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"Plagio" involontario

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2013 17:27
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Post: 217
Utente Junior
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08/10/2013 11:54
 
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Vi è mai capitato di scrivere o pensare una storia e poi di ritrovarla molto simile altrove?

Oppure, oltre alla storia, vi è mai capitato che senza farlo apposta i vostri personaggi somigliassero paurosamente ad altri conosciuti, senza che però voi li conosceste, per il carattere, la fisionomia o addirittura entrambe le cose?

Per la fisionomia, mi sta capitando proprio ora, per la storia non lo so, visto che non ho ancora approfondito l'indagine.

Ho letto da qualche parte che qualcuno, quando succede che ci si accorge di troppe somiglianze, abbandona la storia, visto che è già stata scritta. Io però lo penso diversamente, che anche se somigliante non potrà mai essere la stessa.

Voi cosa ne pensate? E quanto può essere arduo convincere in questi casi che le similitudini sono capitate da sole?

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Post: 861
Utente Senior
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08/10/2013 19:15
 
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In un certo senso sì, dopo aver pubblicato la mia originale ho trovato una storia su twilight dove venivano citati gli stessi balletti che avevo usato io nella mia storia, soprattutto associandoli ad alcuni momenti della "carriera" della protagonista nello stesso, identico modo (per il resto le similitudini finivano col fatto che entrambe le protagoniste rimanevano incinta, poi le due storie prendevano strade diverse) ero già partita in quarta per segnalare, quando ho guardato le date e ho scoperto che questa storia era stata pubblicata diversi mesi prima della mia. Probabilmente io e quest'altra autrice abbiamo attinto alle stesse fonti, tra l'altro la necessità di trovare brani comunque conoscibili anche a coloro che non sono esperti di danza classica (tra l'altro sono la prima a rientrare in questa categoria) ha ristretto molto le opere "utilizzabili".
[Modificato da nica89 08/10/2013 19:16]
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Post: 818
Giudice***
Utente Senior
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08/10/2013 19:51
 
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Re:
Armelle, 08/10/2013 11:54:

Vi è mai capitato di scrivere o pensare una storia e poi di ritrovarla molto simile altrove?

Oppure, oltre alla storia, vi è mai capitato che senza farlo apposta i vostri personaggi somigliassero paurosamente ad altri conosciuti, senza che però voi li conosceste, per il carattere, la fisionomia o addirittura entrambe le cose?

Per la fisionomia, mi sta capitando proprio ora, per la storia non lo so, visto che non ho ancora approfondito l'indagine.

Ho letto da qualche parte che qualcuno, quando succede che ci si accorge di troppe somiglianze, abbandona la storia, visto che è già stata scritta. Io però lo penso diversamente, che anche se somigliante non potrà mai essere la stessa.

Voi cosa ne pensate? E quanto può essere arduo convincere in questi casi che le similitudini sono capitate da sole?




Due volte.
La prima volta, la trama di una mia storia distopica originale.
L'ho fatta leggere a un mio amico e mi ha fatto notare la somiglianza spaventosa con V per vendetta (film che non ho mai visto).
La seconda, riguarda una scena di un mio racconto a capitoli slash adolescenziale, dove il ragazzo urla davanti ai parenti che gli piace il cazzo.
Mesi dopo ho visto Queer as Folk. Scena molto simile.

La consolazione é che scrivo cose per cui altri registi e sceneggiatori vengono pagati a bizzeffe ahahahah
[Modificato da Son of a preacher man 08/10/2013 19:53]
Post: 1.287
Utente Veteran
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09/10/2013 10:47
 
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Mi è capitato alcune volte, per lo più in fase di progettazione...

La cosa è facilmente spiegabile: volenti o nolenti tutti ci rifacciamo a degli archetipi per la creazione di trame e personaggi.
Siano essi archetipi letterari, film, libri o manga.

Se, ad esempio, voglio scrivere di fantascienza parlerò di determinati temi, situazioni, ambientazioni e personaggi e non potrò scrivere e basta: avrò come modello base i film/libri/fumetti di fantascienza che ho visto/letto nella mia vita. I quali a loro volta attingono dallo stesso bacino/immaginario di partenza...

George Lucas si è ispirato ai romanzi di John Carter di Marte per creare il mondo di Star Wars, mentre l'immaginario di Terminator si rifà ai romanzi di Asimov e Dick. Se io voglio creare una trama fantascientifica "in stile Alien" rischio quindi di plagiare involontariamente i romanzi che hanno ispirato le tematiche dei film da cui io vorrei partire.

Non so se sia un esempio lampante per tutti, ma la fantascienza è il più moderno e in evoluzione più rapida tra i vari generi narrativi (di tragedie e d'amore si parla fin dall'antichità, il racconto fantastico si è sviluppato nell'800 e la fantascienza nel '900), quindi mi sembrava l'esempio più calzante per spiegare "la proprietà transitiva del plagio indiretto" XD
Post: 435
Utente Senior
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08/11/2013 02:14
 
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Non esiste il plagio involontario. Il plagio è volontario, consiste nel copiare; copiare la trama o addirittura scene intere, perfino a volte frase per frase.
L'ispirazione può essere anche inconsapevole e involontaria, ma ispirarsi è una cosa ben diversa dal copiare, implica uno sviluppo che poi è per forza di cose personale.
Non puoi finire a copiare "per caso". Se uno ha copiato lo ha fatto apposta...

Mai accàunt end mai stories! Engioi.

"Il mio regno è il deserto. Ed esso è anche la mia opera. Ovunque io giri lo sguardo, tutto ciò che mi sta intorno deve trasformarsi in deserto. Lo porto in me. Sono fatto di fuoco micidiale. Come potrebbe essermi destinata sorte diversa dall'eterna solitudine?"
(Michael Ende, "La Storia Infinita")



Post: 936
Utente Senior
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08/11/2013 09:25
 
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Re:
Lord Larry, 08/11/2013 02:14:

Non esiste il plagio involontario. Il plagio è volontario, consiste nel copiare; copiare la trama o addirittura scene intere, perfino a volte frase per frase.
L'ispirazione può essere anche inconsapevole e involontaria, ma ispirarsi è una cosa ben diversa dal copiare, implica uno sviluppo che poi è per forza di cose personale.
Non puoi finire a copiare "per caso". Se uno ha copiato lo ha fatto apposta...



Il fatto è che può capitare che due (o più) persone abbiano la stessa idea senza aver mai visto il lavoro dell'altro.
Post: 217
Utente Junior
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08/11/2013 11:16
 
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La cosa è facilmente spiegabile: volenti o nolenti tutti ci rifacciamo a degli archetipi per la creazione di trame e personaggi.
Siano essi archetipi letterari, film, libri o manga.

Se, ad esempio, voglio scrivere di fantascienza parlerò di determinati temi, situazioni, ambientazioni e personaggi e non potrò scrivere e basta: avrò come modello base i film/libri/fumetti di fantascienza che ho visto/letto nella mia vita. I quali a loro volta attingono dallo stesso bacino/immaginario di partenza...



Sì, credo che proprio questa sia la spiegazione più ovvia. E facile che partendo più o meno da riferimenti simili si arrivi alle stesse conclusioni. E' involontario, perché se parto volontariamente da quelle basi, poi capita senza farlo apposta che un altro facendo lo stesso sviluppi la stessa idea.

Comunque "plagio" l'ho messo tra virgolette proprio perché non intendevo un plagio vero e proprio, ma non è nemmeno ispirazione, se la storia non l'avevo mai vista prima. Solo che a vedere due storie molto simili la prima cosa che si pensa è che sia plagio, e magari no. Poi bisogna considerare molti altri fattori, ma sul plagio vero, in cui uno copia apposta un altro, siamo tutti d'accordo e il più delle volte si capisce, spero.
[Modificato da Armelle 08/11/2013 11:27]

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Post: 435
Utente Senior
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08/11/2013 17:27
 
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Re: Re:
Francesca Akira89, 08/11/2013 09:25:



Il fatto è che può capitare che due (o più) persone abbiano la stessa idea senza aver mai visto il lavoro dell'altro.



Ma avere un'idea simile non è un plagio. Un plagio è fare (più o meno) la stessa storia.

Mai accàunt end mai stories! Engioi.

"Il mio regno è il deserto. Ed esso è anche la mia opera. Ovunque io giri lo sguardo, tutto ciò che mi sta intorno deve trasformarsi in deserto. Lo porto in me. Sono fatto di fuoco micidiale. Come potrebbe essermi destinata sorte diversa dall'eterna solitudine?"
(Michael Ende, "La Storia Infinita")



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