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[PC] Hatred

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2014 10:35
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21/10/2014 17:53
 
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Hatred è il nome dell'ultimo videogioco che sta facendo discutere appassionati e testate specializzate. Merito di un gameplay molto violento che ha convinto Epic Games a prendere le distanze dal progetto, chiedendo agli sviluppatori di rimuovere il logo dell'Unreal Engine 4 dal trailer pubblicato pochi giorni fa.

Il titolo sviluppato dal team polacco di Destructive Creations si presenta come uno sparatutto isometrico con visuale dall'alto e un alto tasso di violenza. In questo gioco si vestono infatti i panni del cattivo di turno, uno psicopatico che vuole vedere il mondo bruciare e sterminare la razza umana, una persona per volta.

Il trailer comincia proprio con la dichiarazione d'intenti del protagonista, mentre si prepara alla sua crociata facendo incetta di armi. Le immagini successive ritraggono scene di omicidi di massa, con esecuzioni brutali su civili inermi e spaventati, o poliziotti in cerca d'aiuto. Se siete facilmente impressionabili vi consigliamo di non guardarlo.

Come potete immaginare il trailer ha scatenato un feroce dibattito online, fra chi accusa gli sviluppatori di usare la violenza come stratagemma per far discutere (e vendere) e chi invece difende il progetto in quanto pura e semplice finzione videoludica.
Il team di Destructive Games spiega di volersi distanziare dalla massa di giochi politicamente corretti che affollano il mercato e di voler creare qualcosa che vada contro le mode del momento. "Sì, questo è un gioco in cui si uccidono persone e l'unica ragione del nemico di fare queste cose perverse è il suo odio profondo e radicato", si legge nel comunicato che accompagna il trailer.

A nostro avviso ciò che disturba di questo gioco non è insito nelle sue dinamiche o nella violenza delle immagini, visto che il primo aspetto è comune a molti altri sparatutto isometrici e la violenza non è una novità nel mondo dei videogiochi. Basta pensare a titoli del calibro di Postal, Manhunt o del solito Grand Theft Auto per accorgersene.
Il "problema", se così vogliamo chiamarlo, ci sembra legato al contesto, visto che lo scopo di Hatred è uccidere persone innocenti senza alcun motivo. Scommettiamo che nessuno si sarebbe indignato se al posto di poliziotti e civili ci fossero stati pericolosi demoni o criminali pronti a sparare a vista sul nostro personaggio. Hatred uscirà su PC nel 2015. Cosa ne pensate di questo gioco?





Gioco che sembra mooolto interessante.
[Modificato da Bartdream 21/10/2014 17:58]







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21/10/2014 18:04
 
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Lo voglio.








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21/10/2014 18:10
 
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Chi è che aveva in firma quella frase sul PAC-MAN degli anni 80?
Momento storico davvero azzeccato per far uscire un gioco del genere
In un periodo in cui tutte le software house si stanno incentrando sempre più sul realismo grazie ai nuovi motori grafici...
Io avrei evitato
Gli idioti sono idioti a prescindere
Ma almeno evitiamo di stuzzicarla sta idiozia in qualcuno di questi che magari ce l'ha latentemente inconscia...







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21/10/2014 18:40
 
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tanto non uscirò.ma è tanta roba pero'








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CICCIPUCCI
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figherrrrrrrimo [SM=g2173878]







Se si sta seduti per un'ora vicino ad una bella ragazza,
è come se fosse passato un minuto.
Se si sta seduti per un minuto vicino ad una stufa rovente,
è come se fosse passata un'ora.
Questa è la relatività.
A. Einstein
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04/11/2014 10:35
 
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Il caso Hatred
spaziogames

Riuscire ad emergere nella fitta e spaventosa giungla che il nostro settore è diventato, specialmente per i piccoli studi di sviluppo, è diventato un compito di una difficoltà davvero immensa. Per ogni minuscolo progetto che ce la fa anche solo a mantenersi in vista per un breve lasso temporale, ce ne sono almeno altri venti che risultano fallimentari, deludenti, privi di idee o fin troppo pieni di imbarazzanti scopiazzature che non portano a nulla di buono. Dire “io esisto” di fronte alla gremita platea di videogiocatori, letteralmente bombardata da migliaia di informazioni, notizie e giochi di tendenza che oscurano gran parte delle opere indie, è sempre più complicato e frustrante per chi produce senza grossi supporti alle spalle.

Ciononostante, ci sono diverse vie per reclamare la propria presenza: una, è certamente rappresentata dall’innovazione e dalla carica creativa che il titolo si porta appresso, che riesce ad attirare un certo interesse e una buona dose di curiosità; ce ne sono poi altre meno convenzionali e più sconvenienti, che però riescono a far propagare un’eco che si diffonde in modo capillare e subdolo. Hatred ha deciso che il suo modo per far parlare di sé sarebbe stato la scorrettezza del messaggio di cui si fa portavoce: l’odio per la specie umana, che va estinta con una violenza inaudita.





Le origini del male

Hatred è uno sparatutto isometrico in terza persona con un'atmosfera cupa e disturbante, dove il giocatore impersona un uomo senza scrupoli capace di uccidere a sangue freddo chiunque, solo perché spinto dal suo bruciante odio per l’umanità. Sarete i cattivi, in Hatred. Dovrete affrontare e far fuori tutti indistintamente, dagli inconsapevoli passanti agli agenti delle forze dell’ordine che proveranno a fermarvi. Guadagnerete armi dai cadaveri che vi lascerete alla spalle e dovrete fare di tutto per creare una sorta di giorno del giudizio, dove la società moderna non esisterà più. Nei sette livelli liberamente esplorabili bisognerà sterminare gli essere umani e assecondare ciò che accade nella mente malata del protagonista, che un bel giorno decide di far partire una personalissima crociata contro i suoi simili.

Nella pagina del gioco – su cui troverete anche le risposte alle accuse politiche che sono state mosse - gli sviluppatori spiegano i motivi per cui hanno deciso di fare qualcosa di così estremo. “In un periodo in cui i giochi cercano di essere politicamente corretti, a posto, colorati e decisi a raggiungere qualche tipo di forma d’arte - anziché divertire -, noi volevamo creare qualcosa che andasse in controtendenza. Qualcosa che desse ai giocatori un piacere di gioco unico e puro. Non ci sono scuse, qui. Abbiamo detto di sì a un gioco in cui si uccidono le persone, e l’unico motivo per cui ciò accade in modo così malato è da ricercare nell’odio profondamente radicato nel protagonista. I giocatori devono chiedere a loro stessi cosa può spingere una persona all’omicidio di massa”.





L’intento del team polacco Destrucive Creations è dunque chiaro per chiunque: aizzare la folla e tutti coloro che non ci stanno, per far parlare il più possibile del proprio gioco, costi quel che costi. E ci sono riusciti. Sono state tante le voci che si sono schierate contro questo progetto, e parecchie anche le opinioni che screditavano l’idea alla base di Hatred, ritenuta del tutto gratuita e “furba”. In realtà, però, è anche molto pericolosa, perché nessuno - neanche il critico più illuminato che elogia la libertà di pensiero - potrebbe difendere qualcosa di simile, a meno che non ci si rifugi, infine, in una scappatoia fatta di ipocrisia e di argomentazioni che portano tutte verso la malattia mentale del nostro alter ego. E non basterebbero nemmeno, perché quello che Hatred mostra, e il modo in cui lo fa, è semplicemente terribile e inaccettabile.





Kill’em all

“Il mio nome non è importante. Quello che è importante è ciò che sto per fare. Odio questo mondo”, recita in apertura il protagonista, mentre prepara le sue armi e se le infila dentro il giubbotto. “Questo è il momento della vendetta, e nessuna vita merita di essere salvata. Ne porterò alla tomba il più possibile”. Esce dalla porta, carica il suo fucile d’assalto, fa fuori un paio di uomini e infine sentenzia: “La mia crociata per il genocidio comincia qui”. E subito dopo, nel trailer ufficiale di presentazione, vengono mostrate scene di una violenza talmente efferata che persino quelle di Manhunt sembrano essere più edulcorate e con toni più morigerati.

Il punto della questione non sta tanto nel grado di violenza su schermo, ma nella sua sfacciata gratuità, sfruttata solo e unicamente per fini di propaganda del prodotto. Gli sviluppatori si dichiarano orgogliosi della pubblicità che tutti gli stanno facendo, e a chi li taccia di essere degli “Attention whore”, rispondono che era tutto nei piani e che ogni cosa ha funzionato esattamente come desideravano. Dichiarano inoltre che non faranno nulla per cambiare il gioco, che non si fermeranno e che faranno di tutto per far uscire il meglio del meglio, ringraziando i fan per il grande supporto e gli hater per la pubblicità gratuita. Eppure, quella che è una manovra commerciale studiata a tavolino, è anche un motivo di preoccupazione non da poco. Così com’è, infatti, Hatred è davvero indifendibile e potrebbe finire nelle grinfie di una stampa generalista che non aspetta altro per creare servizi ad hoc che stavolta nessuno può definire “vergognosi”, perché l’unica vergogna sarebbe schierarsi apertamente a suo favore. Il titolo, in uscita nel secondo quarto del 2015, è infatti istigatore, carico di una violenza fine a se stessa, e la sua produzione è legata alla necessità di irrompere sulle scene per meriti solo ed esclusivamente scandalistici. Non è ciò di cui abbiamo bisogno.


Sono proprio curioso di provarlo, questo Hatred. Sarebbe interessante capire se sotto la coltre di bieco sensazionalismo fatto di scorrettezze, si nasconde un qualche nobile motivo che possa giustificare il concept di fondo. Naturalmente, la chiusura di questo articolo è fortemente ironica, perché anche con uno sforzo di immaginazione sopra le righe, si fa davvero fatica a trovare motivi per cui dovreste farvi piacere un prodotto di questo tipo. Che tra l’altro sembra anche piuttosto spartano e vuoto, in tutti i sensi.










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