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[fanfiction e originali] Generi a catena

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2020 19:06
Autore
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Post: 1.104
Giudice*****
10/05/2020 20:43
 
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Re: Grazie infinite per la pazienza ^^
Spoocky, 10/05/2020 17:38:

Ecco finalmente la storia pubblicata: efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3907955

Ancora grazie mille :D


Grazie a te, aggiungo subito in scaletta :)
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Post: 12
13/05/2020 21:30
 
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Ciao! Ho pubblicato la storia su efp, ecco il link: efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3908857&i=1
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Post: 1.104
Giudice*****
14/05/2020 09:08
 
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_Mhysa_, 13/05/2020 21:30:

Ciao! Ho pubblicato la storia su efp, ecco il link: efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3908857&i=1


Grazie mille ^^
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Post: 1.104
Giudice*****
04/06/2020 17:37
 
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Cari partecipanti, come avrete notato dalla lentezza con cui stanno procedendo le valutazioni, questo è per me un periodo molto impegnato: tra preparazione della tesi, lavoro e trasloco, il tempo libero a mia disposizione è davvero molto poco. Ci tengo comunque a non consegnarvi delle valutazioni frettolose, ma il più complete e accurate possibile, pertanto vi chiedo se per voi ci sono problemi se usufruisco della proroga di due settimane. Fatemi sapere :)
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Post: 2.664
Giudice*****
04/06/2020 17:39
 
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Carissima *-*
Ma non ti preoccupare, assolutamente, io per le tue bellissime valutazioni potrei aspettare anche un secolo <3
Prenditi tutto il tempo che ti serve!
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Post: 2.030
Giudice*****
04/06/2020 19:06
 
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Figurati, la proroga è tuo diritto! Prenditi pure tutto il tempo che ti serve!
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Post: 222
Giudice*
04/06/2020 19:26
 
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Tranquilla! ^^
Arrivo anch'io da un periodo simile.
Anzi: dovendomi laureare settimana prossima ci sono ancora dentro.

Quindi capisco benissimo lo stress e la fatica che stai affrontando. Ci mancherebbe: prenditi tutto il tempo che ti serve.
In bocca al lupo per la tesi.
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Post: 2.265
Giudice*****
05/06/2020 13:40
 
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Re:
Dark Sider, 04/06/2020 17:37:


Cari partecipanti, come avrete notato dalla lentezza con cui stanno procedendo le valutazioni, questo è per me un periodo molto impegnato: tra preparazione della tesi, lavoro e trasloco, il tempo libero a mia disposizione è davvero molto poco. Ci tengo comunque a non consegnarvi delle valutazioni frettolose, ma il più complete e accurate possibile, pertanto vi chiedo se per voi ci sono problemi se usufruisco della proroga di due settimane. Fatemi sapere :)




Senza problemi, hai già tante cose molto più urgenti

Per dare un'occhiata alle mie storie
milla4


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Post: 2.885
Giudice*****
05/06/2020 13:47
 
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Certo, non preoccuparti!

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Post: 122
05/06/2020 13:51
 
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Dark Sider, 04/06/2020 17:37:


Cari partecipanti, come avrete notato dalla lentezza con cui stanno procedendo le valutazioni, questo è per me un periodo molto impegnato: tra preparazione della tesi, lavoro e trasloco, il tempo libero a mia disposizione è davvero molto poco. Ci tengo comunque a non consegnarvi delle valutazioni frettolose, ma il più complete e accurate possibile, pertanto vi chiedo se per voi ci sono problemi se usufruisco della proroga di due settimane. Fatemi sapere :)

Ma darling, don't worry! Uni e vita personale > qualsiasi contest ;)
05/06/2020 18:43
 
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nessun problema, [SM=g28003]
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Post: 1.104
Giudice*****
08/06/2020 09:56
 
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Grazie a tutti per la comprensione 💗

La data ufficiale di consegna dei risultati è quindi prorogata al 23 Giugno 2020.
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Post: 12
08/06/2020 23:01
 
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Non preoccuparti, non c'è nessuna fretta!
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Post: 1.104
Giudice*****
22/06/2020 16:05
 
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Aggiornamento


Cari partecipanti, ho terminato di valutare tutte le vostre storie. Mi prendo un po' di tempo per rileggere e ricontrollare tutte le valutazioni, quindi, indicativamente, pubblicherò i risultati domani, al più in serata.
Grazie ancora per la pazienza :)
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Post: 222
Giudice*
22/06/2020 16:33
 
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Grazie a te ^^
Non preoccuparti, l'importante è che la tua tesi stia procedendo bene.

Quanto alle valutazioni, sono sicura che andranno benissimo!
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Post: 2.030
Giudice*****
22/06/2020 16:42
 
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Waaaa non sono pronta 🙈

Grazie per il tuo lavoro Dark, prenditi tutto il tempo che ti serve!
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Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:48
 
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Discorso pre-risultati

Cari partecipanti, eccomi finalmente qui con i risultati. Vi ringrazio ancora per la pazienza che avete dimostrato e che spero le mie solite, logorroiche valutazioni possano soddisfare almeno un po'.
Vi ringrazio per aver consegnato in tantissimi e per aver presentato tutti delle storie davvero molto belle: è la prima volta che, in un contest, mi capita di ricevere tante storie tutte di una qualità così alta. Noterete, infatti, che i punteggi sono tutti alti e anche molto vicini tra loro: mi ero aspettata dei parimerito, e invece casualmente non è accaduto, tuttavia molte storie si distanziano per pochissimo, a dimostrazione dei bei testi che avete consegnato. Vi ringrazio anche per avermi dato la possibilità di leggere così tante storie differenti tra loro e di poterle apprezzare: nessuna delle letture che ho fatto è stata noiosa o portata avanti controvoglia e, anzi, mi avete tenuto compagnia nel periodo frenetico che ho trascorso, alleggerendomelo. Al di là della classifica e dei punteggi, che purtroppo in quanto giudice sono tenuta a stilare, vi ribadisco quindi che le vostre storie sono tutte belle e che le ho molto apprezzate.

Prima di lasciarvi alla classifica, faccio le mie solite osservazioni sulla grammatica: non considero errori le d eufoniche, quelli che sono chiaramente refusi e le ripetizioni, se sporadiche nel testo. Ovviamente, un'eccessiva presenza di refusi e ripetizioni ha inciso sul punteggio dello stile.
Vi ricordo, inoltre, che non sono una critica letteraria, quindi prendete quello che dico per il parere di una persona come voi: ho cercato di redigere delle valutazioni il più oggettive possibile, ma, se non siete d'accordo su qualche punto, v'invito a farmelo presente e ne discuteremo tranquillamente insieme.

Detto ciò, vi lascio finalmente alle valutazioni e vi chiedo di non intervenire in discussione finché non avrò postato la classifica riepilogativa.
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Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:51
 
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Quindicesima classificata
“Carnival’s revenge” di Silkworm25


Grammatica e stile:
8,4/10 (4,4 grammatica + 4 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo.

”Il jingle ossessivo e giocoso che preannunciava l'arrivo di un ospite gradito quant'anche inaspettato è rimbombato nelle orecchie di grandi e piccini prima ancora che si scorgessero ad occhio nudo delle carovane e dei carrozzoni.” ---> Problema con la consecution temporum. Dato che il testo è tutto al passato, la frase avrebbe dovuto essere: ” Il jingle ossessivo e giocoso che preannunciava l'arrivo di un ospite gradito quant'anche inaspettato era rimbombato nelle orecchie di grandi e piccini prima ancora che si scorgessero ad occhio nudo delle carovane e dei carrozzoni.” (-0,2)

”Le voci cristalline dei bambini si attorcigliavano e si accavallano eccitate.” ---> ---> Problema con la consecutio temporum. Dato che il testo è tutto al passato, la frase avrebbe dovuto essere: ”Le voci cristalline dei bambini si attorcigliavano e si accavallavano eccitate.” (-0,2)

”Shelley, la ragazza più bella e intelligente della scuola e fidanzata ufficiale di Steve, ragazzo prodigio della scuola, colui che avrebbe sfondato di sicuro e alla grande, l'altra metà perfetta della coppia perfetta;" ---> Problemi con la punteggiatura: in luogo del punto e virgola, avrebbe dovuto esserci una virgola e la frase che segue avrebbe dovuto continuare, essendo “Shelley” il soggetto e ciò che segue è a esso riferito. (-0,2)

”esclamò il direttore del circo, con la sua voce sfentorea.” ---> ”Stentorea”, refuso.

”Avete una coppia delle fotografie?” ---> ”Copia”, refuso.

Affatto. Racconti pure” ---> ”Nient’affatto”, lo considero comunque refuso, dato che si tratta di un errore talmente diffuso da essere entrato nel gergo quotidiano.

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere lineare e pulito, chiaro e piacevole da leggere. I termini non sono molto ricercati, e questo contribuisce a rendere la lettura scorrevole e mai eccessivamente pesante. In generale, hai fatto un buon uso della punteggiatura, privilegiando il punto fermo, scelta che rende il ritmo serrato e incalzante, adatto al tipo di storia che hai deciso di presentare. Hai fatto un buon uso della terminologia, adattandola ai diversi punti di vista e ai vari personaggi, avvicinandola al loro modo di parlare e al loro gergo, scelta che ha consentito al lettore di potersi avvicinare a loro e di percepirsi all’interno della storia, a guardare le vicende dal suo punto di vista.
Per quanto riguarda le descrizioni, la tua storia ne è ricca: ne hai fornite di particolareggiate, anche se equilibrate, in quanto non vi ti sei soffermata troppo, ma hai comunque creato un quadro particolareggiato, che permette al lettore d’immaginarsi alla perfezione le scene e gli avvenimenti e di calarvisi dentro. Sei passata dall’atmosfera allegra e festosa del circo ai toni più cupi e drammatici degli eventi che seguono, mantenendo un buon equilibrio in entrambe le parti. C’è equilibrio anche tra parte narrata e dialoghi, che sono sempre appropriati ai personaggi che li pronunciano e nei quali si nota un cambio di registro in base a chi è che sta parlando in quel momento. In generale, hai presentato un buon testo, tuttavia gli errori segnalati sopra, unitamente all’occorrenza di alcune ripetizioni lungo il testo, hanno contribuito a rendere la lettura meno godibile, e lo stile ne ha risentito.

IC/Caratterizzazione personaggi: 6/10

La tua storia è davvero molto ricca di personaggi e di ognuno di loro non manchi di fornirci un background, in modo che possiamo conoscerli e capire il loro ruolo all’interno della vicenda. La tua, dunque, vuole presentarsi come una storia corale, che fornisce i punti di vista di vari personaggi riguardo ciò che accade, anche se la voce che sembra avere più spazio è quella di Steve, il ragazzo più assennato del gruppo di teppisti vittima della vendetta del circo itinerante.
Nonostante ti sia premurata di dare a ogni personaggio una sua peculiare caratterizzazione, non sei mai entrata nel dettaglio con nessuno di loro, né hai compiuto un’indagine psicologica. Ti sei concentrata a narrare gli eventi, ma hai posto poca attenzione su come i protagonisti vivono ciò che sta accadendo: ciò che viene detto sulle loro reazioni, così come sulla loro personalità, è frettoloso e superficiale e a volte risulta confuso proprio per via del fatto che non viene detto più dell’indispensabile. Non si riesce a entrare in empatia con i personaggi proprio perché non viene posto l’accento sullo sconvolgimento che provano a seguito di ciò che accade o su cosa significhi davvero per loro far parte di famiglie problematiche. Il problema principale è stato dato dal fatto che hai deciso di concentrarti su molti personaggi insieme, finendo per non concentrarti davvero su nessuno di loro in particolare. Così, i tuoi protagonisti faticano a emergere o a farsi ricordare: rimangono piuttosto piatti e indefiniti, e sono poco incisivi. I lettori comprendono senza fatica di che tipo di personaggi si sta parlando, ma nulla più di questo, proprio perché manca un approfondimento vero e proprio. Inoltre, hai fatto un massiccio utilizzo di head hopping, proprio per le numerose voci che hai presentato, e questo ha reso il lettore disorientato e confuso, a causa dei continui e repentini cambi di punto di vista. Concentrarsi sul punto di vista di un solo personaggio, o di un numero ristretto di essi, avrebbe certamente eliminato la confusione che si viene a creare e ti avrebbe permesso di poter indagare più a fondo la psicologia dei personaggi da te scelti, permettendo al lettore di averne un quadro più completo, che gli avrebbe consentito di poter entrare in empatia con loro, cosa che invece, purtroppo, non è accaduta.
In generale, dunque, hai delineato i personaggi nei loro tratti salienti, dando un’idea chiara di quella che è la loro personalità a grandi linee, ma non sei mai entrata nello specifico e nel dettaglio, tralasciando dunque l’introspezione, quasi del tutto assente; l’head hopping massiccio ha creato confusione nel lettore, disorientandolo e impedendogli di entrare in empatia con i protagonisti o dispiacersi per le loro sorti.

Trama e originalità: 7,5/10

La trama che hai presentato è semplice e lineare e priva d’intrecci, tuttavia si svolge in maniera fluida e non vi sono buchi di trama. La vicenda è semplice, ma cruda e d’impatto nella sua semplicità: un gruppo di teppisti violenta una ragazza del circo e la cartomante li maledice, costringendo gli aggressori a dei sensi di colpa prima e a delle terribili morti poi. Viene, dunque, mostrato il lato più bestiale dell’uomo, quello più efferato e malvagio, brutale, che lo avvicina all’istinto animale. I protagonisti di questa vicenda sono sofferenti e cercano uno sfogo, degli stimoli che li facciano allontanare dalla terribilità della vita di tutti i giorni, una vita che li rende malvagi, rabbiosi e che li spinge a compiere atti immorali, di cui neppure si pentono, come se per loro fosse la normalità. È la maledizione della cartomante a risvegliare in loro un po’ di umanità e a spingerli a chiedersi, a domandarsi e a provare sensi di colpa per ciò che hanno commesso, a pentirsene e a comprenderne la portata. In tal senso, la maledizione diviene anche educativa ed eleva questi ragazzi dal loro stato di bestie senza controllo. Ci viene fornito anche uno scorcio del marcio che dilaga nella cittadina in cui i protagonisti vivono, mostrando come loro siano solamente lo specchio di un’amoralità più ampia, che si estende ben oltre le vite di quattro ragazzi problematici, in un’apprezzabile denuncia sociale che invita anche a riflettere.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, dato che di racconti di questo tipo, soprattutto inerenti l’horror, se ne leggono molti. C’è un gruppo di ragazzi che compie una bravata contro la persona sbagliata e, per questo, è costretto a pagare terribili conseguenze. Ci sono molti cliché, come i ragazzi con le famiglie problematiche e alternativi, emarginati e violenti, o la maledizione lanciata da una vecchia strega, che comporta la morte di tutti i protagonisti, con sullo sfondo un circo, che da sempre negli horror è fonte d’inquietudine e orrore. Apprezzabili, tuttavia, le tematiche inserite nel racconto, come la violenza sulle donne, che qui viene punita nel peggiore dei modi, e la denuncia di una società marcia di cui i protagonisti sono solamente lo specchio: questi elementi, hanno reso la storia più interessante e accattivante.
In generale, hai presentato una buona trama, anche se non originalissima; tuttavia, essa non è stata del tutto godibile per via del massiccio head hopping, che ha comportato un continuo cambio di punti di vista, rendendo la vicenda oscura e confusa in alcuni punti: spesso, gli accadimenti sono stati presentati e svolti troppo velocemente, non dando il tempo al lettore di immedesimarsi in ciò che stava accadendo e nelle vicissitudini dei protagonisti.

Attinenza al genere: 3/5

Il genere che ti è stato assegnato è l’horror. In generale, hai presentato una vicenda che rispetta alcune delle sue caratteristiche e dei suoi cliché, tuttavia dell’horror manca quel senso d’ansia e di orrore tipico del genere. Nella tua storia non vi è una tensione evidente, uno svolgersi degli eventi che spinge a trattenere il fiato o a rabbrividire; ciò è stato causato soprattutto dalla rapidità con cui si susseguono gli eventi e dai numerosi cambi di pov all’interno della storia, che deconcentrano e confondono, impedendo di creare un’atmosfera di attesa, ansia e orrore. La storia, dunque, ha del potenziale e una buona base dalla quale partire, ma manca tutta quella parte ansiogena e disturbante che è una caratteristica saliente e imprescindibile dell’horror.

Gradimento personale: 3/5

Hai presentato uno buona storia, che ho gradito leggere per le tematiche da te proposte e per la presenza del circo, elemento che amo sempre vedere nei racconti dell’orrore. Mi è piaciuta anche l’immagine che hai presentato di questa cittadina marcia e decadente, di cui i quattro protagonisti sono solo la superficie. Mi è piaciuta molto l’atmosfera cupa che hai impresso alla tua storia, dove tutto è oscuro e intriso di malvagità. Ho amato le tinte fosche e gotiche con cui hai dipinto questa storia. Come già detto, purtroppo non ho potuto goderne a pieno per via dei numerosi head hopping e delle vicende descritte troppo rapidamente, ma la base è buona.

Utilizzo prompt: 1/2

Hai inserito il prompt che ti era stato assegnato, tuttavia esso non ha assunto una centralità nella storia ed è stato inserito in maniera forzata: il lupo mannaro è una creatura che compare in un’unica scena, all’improvviso, e non ha una sua coerenza all’interno del mondo da te presentato, dato che non si menzionano mai lupi mannari o creature sovrannaturali di altro genere. La bestia e la frase che pronuncia, dunque, sembrano quasi inseriti perché lo si doveva fare e mancano di naturalezza; inoltre, non risultano di una qualche importanza o rilevanza ai fini della trama: il lupo mannaro uccide Steve, ma poi non compare più, né viene più nominato, divenendo dunque molto marginale all’interno del racconto.

Punteggio totale: 28,9/42
[Modificato da Dark Sider 23/06/2020 12:45]
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Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:54
 
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Quattordicesima classificata
“Le rose gialle” di milla4


Grammatica e stile:
7,7/10 (4,2 grammatica + 3,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati.

”Entrò, le persone erano già sparse su luogo di culto” ---> ”già sparse per il luogo di culto”. (-0,1)

”una donna a sinistra, ne aveva addirittura sei” ---> Il soggetto e il verbo al quale si riferisce non dovrebbero mai essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. La frase avrebbe quindi dovuto essere: ”una donna a sinistra ne aveva addirittura sei”. (-0,2)

Jani, si alzò di scatto” ---> Il soggetto e il verbo al quale si riferisce non dovrebbero mai essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. La frase avrebbe quindi dovuto essere: ”Jani si alzò di scatto”. (-0,2)

”è colpa tua, diceva, sono morti a causa a tua.” ---> ”a causa tua”, refuso.

”era un’istituzione senza origini, c’era sempre stato ---> ”c’era sempre stata”, poiché si riferisce all’istituzione. Refuso.

”era un cerchio confinato da una recinsione di basse mura” ---> ”recinzione”, refuso.

tanti voci riunite in una” ---> ”tante voci”, refuso.

”ora era vicino l’entrata e tremava senza sosta” ---> ”vicino all’entrata”. (-0,1)

”Jani comprese che erano venute a prenderla” ---> ”erano venuti”, refuso.

”tuttavia come ricompensa La donna aveva visto” ---> ”come ricompensa la donna aveva visto”, refuso.

”poi quella puttana, era tornata” ---> Il soggetto e il verbo al quale si riferisce non dovrebbero mai essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. La frase avrebbe quindi dovuto essere: ” poi quella puttana era tornata”. (-0,2)

”non parlava con Jeni ma aveva troppe parole da rivolgerle” ---> ”Jani”, refuso.

Hai uno stile pulito e lineare, che utilizza termini ricercati, ma non troppo, così che il tuo scritto si adatta molto bene alla storia che hai deciso di scrivere, senza però diventare pesante o noioso; usi termini appropriati al fantasy medievaleggiante in cui hai deciso di ambientare la tua storia, senza mai che compaia un linguaggio troppo moderno, che stonerebbe. Le frasi sono brevi e con poche subordinate, e questo contribuisce a rendere il tuo testo immediato nel trasmettere ciò che accade. Nel racconto compaiono molti refusi e ripetizioni, che rendono la lettura poco fluida e scorrevole e a volte poco chiara; inoltre, per quanto riguarda la punteggiatura, utilizzi prettamente virgole e punti, mentre sono assenti gli altri segni d’interpunzione. Spesso, le virgole mancano dove sarebbe invece stato opportuno utilizzarle o, viceversa, sono utilizzate in luogo di altro segno d’interpunzione.
Per quanto riguarda le descrizioni, ve ne sono di essenziali, ma vivide e chiare: in generale, sei stata brava nello scegliere parole e termini che dessero subito un’idea dei luoghi, delle situazioni e degli avvenimenti. Il lettore, per lo più, non si trova disorientato e riesce a muoversi con la protagonista in questo universo. In generale, hai quindi presentato un testo con una buona base e coerente con il tipo di storia che hai deciso di presentare; purtroppo, i vari errori sopra segnalati non rendono la lettura molto scorrevole, ma non è nulla che non si possa risolvere con un’attenta rilettura.

IC/Caratterizzazione personaggi: 6/10

Il personaggio principale della tua storia è Jani. Le sue vicende sono narrate dal suo punto di vista e questa scelta è stata vincente, perché il lettore si trova ignaro del quadro generale esattamente come lo è la protagonista, e si ritrova altrettanto sorpreso e spaesato nel leggere degli strani fenomeni che le accadono. Solamente alla fine il punto di vista si allarga, il narratore diviene onnisciente e spiega i retroscena di quanto accaduto.
Adottare il punto di vista interno alla protagonista ha permesso al lettore di potersi fare partecipe di ciò che le stava accadendo e di farsi domande circa gli strani fenomeni che l’hanno colpita, i motivi e le origini. Di lei sappiamo che ha scelto la via della religione e della devozione e che venera più di una divinità; si deduce che sia una ragazza mansueta, devota e ubbidiente: dalle divinità che segue, è facile pensare che sia di animo buono, e quindi si può intuire l’orrore che prova dinanzi a ciò che le sta succedendo e il senso di colpa che l’attanaglia nel far morire involontariamente tutte le persone che, in qualche modo, tentano di farle del male. Jani è una ragazza in balia degli eventi, che agisce d’istinto: è presa dal vortice di ciò che le sta capitando e non riesce a essere del tutto lucida. Fugge perché sa che ciò che ha fatto le costerà la vita, e si rifugia nell’unico luogo che le conceda una via di salvezza. Hai reso bene il suo smarrimento e la sua paura per ciò che si è trovata ad affrontare, la sua disperazione per le colpe di cui si è macchiata senza neppure volerlo. Sa di non essere stata lei a uccidere quelle persone e, forte di questo, si reca alla Casa delle Ciliegie, dove è convinta di trovare asilo, ma dove invece si scontrerà solo con una terribile morte, dovuta a macchinazioni di cui lei neppure sa di essere la protagonista. In generale, hai reso bene il panico e il senso di colpa di Jani, che la accompagnano dalla rottura della quiete fino a quando non arriva alla Casa delle Ciliegie. La caratterizzazione della protagonista, tuttavia, rimane un po’ superficiale: del suo modo di essere, si possono carpire delle informazioni qua e là, intuire dalle sue reazioni, ma non c’è una particolare attenzione nel tratteggiare gli aspetti salienti del suo carattere, nell’indagare questo personaggio nella sua totalità: piuttosto, ti sei concentrata appunto sulle sensazioni da lei provate in questa situazione e sul modo in cui ha reagito, senza contestualizzare questi sentimenti in una personalità ben marcata e sviluppata. Pertanto, i comportamenti di Jani rimangono piuttosto sui generis: è Jani a comportarsi così, ma si sarebbe potuta sostituire con qualcuno con un altro nome e la narrazione avrebbe funzionato ugualmente, poiché la protagonista non ha dei tratti caratteriali distintivi tali per cui il lettore può riconoscerla inconfondibilmente come lei, né nelle attitudini, né nel modo di porsi. Rimane, dunque, un personaggio piuttosto piatto e impersonale. Un maggior approfondimento sulla sua persona avrebbe permesso di rendere Jani più tridimensionale. Buono, invece, il lavoro svolto sulla sfera emozionale inerente a quanto le accade: hai saputo trasmettere bene la sua impotenza e paura disperata.
Ortia, invece, è meglio caratterizzata: s’intuisce facilmente che si tratta di un personaggio meschino, crudele, senza scrupoli e vendicativo (tanto che è stata scelta proprio dalla divinità della vendetta). È mossa da una gelosia accecante per una situazione che, descritta con i suoi occhi e le sue motivazioni, non rende di certo condivisibile il suo agito, ma quantomeno comprensibile. È una donna che ha visto l’uomo che amava allontanarsi non solo da lei, ma anche da loro figlio, tanto era preso da Jani. Il legame tra lei e l’uomo, così come il tipo di rapporto, rimane vago e, dunque, non è semplice capire se ciò che Ortia pensa sia un’esagerazione della sua mente, dovuta alla gelosia, oppure se corrisponda davvero a verità. Tolto ciò, con lei hai fatto un buon lavoro.

Trama e originalità: 7/10

La trama che presenti ha una buona base, a partire dall’universo che ci hai costruito intorno. Hai presentato sommariamente, ma non confusamente, il sistema religioso che regola questo mondo, con tutto ciò che è a lui annesso: ti sei dedicata a descrivere il tempio, i culti e come gli adepti si relazionano alle molte e molteplici divinità. Hai costruito una storia che si sviluppa in maniera apparentemente lineare, ma che spezza la sua regolarità alla fine, quando viene detto che a osservare trionfante il massacro di Jani c’è proprio la donna che avrebbe dovuto salvarla e proteggerla. Allora ci vengono svelati tutti i retroscena, permettendoci di rivedere gli eventi accaduti in chiave differente e con un nuovo significato. Sei stata brava a mantenere fino alla fine l’alone di mistero sulle strane uccisioni perpetrate da Jani, e questo ti ha permesso di suscitare curiosità nel lettore, curiosità di continuare nella lettura e scoprire che cosa sia mai capitato all’improvviso a questa ragazza e, soprattutto, perché. La storia si conclude con un gradito e inaspettato colpo di scena, che rivela le macchinazioni di una divinità scaltra e spietata e di una donna altrettanto crudele, che è disposta a tutto pur di ottenere la sua vendetta. L’appunto che ho da fare è che la trama è svolta in maniera frettolosa e gli eventi sono poco approfonditi, si susseguono molto rapidamente, senza quasi dare il tempo al lettore di comprendere cosa stia accadendo: se questo, da una parte, rende la lettura concitata, rispecchiando quanto sta accadendo anche nella storia, dall’altra genera confusione e disorientamento anche in chi sta leggendo. Hai sviluppato molto bene la parte iniziale, dandole il giusto spazio e spiegando quanto necessario, mentre la seconda parte subisce un’accelerazione, che permane anche nella spiegazione del retroscena. La storia risulta, dunque, un po’ affrettata; d’altro canto, non presenta buchi di trama o incoerenze, e gli eventi s’incastrano perfettamente.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia è piuttosto innovativa. Nonostante il tema di fondo sia la gelosia d’amore, l’universo che hai costruito intorno alla vicenda e il modo in cui hai condotto la trama hanno reso la tua storia per nulla scontata e hanno permesso di mantenere alte la concentrazione e la curiosità. Hai creato un sistema religioso davvero particolare e interessante, che ha fatto da sfondo a una vicenda avvolta in un mistero che hai saputo mantenere fino alla fine, concludendo con un colpo di scena inaspettato. Hai creato una storia molto intrigante e piena di elementi originali.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti era stato assegnato è il drammatico e tu lo hai gestito molto bene. La tua storia parte con un clima di pace, calma e serenità, un clima che non lascia presagire nulla di terribile o fuori posto, nulla che non dovrebbe andare come deve. La situazione, tuttavia, muta molto velocemente, cambia in maniera repentina e presto le vicende precipitano nel torbido, nell’oscuro e nella terribilità. La storia prende connotazioni cupe, dove gli avvenimenti precipitano e continuano sempre a peggiorare, tanto che, persino quando Jani arriva alla Casa delle Ciliegie, si ha la sensazione che qualcosa non vada e che la ragazza sia comunque in pericolo. La tua storia ha toni cupi, foschi e, man a mano che si sviluppa, non lascia presagire nulla di buono o positivo per la protagonista, che si ritrova infatti assassinata in maniera crudelissima, senza neppure sapere che cosa le sia accaduto o perché. Muore sola e senza capire, e questo non fa che aggiungere dramma al dramma. Complimenti!

Gradimento personale: 3,5/5

La tua storia mi è piaciuta: ha una buona base e presenta degli elementi molto originali, come le meccaniche della religiosità o la Casa delle Ciliegie, un luogo che offre asilo a chiunque previo pagamento di dieci anni della propria vita, un pagamento che Jani è ben disposta a elargire, tanto è disperata e attaccata alla vita e alla sua innocenza. L’alone di mistero che avvolge la vicenda mi ha spinta a continuare nella lettura con curiosità, per scoprire che cosa stesse accadendo, e mi ha fatto porre domande e formulare teorie. Purtroppo, per quanto detto sopra, non ho potuto godere appieno della storia, ma torno a ribadire che le basi sono veramente buone e il racconto sa farsi apprezzare.

Utilizzo prompt: 2/2

Nonostante nomini esplicitamente la frase assegnata solamente alla fine della storia, il concetto che essa esprime è assolutamente centrare all’interno della vicenda. Lo si apprende solamente al termine della narrazione, quando viene svelato e spiegato che cosa sia davvero accaduto, ma a seguito di ciò gli eventi assumono una connotazione nuova e differente, e si comprende come tutto sia accaduto in funzione proprio di un amore non corrisposto, una persona che Ortia non ha mai smesso di amare, nonostante non le fosse mai appartenuta davvero. Ed è proprio questo a scatenare tutte le sventure di Jani e, dunque, a muovere gli eventi. Il prompt, pertanto, è stato utilizzato in maniera ottimale.

Punteggio totale: 31,2/42
[Modificato da Dark Sider 23/06/2020 12:49]
OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:55
 
Quota

Tredicesima classificata
“Gibbosa crescente” di _Mhysa_

Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, hai presentato un testo privo di errori, quindi complimenti.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere davvero piacevole e delicato, quasi poetico, volto a creare un’atmosfera quasi onirica e di sospensione, come se ci si trovasse in un sogno. Usi termini ricercati, raffinati, che contribuiscono ad accentuare l’atmosfera sognante della storia. il ritmo è lento, cadenzato e scandito da frasi brevi e lineari. Hai utilizzato in maniera impeccabile la punteggiatura, prediligendo il particolar modo la virgola, scelta che ha conferito alla narrazione un ritmo lento e disteso, che si accorda molto bene con il carattere introspettivo del testo da te presentato. La scene sono essenziali, immediate e per questo danno subito il senso di ciò che sta accadendo, senza creare confusione o smarrimento. Hai saputo dosare bene introspezione e avvenimenti, interiorità e ambiente esterno, equilibrandoli alla perfezione in un mix godibilissimo da leggere.
Per quanto riguarda le descrizioni, ve ne sono di essenziali e soprattutto con protagonista la luna, il satellite che per Lupin è maledizione e meraviglia insieme e che con la sua presenza rimarca ancora una volta la poeticità che aleggia in tutta la storia. Per il resto, viene detto quanto necessario e nulla più, per non distogliere l’attenzione dall’interiorità e dai pensieri del protagonista, che sono il centro della narrazione. c’è un ottimo equilibrio tra parte narrata e dialogata e hai gestito gli scambi di battute in maniera ottimale, senza che risultasse confuso neppure nei punti in cui non viene esplicitato chi sia a parlare. In generale, dunque, hai presentato un testo di ottima qualità.

IC/Caratterizzazione personaggi: 7/10

I protagonisti principali della vicenda sono Lupin e il suo amore nei confronti di Lily. In generale, hai svolto un buon lavoro di caratterizzazione e introspezione del personaggio, in quanto tutta la vicenda è presentata attraverso i suoi occhi, con una grande attenzione all’introspezione: viene posta grande enfasi su ciò che prova il personaggio e su come reagisce alle varie situazioni. Vi è, inoltre, un parallelismo tra l’interiorità di Lupin e il paesaggio che lo circonda, nel quale la luna e le sue varie fasi sono sempre presenti, a scandire non solo la trasformazione di Lupin, ma anche l’evoluzione dei suoi sentimenti e del suo rapporto con Lily. Hai ricreato un’atmosfera cupa, dove è quasi sempre notte, a simboleggiare quella che è la personalità di Remus, questo solitario tormentato che tende a isolarsi e nascondersi. Hai presentato un personaggio pacato e riflessivo, che non alza mai la voce, che sa controllarsi, mettendo quindi ben in evidenza quelle che sono le sue caratteristiche principali, tratteggiandolo molto bene e rendendolo piuttosto fedele a se stesso. Forse in alcuni punti, nel suo confronto con Lily, è stato un po’ troppo timido e insicuro ma, nonostante non mi abbia convinta del tutto, non posso asserire che sia del tutto OOC, poiché stiamo parlando di una persona che teme se stessa, di perdere il controllo e di fare del male al prossimo e che si trova ad approcciarsi per la prima volta alla ragazza per cui prova qualcosa, infatti verso la fine della storia lo vediamo più maturo e adulto nel suo confronto con Lily, pertanto ritengo che come comportamento potrebbe essere plausibile, soprattutto se contestualizzato in età adolescenziale.
Per quanto riguarda Lily, lei invece rimane più sullo sfondo ed è poco delineata: ovviamente, essendo la storia dal punto di vista di Lupin, è normale che lei non abbia la sua stessa importanza all’interno del racconto, tuttavia dare qualche dettaglio in più su di lei l’avrebbe resa più incisiva e di spicco. Così rimane quasi evanescente, un fantasma funzionale ai pensieri di Remus, piuttosto che un personaggio che vive di vita propria. Anche il suo rapporto e legame con Remus è poco marcato e indagato: viene detto che Lupin è innamorato di Lily e che lei ricambia, ma non viene posto un accento particolare sul come e il perché questo sia accaduto, né su cosa abbia poi spinto Lily a rimanere con James anziché avvicinarsi a Lupin; viene detto che lei sia fuggita da sentimenti che non era in grado di accettare, ma non si comprende bene perché non lo fosse. È a causa del fatto che Remus fosse un licantropo? O ci sono altri motivi sottesi? L’amore tra i due, dunque, rimane vago e poco approfondito e, nonostante accompagni i pensieri di Lupin e la sua evoluzione nel corso del tempo, non è mai centrale o di spicco. Manca, dunque, un’indagine più approfondita sul come e il perché i due si siano innamorati e soprattutto sui motivi che hanno spinto Lily a scegliere un’altra strada; piuttosto, il tutto viene presentato come un dato di fatto, e quindi risulta poco d’impatto. Tolto questo, come già detto, con Lupin hai fatto davvero un ottimo lavoro di caratterizzazione e introspezione.

Trama e originalità: 7,5/10

La storia che hai proposto non presenta una trama vera e propria, quanto piuttosto istanti, frammenti di avvenimenti che s’intrecciano e che hanno come filo conduttore il rapporto tra Lily e Lupin; quello che ci viene mostrato non è un episodio, ma una serie di momenti che sanciscono la crescita interiore di Lupin e il suo inevitabile allontanamento da Lily, prima per scelta di quest’ultima, poi a causa della sua morte. Quello di Remus, dunque, è un viaggio introspettivo, un cammino nella sua mente e nelle sue sensazioni, un’analisi di quelli che sono stati i momenti più significativi della sua esistenza con Lily, quelli che gli sono rimasti impressi e che lo hanno portato a riflettere, a cambiare e maturare. Quello che viene presentato è un percorso di crescita e di consapevolizzazione, dove solo due cose rimangono costanti: la paura di Lupin per se stesso e ciò che rappresenta e il suo amore per Lily, un amore che ha sempre vissuto in silenzio e che solo verso la fine trova la forza e il coraggio di confessare, trovandosi respinto e, di nuovo, solo. Quello che ci descrivi è il cammino interioriore di un solitario, qualcuno che non ha mai avuto altra vera compagna se non la luna, una luna che scandisce i momenti di lucidità e di bestialità e che scandisce anche i tempi della sua relazione con Lily. In questo, sei stata molto brava a costruire la storia, selezionando quelli che potevano essere i momenti più interessanti e incisivi da mostrare e mantenendo sempre calzante e naturale il parallelismo tra Lupin e la luna, tra la sua trasformazione in licantropo e i suoi sentimenti per Lily. Hai saputo trasmettere in maniera impeccabile i pensieri e le sensazioni di Lupin, i suoi sentimenti e i suoi tormenti, ponendo grande attenzione su di loro, analizzandoli nei particolari e lasciando che trapelassero da ogni riga della tua storia, colpendo il lettore. Per quanto riguarda il rapporto tra Lupin e Lily, invece, come già detto, non è stata posta altrettanta attenzione, così che il loro amore rimane piuttosto sullo sfondo e non se ne comprendono bene natura e ragioni, così come non si comprende la scelta compiuta da Lily, come già detto in precedenza. Ti sei concentrata sui sentimenti di Lupin, ma non sul legame che lo unisce a Lily in quanto tale, e questa mancanza, nella storia, si è fatta sentire. Tolto questo, hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Quanto a originalità, la tua storia non è molto innovativa, dato che la tematica della sofferenza per un amore non corrisposto (o, in questo caso, non vissuto) è trita e ritrita; la tua storia, in tal senso, sarebbe potuta risultare più interessante se avessi sviluppato ulteriormente il tormento dei due personaggi per non poter vivere un amore che c’è, che esiste, indagandone le motivazioni e portandole a conoscenza del lettore. Così, dunque, la tua storia non presenta caratteri peculiari o particolari. Apprezzabilissima, invece, la coppia trattata, di cui non si legge spesso e che tu hai saputo comunque rendere armoniosa e plausibile; non è risultata stonata, come in un primo momento si sarebbe potuto pensare e tu sei stata molto brava a rendere tutto questo.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere assegnatoti era il drammatico e tu lo hai rispettato in pieno. La tua storia è una storia di sofferenza e disperazione, una storia amarissima dalla prima all’ultima riga e a iniziare dal protagonista. Lupin è un personaggio dannato, tormentato e terribilmente triste, un personaggio che ha su di sé il peso della licantropia, una catena e un freno che lo allontanano dalla vita, che lo trattengono dall’esporsi davvero e serenamente. La sua vita è dramma e tormento, così come lo è la vicenda che hai deciso di presentare, quella di un amore corrisposto, ma che non può essere vissuto; un amore che c’è, ma che viene respinto e negato. Così Lupin non può far altro che vedere la persona che ama scegliere una strada che la rende infelice, fino a giungere alla morte. E a Lupin non restano altro che i ricordi, i rimpianti e i sensi di colpa, non restano che le domande, domande piene di “se”. Hai scritto una storia intrisa di drammaticità, complimenti!

Gradimento personale: 3,5/5

La tua storia mi è piaciuta. Hai parlato di un personaggio che mi piace molto, ovvero Lupin, e lo hai fatto rendendogli giustizia e ponendo l’accento sul suo animo di tormentato e solitario. Hai analizzato la sua interiorità e il suo rapporto con se stesso e la sua licantropia in modo impeccabile e davvero apprezzabile, facendo emergere tutto il suo tormento e la sua sofferenza. Mi sarebbe piaciuto leggere di più riguardo il suo rapporto con Lily e il legame che li univa, leggere di più sul loro amore e le ragioni a esso sottese. Per il resto, hai scritto una storia davvero godibile.

Utilizzo prompt: 2/2

Hai inserito la frase che ti era stata assegnata in maniera naturale e pertinente con il contesto, riprendendola in più punti della narrazione e dando a essa importanza, prima perché ha spinto Lupin a riflettere e a introiettarla, facendola sua, in un secondo momento perché è diventata la base della discussione tra Lupin e Lily, del loro ultimo confronto. In generale, è una frase il cui concetto ha accompagnato entrambi lungo tutta la loro vita, e per questo ha assunto una sua importanza all’interno della narrazione.

Punteggio totale: 35/42
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Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:56
 
Quota

Dodicesima classificata
“Il succo di carota è omicidio” di Spoocky


Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore, quindi complimenti per la cura che hai messo nel testo.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere fluido, scorrevole e avvincente. Le frasi sono brevi, concise e incisive, sono essenziali e arrivano subito al punto, presentando gli eventi e le situazioni con immediatezza e forza, in modo che il lettore riesca subito a figurarsi cosa sta accadendo e a sentirvisi coinvolto. Hai fatto delle scelte lessicali molto oculate, accordandole alla situazione e soprattutto al carattere del protagonista, al suo modo di essere e di fare, cosicché il linguaggio diviene funzionale anch’esso a darci un’immagine ben precisa del poliziotto e del suo carattere. Non vi sono cadute di stile e il testo si mantiene di ottima qualità dalla prima all’ultima riga. I toni sono sarcastici e cinici e, anche qui, sei stata molto brava a mantenerli tali lungo tutto il racconto, senza che vi fossero delle stonature o delle incoerenze. La punteggiatura è usata correttamente, con una predilezione per il punto fermo che contribuisce a rendere il ritmo serrato e incalzante.
Per quanto riguarda le descrizioni, ve ne sono di essenziali e funzionali: tutto è chiaro al lettore, nulla viene lasciato vago o confuso, ma non ci si sofferma troppo a descrivere luoghi e situazioni, perché non è necessario, dati il contesto e il protagonista; proprio per questo, la scrittura essenziale che hai deciso di adottare non è fastidiosa, ma è invece coerente con la vicenda narrata e con i personaggi, con i quali si sposa perfettamente. Ottimo l’equilibrio tra parte narrata e dialogata. In generale, hai presentato un testo davvero godibile e di alta qualità.

IC/Caratterizzazione personaggi: 9,5/10

Il protagonista principale della tua vicenda è il poliziotto, che si presenta subito come un cinico misantropo, schivo e solitario: il perfetto cliché del poliziotto da romanzo noir, che si accorda quindi alla perfezione con la storia da te presentata. Di lui, ci dai subito un’immagine chiara: fin dalle prime righe, si comprende subito di che tipo di personaggio si tratti, se ne comprendono immediatamente inclinazioni e pensieri e si sviluppa per lui una sorta di simpatia, nonostante il suo atteggiamento scontroso e cinico, per via dell’ironia con cui racconta le vicende. In tal senso, hai fatto un uso davvero ottimo della prima persona, sfruttandola al meglio per permettere al lettore di calarsi nella mente del poliziotto e di entrare in empatia con lui. La Londra piovosa e ciò che vi accade sono filtrate attraverso lo sguardo di quest’uomo sarcastico, ossessionato dal suo lavoro; con i suoi occhi vediamo anche il suo collega, Tom, al quale è affezionato ma per cui non risparmia del sarcasmo, nel notare il suo abbigliamento poco professionale in piena crisi. Anche il linguaggio che il protagonista adotta per narrare è funzionale a darci di lui un’immagine ben precisa, a farcelo comprendere a fondo. Egli è perfettamente calato in questa Londra preda della corruzione e della malavita, ne è un contorno coerente e ben inserito, un antieroe che fa del bene alla comunità, ma che non incarna di per sé il bene stesso. Un personaggio con luci e ombre, e per questo assolutamente realistico e umano, comprensibile e al quale il lettore si avvicina con semplicità, proprio per via del suo essere così plausibile. È un personaggio con del marcio, ne è consapevole e non teme di nasconderlo, né ne ha bisogno. L’hai tratteggiato in maniera davvero eccelsa.
Il Fruttariano, invece, sebbene anche lui sia caratterizzato bene, rimane più sullo sfondo: di lui, veniamo a sapere sempre dal poliziotto, così come accade per il suo passato. Che sia uno psichiatrico è evidente dal suo eloquio, oltre che dalle sue azioni, ovviamente, ma la sua comparsa è relegata alle ultime righe della storia e ne abbiamo dunque un’immagine sfuggente e poco approfondita. Quelli che sono i tratti salienti del suo carattere sono evidenti, anche grazie al quadro completo che abbiamo dalla ricostruzione dei fatti di cronaca fornitici dal protagonista, ma non vi è un approfondimento della sua psiche, del suo agito, delle sue motivazioni, che ci vengono rapidamente sviscerate, ma sulle quali non viene posta grande attenzione. Un approfondimento leggermente maggiore del personaggio lo avrebbe reso più incisivo.

Trama e originalità: 8,5/10

Hai presentato una buona trama, ben costruita e strutturata, dove gli eventi si susseguono in maniera lineare, ma non noiosa, grazie al fatto che i dettagli vengono disvelati man a mano, creando così curiosità e aspettativa nel lettore. Interessante anche il modo in cui hai deciso di condurre la narrazione, alternando i fatti che avvengono al momento presente con quelli riguardanti il Fruttariano e la sua genesi; questa scelta ha spezzato il ritmo narrativo, contribuendo a mantenere alta l’attenzione del lettore e rendendo il testo dinamico e scorrevole. Non ci sono buchi di trama: tutto è coerente, ben motivato e spiegato. Alla fine della storia, il lettore non si trova confuso o spaesato, ma ha un quadro molto chiaro di ciò che è accaduto e degli avvenimenti. Gli eventi si susseguono rapidamente, e in alcuni punti si percepisce che la stesura è stata affrettata e che alcuni avvenimenti sono stati accorciati per mancanza di tempo. In generale, comunque, nulla è stato trattato in maniera troppo superficiale, quindi il risultato finale è comunque gradevole.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, in quanto viene presentato il classico poliziotto cinico e misantropo, che vive del suo lavoro e che tenta di risolvere una serie di omicidi perpetrati da un individuo mentalmente disturbato. In questo, la storia è molto classica, e non presenta particolari peculiarità. Ciò che ha contribuito ad alzare il punteggio, invece, è il tipo di delitto descritto, molto particolare, e il modo in cui è stata condotta la narrazione, con i toni ironici che si contrappongo a una situazione invece drammatica. In questo, la tua storia è stata molto interessante e ha guadagnato in originalità.

Attinenza al genere: 3/5

Del noir, nella tua storia è presente il ritratto di una società caratterizzata dalla criminalità e dalla violenza: il poliziotto dice di essere stato molto impegnato con narcotrafficanti e mafiosi, a sottolineare come queste siano realtà ampiamente presenti in questa storia; altro aspetto del noir che hai inserito con maestria è quello di non aver posto l’attenzione sul caso in sé, quanto piuttosto sul lasciar passare una denuncia alla società: basti vedere, ad esempio, i colleghi del protagonista, che ancora ridono al pensiero della vecchietta che li ha chiamati perché sentiva uno strano odore provenire dalla casa del vicino e che non è stata per nulla presa sul serio; oppure si pensi al Fruttariano, che è un’esagerazione di quelli che sono taluni ideali odierni e che a volte sono anche troppo esacerbati. Il tuo protagonista è un antieroe ed è un poliziotto cinico e disilluso, ossessionato dal lavoro, come genere richiede. Non vi è un’attività investigativa rilevante, in quanto la risoluzione del caso e la scoperta del criminale avvengono per puro caso.
Non ho, tuttavia, potuto darti punteggio pieno perché manca il cardine di quello che è il genere noir (insieme alla denuncia sociale): il protagonista è il criminale, o comunque una persona ordinaria, che si ritrova a compiere un delitto per qualche motivo. Nella tua storia, invece, il protagonista è il detective e, in questi termini, la tua storia verte più sull’hard boiler che sul noir. Il noir s’incentra su chi compie il delitto, piuttosto che su chi cerca di risolverlo, e questo nella tua storia manca totalmente, in quanto avviene il contrario. C’è anche l’assenza dell’importanza della città in cui si svolge la storia, che generalmente assume un ruolo essenziale, tanto da divenire “coprotagonista”, ma data la brevità della storia, credo che sia avvenuto più per mancanza di spazio che per altro, anche perché la Londra da te dipinta è molto vivida e anche presente, a modo suo. Ti ho assegnato comunque un punteggio piuttosto alto perché gli altri elementi preponderanti del genere sono presenti.

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta davvero molto ed è proprio quel genere di racconti di cui adoro leggere: cinici, disillusi, crudi, sarcastici, pieni di antieroi e conditi con qualche morte. Insomma, hai creato un mix che non ho potuto non amare: se ci sia aggiunge, poi, che la storia è davvero ben scritta e non scade mai nell’esagerato o nel ridicolo, nonostante il suo carattere caricaturale, il punteggio in questa voce non poteva che essere pieno. Ho letteralmente divorato questa storia e non mi sarebbe affatto dispiaciuto se fosse stata più lunga, anzi. Il protagonista mi ha colpita sin da subito e ho seguito con interesse e curiosità le sue vicende. Hai creato una storia davvero ottima e avvincente, complimento!

Utilizzo prompt: 1/2

Hai inserito la frase in maniera naturale e coerente nella storia, non rendendola una forzatura, ma parte integrante del dialogo che stava avendo luogo. Il punteggio, tuttavia, non è totalmente pieno perché la frase non viene ad assumere una grande rilevanza all’interno della storia: il protagonista dice che è un classico del suo repertorio e che la tira fuori quando vuole cavarsi da impicci del genere, ma poi non torna più nella narrazione, non viene ad esempio ripetuta o richiamata in altre parti e la si dimentica in fretta. Rimane, dunque, marginale e poco incisiva.

Punteggio totale: 37/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:56
 
Quota

Undicesima classificata
“Incrinature” di BessieB


Grammatica e stile:
7,4/10 (3,4 grammatica + 4 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo.

Hai la tendenza a inserire altro segno d’interpunzione dopo il punto esclamativo, interrogativo o dopo i tre puntini: di per sé, non si tratta di un errore, ma è sconsigliato farlo, in quanto si tratta di una ridondanza ed è poco elegante a vedersi. È sufficiente, infatti, utilizzare solamente il punto esclamativo o interrogativo e poi continuare la frase normalmente, con lettera minuscola o maiuscola a seconda che la frase continui oppure no.

Inoltre, hai anche la tendenza a separare il soggetto e il verbo al quale si riferisce con una virgola, mentre il verbo non deve mai essere separato dal soggetto al quale si riferisce con un segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. Ho compreso la tua volontà di voler costruire la frase in modo da voler dare particolare enfasi proprio al soggetto, quasi a volerlo rendere un vocativo, ma mentre in rari casi quest’effetto è riuscito, nella maggior parte si riduce invece a un errore grammaticale. (-0,5 per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo tutto il testo)

Ho riscontrato anche alcuni errori nella consecutio temporum. Di seguito, ti riporto i casi riscontrati: (-0,5 per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo tutto il testo)

”quasi come se si aspettasse che nella mente di Hermione baleni” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”quasi come se si aspetti che nella mente di Hermione baleni”.

”con una placida stanchezza che, ne era certo, anni prima non c’era” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”con una placida stanchezza che, ne è certo, anni prima non c’era”.

”Il fantasma ride, quasi volesse sbeffeggiarlo” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”Il fantasma ride, quasi voglia sbeffeggiarlo”.

”E che quindi siamo dove ho sempre temuto di fermarmi, pensò lui” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”e che quindi siamo dove ho sempre temuto di fermarmi, pensa lui”.

”E, a fin dei conti, allora le importa.” ---> ”in fin dei conti”, refuso.

Quando dev’essere ironico, il destino, per avermi lasciato solamente una persona che detesto?” ---> ”quanto”. (-0,1)

”Draco Malfoy si domanda perché alla Granger dovrebbe interessarle ---> C’è una ripetizione del complemento di termine. La frase avrebbe dovuto essere ”Draco Malfoy si domanda perché alla Granger dovrebbe interessare” oppure ”Draco Malfoy si domanda perché dovrebbe interessarle”. (-0,1)

”forse anche a sé stesso ---> ”se stesso” oppure ”sé”. (-0,2)

”ma l’hai mai veramente conosciuta, ha almeno mai provato, a conoscerla?” ---> ”hai almeno provato a conoscerla”, refuso.

”nel vedersi sfigurato da qualcosa di ben più appariscente del proprio naso aquilino” ---> ”nel vedersi sfigurata”, refuso.

”quando apri una breccia nell’aurea di infallibilità cui li hai avvolti da bambino” ---> ”nell’aura”, refuso.

”Papà era già morta e mamma aveva un compagno” ---> ”papà era già morto”, refuso.

”ma dov’era l’amore e, soprattutto, la speranza?” ---> Il verbo si riferisce a può soggetti, quindi deve essere al plurale. ”ma dov’erano l’amore e, soprattutto, la speranza?” (-0,2)

”ha pianto silenziosamente in uno dentro uno dei cubiculi” ---> ”ha pianto silenziosamente in uno dei cubiculi” oppure ”ha pianto silenziosamente dentro uno dei cubiculi”. Refuso.

Hai uno stile particolare, incentrato su una costruzione delle frasi volta a enfatizzare e a evidenziare specifiche parti o parole; il lessico è ricco e variegato, non eccessivamente ricercato e adatto al contesto della storia: la scelta dell’accostamento dei termini è oculata ed è volta a creare immagini davvero suggestive e d’impatto. Tende a descrivere tutto attraverso paragoni e similitudini e questo contribuisce a donare alla tua storia un tono delicato e sognante, quasi si stia guardando tutto attraverso un velo. In generale, il tuo modo di scrivere risulta accattivante ed è senza dubbio molto riconoscibile, maturo e personale; un utilizzo eccessivo di questi costrutti particolari, tuttavia, ha reso la lettura un po’ “monotona”, poiché le frasi risultano strutturate sempre allo stesso modo e non vi è una varietà di costrutti che rendono il testo più dinamico. Il consiglio, dunque, è quello di non abusare di questo tipo di costruzione sintattica, ma di alternarla anche con frasi più lineari, in modo che il testo non risulti troppo “carico” da questo punto di vista. Per quanto riguarda la punteggiatura, non ne fai sempre un utilizzo corretto: oltre ai casi citati sopra, in generale hai la tendenza a inserire virgole laddove non è corretto farlo: la seconda parte del testo è più corretta della prima da questo punto di vista, ma anche lì questa tendenza permane. Inoltre, utilizzi prettamente il punto fermo e le virgole, mentre sono meno preponderanti gli altri segni di punteggiatura, anche laddove sarebbero stati più consoni. Infine, utilizzi una quantità molto elevata di virgole, più di quelle che sono realmente necessarie, creando una ridondanza che rende la lettura del testo meno fluida e scorrevole, a causa della quantità elevata di pause che si vengono a creare e che frammentano la frase. Ti consiglio un utilizzo più moderato delle virgole e di alternare queste ultime anche ad altri segni di punteggiatura.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di davvero vivide ed efficaci, sempre supportate da similitudini e metafore che, come detto sopra, donano al testo una dimensione onirica e da sogno, trasportando il lettore nel mondo interiore dei protagonisti, mentre l’esterno diviene solo un contorno trasfigurato da pensieri e sensazioni dei personaggi. Hai saputo rendere l’interiorità dei protagonisti molto efficacemente, creando immagini suggestive e d’impatto, che s’imprimono nella mente del lettore e sanno farsi ricordare.

IC/Caratterizzazione personaggi: 9,5/10

I protagonisti assoluti di questa storia sono Hermine e Draco. È stato difficile valutare l’IC di questi personaggi nel contesto in cui li hai presentati, dal momento che li hai collocati dopo la guerra, quindi dopo un evento che ha profondamente segnato entrambi e li ha inevitabilmente cambiati, ed è difficile dire esattamente come. In generale, reputo che tu abbia fatto un buon lavoro di caratterizzazione con entrambi e che, in linea di massima, tu sia riuscita a mantenere i tratti salienti del loro carattere.
Per quanto riguarda Hermione, lei è quella che ho trovato più similare all’originale. L’hai caratterizzata bene, analizzando la sua psicologia da ogni angolazione e lasciando che questa emergesse dal suo modo di fare e di relazionarsi con Draco. Quella che vediamo qui è un’Hermione inevitabilmente più adulta, una sorta di continuazione del processo di crescita e maturazione che la ragazza compie e raggiunge verso la fine delle vicende e di cui, nei libri, viene mostrata solo la superficie. Qui, tu hai deciso di osare, e di parlarci di questo personaggio in un momento complesso, quello successivo a quando tutto è cambiato, non solo nel mondo, ma anche nella sua interiorità. Hai posto l’accento sul lato oscuro posseduto da Hermione, sul suo non essere totalmente pura e retta, non sempre: lei, afferma, a differenza di Ron e Harry, riflette prima di agire e questo non la porta a comportarsi sempre da eroina o come ci si aspetterebbe dalla migliore amica di questi due integerrimi personaggi; questa analisi è stata molto interessante e neppure troppo dissimile da quella che è la realtà dei fatti: mentre Ron e Harry sono più istintivi, Hermione è quella riflessiva, quella che analizza la situazione e agisce di conseguenza e questo la porta inevitabilmente a essere più posata e oculata. L’hai resa, insomma, un personaggio realistico e molto interessante in questa sua evoluzione e maturazione, in questo suo cammino lontano dagli affetti di sempre. Hai saputo darle degli aspetti che le hanno permesso di avvicinarsi a Draco in maniera plausibile, pur mantenendo le sue caratteristiche di fondo. Hai svolto un’analisi e una caratterizzazione molto puntuali, curate, approfondite e coerenti.
Per quanto riguarda Draco, con lui è stato ancora più complesso valutare l’IC, data la sua evoluzione durante la guerra e soprattutto verso la conclusione di essa. Ciò che gli è accaduto lo ha certamente segnato, lo ha spinto a crescere, a diventare più umile; inoltre, hai utilizzato un espediente molto interessante per giustificare ulteriormente il suo ammorbidimento dal punto di vista caratteriale, ovvero l’aggressione con cui si apre la storia. Da questa vicenda, Draco esce profondamente segnato e ferito e questo non ha fatto che rafforzare quel processo di cambiamento già iniziato durante la guerra. In generale, dunque, hai mantenuto anche qui l’IC, anche se in alcuni punti mi è sembrato un po’ troppo fuori dal personaggio, nel modo in cui scherza con Hermione soprattutto. Tolto ciò, invece, hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione: hai scavato nella mente di Draco, l’hai sviscerata, hai tirato fuori il suo dolore e lo hai analizzato a fondo, permettendo al lettore di entrare in empatia con lui, di poter guardare nella sua mente e comprendere i suoi pensieri e i suoi drammi, il suo disagio e le sue delusioni. Draco vede, pian piano, tutto il suo mondo cadere a pezzi, distruggersi e sgretolarsi. Draco perde tutto quello che aveva prima, perde se stesso e tutte le sue convinzioni; perde anche il suo amore per Astoria, perché riesce a vederla per ciò che è davvero, dopo che scopre cosa lei gli ha fatto. Quello che ci mostri di questo personaggio è un processo di maturazione e di presa di coscienza, una crescita interiore che tu hai orchestrato e svolto magistralmente e che ha portato questo personaggio a compiere un’evoluzione lenta e coerente, che pure tiene conto del suo carattere di fondo. hai svolto una caratterizzazione ben fatta e approfondita.
Hai gestito molto bene anche il rapporto tra Hermione e Draco, descrivendo la sua evoluzione con i giusti tempi e creando una vicenda che lo rendesse coerente e naturale. Hai descritto la nascita e la crescita di un legame dandogli il giusto spazio e i giusti tempi, così che nulla sembrasse sbrigativo o confuso. In questo modo, il rapporto tra Hermione e Draco risulta essere realistico e ben motivato.

Trama e originalità: 9/10

La tua trama è lineare e pulita, si svolge con i giusti tempi e dando il giusto spazio agli eventi e non presenta buchi. Ogni cosa viene spiegata e rivelata e gli accadimenti s’intrecciano in modo coerente e realistico. La scelta di alternare i due punti di vista di Draco ed Hermione poteva essere rischiosa, poiché l’effetto poteva essere quello di creare confusione nella mente del lettore, invece tu sei stata molto brava a gestire il cambio di punto di vista, senza che risultasse mai confusionario: i passaggi sono netti, chiari e non c’è difficoltà nell’individuare chi sta dicendo cosa o di chi siano i pensieri che presenti in quel momento. Il quadro generale che si ottiene, dunque, è quello della vicenda letta da entrambi i punti di vista, che ne forniscono alternativamente una visione personale e, quindi, più completa agli occhi del lettore, che può guardare i personaggi attraverso i loro occhi, ma anche attraverso quelli dell’altro, espediente che permette di donare dinamicità alla storia. Nella prima parte c’è anche questo mistero su chi sia stato ad aggredire Draco, che lasci intendere essere una persona a lui cara, e con il quale tieni alta l’attenzione del lettore, spingendolo a voler continuare la lettura per scoprire, insieme a lui, l’identità di questa persona.
Dal punto di vista dell’originalità, la tua storia non è innovativa per quanto riguarda il setting, che si svolge ad Hogwarts, tuttavia risulta comunque interessante per il modo in cui hai gestito gli eventi. Innanzitutto, hai deciso di ambientare la storia dopo la guerra, facendo tornare Hermione a scuola e separandola dai personaggi con cui siamo soliti vederla; inoltre, hai fatto subire a Draco un’aggressione intorno a cui ruotano tutta la vicenda e le basi per la costruzione del suo rapporto con Hermione. Hai anche inserito il dettaglio della Giratempo, un sottofondo che si ripropone regolarmente lungo la storia, a ricordare la sua presenza e a suggerire in qualche modo la sua importanza. Ti sei concentrata più sull’interiorità dei personaggi e sulla loro introspezione che sui fatti e questo ha reso la tua storia di spessore e meno scontata di quanto sarebbe potuta essere se ti fossi limitata a descrivere gli accadimenti, piuttosto che concentrarti sulla crescita interiore di Hermione e Draco. Il finale, inoltre, non è per nulla scontato e si accorda perfettamente con l’atmosfera della storia, lasciando la curiosità di sapere che cosa accadrà poi. In generale, quindi, non hai creato una storia molto originale, ma sei stata in grado di gestirla in modo che non sapesse di “già sentito” e che mantenesse alta l’attenzione del lettore, ed è per questo che il punteggio nella voce è comunque alto.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti è stato assegnato è l’angst e tu lo hai sviluppato in maniera ottimale all’interno della vicenda da te narrata. Ogni riga del tuo racconto, infatti, è intrisa di angst, sofferenza e dramma. Nella vicenda da te presentata non c’è spazio per la speranza o per un risvolto positivo degli eventi: tutto è tormento dei personaggi, ansia, dolore. Ogni passo verso quella che sembra la risoluzione è in realtà un avvicinarsi ancora di più al dolore e all’autodistruzione. Ci sono due personaggi che si amano, che si desiderano e che hanno imparato a mettere da parte l’odio e il disgusto, ma che non sono in grado di dirselo e questo loro silenzio li consuma, li brucia e li distrugge. C’è una vicenda di violenza e tradimento, di disillusione e disincanto, affrontati nella maniera più brutale possibile. C’è un ragazzo costretto a ingoiare il proprio orgoglio e a fare i conti con la propria oscurità e fragilità. C’è una ragazza che sa di non essere fatta di luce, ma di avere delle tenebre che si accordano perfettamente con quelle della persona che ha imparato ad amare. Eppure i due non possono stare insieme, non ci riescono, e il loro amore tormentato culmina con un finale amarissimo e intriso di lacrime. Nella tua storia, l’angst è decisamente centrale e tu lo hai saputo sfruttare al meglio. Complimenti!

Gradimento personale: 4,5/5

La tua storia mi è piaciuta. Gradisco molto le storie che indagano l’interiorità dei personaggi e che narrano di amori difficili, dolorosi e tormentati, per cui ho decisamente trovato pane per i miei denti in questa storia triste, che non si risparmia neppure nel finale aperto, che lascia davvero tanta curiosità di proseguire la lettura e sapere dove quella Giratempo condurrà Hermione e cosa esattamente lei ha intenzione di fare. Ho letto con molta curiosità la tua storia, soprattutto nella prima parte, in cui si fa gran mistero su chi sia stato ad aggredire Draco. Hai presentato dei personaggi adulti, maturi, realistici, che non ho potuto non apprezzare. Purtroppo, i vari errori sopra segnalati, unitamente al modo di strutturare le frasi che tende a non variare mai, come già detto, mi ha impedito di godermi appieno la lettura ma, tolto questo, hai fatto davvero un ottimo lavoro.

Utilizzo prompt: 2/2

Hai sfruttato davvero in maniera magistrale la frase che ti era stata assegnata. La citi per intero solamente in chiusura della storia, tuttavia ne riprendi pezzi e concetti lungo tutta la narrazione, rendendola quindi spesso protagonista dei pensieri e delle sensazioni di Draco ed Hermione. Molti dei concetti espressi si rifanno direttamente o indirettamente alla frase, sia attraverso similitudini e paragoni, sia attraverso ciò che si vuole trasmettere. La frase, dunque, è presente lungo tutta la storia, dalla quale emerge regolarmente, facendosi protagonista e rivestendosi d’importanza. Hai saputo prendere questi versi e costruirci intorno un’intera vicenda con essi coerente. Complimenti!

Punteggio totale: 37,4/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:57
 
Quota

Decima classificata
“Non stuzzicare il karma che dorme” di Freya_Melyor


Grammatica e stile:
8/10 (4 grammatica + 4 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo.

Hai la tendenza a inserire altro segno d’interpunzione dopo il punto esclamativo o interrogativo: di per sé, non si tratta di un errore, ma è sconsigliato farlo, in quanto si tratta di una ridondanza ed è poco elegante a vedersi. È sufficiente, infatti, utilizzare solamente il punto esclamativo o interrogativo e poi continuare la frase normalmente, con lettera minuscola o maiuscola a seconda che la frase continui oppure no. Ti riporto i casi riscontrati:

”Effettivamente non aveva tutti i torti, anzi!,.

”dannazione!,.

”ahimè!,.

”d'altronde non potevo pretendere fortuna anche in quelle!,.

”La cosa non mi interessava affatto, anzi!,da un lato mi faceva comodo”.

”Già!, perché la cara e insopportabile Patty altri non era che un'altezzosa principessina”.

”«E se la prossima coinquilina che verrà mi creerà problemi per la presenza di Mattia?»..

”anzi!, avrei toppato io se non gli avessi dato retta”.

”E sì, lo so!, so che non è bello esultare per le sfortune altrui”.

”le babbusce pelusciose che tanto desideravo e me lo regalò” ---> ”le regalò”, refuso.

”La cosa che mi mandava letteralmente in bestia, era il fatto che le spiegazioni e le bugie che mi forniva non gliele aveva richieste nessuno” ---> Il soggetto e il verbo al quale si riferisce non dovrebbero essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso, pertanto la frase avrebbe dovuto essere: ”La cosa che mi mandava letteralmente in bestia era il fatto che le spiegazioni e le bugie che mi forniva non gliele aveva richieste nessuno”. (-0,2)

”a lavare le orecchie all'asino si perde tempo, acqua e sapone” ---> ”si perdono”. Essendoci più di un soggetto, il verbo va al plurale. (-0,2)

”l'invadenza, la completa mancanza di rispetto nei confronti del prossimo e il dare per scontato che agli altri andasse bene, era una questione di geni in quella sacra famiglia” ---> Stesso discorso di sopra: ci sono più soggetti, quindi il verbo va al plurale. Inoltre, c’è un segno d’interpunzione che separa soggetto e verbo, ma nessun inciso. Quindi, la frase corretta avrebbe dovuto essere: ”l'invadenza, la completa mancanza di rispetto nei confronti del prossimo e il dare per scontato che agli altri andasse bene erano una questione di geni in quella sacra famiglia”. (-0,4 per la presenza di questi due errori)

”Ma la cosa che mi soddisfaceva più di tutte, era il fatto che Patrizia mi rimpiangesse apertamente.” ---> Il soggetto e il verbo al quale si riferisce non dovrebbero essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso, pertanto la frase avrebbe dovuto essere: ”Ma la cosa che mi soddisfaceva più di tutte era il fatto che Patrizia mi rimpiangesse apertamente”. (-0,2)

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere semplice, pulito e lineare, la cui leggerezza si adatta alla perfezione con il tipo di storia che hai presentato. Hai adottato una terminologia vicina al lessico quotidiano, poiché è la protagonista a parlare in prima persona della propria esperienza e questa tua scelta è stata ottima, perché avvicina il lettore a lei e alle sue disavventure, permettendogli d’immedesimarsi e trasmettendo con maggiore incisività il suo modo di essere e di porsi. La prosa è scorrevole, priva di fronzoli od orpelli e si avvicina molto al parlato di tutti i giorni, proprio come se la protagonista stesse colloquiando con un pari, raccontandogli la sua esperienza. Per quanto riguarda la punteggiatura, sei stata varia nell’utilizzo dei vari segni d’interpunzione, alternandoli in maniera efficace e per lo più corretta; un appunto che ho da fare a riguardo, è sull’utilizzo del punto e virgola, spesso usato in maniera erronea, soprattutto in concomitanza di “e” e “ma”: laddove la frase avrebbe dovuto continuare, richiedendo dunque una virgola, tu hai invece utilizzato un punto e virgola, che rappresenta una pausa più lunga e spezza il periodo.
Per quanto riguarda le descrizioni, non ve ne sono nel senso vero e proprio del termine, poiché anche qui hai voluto ricreare l’idea di qualcuno che racconta e che, pertanto, non si perde nel descrivere ambienti e quant0altro, ma si concentra piuttosto sulle vicende. Di nuovo, questa scelta è stata assolutamente in linea con lo spirito del racconto e sei stata molto brava a non generare comunque confusione nel lettore, facendogli comprendere contesto e avvenimenti facilmente e in maniera diretta e concisa. In generale, hai presentato un testo gradevole da leggere, anche se i vari errori segnalati sopra si sono fatti sentire in un racconto non molto lungo, facendogli perdere di fluidità in alcuni punti.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

I protagonisti principali della tua vicenda sono tre: la sventurata narratrice, Patrizia e Mattia. In generale, hai fatto un buon lavoro di caratterizzazione con tutti e tre, dando al lettore un’idea precisa del loro modo di essere e di fare.
Ovviamente, la protagonista è quella meglio caratterizzata, anche grazie all’espediente della narrazione in prima persona, che fa entrare il lettore direttamente dentro la sua testa e dentro la sua vita, permettendogli d’immedesimarsi con lei e di provare empatia nei suoi confronti. Tutto è filtrato attraverso i suoi occhi e i suoi giudizi ed è suo il punto di vista con cui ci vengono narrati i fatti; tuttavia, nonostante la narratrice sia la vittima, non si avverte un tentativo di “tirare l’acqua al proprio mulino”, quanto piuttosto una narrazione disincantata di cosa è accaduto, evidenziando pregi e difetti da ambo le parti, compresa la propria. La narratrice è una persona che conosce e riconosce i propri limiti e i propri errori: sa dove ha sbagliato e sa ammetterlo e imparare dalle situazioni; non è un personaggio che vive in stasi, ma evolve e si adatta, prevarica anche se stessa e la propria morale, la propria indole, pur di adattarsi a una situazione d’insofferenza. Lei è la classica persona buona, altruista e disponibile, attenta agli altri e alle loro esigenze, rispettosa ed educata e per questo facile preda di soprusi e manipolazioni, perché erroneamente creduta sciocca e sottomessa. La sua è un’evoluzione lenta e graduale, ma così incisiva che se la porterà dietro per tutta la vita. grazie a ciò che ci dice di se stessa, comprendiamo facilmente il suo modo di essere e di porsi e ce ne possiamo fare un quadro completo e preciso: osservando la vicenda attraverso i suoi occhi, possiamo sentirci coinvolti nelle sue sventure e provare empatia per lei. È un personaggio che sa farsi ricordare e a cui non si può fare a meno di affezionarsi.
Anche Patrizia è caratterizzata molto bene e ne viene messo in luce soprattutto il lato irrispettoso ed egocentrico, il suo ritenersi sempre al centro del mondo e il modo in cui è stata molto abile a nasconderlo in un primo momento, anche se non del tutto, poiché la protagonista ha da subito un’impressione non proprio positiva su di lei, impressione che tuttavia rifiuta di ascoltare. Patrizia è la classica ragazza che crede che il mondo giri intorno a lei e che tutto le sia dovuto: non ha rispetto del prossimo e finge amicizia nei confronti della protagonista solo per potersi approfittare della sua bontà e disponibilità; indubbiamente, forse le vuole anche bene davvero, ma il suo egoismo prevarica qualsiasi cosa, tanto che quando la narratrice decide di andarsene, lei si rammarica per il fatto che teme di non trovare qualcuno accondiscendente quanto lo è stata lei. Patrizia è una persona che tutto pretende e tutto vuole, che manipola per raggiungere i suoi scopi e i suoi obiettivi, senza preoccuparsi di ferire il prossimo. La quint’essenza, insomma, della persona che a tutti purtroppo tocca incontrare nella vita, prima o poi, e che per questo risulta ancor più antipatica. Il suo fidanzato non è da meno e, nonostante all’inizio si mostri equilibrato e gentile - come anche Patrizia, d’altronde - alla fine si rivela esattamente come lei, spiegando anche il motivo per cui i due stanno insieme.
Hai saputo, dunque, creare dei personaggi vivi e vividi, reali e realistici, che sono lo specchio di individui che facilmente si potrebbero incontrare nella quotidianità; hai saputo tratteggiarli e caratterizzarli molto bene, dando loro caratteristiche peculiari che li rendono riconoscibilissimi. Hai creato dei personaggi pittoreschi e d’impatto, che sanno farsi ricordare, e li hai mossi con naturalezza e spigliatezza.

Trama e originalità: 8/10

La tua storia presenta una trama lineare, che non ha un particolare intreccio, ma nella quale gli eventi si susseguono in maniera sequenziale. La scelta di utilizzare il narratore onnisciente ti ha permesso di portare subito a conoscenza il lettore del doppio gioco di Patrizia architettato ai danni della protagonista. Da subito, dunque, assistiamo a un idillio che sappiamo non essere reale e che vediamo pian piano disfarsi. La storia è un susseguirsi sempre più concitato di eventi, che mostrano come la convivenza apparentemente perfetta tra la protagonista e Patrizia vada pian piano disfacendosi, in un crescendo di situazioni al limite dell’assurdo, tanto esilaranti quanto insostenibili per la povera narratrice che si vede costretta a subire, fino al ribaltamento finale della situazione, in cui si riprende invece la sua rivincita, anche se indirettamente, e impara qualcosa di nuovo, ovvero a essere più egoista e soprattutto a fidarsi dell’istinto. Hai costruito una trama scorrevole e piacevole da leggere nella sua linearità.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia presenta una vicenda con una tematica piuttosto classica, ovvero quella della coinquilina sgradita, che rende infernale la vita dell’altra. In questo, dunque, la tua storia non è molto innovativa, in quanto la tematica è piuttosto trattata, tuttavia il punteggio è comunque alto per il modo in cui hai deciso di trattare la vicenda. Non c’è la classica contrapposizione tra i personaggi della vicenda, che si vendicano dei rispettivi soprusi, né la protagonista alla fine agisce attivamente per ottenere giustizia, ma è il caso, con il corso degli eventi, a fare la sua parte. Inoltre, hai trattato il tutto in maniera spigliata e divertente, senza mai scadere nel caricaturale o in una becera comicità. Hai saputo far sorridere, narrando con spontaneità e semplicità dei fatti che sarebbero potuti capitare a chiunque, facendo immedesimare facilmente il lettore.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti è stato assegnato è la commedia. Un genere, dunque, tutt’altro che semplice, non facile da costruire e gestire nel migliore dei modi e che richiede di tenere in considerazione vari aspetti. Tu sei riuscita a destreggiarti molto bene, presentando quelle che sono le caratteristiche principali del genere e sviluppandole adeguatamente. Così, abbiamo giudizi su temi importanti, nel tuo caso una persona meschina che si approfitta della bontà di un’altra, raccontati con leggerezza e suscitando il sorriso. Abbiamo situazioni al limite del paradossale, ma che pure non perdono di realismo e, infine, abbiamo l’inversione dei ruoli, quando l’egocentrica Patrizia si ritrova a subire ciò che la povera protagonista ha dovuto sopportare per tanto tempo. E, infine, abbiamo il lieto fine, con il karma che riporta giustizia e ordine. Hai, insomma, presentato una commedia in piena regola. Complimenti!

Gradimento personale: 4,5/5

Solitamente la commedia non è un genere che amo leggere, ma la tua storia mi è piaciuta davvero molto. Hai saputo raccontare con semplicità e leggerezza una vicenda che di per sé ha un fondo di amarezza, e l’hai saputo fare suscitando il sorriso, pur non essendo mai esagerata o fuori luogo. Sei stata equilibrata nel narrare gli eventi, senza mai eccedere o scadere nel caricaturale. Hai creato una storia divertente, piacevole e coinvolgente, che ho letto con davvero molto piacere e interesse, curiosa di sapere come si sarebbero svolti gli eventi e come la protagonista avrebbe ottenuto vendetta e giustizia.

Utilizzo prompt: 2/2

Hai fatto un ottimo utilizzo del prompt che ti era stato assegnato. Hai riportato la frase solamente alla fine del racconto, ma tutta la storia ruota intorno al karma e a come esso possa rivoltarsi se stuzzicato troppo. La frase, dunque, non è altro che il sunto di un concetto che è stato sviluppato e approfondito lungo tutta la storia e che, dunque, ha assunto centralità negli eventi narrati.

Punteggio totale: 37,5/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:58
 
Quota

Nona classificata
“It shouldn't bother me” di Soul_Shine


Grammatica e stile:
9,5/10 (5 grammatica + 4,5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun tipo di errore, quindi complimenti per la cura che hai messo nel testo.

Per quanto riguarda lo stile, il testo è pulito, lineare e scorrevole. Le frasi sono brevi, semplici e non troppo articolate, cosa che ti ha permesso di rendere in maniera immediata e chiara la situazione. La punteggiatura è utilizzata in maniera corretta, con una preponderanza di virgole e punti, che hai saputo alternare sapientemente per impartire il giusto ritmo alla narrazione: in generale, si ha un ritmo lento, che ben s’addice con la situazione di calma da te presentata, una situazione che non richiede fretta e che non è concitata. Per quanto riguarda il lessico, esso è semplice e non vi è una ricercatezza nella terminologica: credo che questa tua scelta sia adatta al testo che hai voluto presentare e alla situazione di quotidianità che hai descritto, tuttavia a volte ho avuto la sensazione che, in alcuni punti, il testo fosse troppo colloquiale: mentre questa scelta è stata vincente per quanto riguarda i dialoghi, per la parte narrata a volte il testo presenta un carattere troppo informale, che avrebbe funzionato se il testo fosse stato in prima persona, ma avendo tu utilizzato la terza persona, una terminologia un po’ più ricercata sarebbe stata più auspicabile. Ovviamente, non si tratta di un grave errore strutturale, ma solamente di un’impressione generale durante la lettura: il testo in sé, come già detto, è corretto e scorrevole, piacevole da leggere.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne hai fatta di equilibrate, alternando bene l’attenzione alla gestualità e alla situazione e quella all’interiorità dei personaggi e ai loro sentimenti, destreggiandoti bene tra i punti di vista dei due protagonisti, dando il giusto spazio a entrambi. L’equilibrio tra parte dialogata e narrativa è ottimo in ogni parte del testo.

IC/Caratterizzazione personaggi: 9,5/10

La tua storia presenta due personaggi che vediamo interagire tra loro, nell’intimità di una camera da letto, dove possono ridere e scherzare, ma lasciarsi andare anche a riflessioni più profonde e importanti.
Roddy ci viene presentato come un personaggio allegro, pronto allo scherzo e alla battuta, che ha con il suo compagno di letto e di band una confidenza dovuta ad anni di conoscenza e di amicizia; è ben evidente da subito il legame che intercorre tra i due personaggi e, soprattutto, quanto Roddy tenga a Jim: emerge dal modo in cui scherza con lui e anche, più avanti, nel modo in cui cerca di rassicurarlo, sempre scherzando, a sottolineare ancora una volta la sua solarità e il suo ottimismo. Roddy è un personaggio positivo, che prende con leggerezza ciò che gli accade e non si lascia incupire neppure dalla reazione del suo amico, che è reticente nei suoi confronti. Prende con filosofia quanto accade, lo prende con un sorriso e ci scherza sopra, affrontando con entusiasmo una situazione che è normale pensare possa essere per lui dolorosa e difficile da digerire; invece, Roddy ci scherza sopra e non solo cerca di rassicurare Jim con le parole, ma anche con i gesti, prendendosi cura di lui con dolcezza e premura.
Jim, invece, è l’esatto opposto di Roddy: lui è una persona chiusa, più cupa e scontrosa. Qui, questi lati del suo carattere non emergono molto, poiché si trova a interagire con un amico di vecchia data ed è dunque normale che questi lati siano più smorzati, ma è in ogni caso evidente la sua diversità rispetto a Roddy. Jim è tormentato interiormente da ciò che accade, si fa mille domande, s’interroga, lascia che i pensieri gli affollino la testa e fa mille congetture. Laddove Roddy ha chiuso la questione con una battuta e una risata, Jim invece pensa e riflette, e s’incupisce. La sua costernazione è più che normale, perché mentre Roddy si conosce a fondo, sa le sue inclinazioni e le sue preferenze, Jim si ritrova a combattere contro qualcosa che non comprende: si sente in qualche modo attratto da Roddy, anche se razionalmente prova ansia a stare con lui, al pensiero di ciò che potrebbe fare. Da un lato, Jim è attratto da Roddy, dall’altro si costringe ad allontanarsene, a prendere le distanze, perché è quello che ha sempre creduto essere giusto. Jim si ritrova a non conoscersi, a non capire bene cosa gli succede: assecondare queste nuove sensazioni è difficile, perché significa mettersi in discussione e varcare una linea pericolosa, dalla quale poi non si può più tornare indietro. Jim è una persona tormentata e combattuta, ma che si lascia molto guidare dall’istinto, infatti alla fine decide di lasciarsi andare tra le braccia di Roddy e godersi le sue coccole, mettendo a tacere tutte le domande che gli hanno affollato la mente fino a quel momento. Nonostante questa diversità caratteriale rispetto a Roddy, sei stata molto brava a mettere al centro di tutto la complicità tra i due, la loro amicizia e affinità e a renderla plausibile, naturale e realistica nonostante siano agli antipodi. Il rapporto che hai presentato è spontaneo, genuino, parla di anni ed esperienze vissuti insieme, e lascia intravedere il profondo affetto che lega i due, un affetto che è sfumato, non ben definito e che sembra sbilanciarsi oltre l’amicizia.
Come detto sopra, per via del fatto che i due sono amici, hanno confidenza e scherzano sempre, i tratti salienti del loro carattere non emergono con evidenza, come nel caso dell’introversione di Roddy, che qui non si nota proprio per via del fatto che si trova a passare del tempo con una persona che conosce da molto tempo e con la quale si sente a suo agio. Le caratteristiche dei due le apprendiamo perché ci vengono esplicitamente dette, piuttosto che attraverso i loro gesti e modi di porsi, che qui sono filtrati dalla confidenza e dall’amicizia; in generale, comunque, tolto questo, hai fatto davvero un ottimo lavoro di caratterizzazione, dando spazio a entrambi i personaggi e passando dal punto di vista dell’uno e dell’altro naturalmente e senza forzature.

Trama e originalità: 8,5/10

La storia presenta una trama semplice e lineare, che descrive uno spaccato di vita, un momento vissuto da Roddy e Jim insieme. Di per sé, dunque, non vi è un intreccio vero e proprio, ma ti concentri piuttosto sulle sensazioni ed emozione provate dai personaggi e sul loro rapporto, che emerge dal modo in cui ridono e scherzano insieme e da come si approcciano. Non ti sei concentrata tanto sul costruire una scena complessa o sul presentare gli eventi in maniera particolare, quanto piuttosto sul focalizzarti sull’interiorità di Jim e Roddy e sul significato che il loro stare insieme assume per l’uno e per l’altro. In questo, sei stata molto brava a gestire i due punti di vista, alternandoli, come già detto, naturalmente e senza forzature, così che non si percepisse uno stacco netto, ma il passaggio fosse più sfumato. Hai dato il giusto spazio a entrambi i personaggi, senza privilegiare nessuno dei due, e questo ha permesso di poter comprendere i punti di vista e le posizioni di entrambi. Hai lasciato molto spazio anche a questo loro rapporto scherzoso e affettuoso, mostrandolo in dettaglio e consentendo così al lettore di farsene un’idea ben precisa e di capire la profondità del legame che unisce i due. In generale, hai fatto davvero un ottimo lavoro d’introspezione.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa. Vengono presentate due persone in camera da letto, che ridono e scherzano tra loro, in un rapporto non ben definito, che potrebbe essere amicizia, ma anche amore. In sé, questo tema è molto usato e se ne legge spesso, ma il fatto che tu ti sia concentrata più sull’interiorità dei personaggi che sulla situazione ha reso la tua storia godibile, fresca e mai noiosa. Nonostante, quindi, il tema trattato sia abusato, l’ottima analisi introspettiva che hai svolto ha permesso alla tua storia di farsi ugualmente apprezzare.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti è stato assegnato è quello fluff, e non c’è alcun dubbio sul fatto che tu ne abbia fatto un ottimo utilizzo. Tutta la storia ruota intorno a Roddy e Jim che ridono e scherzano, che si fanno il solletico e si coccolano. L’atmosfera che hai creato è quella distesa e dolce tipica del genere, e l’hai saputa mantenere lungo tutto il racconto, anche quando ti sei soffermata sui pensieri un po’ più cupi di Jim: anche lì, la storia è rimasta coerente a se stessa e non ha fatto sentire troppo il peso del momento, un momento che è sfumato in fetta, concludendosi con un “lieto fine”, in cui Jim non si fa troppe domande, ma si gode le coccole di Roddy, che tra l’altro hai descritto in maniera davvero efficace, trasmettendo tutta la premura e la cura che lui stava mettendo nel compiere quei gesti. Hai, quindi, rispettato in pieno il genere a te assegnato, dandogli centralità lungo tutta la storia.

Gradimento personale: 4,2/5

La tua storia mi è piaciuta. Nonostante non sia una grande amante del genere fluff, ho molto apprezzato la tua storia,. proprio per l’attenzione all’interiorità dei personaggi e alle loro reazioni a ciò che stava accadendo. In particolare, ho molto gradito il momento in cui Jim si perde nei propri pensieri e riflette su quanto sta accadendo e sul perché si senta bene tra le braccia di Roddy, quando invece fino a un istante prima si è sentito a disagio; questa leggera nota di “cupezza”, che ha “sporcato” leggermente l’atmosfera altrimenti gioiosa e leggera della storia, mi è piaciuta, perché ha rotto per un istante l’incanto della perfezione che era stata fino a quel momento la situazione, ridestando la mia attenzione. Ho amato moltissimo anche il tipo di relazione presentato, quest’amicizia che non è proprio amicizia, ma nemmeno nulla di più: un rapporto indefinito, che sfuma. Ho un debole per questo tipo di legami, e tu ne hai presentato uno, sviscerandolo in ogni sua parte e aspetto.

Utilizzo prompt: 1/2

Per quanto riguarda la frase che ti era stata assegnata, l’hai inserita bene nella storia, facendola pronunciare a uno dei due protagonisti durante i loro scherzi e dandole una connotazione positiva e divertente, che non l’ha fatta stonare nel contesto, ma l’ha mantenuta coerente al genere. La difficoltà nell’inserire una frase del genere in una storia fluff era evidente, ma tu te la sei cavata egregiamente, riuscendo a integrarla alla perfezione con la situazione. L’unico motivo per cui il punteggio non è pieno è che il prompt non è molto centrale nella vicenda: la frase c’è, viene pronunciata, ma non si tratta di qualcosa su cui si è posta enfasi, o che in qualche modo condiziona ciò che accade dopo, per questo ho trovato il suo utilizzo piuttosto marginale nell’economia della storia. Tolto questo, ti rinnovo ancora i complimenti per il modo in cui sei riuscita a rendere coerente e per nulla forzata questa frase in un genere come il fluff.

Punteggio totale: 37,7/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 11:59
 
Quota

Ottava classificata
“Anche gli incubi hanno fame” di G RAFFA uwetta


Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun tipo di errore.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere che si adatta molto bene alla storia da te presentata. Le frasi sono brevi, rapide, concise, prive di fronzoli, crude e dirette. Il lettore immagina subito ciò che accade e che assume un carattere d’immediatezza dato proprio dai periodi incisivi. I termini non sono ricercati, ma non per questo la scrittura risulta piatta o monotona, anzi: essa scorre fluidamente e risulta godibile grazie alla varietà lessicale presente nel testo. I termini che scegli di utilizzare sono sempre consoni al contesto e al tipo di storia e sono volti ad accentuare il senso di ansia e di orrore che attanaglia la protagonista. La punteggiatura è utilizzata sempre in maniera pertinente e puntuale, con una predilezione del punto fermo, scelta che contribuisce ad accentuare il ritmo serrato e concitato della narrazione, restituendo al lettore un’immagine di quello che è lo stato d’animo di Luana e le sue sensazioni.
Le descrizioni sono minimali, tratteggiate quanto basta ed essenziali: creano immagini vivide e d’impatto, realizzate con pennellate rapide, ma che riescono comunque a essere chiare e a delineare situazioni e sensazioni. La scelta di non dilungarti troppo sulle descrizioni è stata vincente, perché non distoglie l’attenzione dalla vicenda e non allenta il ritmo concitato della narrazione, mantenendo sempre alta l’attenzione del lettore. C’è un ottimo equilibrio tra parte narrata e dialoghi, che sono sempre naturali e mai forzati. In generale, hai presentato davvero un ottimo testo.

IC/Caratterizzazione personaggi: 8/10

La tua storia s’incentra tutta su Luana, questa sfortunata ragazza che si trova rinchiusa in un istituto psichiatrico a seguito di un terribile trauma subito e che fa costantemente dei sogni molto vividi, che la perseguitano.
In generale, hai descritto molto bene la disperazione di questa giovane donna che si trova a vivere un terribile trauma prima e una lenta agonia dopo. Luana è preda delle sue visioni, di quei sogni in cui uccide in maniera efferata delle donne incinte, appropriandosi dei loro neonati; è preda della terribilità dei gesti che compie, che le paiono reali, tanto che gli effetti dell’incubo permangono anche dopo che si ridesta, in una sottile mescolanza tra sogno e realtà che si fa sempre meno marcata man a mano che il tempo scorre. Luana è una ragazza terrorizzata e sola, perché nessuno le crede: gl’inservienti della struttura attribuiscono i suoi deliri alla malattia psichiatrica di cui soffre e al trauma che ha subito, rifiutando di credere vero ciò che la ragazza asserisce. E così la spirale in cui Luana si trova si fa sempre più cupa e soffocante e colma di orrore. Sei stata davvero bravissima a rendere tutte queste sensazioni, le reazioni della protagonista a quanto accadeva e a farle passare con forza, colpendo il lettore come un pugno. Hai reso benissimo la condizione di una persona che si ritrova preda dei suoi deliri mentali, schiava di qualcosa che può vedere solo lei e che nessun altro riesce a cogliere. La sua disperazione è palpabile in ogni riga del racconto, così come la sua inquietudine ed entrambe crescono di pari passo, aumentando d’intensità man a mano che le vicende proseguono. Il dolore fisico e mentale della ragazza è descritto con vividezza e non si può fare a meno di entrare in empatia con lei, provare ciò che lei prova, ed essere avidi di conoscere le origini di questo suo malessere, di comprendere dove finisca il sogno, il delirio, e dove cominci la realtà.
Il punteggio nella voce non è pieno perché Luana, in sé, non è un personaggio che spicca e non ha una caratterizzazione approfondita. Di lei, non emergono caratteristiche che la identifichino inequivocabilmente: dal punto di vista della personalità, rimane piuttosto piatta ed evanescente. Nonostante si tratti della protagonista, non è incisiva, non emerge e risulta piuttosto spersonalizzata. Non sa farsi ricordare ed è l’ombra di se stessa. Il punteggio è comunque alto proprio per l’ottimo lavoro che hai fatto nel descrivere il tormento di Luana e perché il fulcro del racconto era proprio quello: la storia punta a mettere in luce come la ragazza vive ciò che sta accadendo e come l’ombra opera sulla sua psiche, torturandola e degradandola gradualmente, e in questo hai fatto davvero un ottimo lavoro. Tuttavia, questa mancanza di una caratterizzazione incisiva si sente mentre si legge: Luana avrebbe potuto avere qualsiasi altro nome, e nella storia non sarebbe cambiato nulla. Anche se i protagonisti della vicenda sono l’orrore e la disperazione provati dalla donna, una delineazione più marcata del personaggio avrebbe aiutato il lettore ad affezionarvisi maggiormente. Tolto questo, hai fatto, come già detto, un ottimo lavoro.

Trama e originalità: 8,5/10

Per quanto riguarda la trama, hai presentato una vicenda lineare e priva d’intrecci, ma coerente e ben svolta, che non lascia buchi di trama o confusione, domande senza risposta o questioni insolute. Apprezzabile è il modo in cui hai deciso di condurre la narrazione, alternando il sogno e la realtà e lasciando che questi due aspetti si fondessero e intrecciassero, sfumando i loro confini e spingendo dunque il lettore a domandarsi quanto ci fosse di vero e quanto d’immaginato in ciò che stava vivendo Luana. Hai giocato abilmente con questi due piani, insinuando nel lettore il dubbio, facendogli sorgere domande e mantenendo alta l’attenzione, spingendolo a continuare nella lettura per riuscire a comprendere cosa stia accadendo davvero e a conoscere le sorti della sventurata protagonista, di cui ci sveli dettagli pian piano, mano a mano che la storia prosegue, non dicendo tutto immediatamente, ma lasciando che la sua vita si disveli un poco alla volta, attraverso ricordi e parole di terzi. Anche questa scelta ha pagato, perché ha reso decisamente più interessante la situazione da te presentata. Apprezzabilissimo anche il modo in cui hai gestito gli eventi in modo che la situazione diventasse chiara solamente alla fine, ma disseminando lungo il racconto indizi che lasciassero intuire cosa stesse succedendo davvero. Hai saputo incuriosire il lettore e non annoiarlo, creando un’atmosfera di tensione e aspettativa.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, in quanto storie dove gli incubi diventano reali o dove creature malvage si servono degli incubi per diffondere il male ce ne sono parecchie e si tratta anche di una delle tematiche più diffuse dell’horror, tuttavia è originale il modo in cui hai deciso di trattare la tematica. Abbiamo un personaggio traumatizzato da quanto accadutogli, ed è stato molto interessante il tipo di trauma che hai deciso di raccontare, perché porta alla luce anche una tematica attuale e delicata come quella della violenza sulle donne e sulla terribilità delle conseguenze che questa può avere. Inoltre, è altresì interessante il modo in cui l’ombra si serve del trauma di Luana per farle compiere azioni efferate finalizzate a nutrirla; c’è, dunque, un parallelismo tra realtà e incubo, tra ciò che accade davvero e ciò che è solo immaginato: un parallelismo così marcato che distinguere l’una dall’altro diventa quasi impossibile, sia per Luana che per chi legge. E questa incertezza, questo dubbio, questo non sapere a cosa credere e a cosa no è stato il dettaglio che ha reso la tua storia davvero coinvolgente e per nulla scontata, nonostante il tema che hai scelto sia trattato spesso.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti era stato assegnato è l’horror e tu lo hai rispettato in pieno, presentando una storia che ha in sé tutti gli elementi salienti del genere. Sei riuscita, soprattutto, a ricreare il clima di ansia e orrore tipico dell’horror, corredato di un’atmosfera di disperazione e cupezza, di indefinito e disturbante, e sei riuscita a mantenere tutto questo lungo tutto il racconto, in un crescendo d’intensità. La storia presenta un giusto equilibrio di splatter e di elementi più da horror vecchio stile, dove a farla da padrone è proprio il senso di ansia e angoscia suscitato nel lettore. Hai, quindi, fatto un ottimo lavoro, rispettando in pieno il genere.

Gradimento personale: 4,5/5

La tua storia mi è piaciuta. Nonostante sia piuttosto classica nel genere e presenti una situazione che si vede spesso, sei riuscita a farmela gradire moltissimo, soprattutto per via di come hai presentato e strutturato il racconto. Hai giocato con la mescolanza di sogno e realtà e con il fatto che la protagonista soffra di una malattia mentale per far sorgere nel lettore dei dubbi e fargli domandare se ciò che vede sia davvero reale oppure solo frutto della mente malata della protagonista. Hai collegato l’operato dell’ombra con il trauma subito dalla protagonista, in modo che il dubbio del lettore fosse ancora più accentuato; hai saputo creare una storia coinvolgente e molto interessante, che spinge a continuare a leggere e ad arrivare fino alla fine per sapere quali saranno le sorti di Luana. Ho gradito moltissimo anche la personificazione dell’incubo, che qui è qualcosa di reale e tangibile, che esce dalla mente della protagonista e prende vita, servendosi di lei. Complimenti!

Utilizzo prompt: 2/2

Hai utilizzato in maniera impeccabile il prompt che ti era stato assegnato, rendendolo centrale all’interno del racconto. La culla accompagna Luana in ogni momento della storia e in ogni suo incubo, ogni volta che uccide una donna incinta e s’impossessa del suo neonato. La culla diviene quasi un altare sacrificale, dove viene depositato il cibo offerto da un’ignara Luana all’ombra che se ne ciba. La culla diviene anche la tomba di Luana, il luogo il cui è costretta mentre brucia e, nel mondo reale, sta morendo davvero. L’oggetto è dunque presenza inquietante, persistente e centrale all’interno del racconto.

Punteggio totale: 38/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 12:00
 
Quota

Settima classificata
“An hour in the shower” di Kim WinterNight

Grammatica e stile:
9,5/10 (5 grammatica + 4,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi riscontrati nel testo:

”per poi portando la mano destra sotto il suo mento” ---> ”per poi portare”, refuso.

”Ho decisamente voglia di trovare quel coglione di Stewart Copeland è spaccargli la faccia.” ---> ”e spaccargli la faccia”, refuso.

Hai uno stile pulito, piacevole e incisivo, che predilige frasi brevi e con poche subordinate, il che rende ciò che vuoi comunicare immediato; nella mente del lettore si vengono, dunque, a creare e delineare con facilità e vividezza le immagini, le azioni e i contesti. Per quanto riguarda il lessico, hai scelto un linguaggio più vicino al quotidiano, che si accorda molto bene con il tipo di storia che hai deciso di presentare, con la leggerezza della stessa e anche con il tipo di protagonisti che narrano le vicende: hai deciso di adottare la prima persona, dunque la scelta di accordare il linguaggio ai personaggi, scegliendone uno meno ricercato e più immediato, è stata vincente, perché ti ha permesso di donare realismo alla narrazione, che altrimenti sarebbe potuta risultare forzata e artefatta; sei stata molto brava a destreggiarti tra i vari punti di vista, alternandoli mantenendo fluidità nella narrazione, senza che questa risultasse frammentata. La divisione netta tra i vari personaggi ha permesso al lettore di non essere confuso e di sapersi orientare tra i vari punti di vista dei personaggi, avendo sempre ben presente chi stesse dicendo cosa. Unico appunto che ho da fare riguarda la correlazione tra punti di vista e lessico: hai adottato sempre lo stesso modo di narrare le vicende anche se a raccontarle sono personaggi diversi; non hai dato un corredo di termini e un modo di esprimersi che fossero identificativi di un personaggio, che fossero personali e lo contraddistinguessero nettamente dagli altri, o permettessero comunque al lettore di riconoscerlo come tale anche senza la specifica di chi stesso parlando. In tal senso, la storia risulta omogenea anche se a parlare sono quattro personaggi diversi.
Per quanto riguarda le descrizioni, sei entrata nel dettaglio quanto basta per far comprendere bene al lettore che cosa sta accadendo e ti sei concentrata su quei dettagli che sono importanti per il personaggi, permettendo dunque di entrare nella sua mente e di adottare il suo modo di pensare e di vedere le cose. C’è un ottimo equilibrio tra parte narrata e dialogata e, per quanto riguarda i dialoghi, li hai mantenuti realistici e naturali, mai forzati o artefatti.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

La tua storia s’incentra su quattro personaggi principali, di cui ci mostri i punti di vista e che hai caratterizzato davvero molto bene. Anche i personaggi secondari, tuttavia, benché rimangano sullo sfondo, sono ben delineati nei loro tratti essenziali e facilmente riconoscibili.
Stewart è il personaggio sul quale s’incentrano maggiormente le vicende e del quale vediamo subito il punto di vista. Egli si presenta come una persona scherzosa, ironica e che della vita sa cogliere l’aspetto migliore, l’occasione, l’attimo: con una dubbia moralità, che non lo rende la migliore delle persone, si approfitta di ciò che gli accade, dell’imprevisto che minaccia di rovinare la sua routine sacra, e che invece riesce a rovesciare e a vedere come una succosa occasione che non si lascia sfuggire, pur comprendendo che Brian sia ubriaco e che lo abbia scambiato per Roger. Stewart è la pecora nera della storia, ha un atteggiamento ribelle, irrispettoso e supponente, e si diverte a far innervosire Sting, adottando comportamenti che sa gli provocano urto. Nonostante questi comportamenti negativi, è un personaggio verso il quale non si può non provare simpatia, grazie alla sua esuberanza e l’ironia con cui affronta ciò che gli accade.
Brian è la vittima ignara e inconsapevole della vicenda, il fedelissimo che si ritrova nei panni del traditore suo malgrado. È una persona dolce e sensibile, certamente innamorata di Roger, che rispetta profondamente; non è un personaggio che agisce d’impulso, ma riflette molto prima di fare e parlare e riesce a rimanere razionale e calmo anche in situazioni molto stressanti. In questo, si contrappone decisamente a Roger, che è invece più impulsivo e si lascia trascinare dall’impeto della rabbia e dalla sete di vendetta, aggredendo Stewart senza esitazione. In tal senso Brian e Roger si propongono come una coppia molto equilibrata, opposta per certi versi, ma complementare: il loro legame solido emerge dalle righe della storia e dal modo in cui Roger reagisce; in un primo momento, infatti, questo s’infuria con Brian, ma poi esige solamente vendetta nei confronti del suo amato, del quale Stewart ha approfittato senza remore o sensi di colpa. In tal senso, nonostante il suo atteggiamento aggressivo e istintivo, non gli si può dare certo torto. La sua è una reazione naturale e umana, che ha contribuito a rendere questo personaggio assolutamente realistico.
Anche Sting e il suo acerrimo nemico Freddie sono magnificamente caratterizzati, il primo in particolare, del quale ci viene fornito il punto di vista più volte. Sting è un borioso egocentrico, che tratta male i membri della sua band e sa farsi detestare da loro senza troppa difficoltà; odia Freddie senza neppure avergli mai rivolto la parola, solamente perché lo considera indegno della fama che possiede. È un personaggio estremamente orgoglioso, infatti la vendetta nei suoi confronti consiste nell’umiliarlo dinanzi a migliaia di persone, fine più che meritata e che di certo non lascia l’amaro in bocca al lettore, data la tua abilità nell’aver dipinto Sting esattamente come lo vedono le persone che lo circondano, ovvero come una persona piena di sé, insopportabile e boriosa.
Andy e John, invece, sono quelli che rimangono sempre in disparte e osservano in silenzio, rifiutandosi di prendere le parti dell’uno o dell’altro; sono persone chiuse, individualiste e che non amano creare problemi o andare a cercarseli, sono molto simili e, per questo, si trovano subito in sintonia tra loro. Sei stata molto brava, a tal proposito, a condurre, lungo tutta la storia, il parallelismo tra le due band e i loro componenti, mostrando similitudini e marcate differenze tra loro. A ogni membro dei Police corrisponde un membro dei Queen, tanto nei tratti che li uniscono quanto in quelli che li rendono opposti, in un connubio davvero ben riuscito e piacevole da leggere. Complimenti!

Trama e originalità: 9/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia procede in maniera lineare, senza particolari intrecci o colpi di scena significativi, tuttavia è ben sviluppata, coerente e non presenta buchi. Il fatto che mostri la vicenda dai vari punti di vista la rende interessante e coinvolgente, mantiene alta l’attenzione del lettore e non risulta mai noiosa. Hai saputo legare molto bene i punti di vista dei vari personaggi in modo che la vicenda risultasse omogenea e che il quadro generale fosse ben chiaro; hai alternato vari momenti, mostrando come i diversi personaggi li stessero vivendo e quali pensieri e reazioni avessero suscitato in loro, e questo ti ha permesso di donare dinamicità alla storia. la vicenda risulta piacevole da leggere, grazie alla leggerezza dovuta ai toni che hai deciso di usare e che rendono l’accaduto divertente e coinvolgente, tanto che il lettore si trova coinvolto in ciò che sta leggendo, è partecipe, sorride, ride, si fa domande e formula ipotesi, si ritrova a fare il tifo per l’uno o per l’altro personaggio; nella sua semplicità, dunque, hai saputo creare una storia coinvolgente e divertente, molto godibile. L’unico appunto che ho da fare è che la parte finale, rispetto a tutto il resto, risulta sbrigativa: mi riferisco al modo in cui viene sedato l’alterco tra Stewart e Roger e il modo in cui si passa dall’astio alla collaborazione ai danni di Sting. Quella scena si è svolta molto rapidamente, così che il cambio di situazione risulta netto, anziché sfumato e più graduale. Tolto questo, hai presentato davvero un’ottima storia.
Per quanto riguarda l’originalità, non c’è alcun dubbio sul fatto che la tua storia ne abbia in gran quantità. Hai saputo creare una situazione divertente e per nulla scontata, dalla quale gli eventi si sono sviluppati per giungere a una conclusione che, nella sua semplicità, risulta comunque appagante e non noiosa. Nonostante la linearità della trama, dunque, la storia risulta essere avvincente proprio per la serie di eventi quasi paradossali che accadono e che, insieme, formano un quadro omogeneo, coerente ed equilibrato. È una storia che sa farsi apprezzare e ricordare e che risulta divertente e innovativa.

Attinenza al genere: 3,5/5

Il genere che ti è stato assegnato è quello erotico ed è indubbio che esso sia presente nella tua vicenda. È molto marcato nella prima parte della storia, dove esso è centrale nel capitolo, tanto che lo prende per intero. Tuttavia, nei successivi due capitoli, questo va scemando, fino a perdere completamente d’importanza: è vero che l’evento scatenante di tutta la vicenda è quella notte nella doccia, ma comunque il racconto perde le sue connotazioni erotiche per assumere piuttosto toni ironici e comici, che risultano essere prevalenti all’interno della storia. Il genere erotico, dunque, è una cornice nel racconto, piuttosto che il centro dello stesso, ruolo invece assunto, appunto, dalla comicità. In generale, dunque, dove hai fatto prevalere il genere erotico, lo hai fatto in maniera ottimale e dandogli il giusto spazio e spessore: nonostante i toni leggeri, infatti, non hai mancato di descrivere sensazioni fisiche e mentali molto accuratamente, realisticamente e con intensità e hai reso il momento passionale, nonostante si tratti di un rapporto sessuale all’insegna dell’inconsapevolezza. L’erotismo, tuttavia, come già detto, non risulta essere centrale nella tua vicenda, ed è per questo che il punteggio nella voce non è pieno.

Gradimento personale: 4,5/5

La tua storia mi è piaciuta molto. Mi ha strappato più di qualche sorriso e l’ho letta davvero volentieri, nonostante il comico non sia un genere che gradisco molto e preferisca storie più serie. Tu, però, sei stata in grado di farmi apprezzare questo racconto leggero e divertente, tanto che l’ho letto tutto di seguito, senza interrompere la lettura perché, presa dagli eventi, volevo sapere dove avrebbero portato i fatti da te narrati. Nonostante la tua intenzione fosse quella di presentare delle scene demenziali, non sei mai scaduta nell’esagerato o nel caricaturale, ma ti sei sempre mantenuta dietro quella sottile linea che divide il comico dal grottesco e, per questo, la tua storia risulta molto piacevole, fresca e godibilissima. Mi è davvero piaciuto leggerla.

Utilizzo prompt: 2/2

Hai sviluppato molto bene il prompt assegnatoti. La doccia è assolutamente centrale nella tua narrazione non solo perché è il luogo nel quale avviene il fatto che mette in moto tutti gli eventi, ma anche perché è ricorrente anche in seguito, soprattutto quando Brian prova a ricordare cosa abbia fatto la sera prima e quella doccia dalle improbabili piastrelle leopardate non fa che tornargli alla mente. La presenza della doccia è talmente insistente all’interno della narrazione da divenire quasi un altro personaggio all’interno della vicenda. L’hai, quindi, resa centrale e l’hai rivestita d’importanza.

Punteggio totale: 38,5/42

[Modificato da Dark Sider 23/06/2020 12:53]
OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 12:00
 
Quota

Sesta classificata
“Jo e me” di Bene.Bong


Grammatica e stile:
9,1/10 (4,1 grammatica + 5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo.

Hai la tendenza a inserire altro segno d’interpunzione dopo il punto esclamativo o interrogativo: di per sé, non si tratta di un errore, ma è sconsigliato farlo, in quanto si tratta di una ridondanza ed è poco elegante a vedersi. È sufficiente, infatti, utilizzare solamente il punto esclamativo o interrogativo e poi continuare la frase normalmente, con lettera minuscola o maiuscola a seconda che la frase continui oppure no.

”doveva solo servire a darmi una linea generale per quanto concerne i tempi” ---> Errore nella consecutio temporum. La frase avrebbe dovuto essere: ”doveva solo servire a darmi una linea generale per quanto concerneva i tempi”. (-0,2)

”Beh, alle volte le cose basta chiederle con gentilezza e educazione.” ---> ”ed educazione”: la d eufonica in questo caso è obbligatoria, in quanto le vocali sono uguali. (-0,1)

”in cui veniva condannato e non ammesso all’interno del villaggio sessismo, razzismo, aggressività e omofobia” ---> ”venivano condannati e non ammessi”: i verbi vanno al plurale, in quanto riferiti a più soggetti. (-0,2)

”quel bisogno di tornare in mezzo alla gente che tanto leggevo tanto nelle tue espressioni” ---> ”quel bisogno di tornare in mezzo alla gente che tanto leggevo nelle tue espressioni”, refuso.

”dove erano state attaccate una serie di amache” ---> ”dove era stata attaccata una serie di amache”: il verbo va al singolare, in quanto il soggetto a cui è riferito è singolare (una serie). (-0,2)

”Quando hanno tirato sul il muro” ---> ”su il muro”, refuso.

”mentre la maggior parte dei suoi amici erano a Berlino Est” ---> ”mentre la maggior parte dei suoi amici era a Berlino Est”: il verbo va al singolare, in quanto il soggetto a cui è riferito è singolare (la maggior parte). (-0,2)

”quando Cassandra urlò ad Adrien e Abbie ---> ”Adrien e Jo”, refuso.

Il tuo stile è pulito, scorrevole e immediato, scevro da frasi eccessivamente elaborate e ricche di subordinate, ma piuttosto caratterizzato da frasi brevi e concise, che arrivano subito al punto e che veicolano il concetto e il messaggio in maniera diretta e concisa, senza che ci si perda in dettagli inutili o che si distolga l’attenzione dal punto focale. Il lessico è ricercato e l’accostamento dei termini è sempre efficace e consono al tipo di storia presentata, indice della tua padronanza della lingua. La punteggiatura è variegata e utilizzata sempre in maniera pertinente, ed è volta a dare alla storia ritmi diversi, che contribuiscono a non rendere la storia piatta, ma dinamica e mai noiosa. Il segno d’interpunzione prevalente è comunque il punto fermo, pertanto, per lo più, la narrazione risulta lenta e distesa e si accorda perfettamente al carattere introspettivo del racconto, creando inoltre un’atmosfera distesa e sospesa, come se si stesse guardando tutto attraverso un velo, da un’altra dimensione, e questo sentore di sogno dona alla storia un carattere personalissimo, rendendola riconoscibile e intrigante.
Le descrizioni sono ricche di particolari, ma mai pesanti o fuori luogo: sono sempre funzionali alla narrazione e vanno a specificare e supportare i pensieri e la crescita della protagonista; sono volte a mostrare il mondo come è visto attraverso gli occhi meravigliati di Abbie e darci un’idea di che cosa stia vedendo e quali sensazioni questo generi in lei. Sei riuscita a creare un ottimo equilibrio tra introspezione e descrizioni. La parte dialogata prevale su quella narrativa, ma ciò non risulta fastidioso o fuori luogo, proprio per via del carattere prevalentemente introspettivo della vicenda.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

I personaggi principali di questa vicenda sono Abbie e Jo, due ragazze che da subito si mostrano profondamente diverse da un punto di vista caratteriale e, per alcuni versi, opposte. Nonostante infatti siano partite dalla stessa base sognatrice e amante della vita, l’esistenza le ha portate a percorrere strade profondamente diverse, che come conseguenza le ha fatte crescere quasi agli antipodi.
Jo, dunque, è rimasta la ragazza spensierata e sognatrice di un tempo, quella che prende la vita come viene, ne sa cogliere la bellezza, quella scintilla che anima il cuore di ognuno, e che vive alla giornata, senza preoccuparsi troppo del domani; lei è uno spirito libero, una persona che non deve chiedere a nessuno, ma che semplicemente vive in armonia con ciò che la circonda, rispettandolo e apprezzandolo. È un’artista che ha deciso di non rinunciare alla sua passione, che esercita senza vincoli e senza catene, dove e quando vuole. Questa sua scelta non le permette di certo una vita agiata o facile, ma non per questo lei non la ama, anzi: ne è profondamente attratta, grata e appagata. Jo è soddisfatta dell’esistenza che ha costruito, poiché è rimasta fedele a se stessa e a ciò che ha sempre amato e voluto essere. Jo è rimasta ciò che era da ragazza e, in un certo senso, ha fatto crescere questi essere e sentire, li ha fatti maturare e ha lasciato che diventassero il centro del suo modo di vedere la vita, il mondo e ciò che la circonda. In tal senso, ha trovato un luogo a lei assolutamente congeniale, dove persone affini si riuniscono e si ritrovano, vivono liberamente e in armonia, in una sorta di oasi felice in quello che è un mondo sempre di corsa e sempre arrabbiato. Hai reso bene la spensieratezza di questa ragazza, che sembra a primo acchito quasi ingenua e sognante, ma che in realtà ha ben presente quale sia la realtà e quali siano le brutture che essa può nascondere: semplicemente, ha deciso di abbracciare la vita per com’è, senza compromessi o strade secondarie.
Anche Abbie è un’artista, ma a differenza di Jo ha lasciato che la scintilla che brillava in lei da ragazzina si affievolisse e venisse sopraffatta da altro, da quegli aspetti negativi, seppur inevitabili, dell’esistenza. Ha senza ombra di dubbio una vita più agiata rispetto alla sua migliore amica, eppure è una vita che non la fa sorridere e non la fa sentire bene; è una vita che le pone dei pesi sul petto, dei macigni, che le provoca ansia e che sembra lasciarla senza respiro. Abbie è una ragazza che non vuole avere tempo, che non vuole prendere pause, perché crede di non poterselo permettere. Lei si è lasciata sopraffare dalla routine, dal dover programmare ogni singolo istante della sua vita a lungo termine, e ha dimenticato la bellezza delle piccole cose, di cogliere l’attimo e di vivere senza schemi o imposizioni. Ha scelto una vita in cui ha seguito anche lei la sua passione, come Jo, ma al contrario dell’amica l’ha strumentalizzata, l’ha in qualche modo contaminata. Ed ecco che, dunque, il suo viaggio a TeePee Land è un viaggio di riscoperta di se stessa e di tutto ciò che ha lasciato indietro nel corso degli anni; riconosce che non sarebbe mai in grado di fare quella vita, come la sua amica, ma sa che da quel luogo ha tanto da imparare e, soprattutto, apprende l’equilibrio con se stessa e con il mondo, riscopre la felicità di godersi la vita così com’è e comprende che libertà e doveri non si escludono necessariamente a vicenda. Alimenta quella fiamma che ardeva in lei quando era solo una ragazzina, la riaccende e si ritrova.
Anche il legame tra le due amiche è descritto meravigliosamente e fa da sfondo alla storia, emergendo e delineandosi sempre di più a ogni riga, divenendo la cornice perfetta di questo viaggio alla scoperta di sé.

Trama e originalità: 8/10

La trama è semplice, pulita e lineare; è più che altro un viaggio interiore, un flusso di pensieri e sensazioni della protagonista che ricorda quale episodio della sua vita abbia cambiato il suo modo di vedere le cose o, meglio, lo abbia riportato alla luce. Non ci troviamo, dunque, di fronte a una trama nel senso vero e proprio del termine, quanto piuttosto dinanzi ai ragionamenti di una ragazza, alla sua mente e alla sua interiorità, che esploriamo in ogni angolo più recondito insieme a lei. Gli eventi, dunque, diventano mero contorno di quello che è un viaggio più grande e metaforico, ovvero un viaggio alla riscoperta di sé e delle meraviglie che il mondo ha da offrire. Un viaggio nel diverso, nell’altro da sé, che pure ha tanto da insegnare e donare. Un viaggio altrove, che pure diventa rinascita, ricordo e comprensione. A ogni evento è dato il giusto spazio e il giusto sviluppo, dalla descrizione del rapporto tra Jo e Abbie, all’amore di quest’ultima per Berlino, alla descrizione di TeePee Land, vividissima e pittoresca, descritta con un trasporto che è quello della protagonista e che inevitabilmente attira e coinvolge anche il lettore stesso. Quella che ci viene mostrata è l’evoluzione di una ragazza che si era rassegnata alla soffocante vita che stava conducendo, poiché si era dimenticata dell’essenziale. Un viaggio di scoperta e di riscoperta, attraverso i volti e la musica e l’arte di persone che dell’attimo hanno fatto la loro sopravvivenza. Hai descritto con grande sapienza un mondo che sembra così distante e surreale, e che pure è una realtà vera, vivida e assodata.
Quanto a originalità, la tua storia non è molto innovativa, in quanto di viaggi alla scoperta e riscoperta di sé se ne legge molto spesso e si tratta di un tema piuttosto utilizzata in letteratura, soprattutto in scritti introspettivi; è apprezzabile, tuttavia, il contesto in cui hai deciso di ambientare la storia: la nostra protagonista non si reca in luoghi verdi e incontaminati, lontano dal mondo e dallo stress, ma, anzi, si reca in un luogo pieno di persone, di rumori e di vita ed è proprio in questo luogo che ha modo di riflettere su se stessa e sulla propria vita. questo ha reso il tuo scritto interessante e accattivante: non si tratta del solito viaggio in solitaria, alla scoperta della natura incontaminata, ma una convivenza con una realtà profondamente diversa dalla propria, ma che non può non incantare e insegnare qualcosa. Per questo motivo, il punteggio nella voce è comunque alto.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti è stato assegnato è quello introspettivo e tu lo hai sviluppato in maniera davvero ottimale. Quello che ci presenti è un testo che indaga l’interiorità della protagonista, facendo entrare il lettore nella sua mente e nelle sue sensazioni così sapientemente sviscerate e analizzate. Viaggiamo insieme ad Abbie nel suo mondo interiore e l’accompagniamo nel suo cammino di riscoperta di sé e della vita, ci stupiamo con lei per la meraviglia di trovarsi dinanzi a una realtà come quella di TeePee Land, la seguiamo nei suoi ragionamenti e nel suo flusso di pensieri espresso chiaramente, tanto che non ci si trova mai confusi, né ci si perde nei meandri di questa mente sfaccettata e interessante, che ci permetti di conoscere così a fondo che, arrivati alla fine della lettura, sembra quasi di conoscere Abbie e di vederla prendere vita. hai saputo dosare sapientemente narrazione e introspezione, facendo di questa il cardine di tutto il racconto e presentando, così, un testo introspettivo in piena regola. Complimenti!

Gradimento personale: 4,8/5

La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Il genere introspettivo è uno dei miei preferiti e trovo che tu sia una maestra nel suo utilizzo e che sia in grado di creare testi davvero coinvolgenti e intriganti. Con questa storia mi hai fatto conoscere una realtà di cui ero all’oscuro e che mi ha molto interessata, nonostante il setting della storia non rientri tra i miei preferiti. Ho letto con molto piacere la tua storia, senza esserne mai annoiata o senza che mi risultasse monotona o ripetitiva. Ho molto apprezzato le tue descrizioni vivide e coinvolgenti e le tue introspezioni sempre impeccabili. Hai presentato un testo godibilissimo e di qualità, complimenti!

Utilizzo prompt: 2/2

Hai fatto un ottimo utilizzo della frase che ti è stata assegnata. Benché la nomini esplicitamente solamente alla fine del testo, tutta la storia vi ruota intorno e si sviluppa proprio a partire dal concetto che esprime. Dalla prima all’ultima riga, descrivi il viaggio della protagonista verso l’acquisizione della consapevolezza che la vita sia una scheggia di luce che finisce nella notte. La sua è una presa di coscienza lenta, ma costante, dove questo concetto emerge con sempre maggior chiarezza e prepotenza man a mano che la narrazione prosegue e, per questo, diviene assolutamente centrale in essa.

Punteggio totale: 38,9/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 12:01
 
Quota

Quinta classificata
“Falling to the dephts, can I ever go back?” di Lita_EFP

Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato nessun errore, quindi complimenti.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere semplice e lineare, pulito e immediato. Le frasi sono dirette, con poche subordinate e sono volte a esprimere immediatamente il concetto, anche grazie all’utilizzo oculato di termini efficaci e al loro sapiente accostamento. Questa scrittura rapida, concisa, priva di orpelli che possano appesantire la lettura, appare molto efficace per il brano che hai deciso di presentare e ben si accosta a quello che è, di fatto, un flusso di pensieri della protagonista. Hai usato la punteggiatura in maniera egregia, utilizzando e intervallando vari segni d’interpunzione in maniera corretta ed efficace, donando il giusto ritmo alla narrazione; hai utilizzato prettamente il punto fermo, donando dunque un ritmo serrato alla narrazione, soprattutto nella parte finale, dove i pensieri di Isabella si fanno più concitati, definitivi. Anche l’uso del corsivo, seppur diffuso, risulta efficace per sottolineare quelle che sono le frasi cardine della narrazione, aiutando il lettore a immedesimarsi con esse.
Per quanto riguarda le descrizioni, non ve ne sono in quanto tali, ma non è una “mancanza” che dà fastidio, o che dà la sensazione che il tuo testo sia incompleto: si sta parlando di un componimento introspettivo, dove a farla da padrone sono i pensieri di Isabella riguardo gli avvenimenti cardine della sua vita. Ti sei concentrata, più che sul rendere i luoghi e gli eventi, nel trasmettere le sue sensazioni e il suo tormento e in questo sei stata davvero molto brava, riuscendo a tratteggiare, in poche e sapienti pennellate, il mondo interiore di questo personaggio. Sei inoltre stata molto brava a non rendere confuso il lettore, delineando e contestualizzando gli avvenimenti quel tanto che basta per non disorientare. Ne consegue una lettura scorrevole e piacevole, immediata e funzionale, sicuramente molto adatta a ciò che volevi esprimere.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

Hai deciso di parlare di un personaggio non semplice, complesso e dalle molteplici sfaccettature, un personaggio che non si può certo definire positivo, ma che non si può neppure biasimare del tutto per le sue scelte, soprattutto quando se ne comincia a conoscere il vissuto. Il rischio era quello di non rendere al meglio l’interiorità di Isabella, di grattare solamente la superficie e di non andare oltre ciò che si vede, invece tu sei stata davvero molto brava a toccare ogni angolo della sua mente, a scavare in ogni anfratto e ad analizzare i tratti salienti della personalità d’Isabella, attraverso quelli che sono i momenti cardine della sua esistenza, quelli che l’hanno segnata dall’inizio alla fine.
Sei partita dalla sua infanzia e dalla traumatica scoperta della realtà in cui si trova, della presa di coscienza di quello che è realmente l’orfanotrofio, giungendo poi alla fine della sua vita, al termine di quell’esistenza che è stata solo sopravvivenza. Hai mostrato l’evoluzione di questo personaggio passo dopo passo, senza tralasciare nulla: hai scelto in maniera davvero oculata i momenti da presentare e da descrivere e lo hai fatto selezionando quelli più significativi e che meglio mostrassero il percorso compiuto da Isabella, ma anche le sue ragioni e i modi in cui si è sentita. Hai umanizzato questa figura, l’hai resa colma di sofferenza e fragile, hai portato alla luce quei lati di lei che spesso rimangono nascosti, sepolti, marginali. Hai portato l’attenzione del lettore sulle motivazioni che hanno spinto Isabella a scegliere la strada che si è trovata a percorrere, hai dato una spiegazione, hai sapientemente giustificato un agito riprovevole, ma che non si può condannare del tutto: Isabella ha agito in nome della sopravvivenza, assecondando un istinto di autoconservazione che tutti naturalmente hanno. Ha avuto paura e ha agito di conseguenza. È apprezzabile che tu abbia posto l’accento non solo su questi suoi aspetti più meschini, ma anche e soprattutto su quelli positivi: per lei, essere una Mamma non è stata solo questione di sopravvivenza; Isabella era davvero affezionata ai suoi bambini, a quelle creature che avrebbe dovuto allevare e che invece ha cresciuto. Nonostante tutto, nonostante il suo compito, li ha amati, perché in fondo lei non è mai stata crudele, ha avuto solo paura della morte, di quella stessa morte che alla fine dice di affrontare come non ha mai avuto il coraggio di fare fino a quel momento, con una crescita psicologica meravigliosa, che tu mostri con naturalezza, spessore ed efficacia.
Hai fatto un’analisi introspettiva davvero ben strutturata e costruita, che coinvolge il lettore e lo immerge nella mente e nel mondo interiore di Isabella, che hai indagato in ogni sua sfaccettatura, senza snaturarla, ma mostrandola a tutto tondo, anche in quegli aspetti di lei che nell’opera rimangono più nell’ombra. Hai saputo rendere Isabella in maniera impeccabile: era senza dubbio lei il personaggio di cui ho letto qui. Complimenti!

Trama e originalità: 8/10

Per quanto riguarda la trama, trattandosi di una storia introspettiva, ovviamente non ce n’è una vera e propria, ma piuttosto hai presentato un insieme di momenti, d’istanti che hanno segnato la vita di Isabella. Nonostante questo, il racconto non risulta frammentato, ma omogeneo, unito dal filo conduttore della presa di coscienza di Isabella, della sua crescita interiore, che comincia quando scopre la verità e perdura lungo tutta la sua esistenza, fino alla conclusione della sua vita, dove si trova una persona completamente diversa da quella che era in partenza. L’evoluzione che hai mostrato si dipana naturalmente lungo tutta la narrazione e a ogni cosa hai dato il giusto spazio: non c’è nulla di frettoloso, nulla di superficiale, ma tutto è al suo posto e contribuisce a disegnare, man a mano che la narrazione prosegue, il profilo psicologico di questo personaggio, nel quale il lettore si trova a viaggiare. L’assenza di trama, dunque, è supportata da un’ottima introspezione, ben costruita e resa, coinvolgente e intensa. Hai dato vita alla mente di un personaggio, l’hai resa vivida e palpabile, hai dato voce ai suoi pensieri e alle sue emozioni, rendendoli i protagonisti assoluti della tua storia, in un equilibrio davvero godibilissimo e ben riuscito.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non presenta un carattere innovativo, per via del fatto che riprende eventi dell’opera e li analizza. In tal senso, non c’è nulla di nuovo nella tua storia, o di non visto. Vengono descritti quelli che sono gli eventi salienti della vita di Isabella, vengono sviscerati, ma non viene detto nulla di più di ciò che già non sappiamo conoscendo l’opera. L’unico tocco personale e originale è quello delle sorti toccate a Isabella, a oggi ignote: qui tu ne hai voluto dare una lettura quasi positiva, che sa di riscatto. Isabella va incontro alla morte, a quella morte da cui è fuggita, ma lo fa a testa alta e con coraggio, lo fa con fierezza e con orgoglio per aver aiutato i suoi bambini. È un finale di riscatto, di redenzione. La tua storia non risulta piatta o noiosa, proprio per la minuziosa indagine psicologica svolta e per il coinvolgimento emotivo che sei riuscita a creare. La tua è una storia potente, e per questo apprezzabilissima, anche se non molto innovativa.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che dovevi utilizzare è quello Drammatico e ne hai fatto un uso davvero egregio. Hai scelto di muoverti all’interno di un’opera cupa di per sé, e che quindi offriva un terreno molto fertile; qui, hai scelto uno dei personaggi più drammatici, tormentati e sofferenti, e che quindi ben si è prestato per costruire una vicenda intrisa di cupezza e disperazione. Hai deciso di entrare in una mente disturbata, piena di rimorsi e rimpianti, di demoni interiori e di questioni mai risolte. Hai saputo rendere alla perfezione tutto il dolore di Isabella, la sua paura, il suo voler rifuggire la morte talmente tanto da essere disposta ad abbassarsi a livelli che mai avrebbe immaginato.
Hai delineato, è proprio il caso di dirlo, una donna drammatica in un contesto e una vicenda altrettanto drammatici e hai fatto sentire tutto il peso di questa drammaticità, in ogni passaggio, in ogni parola che hai usato e che si è imposta con forza. Hai senza dubbio usato alla perfezione il genere che ti era stato assegnato, sfruttandolo al meglio e rendendolo centrale all’interno della storia. Complimenti!

Gradimento personale: 4,5/5

La tua storia mi è molto piaciuta. Isabella è un personaggio che mi ha sempre affascinata, fin dalla sua prima apparizione, e ha continuato a esercitare questo fascino man a mano che veniva approfondita, quindi mi ha fatto molto piacere leggere qualcosa su di lei e ancor di più ho apprezzato che la vicenda fosse fortemente a carattere introspettivo. Isabella è un personaggio difficile, sfaccettato, complesso, e di difficile resa, ma tu sei riuscita a renderle giustizia appieno, mostrandoci le sue motivazioni, ciò che l’hanno spinta ad agire in una maniera assolutamente amorale, ma realistica e, alla fine di tutto, comprensibile. La tua non è una storia che vuole giudicarla, né compatirla: vuole darle dignità, forza, vuole farci conoscere i suoi pensieri, le sue paure e i suoi tormenti, la sua crescita. È una storia che le dà valore, che la rende in qualche modo positiva, soprattutto nel finale che hai pensato per lei, come già detto. È stata una lettura davvero piacevole e, anche se breve, ha saputo farsi ricordare.

Utilizzo prompt: 1,5/2

Sono stata molto indecisa su quale punteggio assegnarti in questa voce: non hai mai usato la frase assegnata per intero, prediligendone la prima parte, ma è indubbio che tu ne abbia fatto un utilizzo davvero egregio e centrale, riprendendo la seconda parte della frase come concetto, in vari punti del racconto, piuttosto che riportarlo fedelmente. Pertanto, il punteggio che ho deciso di detrarti è minimo. Ho molto apprezzato l’uso che hai fatto di questa citazione: l’hai cucita alla perfezione sul personaggio di Isabella, facendola sua, parte integrante dei suoi pensieri. L’hai amalgamata naturalmente nella storia, facendone il perno del sentire di Isabella, la compagna dei suoi tormenti. Facendone il suo mantra per andare avanti, per pulirsi la coscienza e farsi forza. In tal senso, il prompt è assolutamente presente e centrale, e tu l’hai gestito meravigliosamente.

Punteggio totale: 39/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 12:03
 
Quota

Quarta classificata
“Libertà” di Marika Ciarrocchi

Grammatica e stile:
9,2/10 ( 4,7 grammatica + 4,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con i relativi punteggi detratti:

”Dov’era Ragnarr in quel esatto momento?” ---> ”in quell’esatto momento”. (-0,1)

”Come dal nulla, dalle bianche nuvole che cospargevano cielo sembrò formarsi una dama bianca.” ---> ”dalle bianche nuvole che cospargevano il cielo”, refuso.

”e nemmeno di pezzi di terra conquistate con il sangue” ---> ”conquistati con il sangue”, refuso.

era la sua fama e la sua gloria.” ---> ”erano la sua fama e la sua gloria: il verbo va al plurale, in quanto ci sono più soggetti collegati da congiunzione. (-0,2)

”quella parola tanto bramata quando odiata.” ---> ”quanto odiata”, refuso.

con camminando con gli arti superiori” ---> ”camminando con gli arti superiori”, refuso.

”Mani con unghia nere” ---> ”Mani con unghie nere”, refuso.

Hai usato uno stile lineare e pulito, che usa bravi brevi e concise, che arrivano subito al punto, e un linguaggio semplice, non troppo ricercato, che si adatta bene al fatto che quello presentato è un flusso di pensieri del protagonista, un suo ragionamento sulla situazione e sulla sua condizione, pertanto è assolutamente coerente che il lessico sia meno ricercato; esso, tuttavia, non scade nel semplicistico, e questo ha permesso al tuo testo di essere godibile e di richiamare l’atmosfera eroica ed epica dei personaggi e delle vicende di cui hai narrato. Ripeti spesso le medesime frasi, a richiamare, anche qui, il formulario dei poemi epici. Hai fatto un ottimo utilizzo della punteggiatura, alternando l’uno o l’altro segno d’interpunzione in base al ritmo che volevi imprimere alla narrazione e il risultato è un testo fluido, dove il ritmo diviene più conciso nei momento in cui Ivarr pensa alla morte di Ragnarr o alla sua posizione rispetto ai fratelli, e più disteso quando vede la madre e quando riflette su se stesso, su quello che è e dovrebbe essere.
Per quanto riguarda le descrizioni, ce ne sono in abbondanza, tutte volte non solo a descrivere la situazione e a inquadrare il contesto, ma anche e soprattutto a restituirci l’interiorità del personaggio: anche ciò che circonda Ivarr e che lui osserva è funzionale a supportare e rafforzare la sua interiorità, ciò che sente e prova; hai accordato il mondo esteriore a quello interiore del personaggio, rendendo tutto equilibrato e coerente. C’è assenza di discorsi diretti, ma questa scelta ha pagato in un testo come questo, volto tutto all’introspezione del personaggio e al suo sentire.
Il punteggio nello stile non è pieno perché ho riscontrato molti refusi che, in un testo breve come questo, si sono fatti sentire, rendendo la lettura poco fluida.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

Il protagonista indiscusso di questa storia è Ivarr, che tu hai sviscerato alla perfezione, analizzando ogni angolo della sua mente e restituendocene un’immagine vividissima e molto accurata. Hai deciso di fondere l’Ivarr del telefilm Vikings con l’Ivarr della tradizione e questa scelta ha pagato, perché sei riuscita a intrecciare in modo naturale e coerente i vari aspetti della sua personalità, creando un’immagine omogenea e di grande forza.
Hai deciso di fare una scelta molto coraggiosa, presentando un testo introspettivo e decidendo, dunque, di analizzare la mente di Ivarr, scelta non semplice, dato il personaggio complesso e sfaccettato. Lo hai gestito molto bene, mantenendolo coerente a se stesso, dall’inizio, quando si rammarica per le sorti di Ragnarr e per le sue, fino alla fine, quando decide di rialzarsi e prendersi quella libertà che non ha mai conosciuto fino a quel momento. Hai analizzato e sviscerato un momento di svolta del personaggio, un momento di perdita e sconfitta, che lo porta a una maturazione importante, un cambiamento che rappresenta un cambiamento; hai gestito bene la lenta presa di coscienza di Ivarr, che è stata graduale, non affrettata: hai fatto ben comprendere le sue motivazioni, i suoi pensieri e tutto quello che lo ha portato a decidere di alzare la testa e prendere le redini della situazione, liberarsi da quelle catene che lo hanno vincolato per tutta la vita, conquistare quella libertà che gli è sempre stata negata e che sembra quasi una beffa su un corpo come il suo, costretto a contatto con la terra.
Hai sottolineato molto bene il legame morboso di Ivarr con la madre, poiché è lei che lui vede nel momento di sconforto ed è lei che lo guida verso la presa di consapevolezza; è sua madre che gli sussurra quella parola che all’inizio lui non riesce a comprendere, ma che poi prende forma e significato nella sua mente. Si tratta di qualcosa che Ivarr ha sempre saputo, ma di cui non è riuscito a prendere coscienza. La vista di sua madre, per lui punto di riferimento, è stata propedeutica proprio per farlo giungere a questa consapevolezza che si è sempre portato dietro e dentro, questa libertà che sa di dover prendere e alimentare. Laddove i suoi fratelli hanno fallito, lui invece riuscirà, perché ora non ha più solo rabbia dentro di sé, quella rabbia che lo caratterizza e che lo accompagna in ogni istante, ma ha anche uno scopo, una direzione verso la quale orientarla. Ivarr ha riconosciuto di possedere una grande forza e una grande mente e ha compreso che questi mezzi gli permetteranno di primeggiare, che non ha bisogno di rimanere disteso e inerte, in attesa, perché lui può agire in prima persona e prendersi quello che vuole. Prendersi quella libertà che si è a lungo negato.
Hai fatto un lavoro di caratterizzazione e introspezione davvero strepitoso, entrando nella mente di Ivarr e permettendo al lettore di fare altrettanto, di entrare in empatia con lui e di capire le sue ragioni, di partecipare alla sua rinascita. Complimenti!

Trama e originalità: 9/10

La storia non presenta una trama vera e propria, in quanto s’incentra sull’introspezione del protagonista e, tuttavia, nonostante ciò, è ricca di avvenimenti, accennati tra le righe, mostrati appena, ma che pure sono ben definiti e rappresentano il motore che muove la presa di coscienza di Ivarr. Vengono brevemente accennati gli eventi che hanno portato all’attuale stato delle cose: viene nominata la morte di Ragnarr, che è il casus belli della guerra che Ubbe e Hálfdan stanno portando avanti e viene nominata una loro sconfitta nello scontro. Hai presentato un quadro della situazione completo e chiaro, senza lasciare nulla di non detto o di incomprensibile e intrecciandolo alla perfezione con i pensieri di Ivarr, così che la sua introspezione e gli eventi intorno a lui non sono sembrati slegati, su due piani differenti, ma le parti complementari dei suoi ragionamenti. Hai inserito dei fatti storici in un testo che voleva essere analisi interiore di un personaggio e ci sei riuscita alla perfezione, creando un mix godibilissimo.
Per quanto riguarda l’originalità, la storia in sé non è originalissima in quanto a trama, che si limita a riprendere un fatto storico e a riportarlo; è originale, invece, il modo in cui hai presentato la vicenda, ovvero incentrandoti sui pensieri del protagonista e presentandoci la sua presa di coscienza e la sua evoluzione, la sua maturazione come persona. Hai quindi fatto passare il fatto storico in secondo piano, ponendo al centro Ivarr e la sua consapevolizzazione e questo ti ha fatto guadagnare molti punti in quanto a originalità, perché non ti sei limitata a descrivere in maniera impersonale ciò che accadeva, a riportare la vicenda e a concentrarti su quella, ma ti sei spostata su un piano meno concreto, analizzando il mondo interiore del protagonista, facendo quasi dimenticare di star leggendo uno storico, e questo ha reso la tua storia molto interessante. Anche il fatto che tu abbia deciso di “sporcare” la figura storica di Ivarr con elementi provenienti da Vikings è stata innovativa e davvero apprezzabile, soprattutto per il risultato ottenuto.

Attinenza al genere: 4/5

La vicenda fa riferimento all’invasione dell’Anglia orientale da parte dei vichinghi danesi a capo di Ivarr: essa è presente nella storie e nei pensieri del protagonista e riaffiora di tanto in tanto, tra le sue introspezioni, a ricordargli quale sia la realtà in cui si trova e cosa sta accadendo. Il racconto, dunque, presenta senza dubbio un carattere storico, che però non è fortemente accentuato, proprio per il fatto che il focus sia sull’introspezione del protagonista, più che sulla realtà storica in cui è inserito. La tua storia, per la maggior parte, assume più un sapore epico che storico, soprattutto quando si fa riferimento alle caratteristiche fisiche di Ivarr, alla sua grande forza nelle braccia. In generale, comunque, hai senza dubbio presentato un racconto di genere storico, e hai usato un avvenimento realmente accaduto per muovere la vicenda da te presentata. È a seguito della morte di Ragnarr e quindi della guerra che i fratelli stanno perdendo che Ivarr si rende conto di poter prendere in mano la propria vita e le sorti della guerra. In generale, dunque, hai fatto un ottimo lavoro.

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta molto. È stata davvero toccante e coinvolgente e mi è piaciuto moltissimo questo Ivarr che hai deciso di presentare, con caratteristiche prese da varie fonti e sapientemente mescolate: hai dato un tocco personale al personaggio, e hai saputo dargli vita e voce, non solo con l’espediente della prima persona, ma soprattutto con l’analisi puntuale e d’impatto delle sue sensazioni e i suoi pensieri. Il tormento iniziale di Ivarr e marcatissimo e non può non colpire anche il lettore; la presa di coscienza graduale è ben gestita e la conclusione della storia è toccante e colma di speranza e forza. Ho davvero amato questa tua storia, in ogni sua riga, nonostante lo storico non sia tra i generi che prediligo. Complimenti!

Utilizzo prompt: 2/2

Hai fatto un ottimo utilizzo della frase che ti era stata assegnata, non solo inserendola in maniera naturale e coerente al contesto, ma anche ripetendone alcune parti e i concetti lungo il racconto. La libertà diviene il punto cardine dell’evoluzione di Ivarr e la sua presa di coscienza si attua tramite sua madre, quella figura per lui così importante, che gli sussurra quella parola. Hai gestito in maniera magistrale il prompt, davvero complimenti.

Punteggio totale: 39,2/42

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
23/06/2020 12:04
 
Quota

Terza classificata
“Emma” di Sabriel_Little Storm


Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore o refuso. Hai presentato un testo perfetto.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere davvero funzionale al genere di storia che hai presentato: le frasi sono fluide, prive di fronzoli, con un linguaggio ricercato ma non eccessivamente aulico, e atte ad esprimere in maniera essenziale concetti, situazioni e sensazioni. Prediligi periodi brevi, senza troppe subordinate, e questo rende il tuo testo pulito e scorrevole, piacevole da leggere e per nulla pesante. Il lessico è ricco e variegato, a testimonianza della tua padronanza della lingua italiana; inoltre, esso è anche appropriato al contesto e ai personaggi e varia in base a questi ultimi: sia Sindy che Derek hanno un eloquio particolare, che li caratterizza e contraddistingue subito, cosicché il lettore riconosce chi sta parlando anche senza leggere a chi è attribuita la frase, e questo contribuisce a dare maggior carattere la tua storia e a renderla ancora più apprezzabile. La punteggiatura è usata sempre in maniera corretta e variegata, in modo che la narrazione assuma il giusto ritmo durante il suo svolgimento: è più distesa all’inizio, concitata nella parti in cui a parlare è il marito della vittima, e più rapida verso la fine, quando Sindy comprende cosa sia accaduto e i due agenti fanno ritorno alla casa del criminale.
Le descrizioni sono essenziali, brevi, concise, eppure chiare: dicono ciò che è necessario e nulla di troppo. Questo permette al lettore di avere una visione chiara di ciò che sta accadendo, senza però che la narrazione venga eccessivamente appesantita e che si perda la tensione che si crea man a mano che la lettura procede. L’equilibrio tra parti dialogate e narrate è ottimo, così come quello tra introspezione e azione.

IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

Nella tua storia sono presenti tre personaggi principali: Sindy, Derek e l’assassino e tutti e tre sono magnificamente caratterizzati.
Sindy si presenta come un personaggio interessante e sfaccettato, complesso e a tutto tondo. Nonostante sia entrata da poco in polizia e non abbia molta esperienza, si dimostra essere una ragazza capace e accorta, che sa cogliere i dettagli e comprendere gl’intenti delle persone. Ha l’istinto dalla sua parte, e l’intuizione, tutti strumenti che si rivelano molto utili nel tipo di lavoro che svolge. Un lavoro che Sindy ama e che è stato il suo obiettivo da quando ha dovuto rinunciare alla sua carriera di pattinatrice, un obiettivo che è riuscita a raggiungere e che è mosso da nobili intenzioni: vuole rendere migliore la città in cui si trova, renderla più sicura. Questa ragazza, che ha avuto un’infanzia dura e difficile, un’infanzia che ha visto crollare presto, e che le ha insegnato a essere forte, ma non sprovveduta. È una persona diretta, ma sa cosa dire e quando e come dirlo. Nonostante si tratti di un personaggio che compare anche in altre tue storie e, quindi, già delineato, qui non si ha la sensazione di non riuscire a comprenderlo perché poco approfondito o perché sono state date per scontate alcune cose. Hai fatto un quadro molto chiaro della situazione generale, della vita di Sindy e di ciò che la muove: hai mostrato gli aspetti salienti della sua vita e del suo carattere, in modo che il lettore non si trovasse disorientato o spaesato. Le introspezioni di Sindy sono molto ben curate e gestite e trascinano il lettore nella sua tumultuosa interiorità, facendolo facilmente entrare in empatia con lei. Sindy è un personaggio che sa farsi certamente ricordare e che entra nel cuore del lettore.
Derek è il poliziotto con esperienza, quello scherzoso e giocoso, che si diverte a prendersi gioco di Sindy per il suo essere l’ultima arrivata, ma che ne riconosce anche il valore, tanto che le lascia campo libero, la lascia intervenire, asseconda le sue idee, sebbene spesso in un primo momento non le comprenda e le reputi avventate o istintive. Si coglie molto bene il rapporto di profonda amicizia e di rispetto che intercorre tra i due, il loro prendersi affettuosamente in giro e completarsi, in un equilibrio che come coppia di lavoro funziona perfettamente. Anche con lui hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione e, sebbene si tratti di un personaggio secondario, è tratteggiato magnificamente e la sua personalità è delineata molto chiaramente nei suoi tratti salienti.
Abbiamo poi l’assassino, che compare sia negli intermezzi a lui dedicati, sia come marito della vittima. Possiamo, dunque, vederne i due volti, quello ingannatore che in un primo momento confonde anche il lettore, quello dell’uomo innamorato e preoccupato per sua moglie, e quello dell’assassino, dell’essere crudele e spietato, che si accanisce sulla donna che dice di amare, per quello che dice essere amore. Anche qui, ci hai dato un’immagine sintetica, ma molto efficace e potente, dell’interiorità di questo personaggio; ci hai fatto entrare nella sua psicologia, ci hai fatto dare un’occhiata all’oscurità della sua mente, una mente perversa e torbida, che tu hai saputo rendere con vividezza, delicatezza e realismo. Hai delineato un uomo meschino, perverso e oscuro, che si presenta come la più insospettabile e docile delle persone, a rimarcare come il male si nasconda nei posti più impensati. Per questo, l’assassino è ancora più raccapricciante e inquietante, soprattutto quando si arma per andare ad aprire la porta ai poliziotti, pronto ad affrontare l’inevitabile con una calma ieratica.

Trama e originalità: 8/10

La trama è ben strutturata e gestita e non presenta buchi. Non vi sono particolari intrecci, ma nonostante ciò risulta molto interessate per il modo in cui è stata gestita la narrazione: l’alone di mistero intorno agli eventi e il modo in cui hai costruito lo svolgersi degli avvenimenti pian piano, lasciando che i dettagli emergessero poco alla volta, ha contribuito a rendere la tua storia avvincente e a far nascere nel lettore la curiosità di scoprire cosa ci fosse dietro il rapimento di Emma. Inoltre, hai deciso d’inserire anche il punto di vista dell’assassino, alternandolo a quello degli agenti, e questa scelta si è rivelata vincente per far rimanere il lettore attaccato allo schermo, per fargli sorgere domande e ipotesi: chi è quest’assassino? Perché ha rapito Emma? Sono queste le domande iniziali, sostituite poi dal dilemma sulla sua identità: sei stata molto brava a costruire il tutto in modo che l’assassino potesse essere sia il responsabile delle vendite sia il marito e quest’ambiguità ha reso il tutto ancora più intrigante. Hai fatto arrivare il lettore alla verità lentamente, svelando sempre qualche dettaglio in più ogni volta che gli proponevi il punto di vista dell’assassino e chiarendo poi definitivamente il quadro nella parte finale, dove i punti di vista del criminale e dei poliziotti s’intrecciano. Hai gestito davvero molto bene la narrazione, creando una storia molto interessante.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa. Il tema della gelosia d’amore è molto usato, così come quello dei delitti compiuti in suo nome; di storie così, quindi, se ne leggono molte, tuttavia il punteggio è comunque alto proprio per il modo in cui hai strutturato e presentato la storia, alternando il punto di vista dei poliziotti e quello del criminale, con un andamento che ha reso il racconto accattivante e coinvolgente. Inoltre, è apprezzabilissimo il finale aperto, che lascia la vicenda in sospeso e non dice cosa accadrà dopo, facendo permanere nel lettore una sottile curiosità.

Attinenza al genere: 5/5

Il genere che ti era stato assegnato è il drammatico e tu lo hai rispettato in pieno. La tua storia è piena di dramma, dalla prima all’ultima riga e questo dramma è accompagnato da una tensione sempre crescente e dalla cupezza che avvolge la storia quando inizia a comparire il punto di vista dell’assassino. Ogni paragrafo è un crescendo di angoscia e dramma: la tua storia ha il sentore di finale tragico, di una vicenda terribile che non ha possibilità di lieto fine. Il lettore assiste alla vita che abbandona lentamente il corpo di Emma, alle violenza che ha dovuto subire, al dolore che prova ed è impotente dinanzi al suo carnefice che l’accusa di averlo costretto, di averlo obbligato a ridurla in quello stato. Il finale è amarissimo, come richiesto dal genere: la vittima muore, i poliziotti hanno fallito nel tentativo di salvarla e l’assassino si appresta ad aprire loro la porta, armandosi di un coltello che sa già sarà inutile. La morte attende anche lui. Hai presentato un racconto carico di pathos e dramma, complimenti!

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta molto. Adoro i racconti drammatici e con le atmosfere cupe, i racconti terribili, che finiscono il più male possibile e dove i personaggi sono senza possibilità di redenzione. La tua storia mi ha dato tutto questo e lo ha fatto con un testo ben scritto e scorrevole e delineando dei protagonisti davvero ben caratterizzati e che sanno farsi ricordare. Ho amato entrare nella mente dell’assassino e leggere della sua spietatezza, della sua fredda follia che lui chiama amore; ho trattenuto il fiato per le sorti di Emma e per la curiosità di sapere se i poliziotti avrebbero mai scoperto la verità. Il finale aperto è stato la ciliegina sulla torta, che ha dato quel quid in più alla storia. Nonostante la tipologia di vicenda sia usata e abusata, la tua storia non mi è risultata per nulla noiosa e sono arrivata alla fine senza neppure accorgermene. Complimenti!

Utilizzo prompt: 1,5/2

Hai inserito bene la frase e in maniera coerente con il contesto e con la vicenda. L’assassino la pronuncia alla fine, quando comprende che non ha più possibilità di nascondere il corpo di sua moglie, ma, nonostante ciò, in un guizzo di feroce spavalderia, asserisce che non dirà mai loro dove ha tenuto nascosta sua moglie per tutto quel tempo, non importa che cosa gli faranno. Una sorta di piccola rivincita personale. Il punteggio non è pieno perché la frase non mi è parsa molto naturale nel punto in cui è stata inserita: l’assassino si rivolge a Emma sempre in seconda persona, e solo nel caso in cui pronuncia quella frase parla di lei in terza, per poi tornare alla seconda persona, e questo cambiamento momentaneo nel modo di rivolgersi a lei ha stonato un po’ con l’insieme. Rimaneggiando la frase in modo da poter usare anche quella alla seconda persona singolare avrebbe sortito un effetto più omogeneo, ma tolto questo hai fatto davvero un ottimo lavoro.

Punteggio totale: 39,5/42

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