Settima classificata
”The Dreamer and the Zealot” di SparkingJester
Grammatica e stile: 2,6/10 ( 0,1 grammatica + 2,5 stile)
Il punteggio in questa voce è purtroppo molto basso, per via dei numerosi errori e di come è stato scritto il testo. Mi è dispiaciuto davvero moltissimo dover assegnare questi punteggi, ma purtroppo non ho potuto fare altrimenti. Ti consiglio un’attenta rilettura di tutto il racconto.
Dal punto di vista grammaticale, ho notato degli errori diffusi nella consecutio temporum, soprattutto nella parte iniziale del testo. Questo purtroppo, oltre a rappresentare un errore di per sé, ha reso anche la lettura difficoltosa e confusa. Inoltre, nei paragrafi in cui si parla della geografia del mondo e della sua origine, questo tipo di errore è ampiamente reiterato, pertanto quella parte non è stata riportata, ma andrebbe comunque rivista. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto in più punti)
Di seguito, riporto in dettaglio gli errori riscontrati relativi a quanto detto sopra.
”Mi risvegliai da un lungo sonno, ignaro di quanto tempo abbia dormito.” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
”Mi risvegliai da un lungo sonno, ignaro di quanto tempo avessi dormito.”
”Dovrei avere ventidue anni, ma sembra che sia passato molto più tempo ed il mio corpo non è cresciuto affatto, era solo trasandato e indebolito.” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
”dovrei avere ventidue anni, ma sembra che sia passato molto più tempo ed il mio corpo non è cresciuto affatto, è solo trasandato e indebolito”, o, in alternativa:
”avrei dovuto avere ventidue anni, ma sembrava che fosse passato molto più tempo ed il mio corpo non era cresciuto affatto, era solo trasandato e indebolito”.
”Dei brividi mi pervasero, ma la forte fame e sete hanno spinto le mie gambe in cerca d’aiuto.” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
” Dei brividi mi pervasero, ma la forte fame e sete spinsero le mie gambe in cerca d’aiuto”.
”La città è stata abbandonata e per fortuna senza segni evidenti di battaglia o sangue versato.” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
” La città era stata abbandonata e per fortuna senza segni evidenti di battaglia o sangue versato”.
”Dopo un breve calcolo, gli anni che ormai rimanevano da vivere, contando quelli persi e quelli che avrei perduto una volta recuperata la lancia, notai che la mia vita divenne automaticamente molto breve, troppo, forse il tempo sufficiente a finire il mio lavoro.” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
” dopo un breve calcolo, gli anni che ormai rimanevano da vivere, contando quelli persi e quelli che avrei perduto una volta recuperata la lancia, notai che la mia vita sarebbe diventata automaticamente molto breve, troppo, forse il tempo sufficiente a finire il mio lavoro”.
”Mi servivano materiali particolari, come ferro e legno, e lo indussi a crearli per me dal nulla, a patto che il capolavoro lo stupisca a dovere” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
”mi servivano materiali particolari, come ferro e legno, e lo indussi a crearli per me dal nulla, a patto che il capolavoro lo avesse stupito a dovere”.
”Sembra che per evocarlo basti bussare alla loro casa, ma si trovava troppo in alto e l’obelisco era impossibile da scalare.” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
” sembra che per evocarlo bastasse bussare alla sua casa, ma si trovava troppo in alto e l’obelisco era impossibile da scalare”.
”Sentii il rumore di ossa, ma non saprei dire se gli avesse fracassato la cassa toracica visto che lei si rialzò, anche se dolorante, e si fiondò ancora contro di lui col solo scudo.” ---> La frase avrebbe dovuto essere:
” sentii il rumore di ossa, ma non avrei saputo dire se gli avesse fracassato la cassa toracica visto che lei si rialzò, anche se dolorante, e si fiondò ancora contro di lui col solo scudo”.
Di seguito, invece, riporto gli altri errori riscontrati, con accanto il relativo punteggio sottratto.
Giorno 0 e Orientamento
”Mi trovo nel palazzo reale della Gran Capitale del Sud, la città Gialla, Zard; è la mia casa e da poco mi risvegliato nella mia stanza.” --->
”mi sono risvegliato”, refuso.
”Notai poi che l’unica finestra della stanza era sbarrata dall’interno. Qualcuno, non me, doveva averle inchiodate per poi sigillarmi al suo interno.” --->
”Qualcuno, non me, doveva averla inchiodata per poi sigillarmi al suo interno”, refuso. Colgo l’occasione per segnalare anche la ripetizione della parola “interno”.
”Mio padre non mi permise mai di entrare in quel grande laboratorio: ero giovane e ingenuo, avevo una tale ossessione per quel vasto e sconosciuto mondo che lavorai sodo per giorni finché non riuscii a smontare delle assi, rimossi gli isolanti dall’intercapedine ed arrivai al centro del salone degli esperimenti, fra pavimento e soffitto a praticare qualche foro lungo il tragitto per poterli spiare.” ---> C’è un problema di costruzione di una parte della frase, che avrebbe dovuto essere:
”avevo una tale ossessione per quel vasto e sconosciuto mondo che lavorai sodo per giorni finché non riuscii a smontare delle assi, a rimuovere gli isolanti dall’intercapedine e ad arrivare al centro del salone degli esperimenti”. (-0,1)
”Mattoni e cemento caddero dalle pareti e il legno si staccò dal soffitto, permettendomi di scivolare fino al pavimento.” ---> Da quello che hai scritto, è presumibile che il crollo della stanza sia avvenuto prima dell’ingresso del protagonista nella stessa, pertanto la frase avrebbe dovuto essere:
”Mattoni e cemento erano caduti dalle pareti e il legno si era staccato dal soffitto, permettendomi di scivolare fino al pavimento”. Ho comunque deciso di non detrarre punti, perché non mi è del tutto chiaro se volessi intendere che il crollo sia avvenuto nel momento in cui Xabab entra o in uno precedente.
”Era Ricco di alberi, arbusti e fiori provenienti da terre lontane, esotici, profumati e colorati; questi almeno erano rimasti miracolosamente intatti.” --->
”Era ricco di alberi”, refuso.
”Ero convinto che il mio corpo avesse qualcosa di strano, me ne accorsi e continuai ad ingozzarmi di frutta e a bere i loro succhi, ma fame e sete sembravano non placarsi” --->
”e a bere i suoi frutti”, refuso.
”Il ramo era spesso quanto il mio braccio e poco più alto di me. Mi sedetti ed iniziai a riflettere sul perché il sole sorse ancora ed ancora, fino a contare quattro giorni dal mio risveglio.” ---> Manca un segno d’interpunzione tra “perché” e “il sole”, refuso.
”Ero sveglio, intontito al massimo, ma sveglio. Eppure dopo vari giorni gli effetti della mancanza di sonno dovrebbero essere peggiori, sarei dovuto crollare anche camminando, così come la mancanza d’acqua.” ---> Errore nella consecutio temporum; inoltre, la frase non è costruita bene. Avrebbe dovuto essere:
”Ero sveglio, intontito al massimo, ma sveglio. Eppure dopo vari giorni gli effetti della mancanza di sonno avrebbero dovuto essere peggiori - sarei dovuto crollare anche camminando - così come quelli della mancanza d’acqua”. (-0,1, non conto l’errore della consecutio temporum, dato che fa già parte del punteggio detratto in partenza)
Il Passato ed il Sogno
”L’interprete tentennò nel tradurle e prima che potesse farlo, mio padre chiese” --->
”nel tradurlo (il contratto)””, oppure:
”nel tradurre le parole”, refuso.
”Da quel momento, mio padre non disse più una parola. Fece cenno alle guardie ed io fui scortato fuori, lasciando la stanza con il suo sguardo fisso su di me, carico di gratitudine, mentre le altre guardie sguainarono le spade, minacciosi e irritati.” --->
”Minacciose e irritate”, refuso.
”Fu dopo quell’incontro, che al mio decimo compleanno ricevetti in regalò la soffitta della Torre della Notte, una delle quattro che circondavano l’immenso palazzo reale.” --->
”ricevetti in regalo”, refuso.
”Sognai di risolvere i problemi del mondo intero, sognai un mondo equo, florido, felice. Quando vagavo per la città vedevo problemi apparenti o celati ed il giorno stesso ne cercavo la soluzione, senza odio ne preferenze, solo per rendere più vicino il giorno dei miei sogni.” --->
”senza odio né preferenze”, refuso.
”Aiutai in contabilità, esaminai tutti i contratti, parlai con tutti i fornitori, modificai i tempi e i contenuti dei pochi terreni coltivabili che la città ospitava nelle mura, poiché al di fuori c’era solo roccia e sabbie.” ---> Ci sono due soggetti uniti da congiunzione copulativa, pertanto il verbo deve essere al plurale, quindi “c’erano”. (-0,2)
”Aiutai a rendere i sei poveri regni del Sud un posto migliore, vivibile: normalmente i popoli faticavano per sopravvivere in un mondo di rocce, sabbia, carenza di animali commestibili e acqua potabile, per non parlare di feroci creature mitiche che infestano la zona, a differenza di chi viveva nelle restanti nazioni del mondo, i quali vivevano in climi più caldi e ricchi di vegetazione, animali e acqua corrente dai fiumi.” ---> C’è un errore di concordanza tra “chi” e “i quali vivevano”: essendo “chi” al singolare, anche il resto deve esserlo, pertanto:
”e che viveva in climi caldi e ricchi di vegetazione”. (-0,1)
”Strane bestie inoltre vagavano per i deserti del Sud e si narra che creature da altre dimensioni vennero evocate nel lontano passato di queste terre, rimasti poi in circolazione tra noi, impossibilitati ad andarsene: i Geni, unici al mondo, custodi e castigatori del popolo del deserto.” --->
”rimaste poi in circolazione tra noi, impossibilitate ad andarsene”, refuso.
”Ora va, mio nuovo campione, entra e osserva coi tuoi occhi le meraviglie della mente.” ---> La seconda persona dell’imperativo del verbo andare richiede l’apostrofo (per troncamento), pertanto:
”ora va’” (-0,1)
”Da sveglio, completavo i miei compiti giornalieri con molta fretta, tralasciando i problemi minori e delegando gli altri” --->
”delegando agli altri”, il verbo delegare regge il complemento di termine. (-0,2)
”Deformato come uno spettro, grigio e con gli occhi e la bocca distorte e rosse come il sangue, l’ammiratore ammirò per l’ultima volta la Lancia, per poi materializzare una vera lancia da soldato di fronte a
se.” --->
”di fronte a sé”, refuso.
”Non so cosa mi aspetta o quali forze io possa usare per affrontarle, ma ho scelto.
Andrò al porto, risalirò il fiume Agos verso Est e cercherò di attraversare quelli che ora sono paesi desolati e corrosi dalla guerra, colme di dolore e oppressione.” --->
”colmi di dolore e oppressione”, refuso.
Giorno 136 ed i Primi Incontri
”Vi scongiuro, alleviatemi almeno dal dolore ed erigerò delle opere di sublima arte in vostro onore.” --->
”sublime arte”, refuso.
[I[“Così mi poggiai a terra, spalle contro l’obelisco e sguardo verso
la luce mirava a nord, ragionando sulle parole del genio.” --->
”la luce che mirava a nord”, refuso.
”Tra questi battibecchi e quisquilie politiche ed economiche, nessuno notò un’armata Toradun in avvicinamento e l’inevitabile, accadde.” ---> Il verbo e il soggetto al quale si riferisce non devono essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. (-0,2)
”Questi cento individui, chiamati i Cento Fratelli Azzurri, erano assassini e maestri della guerra con l’obiettivo, crudelmente non esplicitato, di uccidere ogni essere umano presenti nei territori occupati dai Toradun e raccogliere e spedire risorse nel mentre” --->
”ogni essere umano presente”, refuso.
”Un vero e colossale Gigante delle Montagne ha marciato dal polo lungo l’Anello, seguendo lento e inesorabile l’armata toradun che lo precedeva, guidandoli per osservare quella che apparentemente era una guerra che lui stesso aveva deciso di intraprendere, facendosi portavoce al Consiglio dei Giganti della sofferenza del popolo Toradun dovuta agli invasori.” --->
”seguendo lento e inesorabile l’armata Toradun che lo precedeva, guidandola”, refusi.
”I toradun provarono a risvegliarlo con ogni mezzo, ma fu tutto inutile.” --->
”i Toradun”, refuso. Da qui in poi, hai sempre scritto Toradun con la lettera minuscola, ma non ho portato le altre reiterazioni di questo refuso.
”non muoveva più gli occhi e il suo flebile ed affannato respiro stavano congelando tutta l’aria circostante” ---> Il soggetto è al singolare, quindi deve esserlo anche il verbo al quale si riferisce. (-0,2)
Giorno 158 e Traversata dell’Est
”Mentre avevo ancora i piedi sulla sabbia, in lontananza credetti di vedere degli Azura: erano alti come i dicevano i libri, rosa e simili ad umani” --->
”come dicevano i libri”, refuso.
”Così rosegu verso la collina, camminando lento e a testa bassa, ripensando a quello strano incontro e all’individuo misterioso.” --->
”così proseguii”, refuso.
”il mio obiettivo era usare quelle ceneri ed il problema era tenerlo lontano per un po’.” --->
”per un po’”: la parola “po’” richiede l’apostrofo, non l’accento. (-0,2)
”Gli altri non erano che ombre attaccate alla vita, pochi avevano la speranza o la forza di poter anche solo ferire un toradun prima di essere tagliato in due.” --->
”prima di essere tagliati in due”, refuso.
Giorno 188 e Profondo Nord
”Gli mostravo i miei dipinti, fatti durante il lungo viaggio, insegnandogli ad usare la sua spada anche per intagliare oltre che per uccidere; gli parlai della vita continentale prima della guerra e dei piaceri che la vita poteva donare e della gente buona, che esisteva nonostante la comune malvagità dell’uomo.” --->
”Le mostravo i miei dipinti, fatti durante il lungo viaggio, insegnandole ad usare la sua spada anche per intagliare oltre che per uccidere; le parlai della vita continentale prima della guerra e dei piaceri che la vita poteva donare e della gente buona, che esisteva nonostante la comune malvagità dell’uomo.”, refusi.
”Mi condusse lì come fosse un posto comune, probabilmente attratto dalla grande concentrazione di anime.” --->
”attratta”, refuso.
”Lo seguii per non morire di noia e per soddisfare i miei piccoli desideri” --->
”La inseguii”, refuso.
”Raramente puntò al petto, dritto al cuore o mirati a fracassare il bacino” --->
”mirato”, refuso.
”Gli mostrai alcuni dipinti e sculture, come feci con Kugy all’inizio, e lei stessa indicò le sue “preferite” ai suoi fratelli maggiori” --->
”le”, refuso.
Giorno Indefinito e Termine del Vaggio di Xabab
”Ci cantò e ci lesse poesie di sua composizione, illustrandoci i nomi di piante ed animali che incontravamo per strada e di cui le nostre isole natie erano sprovvisti.” --->
”erano sprovviste”, refuso.
“Lì non [G ]riuscii a proseguire oltre, sembrò che un anello di sangue in terra lo inorridì a tal punto da non permettergli di proseguire, così continuò a dirigersi a nord, dove la luce lo guidava.” --->
”non riuscì”, refuso.
”Il calore e la vita ripresero possesso del suo corpo, sciogliendo i ghiaccia sulla sua schiena e generando cascate verso noi piccoli uomini al suo cospetto.” --->
”i ghiacciai”, refuso.
”I toradun lo seguirono; passai giorni in attesa che passasse anche l’ultimo, decidendo di non ucciderli in onore delle pacifiche idee di Xabab, che provò pietà persino nei selvaggi.” --->
”nei confronti dei selvaggi”, refuso.
”Che il nome di Xabab rimanga per sempre nella nostra mente e nella nostra futura storia, quella di isolani che hanno tradito la loro cultura per sì che un’altra civiltà, mista e fresca, nasca dalle ceneri delle precedenti che si sono uccise a vicenda.” --->
”per far sì”, refuso.
Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere semplice e diretto, con frasi brevi e concise, volte all’immediatezza, di modo che il lettore comprenda subito il concetto che vuoi esprimere. Non costruisci mai periodi complessi e non usi termini troppo ricercati, aspetti che rendono la lettura leggera e mai appesantita da orpelli inutili. Tuttavia, la costruzione della frasi risulta spesso contorta e anche errata, soprattutto a causa di termini sottointesi quando non dovrebbero o mancanti, a concordanze sbagliate, a errori con la consecutio temporum e alla punteggiatura usata in modo scorretto. Purtroppo, questi problemi hanno reso la lettura poco scorrevole e spesso di difficile comprensione: ho dovuto rileggere diverse frasi o interi periodi più volte per capire cosa volessi dire. Anche la punteggiatura, come già detto, è stata per lo più utilizzata in maniera scorretta: a volte era mancante, altre volte sono stati usati dei segni d’interpunzione in luogo di altri o dove non erano necessari, e anche questo ha contribuito a non rendere scorrevole la lettura. Di base, il tuo non è un brutto stile e potrebbe risultare anche interessante, però i suddetti problemi non lo rendono purtroppo godibile. Credo che la maggior parte degli errori riscontrati sia dovuta a frettolosità e a una mancata rilettura, e lo penso anche in virtù del fatto che mi hai detto di aver dovuto finire la storia in fretta per consegnarla, perciò ti consiglio di leggere e sistemare.
Per quanto riguarda le descrizioni, esse non sono molto presenti, ma quando le utilizzi sono ben fatte. Ti sei soffermato a descrivere più che altro la geografia del mondo in cui si svolge la storia e le cause della guerra, dando pochi dettagli, invece, di tutto il resto. I dettagli che fornisci sono sufficienti a farsi un’idea precisa sulla fisicità dei personaggi e dei luoghi, perché le informazioni che dai, seppur minimali, sono molto funzionali alla narrazione. Usi, per lo più, il senso della vista per restituire al lettore ciò che accade, e questo ha contribuito a rendere la narrazione un po’ piatta: se avessi inserito anche elementi concernenti gli altri sensi, per descrivere le scene o gli accadimenti, avresti donato dinamicità al racconto, coinvolgendo maggiormente il lettore. L’unica eccezione a quanto detto è rappresentata dagli schiavi tamburini, il cui suono dei tamburi scandisce una parte del viaggio di Xabab, come un macabro sottofondo dal quale ci si deve ben guardare: se avessi usato espedienti del genere anche in altre parti della storia, avresti ottenuto il medesimo effetto, rendendo la narrazione più coinvolgente e variegata. Ottime le descrizioni che hai fornito degli scontri: non ti sei dilungato mai troppo, ma hai comunque reso alla perfezione le scene, i movimenti dei combattenti e il modo di utilizzare le armi a loro disposizione; ho davvero molto apprezzato la dinamicità che hai dato ai duelli e la tua capacità di tratteggiare e delineare, in poche righe, una scena vivida e realistica. Sei molto bravo a trasmettere al lettore ciò che sta accadendo con pochi e semplici dettagli e queste descrizioni minimali non mi hanno disturbata, anzi: le ho trovate molto funzionali al ritmo serrato della tua narrazione.
Caratterizzazione personaggi: 5/10
Nella tua storia, presenti vari personaggi, ma quello su cui viene maggiormente posto l’accento è senza dubbio il protagonista Xabab, anche grazie al fatto che gli eventi sono descritti attraverso d lui e del suo diario. Di lui ci offri un’efficace descrizione fisica, volta a sottolineare le sue condizioni di debolezza e malnutrizione: nel corso della storia, poi, scopriamo che Xabab era figlio del Sultano e che era un brillante scienziato e artista, che molto ha portato al suo popolo. In seguito, il protagonista ha iniziato a trascorrere sempre più tempo nel Reame del Sogno dove il dio Malizar-Khab gli ha consentito di accedere, tanto che per i successivi cinquant’anni vi rimane a vivere, per uscire solo quando viene esiliato per aver infranto le regole. Da qui inizia il suo viaggio di redenzione, durante il quale incontra svariati personaggi, che riesce sempre a incantare con la sua arte. La storia di Xabab è senz’ombra di dubbio molto interessante, così come gli eventi che gli si muovono intorno e le creature che incontra lungo il proprio cammino: mi è piaciuta molto l’idea di un uomo votato all’arte, che tramite quest’ultima ha il potere di rendere innocuo e inoffensivo chiunque, incantandolo. Tuttavia, benché la vicenda fosse narrata in prima persona e vi fosse quindi molto spazio per la caratterizzazione, essa è quasi del tutto assente. Le descrizioni che ci vengono fornite di Xabab e di ciò che fa sono per lo più fisiche e visive e non c’è mai un’analisi della psicologia del personaggio, o di quello che prova dinanzi a ciò che gli accade, non vi è partecipazione o pathos. L’impressione che si ha è quella di leggere un trattato, dove vengono riportati gli eventi così come accadono e le cose così come sono, senza lasciare spazio alla parte psicologica. È difficile, quindi, inquadrare il personaggio di Xabab, in quanto in realtà del suo carattere viene detto poco o nulla: sappiamo che è molto brillante, intelligente, ingegnoso, generoso e gentile, perché ce lo dice lui stesso; sappiamo che non gli piace la violenza, perché affronta sempre i suoi avversari usando un mezzo innocuo come l’arte e perché cerca di convertire i Fratelli Azzurri a una vita non votata all’assassinio, ma non sappiamo null’altro di lui, così come non sappiamo i suoi pensieri e le sue opinioni su ciò che gli accade. Questa mancanza d’introspezione rende il protagonista piatto e quasi estraneo agli eventi che vive, come se fosse un narratore esterno che si limita a riportare ciò che accade a qualcun altro senza alcun tipo di partecipazione emotiva. L’unica cosa che passa prepotentemente tra le righe di lui è che sia borioso e vanaglorioso, date tutte le lodi che s’intesse, ma non credo che sia questo che volevi far passare, dato il tipo di personaggio: penso piuttosto che sia un effetto dovuto alla narrazione in prima persona unitamente all’assenza di
show, don’t tell. Proprio la prima persona ti avrebbe consentito di spaziare e sbizzarrirti con la caratterizzazione e l’introspezione, e invece l’una e l’altra sono quasi totalmente assenti. Ti sei molto concentrato sulla descrizione degli eventi così come accadono, senza aggiungere considerazioni personali di Xabab e senza indugiare nell’analisi delle sue reazioni e sensazioni. Xabab risulta quindi un personaggio non tridimensionale e piuttosto evanescente, che rimane molto anonimo e per cui non si prova empatia.
Anche tutti gli altri personaggi presentati sono poco più che comparse funzionali alla trama. Anche i cacciatori e Kugy stessa, che sono quelli che hanno maggiore spazio insieme a Xabab, sono appena delineati e, di nuovo, descritti più a livello fisico che psicologico: a causa di ciò, molti dei loro comportamenti e atteggiamenti lasciano perplessi, perché non se ne capiscono a fondo le motivazioni. Solo di Kugy, alla fine, si sa che ha intrapreso una nuova strada, decidendo di convertire i suoi fratelli ancora in vita per diffondere le idee di Xabab, e nulla più. Paradossalmente, il coinvolgimento emotivo maggiore si ha con il gigante che è caduto in ginocchio dinanzi agli orrori della guerra e ai fuggitivi che incontra Xabab, perché sono gli unici di cui ti soffermi a descrivere le emozioni. Per quanto riguarda gli altri personaggi, invece, è difficile delinearli dal punto di vista caratteriale, proprio perché di loro viene detto troppo poco per farsene un’idea. Ad esempio, viene spontaneo chiedersi perché Kugy abbia risparmiato Xabab la prima volta che lo ha visto: viene detto che è perché non sentiva l’impulso di ucciderlo in quel momento, ma non si comprende se è per il potere di Xabab o per qualche altro motivo, né nessuno dei due coinvolti sembra stupirsene: Xabab descrive l’accadimento senza emozioni, come se fosse una cosa del tutto normale, che non gli suscita nulla.
I tuoi personaggi sembrano tutti distaccati dalla vicenda, distanti, quasi come automi. Credo che anche la mancata caratterizzazione sia dovuta alla fretta di terminare la storia e a una maggiore attenzione alla descrizione degli eventi piuttosto che a come i personaggi li vivono, tuttavia almeno per il protagonista mi sarei aspettata di vedere qualcosa in più da questo punto di vista, anche perché, come già detto, la narrazione in prima persona ti agevolava in questo.
Trama e originalità: 6,5/10
La trama della tua storia è interessante, così come gli eventi che presenti. Il racconto inizia con Xabab che si risveglia in una stanza, senza ricordare chi sia né dove si trovi. Man a mano, poi, il protagonista inizia a recuperare i ricordi, rimembrando le sue origini e la condizione in cui si trova: egli è stato esiliato dal Reame del Sogno dal dio Malizar-Khab e deve (vuole, piuttosto) compiere un viaggio per trovare la Lancia e redimersi, in modo da purificare la propria anima. È così che, dopo cinquant’anni di sonno, Xabab si mette in cammino, vivendo una serie di avventure che lo portano, infine, a raggiungere il suo obiettivo. Il fulcro della storia sono l’arte e la meraviglia che essa suscita nel cuore degli uomini. Da questo punto di vista, la tua storia è molto interessante e molto ben congeniata: ho apprezzato che tu abbia unito l’azione a un aspetto più onirico e meditativo. La trama, di per sé, scorre abbastanza fluida e non presenta gravi “buchi”, anche se, soprattutto a causa della scarsa caratterizzazione come detto sopra, alcuni eventi rimangono confusi e non se ne comprendono bene le motivazioni o la logica dietro. Per fare un esempio, ti cito di nuovo la decisione d Kugy di non uccidere Xabab la prima volta che lo vede o, ancora, la frase che Xabab pronuncia prima di togliersi la vita, ovvero
”ora ho capito tutto”: cosa abbia capito, non è chiaro. Suppongo che abbia compreso cosa mancasse alla Lancia per essere un’opera d’arte completa, o il disegno che c’era dietro il suo viaggio, ma è comunque qualcosa che viene lasciato all’immaginario del lettore e che non è semplice intuire senza ulteriori informazioni. Ti sei soffermato molto a descrivere la geografia del continente, dando moltissime informazioni su di esso: sicuramente, ciò ha contribuito a dare un’idea chiara e precisa dell’ambientazione della storia, ma forse quest’approfondimento ha preso troppo spazio rispetto al resto; molte delle informazioni che hai dato erano inutili ai fini della storia, in quanto la maggior parte dei luoghi da te descritti non vengono visitati. Avresti potuto dilungarti meno sulla fisionomia del mondo, in favore di un’attenzione maggiore agli avvenimenti principali della trama, che sono stati trattati invece più grossolanamente e a volte in maniera poco approfondita.
Per quanto riguarda l’originalità, un viaggio per redimersi non è un tema nuovissimo, tuttavia tu l’hai trattato in una maniera diversa rispetto a tante altre storie che si leggono sul tema. Innanzitutto, è particolare il motivo scatenante del viaggio, ovvero l’infrazione compiuta nell’onirico Reame del Sogno, inoltre è peculiare anche che lo strumento prediletto di Xabab sia l’arte e che il suo dono sia quello di incantare gli altri con essa: questo è sicuramente un tema nuovo, che non si legge spesso. Ho apprezzato moltissimo anche il fatto che tu abbia unito aspetti, elementi e creature di varie culture, creando un mix equilibrato e godibilissimo da vedere: il rischio era quello di dare vita a un’accozzaglia confusa e senza senso, ma tu hai invece creato un panorama variegato e pittoresco, che sei riuscito a far coesistere con coerenza e naturalezza. Ho apprezzato molto anche l’impostazione filosofica e allegorica che hai dato al tuo racconto, dove tutto ruota intorno all’arte e alla potenza espressiva che essa ha: certamente è qualcosa d’inusuale da vedere in un racconto Fantasy. La tua è una delle storie più originali che sono state scritte per questo contest, e per questo ti faccio tanti complimenti.
La tua è una storia abbastanza Dark fantasy: l’atmosfera è per lo più tetra e cupa, a causa delle conseguenze della guerra, che ha lasciato luoghi desolati e abbandonati, fuggitivi e assassini. Il clima è di sfiducia e terrore e gli incontri che Xabab fa non sono quasi mai positivi e, anche quando lo sono, essi hanno comunque una connotazione tetra. Il finale è positivo per il protagonista, dato che riesce a terminare con successo il suo viaggio e a diffondere anche i suoi precetti, ma ne vede comunque la morte. In generale, sei riuscito a creare una storia che rispecchia tutti i canoni del Dark fantasy, seppur in maniera “soft”. Complimenti!
Utilizzo del pacchetto: 5/5
Il personaggio del cacciatore è stato pienamente usato, in quanto rappresentato dai Cento Fratelli Azzurri, votati al combattimento e all’assassinio. Le vicende di un loro membro, Kugy, s’intrecciano anche con quelle del protagonista. (+1)
Anche il prompt dell’esilio è stato ben sfruttato: Xabab viene cacciato ed esiliato dal Reame del Sogno a causa della sua infrazione e questo è il motivo scatenante di tutto il suo viaggio e la sua avventura; anche se il tema dell’esilio è presente solo in una parte e appena accennato, esso è il motore di tutta la vicenda, pertanto ne hai fatto un ottimo utilizzo. (+2)
La lancia è l’oggetto che causa il suicidio di Molhin e il conseguente esilio di Xabab; è, inoltre, la massima espressione artistica del protagonista, seppur incompleta, e anche l’oggetto che quest’ultimo deve trovare per redimersi. (+1)
La frase è stata inserita in maniera pertinente e coerente nella narrazione; l’hai un po’ modificata rispetto a quella assegnata, ma il significato è rimasto invariato. È stata pronunciata da Xabab all’interno di un discorso volto a esprimere l’importanza del libero arbitrio e della scelta, pertanto ne hai fatto un ottimo utilizzo. (+1)
Gradimento personale: 3/5
La storia ha di per sé un buon potenziale e di base ha un trama che ho trovato interessante. Il mondo da te creato è molto bello e ricco: hai inserito molti popoli diversi, creature e avvenimenti, mischiando culture e tradizioni differenti in un mix che ho apprezzato. La vicenda, di per sé, è molto intrigante e mi è piaciuta quest’idea di un mondo in cui poter plasmare i propri sogni e le proprie idee, un luogo comune dove tutti i prescelti da ogni parte del mondo s’incontrano in pace e armonia, convivendo fraternamente e scambiandosi scoperte e invenzioni. Ho anche apprezzato il lento ma inesorabile straniamento di Xabab dalla realtà, che inizia a preferire i sogni alla sua vera esistenza e che diviene ossessionato dalla guerra pur senza averla mai vista. Mi è piaciuto anche il viaggio da compiere per la redenzione e la spiritualità che permea tutta la storia. Da amante dell’arte, poi, non ho potuto che apprezzare il fatto che tu l’abbia resa protagonista in un modo tanto innovativo.
Di base, dunque, il tuo racconto mi è piaciuto, tuttavia i problemi precedentemente illustrati mi hanno impedito di apprezzarlo appieno. La forma in cui è stato presentato il testo, purtroppo, ha contribuito molto a non farmi piacere la storia; il modo confuso in cui sono stati presentati gli eventi e i personaggi poco caratterizzati, inoltre, mi hanno impedito d’immedesimarmi nella vicende da te narrate. Hai presentato del materiale valido, che purtroppo però non è stato molto valorizzato: hai fantasia, inventiva, creatività e questa storia presenta una buona trama, perciò con un’attenta revisione e ristrutturazione diventerà sicuramente un ottimo racconto.
Punteggio totale: 22,1/40