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Piacenza -
Poche certezze e ancora tanti dubbi aleggiano sulla morte di Elvis Presley ancora oggi a 36 anni dalla sua scomparsa. Tra storia e leggenda, il mito del re del Rock si intreccia con le testimonianze di chi l'ha conosciuto in prima persona e dei tantissimi fan, sparsi in tutto in mondo, che ancora non riescono a darsi pace. Domani per la 18^edizione dell'Elvis Fan Club Pc Events, il Fillmore di Cortemaggiore vivrà una serata particolare, indimenticabile. Ospite d'onore sarà la sessantottenne attrice hollywoodiana Susanna Leigh, che con Elvis ha condiviso non solo la vita professionale sul set, ma anche una storia d'amore di cui domani – promette - rivelerà tutti i particolari. Ma il grande mistero resta quello legato alla scomparsa della star. La Leigh, che a breve darà alle stampe il libro Footsteps in paradise, ha formulato un'ipotesi scioccante, frutto di anni di indagini personali e di una convinzione profonda: “Elvis non era malato e non è morto per cause naturali. È stato ucciso dalla Mafia. Sono almeno quattro le persone coinvolte, un senatore l'ha recentemente confermato. Lui morì la notte del 15 agosto 1977 pochi giorni prima di un processo multimiliardario a carico di un'associazione mafiosa. Elvis lavorava per l'Fbi in un programma di protezione testimoni. Il nome in codice dell'operazione era “Penna Stilografica”. Ma la scorta allestita attorno alla sua figura non era sufficientemente sicura e qualcuno tra di loro ha aperto la porta della sua casa quel giorno facendo entrare gli assassini. Gli inquirenti arrivarono sul luogo del delitto prima dei medici e occultarono le prove. Ma all'arrivo dei medici, quello che si trovarono di fronte era la scena di una battaglia appena consumata, non di un incidente. Ai funerali arrivarono persone da tutto il mondo e quindi la polizia preferì non diffondere i sospetti sul presunto assassinio. Ufficialmente la causa di morte fu rinvenuta nella assunzione di una dose eccessiva di codeina, farmaco a cui l'attore e cantante era allergico”.
Incalzata dalle domande dei fan, alcuni emozionati fino alle lacrime per averla potuta conoscere di persona, la Leigh ha tracciato una sintesi del suo percorso da attrice. “Ho iniziato a lavorare come attrice quando avevo dodici anni. Fu la mia madrina, Vivien Leigh, protagonista di Via col Vento, a raccontarmi di Hollywood come se fosse un sogno. Ma niente di tutto ciò mi aveva preparato a vivere in quella città. Tutto era così grande, sembrava di essere nella serie Tv Bonanza. Il primo giorno ad Hollywood avevo sette persone alle mie dipendenze con il compito di prepararmi per il set. Un'esperienza straordinaria”.
Poi l'incontro con Elvis. “Molte persone che hanno scritto libri su di lui in realtà non l'hanno mai conosciuto. Era una persona straordinaria, ma soprattutto nel silenzio del set la sua presenza emanava un'aura elettrica. Io ero innamorata di lui da quando avevo 11 anni e quando lo conobbi a 19 anni, il produttore Hal Wallis mi disse si non lasciarmi coinvolgere in una relazione con lui. “Arriverà sul set con il suo seguito e se ne andrà come è arrivato, non farti illusioni, mi disse. Noi però restammo in contatto dopo il film, anche se non era il tipo di uomo con cui puoi uscire facilmente a cena. Studiò un modo per reincontrarci, diciamo che c'è stato un bacio qua e là”.
Una carriera sfavillante nel mondo del cinema per Elvis, che aveva la capacità innata di bucare lo schermo. “Non aveva molti modelli nel cinema, se non James Dean e Tony Curtis. Professionalmente Elvis è stato l'attore più professionale con cui abbia mai lavorato. Adorava la recitazione e, nonostante non avesse un coach personale che lo aiutasse, era più bravo degli altri. I momenti più belli della mia vita sono quelli passati con lui.
Ma negli ultimi anni della sua vita, Elvis non era più felice. In cura di farmaci per patologie che in realtà non aveva e che peggioravano la situazione. Dopo la sua morte è stato constatato che non aveva problemi di fegato o cuore. Grande tristezza per me sapere che al suo medico, il Dr. Nick, è stata interdetta la professione solo per un anno.Il medico non aveva niente a che fare con il suo assassinio, ma con il suo malessere. Elvis era allergico alla codeina, ma molti farmaci a lui prescritti la contenevano. Io non starei nemmeno nella stessa stanza con questo medico”.
Per i fan del Re del Rock, appuntamento a domani, dove oltre alla testimonianza di Suzanna Leigh, a partire dalle 18,30 si esibiranno Jfm, Elvisway e Boppin'Shop, pronti a offrire il loro tributo canoro. E le sorprese - ha promesso l'organizzatore Marco Barabaschi - non mancheranno.
Pier Paolo Tassi