazio riservato all'introspezione dei personaggi, alla trama e alla trattazione dell'argomento serio, dei sentimenti e di tutti quegli elementi che contribuiscono a rendere un libro degno di questo nome, è assolutamente pari a ZERO!!!

E questi sono i libri che tutti ti vengono a dire che sono stupendi, meravigliosi e, soprattutto, PROFONDI...
Io quindi non mi stupisco se una storia mediocre (in alcuni casi mediocre è un eufemismo...) ottiene più recensioni di una scritta bene: io cerco di recensire quelle che a mio parere meritano e le altre non le apro neppure, è l'unico modo.
[Modificato da Mia90. 20/04/2012 17:56]
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Post: 2.378
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Moderatore Temporaneo
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20/04/2012 21:00
 
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Comprendo che l'autore cerchi di impressionare favorevolmente il lettore con questi espedienti, mostrando tutta la sua padronanza lessicale (un po' fine a sè stessa, diciamocelo), e su un certo tipo di pubblico tutto ciò fa sempre un certo effetto.

Magari l'idea della fic in sè non sarebbe male, peccato che l'autore allunghi il brodo eccessivamente, e di conseguenza dilati i tempi dell'azione all'inverosimile.

A me questo questo genere di cose ha sempre fatto venire il latte alle ginocchia.

E invece tanta gente lo apprezza, e rimane estasiata da queste storie patinate.


La cosa più sconcertante è che adesso ci sono non solo fanfiction, ma anche LIBRI scritti così e che la gente apprezza, nonostante sembrino delle fanfiction scritte malamente.



E' un po' lo stile di molti best-seller, no? Riallacciandomi anche a quanto detto da altri in questa discussione, ci sono libri di centinaia e centinaia di pagine che descrivono ogni dannato dettaglio. Se ad esempio a un certo punto arriva un tizio con un cane, ecco che ci viene detto quanto è alto e quanto è lungo, e quanti anni ha, e di che razza è, e quali sono le caratteristiche di questa specifica razza e perché il suo padrone ha scelto quella razza invece di un'altra, da quanto tempo ce l'ha e che cosa gli dà da mangiare. Come se nessuno di noi avesse mai visto un cane e anche se la comparsa del cane in questione non avrà nessuna reale rilevanza nel resto della storia. Per forza poi che il libro ha ottocento pagine, dico io.
Non è l'eccesso di descrizioni a darmi fastidio, si badi bene: è l'eccesso di descrizioni inutili. La grande letteratura è piena di libri lunghi e ricchissimi di dettagliate descrizioni, solo che queste descrizioni hanno un senso. Nei casi che dico io, invece, non solo non hanno un senso, ma non ce lo vogliono nemmeno avere. E noto che alla gente piacciono un sacco, mentre a me fanno solo venire un gran sonno.
All'estremo opposto, ma non meno irritanti - di più, per quanto mi riguarda - stanno i libri scritti stile telegrafo "John si alzò punto andò alla finestra punto era una bella giornata punto John si disse due punti virgolette non prenderò l'ombrello chiuse le virgolette". Perché le subordinate, si sa, nuocciono gravemente alla salute. Anche questi libri hanno talvolta un grande successo. Tra gli autori di fanfiction i seguaci di questo modo di scrivere di certo non mancano. Ora, io non credo che quando uno si mette a scrivere una storia si dica "ci metterò un sacco di aggettivi perché fa figo" oppure "questa volta riuscirò a non usare nemmeno un congiuntivo" perché uno scrive come sa e come può, però sicuramente tutto quello che ha letto gli rimane attaccato addosso.
florise
[Non Registrato]
20/04/2012 22:00
 
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Tra gli autori di fanfiction i seguaci di questo modo di scrivere di certo non mancano. Ora, io non credo che quando uno si mette a scrivere una storia si dica "ci metterò un sacco di aggettivi perché fa figo" oppure "questa volta riuscirò a non usare nemmeno un congiuntivo" perché uno scrive come sa e come può, però sicuramente tutto quello che ha letto gli rimane attaccato addosso.


Penso anch'io che ciò che uno legge gli rimane attaccato addosso ..., anche troppo.

Il problema sorge quando l'autore/trice di ff si lascia prendere la mano, e spara anche delle autentiche castronerie.
Esempio banale:
Fic in contesto storico.
L'autore/trice spende 1500 bellissime parole per descrivere l'abito da sera che indossa la tipa protagonista del racconto.
I lettori applaudono in estasi.
Poi però, tu lettore critico, scopri che il modello dell'abito sopracitato sarebbe andato di moda soltanto un centinaio di anni più tardi.

Ecco, in questi casi, oltre al latte alle ginocchia, mi cascano anche le braccia.

A mio avviso, appare subito che l'autore (per quanto bravo) ha voluto strafare.
Certi particolari si notano subito, e sembrano proprio messi lì apposta con lo scopo di stupire o di strappare l'applauso (e se poi sono decisamente fuori luogo fanno anche arrabbiare).

Queste sono le cose che decisamente non sopporto.
Peccato siano in pochi ad accorgersi, ahimè, di questi insignificanti particolari.

Come sempre, la giusta misura sta nel mezzo.




Post: 2.239
Utente Veteran
Imperatrice dei Pigri: quel che posso far domani, non farò oggi!
OFFLINE
21/04/2012 01:13
 
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Perché le storie belle, intendo quelle scritte bene (grammatica e stile impeccabile), curate nei minimi particolare, che ti emozionano ad ogni riga, non ricevono tante recensioni quante quelle che ricevono storie, diciamo, "meno interessanti"?



Perché quelle che hai detto sono tutte tue impressioni soggettive, che valgono quanto il parere di chiunque altro ^^
Erena "Posso avere una Proroga?"-chan
Post: 739
Giudice**
Utente Senior
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21/04/2012 10:56
 
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Erena-chan, 21/04/2012 01.13:


Perché le storie belle, intendo quelle scritte bene (grammatica e stile impeccabile), curate nei minimi particolare, che ti emozionano ad ogni riga, non ricevono tante recensioni quante quelle che ricevono storie, diciamo, "meno interessanti"?



Perché quelle che hai detto sono tutte tue impressioni soggettive, che valgono quanto il parere di chiunque altro ^^



Verissimo. Non è detto che quello che per me è bellissimo sia bellissimo anche per gli altri.

Poi, pur condividendo in tutto e per tutto ciò che è stato detto da su_ni e ReaderNotViewer, penso che si debbano considerare anche altri fattori: il fandom, pairing/personaggi, il genere, il rating, la lunghezza/numero di capitoli della fanfiction.

Magari la mia storia è davvero meritevole, scritta benissimo, ecc. ecc, ma se racconta la vita del personaggio che compare a pagina 37 e che muore due righe dopo - sarà anche la storia più bella del fandom - ma quante persone potrebbero essere interessate a leggere una storia simile? E quante, tra le persone interessate, avranno la voglia di recensire? (E non sto dicendo che è sbagliato scrivere storie sulle comparse, sia chiaro! Io stessa tratto soprattutto di personaggi minori). Tanto è vero che a parità di fandom/pairing/personaggi/ecc. le storie belle vengono premiate rispetto a quelle brutte.

Insomma, se un lettore di Twilight ama la coppia Edward/Bella ed è interessato solo a leggere una fanfiction Edward/Bella, tra una storia mediocre Edward/Bella e una storia bellissima Signorina Cope/Preside Greene, quale sceglierà?
[Modificato da vannagio 21/04/2012 11:02]
Post: 36
Utente Junior
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22/04/2012 13:29
 
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Ciao, la mia personale opinione è che dipenda innanzitutto dal contest (se scrivi su Twilight o HP sicuramente avrai più possibilità di essere letta, come se scrivi sui personaggi principali o su quelli minori) e poi, una volta avvenuta questa prima scrematura, dipende quasi esclusivamente dalla pubblicità che ogni autore riesce a fare attorno a sè.
Ad esempio, io leggo quelle di Twilight (so che la storia della Meyer è fondamentalmente una stupidaggine e non brilla per originalità, ma mi ha preso, non so neanche io perchè) e mi sono trovata molto spesso davanti a storie che ricevono centinaia di recensioni (e sono scritte da c**o!) e storie originali e ben descritte che hanno pochissime recensioni. Per l'idea che mi sono fatta io, in questo caso, dipende soltanto dalla fama dell'autore, costruita probabilmente partecipando a concorsi vari o amicizie su FB, e non certo per meriti. Oltre al fatto che osservando le recensioni, sono sempre le stesse persone che recensiscono e quindi mi viene da dire che sono circoli di amichette che si supportano tra di loro, anche se scrivono delle emerite castronerie. Sono veramente poche le ff che meritano le recensioni che ottengono. E' triste ammetterlo, ma il mondo, persino questo virtuale di EFP, è in mano alla pubblicità e all'immagine che uno sa dare di sè, e non alla sostanza... [SM=g27992]
Post: 116
Utente Junior
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29/04/2012 02:03
 
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Ho avuto modo di scrivere in vari posti, più o meno organizzati e su vari fandom ed una sola cosa accomuna negativamente questi siti, ovvero il cosa si scrive, quello che viene chiamato fanservice.

In ogni fandom cambia ciò che piace, ma vince sempre su tutto.
In quel fandom vige la regola del "se non è yaoi non te la leggo?" e così sarà.
In un altro non te la leggono se non è rating rosso? oppure se c'è di mezzo un altra coppia?

I fans medi pur di leggere ciò che gli piace si buttano anche sulle storie medio/basse ritenendole capolavori, basta che si scriva ciò che si ama leggere. Certo non sono tutti così, ma la stra grande maggioranza ha questo modo di pensare, secondo me.
Vota: 15MediaObject3,0736225
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