qualità e quantità non sono sempre sullo stesso piano.
Purtroppo, a pari qualità, la storia breve perde di molto rispetto ad una storia lunga.
Questo non significa che le storie lunghe sono sempre perfette e le corte fanno sempre schifo, ma che per far valere una storia corta bisogna essere più bravi, utilizzare le parole e le tempistiche giuste.
In una storia lunga il punto eventualmente verrà raggiunto, prima o poi, ma in una storia corta il punto va raggiunto subito, con chiarezza e senza errori, altrimenti la storia perde tutto il suo valore.
Uno scrittore bravo, allenato, è in grado di stare su una linea di massima di X parole (parola più, parola meno), potrebbe usare quel numero come un riferimento per essere più o meno sintetico sull'argomento che sta trattando.
Adesso, se ti riferisci ad un livello più generale, di carriera, dove il tal scrittore vuole produrre un tot di parole in un anno -complessivamente tra tutti i suoi lavori- quello è un altro discorso perché vuol dire scrivere tanto in ogni caso... Un professionista può permettersi di scrivere un libro all'anno, ma magari qualcuno che punta a diventarlo preferisce allenarsi scrivendo "tanto" (es. un libro "bello" e due "tirati via") in modo da avere una scelta di pubblicazioni da mostrare al suo editore, ad esempio.