Uno degli argomenti politici caldi di questo fine anno è il tiro alla fune tra Atlantia/Autostrade per l'Italia ed il Governo in merito al
ritiro della concessione., battaglia che una volta tanto mi vede parteggiare per un'iniziativa governativa. Il titolo principale di molti quotidiani, ieri, era legato all'intento anzi di rivalutare la concessione di TUTTI: enormi profitti ai privati a fronte di pochi lavori portati a termine e ad un incremento delle tariffe di percorrenza non giustificato. Il rapporto della stessa Corte dei Conti appare avvalorare questa tesi. A fronte di ciò, vi è però un altro aspetto che interessa in questa vicenda: il fatto che costituzionalmente lo Stato possa attuare la violenza si un esproprio, ma la moderna giurisprudenza, retta dai parti europei siglati da Maastricht in poi, vincola sempre più le nazioni e dà sempre maggior forza ai privati. Atlantia, di fatto, se si ritiene defraudata fa bene a ricorrere ad ogni mezzo, ma la potenza di fuoco di quest'azienda è tale che sui media io veda proprio il suo scarso timore nei confronti di un Governo nazionale e addirittura legga di pressioni affinché una norma non venga approvata pena... Minacce di ripercussioni. Questo mi ricorda la battaglia fatta a suo tempo contro il TTIP e che non è ancora conclusa: altro trattato, questo su materie legate all'alimentazione, che però si sarebbe portato dietro anche la predisposizione di un eventuale grado di giudizio tra privati e pubblico nel caso in cui gli stati avessero osato scrivere norme contrarie agli interessi dei privati, delle multinazionali. Questo aspetto mi spaventa moltissimo e fa sì che mi piacerebbe vedere lo stato agire con veemenza, in questo caso, perché i presupposti per togliere ad Autostrade per l'Italia la concessione ci sono tutte e sono sacrosante, secondo me.