VIALI: "VOGLIO LASCIARE UN SEGNO"
Questa mattina si è svolta la conferenza stampa di presentazione di William Viali, nuovo allenatore del Cesena FC. Eccola in tutti i suoi passaggi.
Quali ragioni secondo lei hanno portato la società a puntare su Viali?
“Mi ha detto il direttore Pelliccioni che i miei ex direttori hanno parlato bene di me: mi fa piacere perché aver lasciato bei ricordi anche in stagioni a volte difficili vuol dire aver creato una bella empatia. E poi il direttore mi conosceva già perché qualche anno fa il direttore mi aveva scelto per allenare il Santarcangelo, possibilità che poi sfumò. Ma negli anni ci siamo trovati spesso a vedere le stesse partite e siamo rimasti in contatto”.
Come ha trovato il gruppo?
“Come me l’aspettavo. Ieri era un po’ giù perché dispiace a tutti trovarsi in situazioni difficili e sotto il profilo umano il cambio di allenatore dispiace sempre. Ma io voglio che sia così perché è bello che in una squadra ci siano sentimenti veri: è l’aspetto emotivo a fare la differenza tra due squadre allenate mediamente alla stessa maniera. Poi ho trovato calciatori allenati bene ma me l’aspettavo perché sapevo che era un gruppo di lavoratori. Già stamattina l’aria era più distesa”.
Può essere il Cesena quella chance che non ebbe da calciatore?
“Spero che sia così. Quando mi hanno chiamato, mi è venuto in brivido. Tanti anni fa sognavo di essere protagonista con questa maglia ma allora ero un ventenne che voleva tutto subito e alla prime difficoltà ha preferito cambiare. Ebbi troppa fretta e me ne sono pentito. Avevo perso un’occasione dopo averci messo due anni per arrivare in serie B. Esordire qui è stato incredibile come lo fu farlo in serie A. Sedermi oggi su quella panchina che non amavo da calciatore è un sogno che si realizza ma non mi basta essere arrivato qui: voglio lasciare infatti un segno molto diverso rispetto ad allora e farò di tutto per riuscirci”.
Cosa le ha chiesto la società?
“L’obiettivo è quello del primo giorno: fare un campionato tranquillo. Ora situazione è più delicata e non parto con un calendario semplice ma questo non mi preoccupa perché la squadra ha qualità e ha dimostrato di poter fare buone prestazioni contro chiunque. Dobbiamo però ottimizzare rapidamente la prestazione rispetto al risultato, al di là delle novità che porterò”.
Su cosa lavorerà in questi giorni?
“Nelle ultime gare credo sia stato determinante l’aspetto psicologico. Anche se è antipatico giudicare situazioni prima di viverle da dentro, l’idea che mi ero fatto è che la squadra facesse spesso buon calcio e avesse una identità precisa ma avesse perso un po’ di sicurezza. Porterò qualcosa di mio sapendo di avere poco tempo ma più che essere io a scegliere saranno i giocatori a darmi feedback su cosa sarà meglio fare. Il coraggio dimostrato dal Cesena però mi piace e voglio che resti perché le mie squadre devono comandare le partite.”.
Farà giocare la squadra con un sistema di gioco di riferimento?
“Al primo allenamento ai calciatori ho detto: non guardiamo ai numeri con cui ci disponiamo in campo ma pensiamo ai concetti. Non ci sarà per forza un certo schema di gioco mentre, questo sì, mi aspetto qualità e in qualsiasi zona del campo: chiunque ha la palla deve farlo con qualità”.
Preferisce una vittoria per 4-3 o una per 1-0?
“A me piace vincere. Penso però che subire spesso gol tolga sicurezza in fase offensiva. Avere la sensazione di prendere gol può far perdere sicurezza nel singolo mentre ritrovare la compattezza aiuta a esprimersi più serenamente anche in fase propositiva. L’imperativo è trovare equilibrio: il Cesena non deve perdere la caratteristica di essere frizzante e coraggiosa ma deve farlo con l’equilibrio in cui credo io”.
Come si ovvia al problema di prendere troppi gol e di non farne tanti?
“Deve cambiare il rapporto tra occasioni create e gol fatti, e fra occasioni concesse e gol presi. Questa squadra creava già tanto: l’obiettivo è continuare a farlo ma alzando le percentuali di realizzazione”.
Come si gestisce la frenesia che il Cesena mostrava in certe occasioni?
“Con uno spartito ben definito, lasciando meno spazio al libero arbitrio. Giocare qui è magnifico ma non è semplice anche per giocatori evoluti. Questo però non deve mettere ansia e per riuscirci può essere utile limitare le scelte nelle varie situazioni e ripeterle fino a creare automatismi. Ogni singola palla deve essere letta alla stessa maniera da tutti gli undici in campo. Questo non vuol dire essere prevedibili perché la differenza la fanno i tempi, l’attacco dello spazio, la velocità di esecuzione. Io dico sempre che la tattica aiuta ma vale nello spazio di campo che va da un’area all’altra: nelle aree diventa invece decisivo l’atteggiamento”
Che idea si è fatto del girone?
“Che è di altissimo livello con squadre molto strutturate e questo fa la differenza. In serie C più che altrove è relativo il rapporto tra giocare bene e vincere: spesso vince chi è più scorbutico, le partite sono sporche e bisogna saperci convivere. Forse la nostra squadra ha meno chili e centimetri ma ha intensità, può tenere i ritmi alti E poi la differenza la si fa sulle transizioni, quando si ruba palla e si trova gli avversari in campo aperto”.
Avere un contratto fino al 30 giugno è un limite o uno stimolo?
“Né l’uno, né l’altro. Se mi avessero chiesto dove sogni di allenare potevo indicare tre squadre. Ragazzi sono al Cesena, a me non frega altro. Potevo allenare già a luglio ma, anche a costo di rischiare, cercavo la situazione giusta, il brivido: ho fatto vari colloqui e la scintilla non è mai scattata. Essere qui, invece, è come essere al Real Madrid”.
Con lei ci sarà Filippo Medri
“Tra le varie scelte è venuto fuori il suo nome e per me è perfetto. Con lui c’è anche un rapporto umano e l’unico dubbio era se accettasse il ruolo di vice ma, quando l’ho chiamato, è stato lui a trasmettermi un grande entusiasmo”.
Come pensa di conciliare gli innesti di gennaio con il gruppo costruito in estate?
“Con i nuovi arrivi si è senz’altro alzata la concorrenza nel gruppo. La costruzione della squadra in estate è avvenuta secondo un’idea ben definita e non posso dimenticarlo ma allo stesso tempo devo portare la mia metodologia. In questo momento sto cercando di capire qual è l’equilibrio migliore per la gara col Piacenza, senza la presunzione di stravolgere tutto”.
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