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Non ci resta che sognare

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2021 10:33
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Giudice*****
25/08/2020 17:40
 
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PRIMA CLASSIFICATA

“Mangia, madre” di Leaina




VALUTAZIONE DI SABRIEL



Grammatica&Stile: 10/10


Non ho trovato alcun errore di grammatica: hai fatto un lavoro eccezionale sia da questo punto di vista che da quello dello stile, che ho trovato molto scorrevole e piacevole da leggere.
Potrei leggere per ore un testo scritto così, da quanto è fluido e a tratti quasi poetico. Oltre ai vari rimandi alla letteratura giapponese, che amo e che ho dunque apprezzato molto, in alcuni passaggi mi è parso quasi di leggere una poesia.
Ho davvero apprezzato il tuo stile e l'evidente cura che ci hai riposto, tuttavia ti segnalo alcuni passaggi che avrei scritto diversamente: tieni a mente, però, che è una questione puramente soggettiva.

 Io sono il Dottore che spesso si cita in questo diario — ammetto: ottenuto non proprio legalmente. → Più che per i due punti, avrei optato per una costruzione diversa: “[...] ammetto di non averlo ottenuto proprio legalmente.”

 Di uno che fu un giovane uomo, per quanto nevrotico, e machiavellico, e che presto sarà cadavere. → La virgola tra “nevrotico” ed “e machiavellico” non mi convince, l'avrei piuttosto eliminata, perché mi pare rallenti il ritmo della narrazione.

 […] sono passati quindici anni e a parte il primo, sollevato straniamento di non doverlo né sentire né vedere, alla sera, ruminare a bocca aperta il suo cibo nella mia vita la sua morte non ha portato alcun significativo cambiamento. → Avrei inserito una virgola tra “cibo” e il resto della frase, per la stessa questione del ritmo, che qui mi pare un tutt'uno e per questo ho dovuto rileggere la frase due volte per comprenderla appieno. Ovviamente si tratta di una piccolezza, oltre che del mio personalissimo punto di vista.

 Fra i tanti madornali che ho fatto […] → Credo che qui tu abbia dimenticato “errori”? Non mi risulta che “madornali” ne sia un sinonimo, quindi ho dedotto così.

 […] ma è come fossi solo. → Avrei aggiunto il “se (fossi solo)”. Non si tratta di un errore (come gli altri appunti che ti ho fatto), ma mi suona meglio così.

 Ho risposto col silenzio e un’alzata le spalle. → Credo volessi scrivere “un'alzata di spalle”?

 Che dire. […] → Piuttosto che il punto, qui avrei inserito il punto interrogativo. Capisco che sia diverso e così cambia forse anche il senso, oltre che il tono, ma mi sembra più consono.



Trama&Personaggi: 20/20


Ho letto questa storia tutta d'un fiato e mi sono sorpresa a volerla rileggere ancora e ancora, una volta terminata.
Arrivata alla fine dell'ultimo capitolo, ho riletto più volte il primo per trovarci il principio di un filo conduttore che all'inizio non avevo percepito e che probabilmente mi sarei persa, se non l'avessi riletto.
Hai architettato la trama in maniera sorprendente: mi hai fatto fare un viaggio non solo nella mente disturbante dei protagonisti, ma in parte in una cultura che conosco bene, trasportandomi completamente altrove.
L'attenzione che hai dedicato ai dettagli, che con lo sviluppo della narrazione si svelano fondamentali e protagonisti della trama stessa, ti lascia senza fiato, perché si percepisce il gran lavoro che c'è dietro questa storia, lo studio approfondito della trama in ogni suo particolare e persino la divisione in capitoli, di cui magari inizialmente non si percepisce l'importanza, risulta fondamentale per l'effetto “sorpresa”, se così si può chiamare, della storia.
I personaggi, in particolare il signor Iwao, mi sono sembrati così approfonditi da averli sempre conosciuti: sarà anche stato merito della prima persona, o della prosa diaristica, in ogni caso hai fatto un lavoro eccezionale, tanto che non so nemmeno spiegarlo.
I punti di forza di questa storia si mescolano insieme perché semplicemente non ho trovato punti deboli, e in verità me ne dispiaccio, perché credo che fornire spunti e consigli siano alcuni dei propositi generali dei contest: eppure, è tutto così ben sviluppato e architettato, così studiato nei dettagli eppure scorrevolissimo e mai noioso, che non saprei proprio che cosa dirti se non che questa storia è l'esempio perfetto di equilibrio in ogni sua parola.



Utilizzo Pacchetto: 9,5/10


Hai fondato sul sogno l'intera trama, attribuendogli un'accezione profondamente negativa e il linea col pensiero e la psicologia del protagonista: tuttavia, non ti ho dato il punteggio pieno perché non ho percepito “l'angoscia di affrontare l'atto sessuale” oppure il “timore di un fallimento” in campo sessuale, quanto piuttosto l'ossessione di Iwao per la madre – probabilmente anche dal punto di vista sessuale. Come lui stesso scrive alla fine della storia, il suo appare come un vero e proprio complesso di Edipo, ma non ho percepito chiaramente “l'angoscia” dell'atto sessuale in sé o il timore d'impotenza, quanto piuttosto un quasi totale disinteressamento nei confronti del sesso in generale.
Iwao ha impulsi sessuali come tutti, pratica la masturbazione ma il sesso non è per lui fondamentale come per suo padre, ad esempio; è chiaramente ossessionato dalla figura della madre (e quindi dal padre quando minaccia di sottrargliela), ma non vive ciò che è legato alla sfera sessuale in modo angoscioso, perlomeno per come ho percepito io il personaggio e la storia.



Gradimento Personale: 5/5


Che cosa posso aggiungere? Se non si fosse ancora capito, ho adorato questa storia con tutta me stessa, in un modo che, mi ripeto, non so spiegare.
Aspettavo di leggere qualcosa come questo da tanto tempo e ora mi sento un po' come una bambina che ha ritrovato un giocattolo che amava: adoro le tematiche delicate e l'atmosfera drammatica mista a giallo mi ha totalmente conquistata, fin dal primo capitolo.
Questo tuo modo di svelare i fatti con una lentezza mai noiosa, equilibratissima, lo sento così mio e così perfetto, in un modo che ti entra dentro e t'intrappola tra le parole.
Inoltre, il contesto orientale, così lontano e per questo difficile da rendere, mi ha fatto definitivamente innamorare. Tutto è al posto giusto in questa storia e, anche se tendo a essere critica anche riguardo ai dettagli (ovviamente in senso più che positivo, o perlomeno ci provo), non ho assolutamente alcun critica da farti; al contrario, ho voglia di rileggere questa storia altre cento volte e di bearmi del tuo stile meravigliosamente poetico.
Davvero, farti i miei complimenti a questo punto mi sembra superfluo e banale, ma lo farò lo stesso e sicuramente continuerò a leggerti con piacere anche al di fuori dei vari contest.
Solamente una cosa ammetto che non mi è risultata chiarissima: il titolo. Ovviamente non lo valuto (anche volessi, non ne sarei in grado), ma alla fine della storia mi ha lasciata un po' perplessa, più che altro perché non sapevo se interpretarlo metaforicamente (“mangia, madre” inteso come “ora è il mio turno, mi sto vendicando, ti faccio vedere di che pasta sono fatto”) oppure letteralmente, e in quest'ultimo caso temo di non essere giunta a nessuna conclusione soddisfacente.
Comunque, generalmente non attribuisco molta importanza al titolo in generale, perché sarebbe come soffermarsi all'apparenza – che è comunque importante – perdendo di vista la sostanza – che a mio parere è molto più importante.


Totale: 44,5/45




VALUTAZIONE DI SOUL



Grammatica&Stile: 10/10


Carissima Lea!
Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato nessun problema nella tua storia, è scritta in maniera pulita e accurata! Ti segnalo giusto due sviste minuscole che però non hanno inciso sul punteggio, in quanto sono un paio su una minilong:
“il male minore.Il Dottor S.” -> ti è sfuggito lo spazio dopo il punto.
“Se l’essere parassiti fosse un arte” -> manca l’apostrofo in “un’arte”.
Dal punto di vista stilistico, la storia è curata nei minimi dettagli: la formulazione delle frasi è pulita e scorrevole, la punteggiatura è ben pensata e ben inserita, il lessico è omogeneo e mantiene il medesimo tono per tutto il tempo, non ti sei prodigata in periodi eccessivamente lunghi ed elaborati e questo ti ha permesso di conferire alla storia un andamento dinamico e piacevole.
Ti dirò la verità: nelle storie puramente introspettive e senza dialoghi e azioni vissute “sul momento” (come in questo caso, in cui gli eventi vengono narrati prima in un diario e poi in una lettera dal protagonista), generalmente a un certo punto mi annoio e mi pesa portare a termine la lettura perché le trovo eccessivamente statiche, ma questo non è accaduto con la tua minilong, seppur fosse abbastanza lunga: il testo mi è scivolato sotto gli occhi con una facilità impressionante, tenendomi incollata allo schermo e incuriosendomi e coinvolgendomi ogni riga di più! Proprio perché hai saputo gestire bene ogni parte, senza divagare troppo ma al contempo fornendo tutte le informazioni che potevano essere utili. Davvero, hai fatto un ottimo lavoro, hai saputo equilibrare ogni elemento all’interno della narrazione.
L’unica cosa che ti vorrei segnalare – ma più che una critica è un’osservazione, perché si tratta di un fattore molto soggettivo – riguarda la punteggiatura: in alcuni casi ho trovato eccessivo l’utilizzo delle virgole. Non sono sbagliati i punti in cui le hai inserite e ho capito che erano poste lì per dare enfasi, ma in alcuni casi non mi sono trovata d’accordo. Ti faccio alcuni esempi:
“Poi, apro gli occhi” -> questa è una frase estremamente breve e, proprio per questo, a mio avviso non avrebbe bisogno di essere ulteriormente frammentata, quindi rimuoverei la virgola che separa il ‘poi’ dal resto della frase.
“sono passati quindici anni e a parte il primo, sollevato straniamento di non doverlo né sentire né vedere, alla sera, ruminare a bocca aperta il suo cibo nella mia vita la sua morte non ha portato alcun significativo cambiamento” -> per quanto riguarda questo periodo, ammetto che in un primo momento ho faticato a seguirlo proprio per il modo in cui è inserita la punteggiatura, perché non ha quell’andamento fluido e chiaro che caratterizza il resto del testo. Forse per renderla più immediata io l’avrei formulata così:
“sono passati quindici anni e a parte il primo sollevato straniamento di non doverlo né sentire né vedere alla sera, mentre rumina a bocca aperta il suo cibo, nella mia vita la sua morte non ha portato alcun significativo cambiamento”. Che ne pensi? ^^
“Non vorrei avesse bisogno di qualche cosa, e ci stesse preparando a indorare una pillola amara.” -> anche qui la frase è molto breve e non necessita di un’ulteriore frammentazione, soprattutto perché comunque è già presente la ‘e’ congiunzione e quella basta.
Ma, nonostante questi esempi che ti ho riportato – che appunto rientrano più nel gusto personale –, non posso che farti i complimenti per il tuo stile assolutamente fantastico, coinvolgente, curato ed equilibrato!


Trama&Personaggi: 20/20

La trama è gestita e sviluppata in maniera magistrale: innanzitutto ho apprezzato che per ogni capitolo tu abbia utilizzato un diverso stile narrativo e anche un diverso punto di vista: nella prefazione troviamo delle riflessioni (forse scritte?) del Dottor S., lo psicologo di Iwao; nel secondo capitolo invece troviamo stralci del diario del protagonista, che non sono rivolti a nessuno in particolare e in cui lui scrive liberamente tutto ciò che gli salta in mente – o almeno, quei pensieri che riesce ad accettare e che il suo subconscio gli permette di formulare. Nel terzo capitolo troviamo una lettera rivolta allo psicoanalista, quindi ancora una forma narrativa diversa; e infine, nel quarto capitolo, viene raccontata la scena come se stesse accadendo in quel momento, da un narratore esterno. Poteva essere un esperimento rischioso, quello di variare in ogni capitolo, ma tu hai saputo gestirlo benissimo e sei riuscita a sviluppare al meglio la trama, dando un quadro completo della situazione e senza comunque perdere l’andamento e il ritmo della storia, senza far pesare questo continuo cambio ma anzi, facendolo apparire come qualcosa di naturale.
Un’altra cosa che mi è piaciuta un sacco è il fatto che tu abbia lasciato la suspence dal secondo al terzo capitolo, accennando a questa lettera alla fine del secondo ma “aprendola” solo al terzo. Sembra una fesseria – ancora di più perché io ho letto i capitoli tutti di seguito XD – ma hai fatto benissimo a lasciare la questione in sospeso, perché hai instillato un sacco di curiosità nel lettore. Mi immagino coloro che hanno seguito la pubblicazione in diretta e hanno dovuto aspettare il nuovo aggiornamento, ma anche io arrivata alla fine non vedevo l’ora di aprire il capitolo successivo, non potevo proprio fermarmi, dovevo assolutamente continuare a leggere!
A parte questi dettagli che mi hanno particolarmente colpito, la trama in generale è strutturata in maniera ottimale: Iwao ci parla della sua vita e sembra veramente tutto normale, talmente tanto che pure il lettore comincia a chiedersi quale possa essere l’origine di questi incubi e se il protagonista sia del tutto sincero o stia omettendo qualche dettaglio importante. Andando avanti con la lettura, si scopre che in realtà non è lui a mentire, ma le persone che gli stanno attorno: è stato convinto per tutta la vita che suo padre fosse Micho, ma in realtà non è così. È stato convinto per tutta la vita che sua madre fosse una figura quasi eterea, dolce e pura, quasi che non potesse mai commettere uno sbaglio e tradire il marito, ma poi scopre che non è così; e la madre tradisce lui in un certo senso, e lo fa con Katsuo, la persona che Iwao odia di più.
E sotto sotto il suo inconscio lo sapeva, stava cercando di avvertirlo, perché stava vivendo un complesso di Edipo totalmente fuori controllo.
La parte che in assoluto mette di più i brividi è il finale, dove vediamo un episodio di cannibalismo e alla fine la madre, succube di chiunque le stia attorno e incapace di ribellarsi, finisce per dare retta al figlio. La cosa che fa ancora più impressione è che, nella sua testa, Iwao lo fa per amore della madre…
Ti sei presa il tuo tempo, senza correre ma senza mai divagare troppo e perderti in chiacchiere, per sviluppare ogni scena e far crescere pian piano la curiosità; ti sei focalizzata su ogni momento importante e hai saputo selezionare quale fossero le cose importanti da dire. Tutto ciò ha dato vita a una trama omogenea, senza buchi e senza lacune, in cui tutto torna e tutto combacia. Bravissima!
I personaggi sono caratterizzati splendidamente, in tutta la loro evoluzione, involuzione o staticità. Ognuno ricopre un ruolo importante e ognuno è a modo suo colpevole di questa tragedia finale.
Iwao è un uomo apparentemente normale, con una vita normale e forse un po’ piatta, con una reverenza quasi maniacale nei confronti della madre, tanto che non si trasferisce a vivere altrove perché non se ne vuole staccare ed è convinto di doverla proteggere. Attraverso i suoi occhi, infatti, la madre viene dipinta come una donna remissiva e che, nonostante pregi come la dolcezza e la bontà, non è in grado di difendersi e di prendere decisioni per sé – immagine non del tutto falsa, lo si capisce nell’ultimo capitolo.
Iwao è talmente ossessionato dalla madre che è disposto a tutto pur di tenere lontano i suoi ‘rivali’, ovvero chiunque cerchi di portargliela via. Per questo motivo demonizza all’estremo Katsuo, un uomo che di certo non è un santo ma che diventa ancora peggio nella mente del protagonista.
L’amore che Iwao prova per la figura materna lo porta poi a frequentare Hakura, una figura in cui lui rivede in un certo senso la madre – lui stesso afferma che in un certo senso le assomiglia, anche la fascia d’età è la stessa –, come volesse ricercare questa figura in qualsiasi altra donna.
La sua visione distorta della realtà, frammista ai traumi e alle scoperte che si ritrova ad affrontare tutte in una volta, lo mandano totalmente fuori di testa, tanto da uccidere il padre e mangiarselo – il complesso di Edipo che esce dal piano metaforico e si concretizza, praticamente.
Molto interessante anche la figura del Dottor S., soprattutto per la sua ambiguità: Iwao lo considera un incompetente, pensa di poterlo fregare come vuole e che non gli serva a niente andare alle sue sedute, e non si capisce se sia effettivamente così oppure no. Nella prefazione il Dottor S. mi è sembrato abbastanza serio nell’affrontare il suo lavoro, lo si capisce da come si sente quando il suo paziente diventa un assassino, e forse ha davvero cercato di aiutare Iwao, ma non avendo i poteri magici non ha potuto fare di più per salvarlo.
Insomma, in questa minilong hai introdotto un sacco di personaggi dalle mille sfaccettature, a cui hai saputo trovare una sistemazione e che hai saputo sviluppare, rendendoli tremendamente reali e tremendamente umani, con tutta la loro gamma di difetti, traumi, fragilità e follie. Che posso dirti, se non complimenti? ;)


Utilizzo Pacchetto: 9/10

Devo premettere una cosa, devo e basta, tanto ormai il contest è concluso e me lo posso permettere (XD): ho sperato fino all’ultimo che qualcuno prendesse questo pacchetto e consegnasse, perché mi piaceva tantissimo ed ero troppo curiosa di vederlo sviluppato!
Ma partiamo dall’inserimento del sogno. Sicuramente hai reso quest’elemento protagonista: è proprio dall’incubo ricorrente di Iwao che tutto ha origine, e gli incubi lo accompagnano, evolvendosi, fino alla scoperta della verità e fino alla “risoluzione del problema”, se così la possiamo definire. Indubbiamente quindi hai sfruttato molto bene quest’elemento!
Per quanto riguarda il pacchetto, ho trovato davvero interessante che a bloccare l’atto sessuale, a porre questo limite a Iwao, fosse la figura del padre: era come se la sua sola presenza lo inibisse, lo facesse sentire inferiore e quindi timoroso di fallire. A tal proposito, il fatto di averlo pugnalato all’altezza dei genitali quando l’ha ucciso è stato un gesto simbolico di forte impatto, che ha rimarcato ancora una volta la natura rabbiosa e quasi vendicativa del delitto. Avendo reso impotente il suo diretto rivale, è come se Iwao si sentisse più libero, padrone della situazione.
Tuttavia non ti ho assegnato il punteggio pieno perché, nonostante sia inserito molto bene nel testo, ho trovato il contenuto del pacchetto un po’ troppo marginale, o comunque “nascosto” da tutto il resto. Mi sarebbe piaciuto vederlo trattato in maniera ancora più palese, mi sarebbe piaciuto percepire proprio questa paura nell’atto (o paura di fallire nell’atto) da parte del personaggio, che invece non sembra esserne davvero consapevole.
Spero di essermi spiegata al meglio XD
Comunque è stato davvero intrigante notare come ti abbia portato lontano questo pacchetto. Insomma, hai dato vita a una minilong che è qualcosa di allucinante e impensabile, hai sviluppato il prompt in maniera inaspettata e sono super felice che sia stato il nostro contest a darti la spinta per scrivere questo capolavoro!


Gradimento Personale: 5/5

Sì perché, lo ribadisco, è un capolavoro! L’ho davvero adorata, dalla prima all’ultima parola *-*
Adoro le tematiche delicate, adoro il dramma, adoro le famiglie piene di disagio, adoro i soggetti mentalmente disturbati e ADORO trovare tutti questi elementi insieme nella stessa storia! La famiglia di Iwao era già disagiata in partenza e la sua storia era intrigante anche prima dell’omicidio, ma secondo me col quarto capitolo e la scena di cannibalismo ti sei superata, è stato quel lampo di follia estremo che mi ha completamente conquistato!
Inoltre – e tu lo sai bene – sono una grande appassionata di psicologia e trovare continui riferimenti a Freud e al complesso di Edipo mi ha mandato proprio in un altro pianeta. Ti giuro, ero talmente presa che avresti potuto continuare con altri novanta capitoli e io avrei letto senza mai stancarmi!
Come ciliegina sulla torta, poi, mettici che ho un debole per il genere epistolare e per i diari… insomma, hai scritto la storia perfetta *-*
Grazie davvero per averci consegnato questa storia, l’ho letta con estremo piacere e apprezzata alla follia!


Totale: 44/45



TOTALE COMPLESSIVO: 88,5/90


Io su EFP: Soul Mancini
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