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Sofferenza e distruzione

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2014 06:49
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Post: 819
Utente Senior
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09/08/2013 16:08
 
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Ho appena finito di leggere una fanfiction che mi ha letteralmente sconvolta. Ho pianto chiedendomi come fosse possibile scrivere una cosa del genere. Badate bene, ben scritta, ben impostata... ma di una distruzione tale da farmi star male, a lettura finita.
Mi viene spontaneo chiedermi: perché?
Da dove deriva il bisogno di scrivere una storia in cui i personaggi vengono totalmente distrutti? Sofferenza su sofferenza. Non c'era altro, solo degli sprazzi di falsa felicità. Cioè, davvero mi fa star male, questa cosa. Perché scrivere una storia in cui il protagonista soffre in maniera indicibile e basta? E non dico cose da poco, parliamo di stupro, prostituzione, tutto il mondo che trama contro questo personaggio che viene sommerso di distruzione.
Non lo so, questa cosa mi ha sconvolta, proprio. Tanto più perché alla fine della storia l'unica persona che sembrava preoccuparsi per lui si rivela essere un mostro.
Non sono in cerca del bel finale a tutti i costi; a volte è vero che proprio non ci sta, non sarebbe in linea con il resto della storia...
Ma da qui a scrivere una storia piena soltanto di distruzione, annientamento, imbrogli, sfiga a palate, speranze spezzate e morte... ripeto, perché? Sono troppo sensibile io?
Forse mi sbaglio e inconsciamente non riesco ad accettare il fatto che non ci sia un lieto fine; o forse semplicemente non riesco a sopportare la sofferenza altrui.
Che ne pensate? Siete mai stati male leggendo qualcosa? Vi è mai venuta la nausea, avete mai sofferto, pianto; chiedendovi perché?
Post: 533
Utente Senior
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09/08/2013 16:25
 
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*abbraccia e offre tutto il suo sostegno*
Ho ben in mente a cosa ti riferisci. Purtroppo, però, non ho una risposta da darti, non una certa.
Da una parte mi vien da dire che è più semplice puntare al dramma, e indubbiamente è uno dei motivi; come seconda parte... catarsi? scrivere aiuta ad affrontare una situazione difficile (ma spero non sia questo il caso, dati i temi che hai nominato); in terzo luogo direi anche una certa vena di sadismo (gli scrittori, amatoriali o meno, si sa, lo sono a volte anche molto).
Quarto motivo/non motivo, da lettrice, ho sempre trovato molto più belle le storie drammatiche.
Forse qualcuno che ha studiato Freud, o psicologia in generale, potrebbe saperne il motivo, ma se ripenso a tutte le fic che ho letto, quelle che ricordo con più emozione, che sono arrivate a farmi dire "AMO questa fic e chiunque l'abbia scritta" sono storie tragiche. A lieto fine (tranne una), ma tutte hanno qualcosa di "drammatico" al loro interno. Ho tra le preferite anche storie molto, molto più leggere, che mi piace rileggere, ma non sono sul podio. (E a pensarci è anche ridicolo, perché tendo a rifuggire l'angst, eppure lo infilo dappertutto nelle mie fic. XD)
Post: 327
Utente Senior
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09/08/2013 21:54
 
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"Ingannevole è il cuore più d'ogni cosa" di J. T. LeRoy, che ancora adesso non so se definire un libro-spazzatura o la cosa che più mi abbia scosso nell'universo. Parla di un BAMBINO di sei anni trascinato da una parte all'altra dalla madre tossicodipendente che cambia un uomo dopo l'altro, sto bambino subisce stupro, è praticamente un trans nel senso che desidera essere donna (anzi, desidera essere sua madre) e alla fine del libro c'è lui a 15 anni che paga uno per farsi frustare. Detta così sembra un elenco di roba a caso, ma aveva un senso e una sua logica, anche una sua tragica bellezza. Mi ha ucciso. Anche perché sì, commerciale e teatrale e quello che vuoi, ma lo stile mi piaceva e... quante lacrime. L'ho finito in un giorno e l'ho letto con una smorfia di disapprovazione. E poi mi ha lasciato il kink letterario delle relazioni Dom/sub!

Comunque ho notato che io vivo per le sfighe dei pg, ma tendo a preferire quelle in un contesto fantasy/fantasy medievale/fantascientifico/universo manga... non so, se è troppo "reale" mi fa stare peggio. Però mi piace lo stesso, già è difficile per me farmi coinvolgere ed empatizzare, dunque lo apprezzo quando succede. E adoro i bad end [SM=g27998]


Ma di cosa stai parlando?? Mi linki nel caso???
[Modificato da Erodiade91 09/08/2013 22:13]
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Ho il cuore di un ragazzino. Lo tengo in un barattolo sulla mia scrivania.

Stephen King
Post: 819
Utente Senior
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10/08/2013 00:04
 
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Nike DeBoner, 09/08/2013 16:25:

*abbraccia e offre tutto il suo sostegno*


Grazie :) ♥

Comunque sì, può darsi che a volte sia più facile puntare al dramma, ma penso che la cosa capiti più spesso se l'autore è un po' inesperto... Nel senso, nel caso della fanfiction che ho letto io ho avuto tutto tranne che l'impressione che fosse stata scritta per seguire una via facile; non so se mi spiego. Era una storia tormentata, che attraversava una marea di tematiche complicate e delicate, ma non mi ha dato l'impressione di farlo con i piedi, ecco.
Più che come catarsi ho avuto proprio l'impressione che l'autrice volesse raccontare quello, e semplicemente quello.
Io capisco che ciò che scriviamo non ci rispecchi necessariamente (se scrivo di bambini che vengono stuprati di certo non vuol dire che io simpatizzi con chi compie questi atti); eppure sono rimasta sconvolta ugualmente.

Ero, credo di capire. "Mi ha ucciso" è l'espressione giusta.
Ecco, tra l'altro la fanfiction in questione era di un Anime/Manga, ma in realtà era praticamente un AU, quindi il contesto era "reale". E sì, credo che anche per me valga il discorso "se è troppo reale mi fa stare peggio", perché faccio fatica a distaccarmene, sento ciò che leggo come troppo vicino, non se rendo l'idea. [Ti ho risposto su EFP in uno dei due messaggi :)]
[Modificato da _pollina_ 10/08/2013 00:05]
Post: 327
Utente Senior
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10/08/2013 00:08
 
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Ti consiglio La Moda del Lento di Vera Lynn -- guarda nei miei preferiti. Sono tanti capitoli, ma si legge veloce perché ha uno stile particolare. Certe cose sono un po' tirate ma l'ho amata comunque.

Io adoro il genere. Solo che urgh, in un contesto di fantasia mi sento meno sadica a leggerne, non so... e mi urta meno.
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Stephen King
Post: 819
Utente Senior
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10/08/2013 00:45
 
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Sì ma azz, tu vuoi sconvolgermi più del dovuto...
Post: 657
Utente Senior
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10/08/2013 09:27
 
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Personalmente non so cosa spinga la gente a scrivere drammi, immagino che sia questione di gusti.
A me sembra però che spesso si calchi troppo la mano e, sarà che come genere non mi piace particolarmente, la maggior parte delle storie che la gente considera tragiche a me fanno l'effetto Fantozzi. Per esempio, in un fandom che seguo saltuariamente ce n'è una che è considerata una delle più belle e tristi, con gente che piange quando la legge, e io non riuscivo sul serio a non pensare a Fantozzi. A un certo punto il povero protagonista viene pure crocifisso, e io mi chiedevo: "ma in sala mensa?".
Non so, forse è proprio questione di gusti, ma per farmi star male la storia dev'essere fatta davvero bene e no, far capitare di tutto e di più a un personaggio non è la soluzione.
[Modificato da Ti Malice 10/08/2013 09:28]


"In un vortice di polvere gli altri vedevan sicittà
A me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa..."

Le mie storie
Post: 533
Utente Senior
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10/08/2013 10:09
 
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Re:
_pollina_, 10/08/2013 00:04:

Nike DeBoner, 09/08/2013 16:25:

*abbraccia e offre tutto il suo sostegno*


Grazie :) ♥

Comunque sì, può darsi che a volte sia più facile puntare al dramma, ma penso che la cosa capiti più spesso se l'autore è un po' inesperto... Nel senso, nel caso della fanfiction che ho letto io ho avuto tutto tranne che l'impressione che fosse stata scritta per seguire una via facile; non so se mi spiego. Era una storia tormentata, che attraversava una marea di tematiche complicate e delicate, ma non mi ha dato l'impressione di farlo con i piedi, ecco.
Più che come catarsi ho avuto proprio l'impressione che l'autrice volesse raccontare quello, e semplicemente quello.
Io capisco che ciò che scriviamo non ci rispecchi necessariamente (se scrivo di bambini che vengono stuprati di certo non vuol dire che io simpatizzi con chi compie questi atti); eppure sono rimasta sconvolta ugualmente.

Ero, credo di capire. "Mi ha ucciso" è l'espressione giusta.
Ecco, tra l'altro la fanfiction in questione era di un Anime/Manga, ma in realtà era praticamente un AU, quindi il contesto era "reale". E sì, credo che anche per me valga il discorso "se è troppo reale mi fa stare peggio", perché faccio fatica a distaccarmene, sento ciò che leggo come troppo vicino, non se rendo l'idea. [Ti ho risposto su EFP in uno dei due messaggi :)]




Sìsì, ho ben in mente come "è" la storia. Come già detto, ho avuto anche io la mia dose di angst peso e "ben scritto", quindi riesco a comprendere benissimo il "ho avuto proprio l'impressione che l'autrice volesse raccontare quello, e semplicemente quello"; a volte anche io ho idee che "uccidono" me per prima e sono convintissima che nelle mani giuste sarebbero storie meravigliose (nella loro tristezza infinita), solo perché quella serie di eventi *ci sta bene* al di là di tutto il resto, però (almeno personalmente) anche solo l'idea di scrivere una cosa del genere aiuta, in qualche modo, anche se lo scopo principale non è la catarsi. Non so se ha senso. xD
E con il "è più semplice il drama" non intendevo che chiunque ne scriva cerchi la via facile, sono predisposizioni. Io non riuscirei a inventare una storia comica, o una poesia, nemmeno per salvarmi la vita. XD Quindi forse per questo, unito a un po' di bassa autostima, tendo a generalizzare. ._.'
Erodiade91, 09/08/2013 21:54:

"Ingannevole è il cuore più d'ogni cosa" di J. T. LeRoy,


Il titolo non mi è nuovo, e credo di aver pensato a volte che magari era meglio (ppiù leggero/speranzoso) di quel che voleva far intendere il titolo. Grazie di avermi detto che non è così. [SM=g28002]
Post: 356
Utente Senior
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10/08/2013 13:50
 
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Re:
_pollina_, 09/08/2013 16:08:

Ho appena finito di leggere una fanfiction che mi ha letteralmente sconvolta. Ho pianto chiedendomi come fosse possibile scrivere una cosa del genere. Badate bene, ben scritta, ben impostata... ma di una distruzione tale da farmi star male, a lettura finita.
Mi viene spontaneo chiedermi: perché?
Da dove deriva il bisogno di scrivere una storia in cui i personaggi vengono totalmente distrutti? Sofferenza su sofferenza. Non c'era altro, solo degli sprazzi di falsa felicità. Cioè, davvero mi fa star male, questa cosa. Perché scrivere una storia in cui il protagonista soffre in maniera indicibile e basta? E non dico cose da poco, parliamo di stupro, prostituzione, tutto il mondo che trama contro questo personaggio che viene sommerso di distruzione.
Non lo so, questa cosa mi ha sconvolta, proprio. Tanto più perché alla fine della storia l'unica persona che sembrava preoccuparsi per lui si rivela essere un mostro.
Non sono in cerca del bel finale a tutti i costi; a volte è vero che proprio non ci sta, non sarebbe in linea con il resto della storia...
Ma da qui a scrivere una storia piena soltanto di distruzione, annientamento, imbrogli, sfiga a palate, speranze spezzate e morte... ripeto, perché? Sono troppo sensibile io?
Forse mi sbaglio e inconsciamente non riesco ad accettare il fatto che non ci sia un lieto fine; o forse semplicemente non riesco a sopportare la sofferenza altrui.
Che ne pensate? Siete mai stati male leggendo qualcosa? Vi è mai venuta la nausea, avete mai sofferto, pianto; chiedendovi perché?



Di quale fanfiction parli? Mi hai incuriosita!!! [SM=g27993]
Io credo che un autore potrebbe riversare in certe storie drammatiche
ricordi spiacevoli della sua vita, in certi casi i drammoni sono persino autobiografici; o magari a volte vogliono solo cimentarsi in diversi generi fra cui la tragedia.
Io amo molto i romanzi cinesi e giapponesi, e fra di essi ce ne sono anche di drammatici. Mi ha fatta stare un po' male un romanzo che però ho amato molto, ovvero Fiore di neve e il ventaglio segreto di Lisa See. [SM=g27985] E' molto triste, ma la cosa che mi ha fatta stare più male è la parte dedicata alla fasciatura di piedi delle bimbe cinesi, pratica terribile che iniziava fin dalla tenera età (e che per fortuna oggi non è più ammessa)perché in età da marito avessero dei perfetti "gigli dorati", ovvero piedi che entrassero in scarpine piccolissime... [SM=g27992] Veniva inculcato il messaggio che fossero sensuali, un indice di bellezza, ma in realtà era un crudele stratagemma maschilista affinché le donne, con quei piedi deformi, non potessero uscire di casa da sole: erano praticamente relegate ed anche solo camminare era faticoso; per non parlare di ciò in cui la "fasciatura" consisteva, uccidendo diverse bambine per via del dolore e delle infezioni. [SM=g27992] In questo romanzo (nonostante questo splendido, Lisa See è la mia scrittrice preferita) è tutto descritto nei dettagli!!! [SM=g27994]
Post: 819
Utente Senior
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10/08/2013 23:35
 
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Sì, sul fatto di calcare la mano sono d'accordo. E' proprio quello che mi lascia basita: perché solo sfiga, distruzione e sofferenza? Ah, ma sono anche polla io a chiedermelo... effettivamente, come dite voi, è questione di gusti.

Nike DeBoner, 10/08/2013 10:09:

Non so se ha senso. xD


Ne ha, ne ha ;) poi penso dipenda da persona a persona...


E con il "è più semplice il drama" non intendevo che chiunque ne scriva cerchi la via facile, sono predisposizioni. Io non riuscirei a inventare una storia comica, o una poesia, nemmeno per salvarmi la vita. XD Quindi forse per questo, unito a un po' di bassa autostima, tendo a generalizzare. ._.'


Ahah, ora che ci penso è così anche per me, o almeno in parte.

Comunque mi sembra ci sia una tendenza generale che spinge gli autori a cimentarsi nella drammaticità a palate piuttosto che in qualcos'altro, non so se è un'impressione mia.

Benio Hanamura, la fanfiction l'ho trovata su fanfiction.net; quindi è in inglese, fandom Kuroshitsuji/Black Butler. Se t'interessa te la linko.
Comunque quello che dici mi fa pensare a ciò di cui si parlava prima: più i fatti sono - o vengono presentati - come reali più è difficile digerirli.
Post: 73
Utente Junior
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11/08/2013 14:46
 
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Se siete iscritte a Nocturne Alley, provate a leggere "Nobody's Ever Died of a Broken Heart" di Frayach, tradotta da Lyrael. Se riuscite ad arrivare alla fine senza piangere disperatamente avete il cuore di granito. Quella storia non è triste, è devastante!
Post: 533
Utente Senior
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12/08/2013 09:03
 
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Re:
_pollina_, 10/08/2013 23:35:

Sì, sul fatto di calcare la mano sono d'accordo. E' proprio quello che mi lascia basita: perché solo sfiga, distruzione e sofferenza? Ah, ma sono anche polla io a chiedermelo... effettivamente, come dite voi, è questione di gusti.




A volte è questione di "coerenza" della storia. Non lo so, nell'unica storia mega-angst senza happy ending che ho letto, nonostante mi abbia spezzato il cuore (giuro, temevo di stare per avere un infarto), non avrei trovato adatto il lieto fine a cui tanto agognavo. Ovviamente, questo a pensarci ora a distanza di anni; lì per lì ero: "Autrice, WHY you ended it in this way? Meravigliosa, ma ti odiooo". xD
Ma sul serio, se fosse finita bene, probabilmente avrei pensato "Damn, si sente che è finita così solo perché l'autrice voleva metterci il lieto fine. Ne sono contenta, ma"...
Post: 819
Utente Senior
OFFLINE
12/08/2013 12:33
 
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Sul finale sono d'accordo, è tutto il resto che intendo... a volte il lieto fine proprio non ci sta; ma perchè nemmeno prima il personaggio può essere relativamente felice? Cioè, disgrazie su disgrazie e alla fine un finale "drammatico". Ok il finale drammatico, come dici tu stonerebbe trovarsi di fronte a rose e fiorellini, è il fatto che tu abbia creato questo personaggio solo per fargli passare le pene dell'inferno che mi lascia un po'... non so, forse anche un po' perplessa. Mi sento male per il personaggio stesso. Ok, non sono normale XD
Post: 785
Giudice*
Utente Senior
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12/08/2013 12:58
 
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Una volta ho letto una frase che mi ha colpito in un blog, di McEwan (quello che ha scritto "Espiazione" che è uno dei romanzi più belli e tristi che abbia mai letto): usiamo i casi peggiori per misurare la portata della nostra morale. E forse dobbiamo svolgere le nostre paure all’interno dei confini sicuri dell’immaginario, come forma di speranza esorcistica

Questo per dire: boh, gente, possono essere una, nessuna e centomila le ragioni perché allo scrittore o allo scribacchino venga voglia di scrivere cosa dove la sofferenza la fa da padrona. Potrebbe essere per quel che dice McEwan, per catarsi o per semplice gusto personale etc. Io lo dico: a me piacciono i drammi, mi piacciono le tragedie, non disdegno l'angst, trovo però che questo genere di storie corra molto il rischio di eccedere, di essere banale o ridicolo (l'effetto Fantozzi appunto o come dicevate: calcare la mano). Credo anche che, alla fin fine, dipenda essenzialmente dai propri gusti: se sei una persona a cui non piacciono storie tristi, a cui non piace l'angst, di fronte a una storia di questo genere o non vieni coinvolto oppure il malessere supera la bella lettura. Ovviamente parlo sempre di storie scritte bene, non le tragggedie tanto per.
Io da piccola lessi parecchi libri che mi lasciarono di sasso per quanto erano intrisi di dolore, alcuni erano alla fin fine cose abbastanza di bassa lega (leggendo altri romanzi scritti molto bene ci si accorge della differenza) un po' teatrali, un po' trash, comunque hanno segnato un "percorso" nei miei gusti di lettura e non nego che, pur essendo una lettrice molto onnivora che apprezza la commedia insieme al dramma, ecco confesso che quando c'è dell'angst, un finale agrodolce o tragico, beh, tende a piacermi di più (a parità di qualità di scrittura, bella trama, bei personaggi etc). Dall'altra parte non scrivo mai cose che siano solo e solamente tragiche, anzi, cerco sempre di mettere ironia per smorzare eventuali eccessi. In conclusione non credo che possa esserci una risposta univoca alla domanda perché si scrivono certe cose o perché piaccia leggerle. Da parte mia ammetto di ritrovarmi un po' in quel che diceva McEwan
Il mio account EFP


Scrivevo silenzi, notti, notavo l'inesprimibile, fissavo vertigini.

Arthur Rimbaud





Post: 310
Utente Senior
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29/03/2014 13:13
 
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Oddio io di storie angnst ne avrò lette una o due. Angst ma erano anche dolci trattandosi di storie d' amore e di uno stile particolare,saranno le uniche di questo tipo che ho letto. Di libri a volte leggo storie tristi che però non mi dispiacciono. però ho letto un fantasy in cui c'è un omicidio,il padre del protagonista viene accusato di assasino e non so altro perchè non l'ho finito,non so neanche perchè l'ho letto.
in generale direi che le storie drammatiche non mi dispiacciono ma preferisco roba un pò più allegra.
Post: 869
Utente Senior
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31/03/2014 09:58
 
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Io posso parlare per me , perché siamo tutte soggettività talmente differenti e varie che generalizzare diventa ingiusto.
Io, sia nel leggere che nello scrivere, ho bisogno di emozionarmi, altrimenti non comincerei nemmeno, e la leggerezza tendenzialmente non mi emoziona come il dramma.
Preferisco commuovermi piuttosto che ridere quando leggo, insomma. Lo stesso motivo per il quale ho sempre preferito le tragedie alle commedie. Dirò di più. Più amo un personaggio e più mi emoziono nel vederlo protagonista di un dramma intenso, sarà perché appartengo alla scuola di pensiero secondo la quale il dramma conferisce grandezza e fascino ai personaggi.
A tutto questo, però, devo aggiungere un 'ma,... parlo di storie scritte bene e in grado di coinvolgere a livello emotivo.
Certo, anche una storia più leggera può emozionarmi, ma non deve esserlo troppo per colpire la mia attenzione ; se mi trovassi davanti a tante storie tra cui scegliere delle quali mi intriga la trama, facilmente la prima che aprirei sarebbe una segnalata come angst .

E, dopo tutto questo discorso, concludo però dicendo una cosa: deve esserci una luce, un barlume di speranza, forti legami e forti sentimenti, perché se tutto è solo dolore, odio e negatività, allora non apprezzo neanche io, d'altronde il mio genere preferito resta l ' hurt-comfort ^ ^
Post: 19
Utente Junior
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03/04/2014 06:49
 
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uhm, effettivamente mi è capitato. Non solo di chiedermi "ma perchè?" ma anche "tu, dannata autrice, che razza di mente malata devi avere per aver solo immaginato una roba del genere?"

Premessa uno: adoro l'hurt/comfort come genere
Premessa due: sono assolutamente angst-addicted. E tarantiniana dentro. Adoro gli spargimenti di sangue, possibilmente dettagliati, amo i personaggi che decedono violentemente e che affrontano interminabili ordalìe e semplicemente impazzisco per le cose che esplodono. Sia chiaro che sto parlando di gusti di lettura, nella vita reale sono capace di piangere per una giornata su un girino morto.
Premessa tre: ho del pelo sullo stomaco. Anzi il mio stomaco è foderato di lana di vetro. Radioattiva. Sul serio, posso digerire laqualunque.

O, almeno, così pensavo.

Poi ho incontrato La Maledetta. Quella storia. Scritta da Dio. Stile ammaliante, personaggi IC che più IC non si può, sanguinolenta da fare paura. Perfetta per me, no?
Giusto per far capire un po' la trama: un personaggio viene salvato da morte certa (canon), poi viene punito per le sue precedenti azioni (ed effettivamente ne aveva combinate di ogni), il tutto con l'obiettivo di una fantomatica "riabilitazione".
La storia è lunga, sulla cinquantina di capitoli.
Io mi sono fermata dopo il decimo. Mi sono alzata, sono andata in bagno, ho abbracciato la tazza del cesso. E ho vomitato.
Seriamente. Non ho dormito per due notti, e ancora oggi mi capitano incubi se ci ripenso.
Dieci lunghissimi capitoli di dettagliatissime torture, condite da sprazzi introspettivi così angoscianti e spezzacuore da far piangere anche una statua di sale. Avete presente quel pezzo di V per Vendetta, vero? Ecco, quello è acqua di rose. Elevatelo all'ennesima potenza e ancora non ci siete vicini.
e io, tutto il tempo, a dirmi: "migliorerà" "dài, che al prossimo capitolo migliora" "facciamoci coraggio, sicuramente ci sarà una ragione di trama, certamente gli esecutori avranno esagerato le indicazioni ricevute e ci sarà un plottwist, una riconciliazione..."

No. Quando ho scoperto che il mandante aveva monitorato ogni cosa e anzi aveva anche suggerito personalmente certi "trattamenti"... sappiate che codesto mandante sarebbe in canon uno dei buoni...
affanc! gliel'ho data su.

Sono sicura che ci sia una trama; l'autrice è davvero brava e comunque ero arrivata alla conclusione del pezzo hard della storia.
Ma semplicemente non mi interessava più. Qualunque reazione del personaggio protagonista (il torturato) che non fosse un'immediata strage e familicidio a questo punto a me non sarebbe più sembrata plausibile. Non dopo tanta crudeltà, che io ho giudicato assolutamente gratuita. Hurt/comfort una bella cippa di sta beata fava! Non sono andata avanti con la lettura perchè se avessi effettivamente letto il comfort, avrei sputato in faccia all'autrice.
Credo che qui abbia esagerato. Ed è una delle storie più popolari del fandom (e sto parlando di ffnet, quindi con decine di migliaia di storie).

da un lato, sono tuttora contenta di essermi imbattuta in questa storia. Ho trovato il mio limite. pensavo di non averne, e sono molto, molto felice di aver scoperto di essermi sbagliata. Di poter dire: "certe cose non le reggo. No, no e mai e poi mai."

Quindi in fondo è stata un'esperienza utile.
Anche se dolorosa. Anche se mi rimane in testa la domanda "ma perchè?"
Immagino che il mio parere sia parziale e fallace, non avendo completato la lettura. Immagino che prima o poi troverò il coraggio di farlo. Sono una persona che non ama le domande senza risposta.

Ma per la prima volta nella mia vita una storia -dannazione, solo una cavolata di fanfiction!- mi ha sconvolta in questo modo.
Vota: 15MediaObject3,0382517
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