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Ma la Grammatica ?

Ultimo Aggiornamento: 06/12/2012 14:37
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05/12/2012 15:21
 
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Salve, premetto che io non sono una perfettina della grammatica, se non edito trovo nei miei scritti degli strafalcioni che terrorizzerebbero un Troll...ma l'uso dei tempi!
Scrivo questo perché non ci trovo niente di male in una recensione di una bella storia far notare all'autore/ce che ci sono degli errori che disarmonizzano la lettura.
Personalmente a me lo hanno fatto notare e decisamente sono stata riconoscente di questo.
Oltre a recensire quanto emotivamente sia bella una storia che ci colpisce, non sarebbe anche corretto far notare la forma?
Che ne pensate?
Ovvio se la storia è "brutta", io personalmente lascio stare completamente, ma se è bella, perché peritarsi ad essere cortesemente sinceri?
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05/12/2012 16:04
 
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vero ma vorrei anche dire che secondo me la forma più che "buona in sé" dovrebbe soprattutto adattarsi alla storia... quindi degli errori eventualmente potrebbero anche rendere migliore la lettura anziché disarmonizzarla, a seconda del contesto.

Ovvio in questo caso conta molto sapere bene quello che si sta facendo...

Io a dire il vero non ero molto bravo in grammatica alle elementari e in poco tempo ho dimenticato tutte le regole e la parte "formale" della lingua, però poi nelle scuole successive andavo bene in italiano perché ho la fortuna di trovare la scrittura abbastanza intuitiva (e lo ammetto, anche perché il livello generale della scuola era bassissimo già ai miei tempi, a volte penso che ci voglia più impegno a farsi bocciare che a rimediare la sufficienza - ad esempio di geografia e storia ho sempre fatto schifo senza mezzi termini, non so una cippa eppure non sono mai stato bocciato)
[Modificato da Bob_Ombadil 05/12/2012 16:04]
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05/12/2012 16:44
 
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Vero, ma in una storia al passato remoto ci puoi abbinare dei verbi all'imperfetto, non all'indicativo presente.
Gli errorini di battitura non mi danno fastidio, capitano. Ma la scorrevolezza di una frase o di un testo, non può prescindere dalla fluidità e compatibilità verbale.
Poi, anche io scrivo in maniera "intuitiva", cioè non devo pensare a che tempo usare perchè la frase è già lì. Personalmente se dovessi sostenere ora un esame di grammatica prenderei T di Troll, non mi ricordo una cippa.
Il discorso era semplicemente, che male c'è a correggere un autore/ce?
Non lo si fa mica per essere dei sapientoni, solo per aiutarlo nel rendere migliore la fic.
E ribadisco, SANTO/A ( perché non so chi sia), io ho trovato una persona che ha la gentilezza di farmi notare le discrepanze, e io gli/le sono grata.
Non significa mica dare dell'ignorante ad un autore/ce! Assolutamente! Solo di migliorare dove c'è bisogno la forma in un bel contesto.
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05/12/2012 17:37
 
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Concordo in pieno, la grammatica non è un optional, e le concordanze dei tempi verbali sono fondamentali (altrimenti ci ritroveremmo a sentir dire "domani ero andato" oppure "ieri sarò"), vogliamo parlare dei congiuntivi? Io capisco che uno possa dimenticarsi alcune regole della grammatica (anche se ho qualche dubbio che uno possa scordarsela completamente), ma rileggendo quello che si è scritto, non ci si accorge che la frase ha "qualcosa che non va"? La cosa peggiore, è che a volte errori così grandi sono presenti già nei titoli o nelle introduzioni, il che è abbastanza preoccupante. Per gli errori di battitura, generalmente non li segnalo, a meno che l'errore non cambi il significato della frase, oppure se si sta parlando del nome di un personaggio presente nell'opera originale, in quel caso lo segnalo.

Bob_Ombadil, 05/12/2012 16:04:

vero ma vorrei anche dire che secondo me la forma più che "buona in sé" dovrebbe soprattutto adattarsi alla storia... quindi degli errori eventualmente potrebbero anche rendere migliore la lettura anziché disarmonizzarla, a seconda del contesto.

Ovvio in questo caso conta molto sapere bene quello che si sta facendo...



Non ho ben capito cosa intendi... certo può dipendere anche dal contesto della mia storia, se sto facendo parlare un bambino di pochi anni, posso anche "permettermi" di inserire qualche errore, però penso che la cosa andrebbe comunque segnalata, almeno nelle note dell'autore (un po' quello che è successo nelle traduzioni di Harry Potter con Hagrid, che non parla un italiano perfetto, perchè anche in lingua originale il suo linguaggio era sgrammaticato)
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05/12/2012 17:44
 
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Re:
nica89, 05/12/2012 17:37:

Concordo in pieno, la grammatica non è un optional, e le concordanze dei tempi verbali sono fondamentali (altrimenti ci ritroveremmo a sentir dire "domani ero andato" oppure "ieri sarò"), vogliamo parlare dei congiuntivi? Io capisco che uno possa dimenticarsi alcune regole della grammatica (anche se ho qualche dubbio che uno possa scordarsela completamente), ma rileggendo quello che si è scritto, non ci si accorge che la frase ha "qualcosa che non va"? La cosa peggiore, è che a volte errori così grandi sono presenti già nei titoli o nelle introduzioni, il che è abbastanza preoccupante. Per gli errori di battitura, generalmente non li segnalo, a meno che l'errore non cambi il significato della frase, oppure se si sta parlando del nome di un personaggio presente nell'opera originale, in quel caso lo segnalo.




Esattamente, e questo non significa doverlo fare per forza in maniera brusca!

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05/12/2012 17:52
 
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Re: Re:
GinevraCorvino, 05/12/2012 17:44:



Esattamente, e questo non significa doverlo fare per forza in maniera brusca!





Con un po' di tatto si potrebbero scrivere delle signore recensioni, anche con critiche costruttive ben motivate (secondo me il punto è tutto qui, più la critica è motivata e meglio viene ricevuta, ma sto andando OT) che sarebbero veramente utili a chi le sa ricevere, il vero problema è questo: se io mi "impegno" a segnalare all'autore/trice della storia i vari errori (compresi quelli grammaticali) e poi leggo il capitolo successivo e trovo gli stessi errori, se la storia proprio mi piace (e gli errori non sono eccessivi, ovviamente) mi concedo ancora un capitolo o due, se la situazione non migliora, è inutile che mi faccia il sangue amaro e smetto di leggere.

L'unica cosa che tendo a non segnalare è la punteggiatura. Siccome sono la prima ad avere problemi mi risulta difficile commentare quella di qualcun altro (certo, se una frase è lunga un intero paragrafo, posso anche spendere un paio di parole, altrimenti evito).
[Modificato da nica89 05/12/2012 17:54]
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05/12/2012 17:55
 
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Re: Re: Re:
nica89, 05/12/2012 17:52:




Con un po' di tatto si potrebbero scrivere delle signore recensioni, anche con critiche costruttive ben motivate che sarebbero veramente utili a chi le sa ricevere, il vero problema è questo: se io mi "impegno" a segnalare all'autore/trice della storia i vari errori (compresi quelli grammaticali) e poi leggo il capitolo successivo e trovo gli stessi errori, se la storia proprio mi piace (e gli errori non sono eccessivi, ovviamente) mi concedo ancora un capitolo o due, se la situazione non migliora, è inutile che mi faccia il sangue amaro e smetto di leggere.



Ecco appunto. A parte che sarebbero il genere di recensioni / critiche che vorrei fossero fatte a me.
Io le trovo costruttive. Poi se uno se ne sbatte affari suoi.
Ma questo è un' altro discoso...


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05/12/2012 19:02
 
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L'errore di battitura, il refuso sfuggito alla revisione del testo ci può stare. Ma la grammatica non dovrebbe essere un optional.
Dovrebbe essere il punto di partenza. Poiché scriviamo, e non parliamo.

E per grammatica si intende tanto l'uso dell'apostrofo, e dell'accento e degli elementi della frase quali soggetti, oggetti e complementi, quanto la corretta padronanza dei modi verbali, e dei tempi (altrimenti detta Consecutio Temporum.

Leggendo certe storie, sembra invece che l'uso corretto della nostra lingua sia facoltativo. Forse perché quel che conta è il "Bellisshima ficcy. Continua così!!!!!!!! ^.^".
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05/12/2012 20:03
 
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Re:
GinevraCorvino, 05/12/2012 16:44:

Vero, ma in una storia al passato remoto ci puoi abbinare dei verbi all'imperfetto, non all'indicativo presente.
Gli errorini di battitura non mi danno fastidio, capitano. Ma la scorrevolezza di una frase o di un testo, non può prescindere dalla fluidità e compatibilità verbale.
Poi, anche io scrivo in maniera "intuitiva", cioè non devo pensare a che tempo usare perchè la frase è già lì. Personalmente se dovessi sostenere ora un esame di grammatica prenderei T di Troll, non mi ricordo una cippa.
Il discorso era semplicemente, che male c'è a correggere un autore/ce?
Non lo si fa mica per essere dei sapientoni, solo per aiutarlo nel rendere migliore la fic.
E ribadisco, SANTO/A ( perché non so chi sia), io ho trovato una persona che ha la gentilezza di farmi notare le discrepanze, e io gli/le sono grata.
Non significa mica dare dell'ignorante ad un autore/ce! Assolutamente! Solo di migliorare dove c'è bisogno la forma in un bel contesto.



Ovvio, i consigli se dati nel modo giusto e se dati sia con intenzioni sia con modalità costruttive dovrebbero sempre essere accolti in maniera molto aperta e "critica" 8verso sé stessi intendo).

Nel caso della grammatica è molto facile (in generale dico) trovare occasione di correggere qualcuno, ed è per contro molto difficile trovare un testo in cui gli errori sono voluti e inerenti al contesto (per fare un esempio scemo, ma proprio il più banale - e quindi più faciole da farsi venire in mente :-P - Hagrid in Harry Potter), per cui in questo caso di solito si dovrebbe solo accettare il consiglio, se non vuoi ringraziare perché ti hanno punto nell'orgoglio non lo fare non c'è nulla di male, però cercare di sfruttarlo per migliorarsi quello sì, dovrebbe essere fatto.

In linea generale però i consigli si possono sia accettare sia rifiutare motivando nella maniera appropriata.
Ad esempio la persona più importante per me (ma dico proprio la più ESSENZIALE di tutta la mia vita - ovviamente in quanto tale è stato il primo a cui ho fatto leggere la mia storia) mi ha detto che secondo lui i punti in cui ho inserito un linguaggio troppo volgare stonano col resto del racconto e danno un effetto pessimo, secondo lui era proprio un errore e una scelta sbagliata e l'avrei dovuta correggere.
Siccome però la mia scelta aveva una motivazione di fondo e per me aveva un significato ben definito il fatto di usare quel linguaggio siamo rimasti ognuno della nostra idea e ovviamente senza nessuna conseguenza tra noi.

E' anche vero che tra due persone che si conoscono bene un dialogo del genere è più facile, in questo senso (anche se ovviamente con tutti i limiti del caso, un nick della rete senza nemmeno una faccia resta un nick) magari la presenza del forum almeno un piccolo aiuto lo può dare...

Tornando alla grammatica, correggere una persona che compie ripetutamente un solo errore può forse essere meno... "sgradevole" diciamo, se io vedo una storia completamente scritta con i piedi non credo sia troppo simpatico che sia un estraneo a farlo notare... anche perché è difficile argomentare in maniera esauriente una critica / correzione su un testo che è in larga parte un gigantesco errore e nient'altro...


Non ho ben capito cosa intendi...


mi è venuto in mente un esempio meno banale riguardo al tuo esempio sui tempi... tempo fa c'era in tv un programma intitolato "domani avvenne" o qualcosa del genere e il titolo aveva perfettamente senso per il contenuto del programma

PS: ti posso giurare comunque che l'unica cosa che mi ricordo della grammatica è la differenza tra nome proprio e nome comune :-P
[Modificato da Bob_Ombadil 05/12/2012 20:09]
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05/12/2012 21:38
 
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In linea generale però i consigli si possono sia accettare sia rifiutare motivando nella maniera appropriata.
Ad esempio la persona più importante per me (ma dico proprio la più ESSENZIALE di tutta la mia vita - ovviamente in quanto tale è stato il primo a cui ho fatto leggere la mia storia) mi ha detto che secondo lui i punti in cui ho inserito un linguaggio troppo volgare stonano col resto del racconto e danno un effetto pessimo, secondo lui era proprio un errore e una scelta sbagliata e l'avrei dovuta correggere.
Siccome però la mia scelta aveva una motivazione di fondo e per me aveva un significato ben definito il fatto di usare quel linguaggio siamo rimasti ognuno della nostra idea e ovviamente senza nessuna conseguenza tra noi.



Ma questo è un problema di "stile", non di grammatica. Lo stile è molto più soggettivo, la grammatica dovrebbe essere, se non universale, almeno oggettiva, riallacciandomi all'ultima cosa scritta da Bob_Ombadil, se un nome è proprio io devo scriverlo con la lettera maiuscola, non ci sono scelte personali che tengano, se io invece scelgo di scrivere una storia con un linguaggio forte, magari anche al limite del volgare, posso farlo benissimo, devo solo essere consapevole che non tutti l'apprezzeranno e che quindi potrei ricevere delle critiche, ma la cosa dovrebbe finire lì.


E' anche vero che tra due persone che si conoscono bene un dialogo del genere è più facile, in questo senso (anche se ovviamente con tutti i limiti del caso, un nick della rete senza nemmeno una faccia resta un nick) magari la presenza del forum almeno un piccolo aiuto lo può dare...



Non lo so, io non ho alcun problema a segnalare gli errori a chi non conosco, mi ripeterò, ma secondo me la cosa importante è il modo in cui viene fatto, più che chi mi porge la critica.
Se mi venisse semplicemente detto "La tua storia è piena di errori grammaticali dall'inizio alla fine" non sono sicura che risponderei alla critica, se invece si approfondisse la spiegazione (magari non elencandoli tutti, perchè capisco che chi mi ha lasciato la recensione magari non ha voglia di betarmi il testo), però indicandomi i principali errori e la "scena" nei quali si trovano, allora lo ringrazierei (e proverei a cercarli e correggerli).


PS: ti posso giurare comunque che l'unica cosa che mi ricordo della grammatica è la differenza tra nome proprio e nome comune :-P



Ah, ah... io invece, con la scusa che do ripetizioni, le sto riscoprendo tutte (peccato che però lo faccia quando, in teoria, dovrei essere io a spiegarle, ormai adotto la tecnica: un bel respiro profondo, sorrisone e la classica frase "dai, dimmi cos'è un nome sovrabbondante" -sostituire la parte in grassetto con una qualsiasi definizione - e nel frattempo si cerca febbrilmente la risposta tra le pagine del libro, ormai l'analisi grammaticale è diventata un incubo!)
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05/12/2012 22:08
 
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se un nome è proprio io devo scriverlo con la lettera maiuscola, non ci sono scelte personali che tengano


Potrei citarti un passo dei Ragazzi della via Paal, dove il capo del gruppo di ragazzi, cui appartiene quello che alla fine muore, scrive di quest'ultimo nel loro registro: "ha commesso un grosso errore e per questo il suo nome qui d'ora in poi sarà scritto con le iniziali minuscole" (e lo perdoneranno solo in seguito al valore, da lui dimostrato nella battaglia con il gruppo rivale, e nella quale si prende la malattia che lo condurrà alla morte): in questo caso, quello che di solito sarebbe un errore, è giustificato dalla narrazione...
[Modificato da Vodia 05/12/2012 22:09]

Vodia, autore su EFP e Funfiction
Assistente (nullafacente) del Cronologo Ufficiale del Regno di Blue Dragon
Aiutante (altrettanto nullafacente) dei Bibliotecari Arcani


IN THE NINJA WORLD, PEOPLE WHO BREAK THE RULES AND REGULATIONS ARE CALLED TRASH...
BUT THOSE WHO DON'T CARE FOR THEIR COMPANIONS ARE EVEN WORSE THAN TRASH.
OBITO UCHIHA, HATAKE KAKASHI

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Re:
Vodia, 05/12/2012 22:08:


se un nome è proprio io devo scriverlo con la lettera maiuscola, non ci sono scelte personali che tengano


Potrei citarti un passo dei Ragazzi della via Paal, dove il capo del gruppo di ragazzi, cui appartiene quello che alla fine muore, scrive di quest'ultimo nel loro registro: "ha commesso un grosso errore e per questo il suo nome qui d'ora in poi sarà scritto con le iniziali minuscole" (e lo perdoneranno solo in seguito al valore, da lui dimostrato nella battaglia con il gruppo rivale, e nella quale si prende la malattia che lo condurrà alla morte): in questo caso, quello che di solito sarebbe un errore, è giustificato dalla narrazione...



Ok, esistono anche delle eccezioni (sinceramente ignoravo questo caso),e pensare che credevo di essere andata sul sicuro con l'associazione "nome proprio/lettera maiuscola". [SM=g27995]
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06/12/2012 04:01
 
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Quito in pieno!
Comunque, parlando dei miei difetti, magari faccio dei piccoli errorini 'fisiologici', ma il mio terrore è la forma!
Sono molto scarso su questo fatto e penso che abbiate potuto notarlo anche in questo post! Scrivo un po' alla come viene e rileggendo il testo più volte, non riesco comunque ad autocorreggermi...

Altro discorso...su una mia ff ambientata a Perugia, il personaggio, che era un demone che non sapeva di esserlo, il mio pg parlava in dialetto Perugino (in pochi dialoghi, ovviamente) secondo voi ci può stare di mettere il dialetto? Anche perché se il mio pg è di Perugia o di una qualsiasi altra città, non parlerà mai in italiano super-corretto e con delle frasi arzigogolate....non so se mi spiego...
Me on EFP http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=194826
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06/12/2012 08:51
 
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Re:
alex992.EFP, 06/12/2012 04:01:

Quito in pieno!
Comunque, parlando dei miei difetti, magari faccio dei piccoli errorini 'fisiologici', ma il mio terrore è la forma!
Sono molto scarso su questo fatto e penso che abbiate potuto notarlo anche in questo post! Scrivo un po' alla come viene e rileggendo il testo più volte, non riesco comunque ad autocorreggermi...

Altro discorso...su una mia ff ambientata a Perugia, il personaggio, che era un demone che non sapeva di esserlo, il mio pg parlava in dialetto Perugino (in pochi dialoghi, ovviamente) secondo voi ci può stare di mettere il dialetto? Anche perché se il mio pg è di Perugia o di una qualsiasi altra città, non parlerà mai in italiano super-corretto e con delle frasi arzigogolate....non so se mi spiego...




Ciao, è una tua scelta inserire o meno il dialetto, se usato col "contagocce", allora non dovrebbe essere un problema. Tieni, però, conto che questo potrebbe restringere il campo dei lettori. Se vuoi un suggerimento, inserisci delle note per spiegare le frasi o i termini che non sono immediatamente comprensibili.
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Re: Re:
nica89, 06/12/2012 08:51:




Ciao, è una tua scelta inserire o meno il dialetto, se usato col "contagocce", allora non dovrebbe essere un problema. Tieni, però, conto che questo potrebbe restringere il campo dei lettori. Se vuoi un suggerimento, inserisci delle note per spiegare le frasi o i termini che non sono immediatamente comprensibili.




Restringere il campo dei lettori quello è molto probabile, ma sull'usare il dialetto col contagocce dipende, ci sono libri interi scritti in dialetto e Camilleri ci ha fatto la sua fortuna!!!

Per come la vedo io non conosco troppo bene nessun dialetto e comunque credo che scrivere esattamente come si parla non sembre da l'effetto desiderato, a volte può sembrare paradossalmente una cosa artificiale. Nei dialoghi bisogna stare molto attenti non basta scrivere esattamente come si parla per dare un effetto e un senso realistici e credibili. Il realismo è una cosa, il senso di realismo un'altra e in un'opera di narrativa è più importante il secondo.

Tieni poi conto che spesso la parola realismo va presa con le pinze, un demone non è proprio la cosa più realistica del mondo ma tu quello ce lo hai messo dentro per cui... quello che voglio dire è di pensare più al risultato finale e all'opera in sé piuttosto che a renderla troppo aderente alla realtà! ;-)
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