Finalmente la verità
Hanno sempre dubitato della nostra amicizia, chiedendosi cosa ci trovassi tu – immenso – in un ragazzotto malconcio come me.
Adesso si sono convinti di aver finalmente capito ogni cosa, e mi additano, mi giudicano, mi compatiscono. Quando provo a difenderti mi chiamano illuso; loro sanno la verità, loro che hanno letto tutto. Si affidano come pecore alla guida di una penna bugiarda.
Vorrei interferire, lo ammetto. Rivelare il tuo piano a quelli che contano… Eppure mi assicurasti che a tempo debito lui avrebbe compreso tutto, ed io mi fido della tua parola.
Per te, amico, sopporto il fango sopra al tuo nome.
Un giorno, un giorno si renderanno conto…
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Come ogni volta
Lo guarda per l’ultima –
ennesima volta, e il suo lamento si spegne insieme con la luce.
Tramonta il sole alle spalle del Castello e il buio avvolge ogni angolo della stanza –
fumo e cenere. Su una sedia con lo sguardo incerto si asciuga le lacrime: ogni volta –
tutte le volte, la stessa malinconia. Un piccolo sorriso increspa le labbra, l’ultima lacrima avanza all’angolo della bocca e scompare tra le rughe del viso –
per ogni lacrima un sorriso, per ogni ombra una scintilla. Nelle tenebre della stanza si appisola dondolando sulla sedia…
in attesa. Apre gli occhi ed è di nuovo l’alba. Come sempre. Come ogni volta.
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Il testamento della sorella
Ho sostenuto contro mia sorella lotte straordinarie.
Il serpente ha detto che l’avrebbe amata per sempre – un’eternità che è durata un secondo, io a raccoglierla.
Il serpente mi ha detto che mi sarei infranta in un turbine di schegge bronzee: quand’è successo, lei era al suo cospetto a piangere di mancanza e il mio pulcino aveva preso il volo – cieco il lamento della sua prematura scomparsa.
Il serpente ci ha detto che anche la nostra amicizia sarebbe sfiorita nella sua assenza – in pioggia di dimenticanza, il nostro castello di carte s’è sciolto in lacrime di fuoco.
Ho sostenuto contro mia sorella lotte straordinarie. E ha vinto lei.
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Far combriccola
Quella banda di ragazzetti non ne combina mai una giusta. Camminano sempre in gruppo:
lui che troneggia su tutti, gli altri al seguito come se fossero
lacchè. Poi c’è il piccoletto, l’espressione da topo stampata sul volto, sempre disposto a seguirlo e venerarlo. Si definiscono migliori amici, ma lo si può veramente essere quando uno impone e l’altro esegue?
Percosse, agguati, fatti alla luce del sole ma mai veramente puniti. È questo che unisce dei compagni di scuola? Deve esserci anche dell’affetto in quegli occhi bramosi che rincorrono, in quei comandi bonari.
Ma la guerra, con silenziosa violenza, è in grado di allontanare tutti – compagni, parenti e amici d’infanzia.
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Legno di quercia
Legno di quercia: è sempre stato uno dei suoi preferiti.
Lo tasta con delicatezza, ne segue la linea e scopre le imperfezioni invisibili all’occhio. Poi si mette al lavoro.
Svolge operazioni che ha compiuto mille volte, ma c’è qualcosa di diverso – molto di diverso. Ha dedicato tutta la vita alla sua arte, ha servito giovani sconosciuti e personalità importanti senza distinzioni. Ha composto a piacere e su misura.
Si è scelto una vita solitaria, ma attraverso le sue opere gli è sembrato di conoscere tutti.
Mai, tuttavia, si è mosso per un’amica; ora sì, ed è tutta lì la differenza.
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L’amor che ci conduce
Diversi soli risplendono nel nero della mia esistenza,
e anche il mio destino sembra essere legato all’oscurità.
Ma non mi arrendo, e ti chiedo di custodire il mio gioiello più prezioso, l’unico che posseggo,
nel timore di perderlo.
Scelgo una strada perigliosa, ma è l’amore che mi muove, e farò di tutto per trovare ciò che cerco
e portarlo via con me.
Anch’io sembro amare l’oscurità,
ma celo una passione mai sopita per il bianco.
La mia promessa è una corda di fiamma simile a serpe,
che lascia il segno.
Anche la mia strada è irta di pericoli, ma è sempre l’amore che mi guida.
Per l’eternità.
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L’appeso
Non c’è felicità più grande.
Sì, incontrarti negli inutili cubicoli dove sono costretto a fare avanti e indietro mi genera un tremolio esaltato.
Nella mente, sogni velati di esseri appesi e le loro dolci urla che mi fanno fremere.
Che pienezza-uno sprazzo gratificante- che produce qualche grugnito ad un svigorito ma smanioso essere.
I loro pollici sono carnosi, come le tue labbra antipatiche stiracchiate che mi fanno annuire.
Quando ti incontro, nello stridere della tua voce, mi prostro come servo facendo le fusa colmo del tuo veleno.
Annego, nella tua figura e come una mosca sono divorato dalle tue fauci leale ed obbediente.
Lei non ti capisce è invidiosa.
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Mostro
《Disegnate la casa in cui vorreste vivere》dice la maestra.
Abbozza un rettangolo con il tetto appuntito, due ombre su cui scrive mamma e papà.
Non li ha mai conosciuti e si sente solo, più di tutti –
sei un mostro.
Oliver scoppia in lacrime, gli fa rabbia.
Stringe i pugni e le finestre bruciano.
Il terrore sul volto degli altri bambini gli frammenta l'anima –
sei pazzo, dicono.
Una bimba pallida, con gli occhiali troppo grandi, si avvicina e lo saluta.
《Vuoi essere mia amica?》
《Sì.》
《Te ne andrai anche tu?》
Lei sorride:《Io sono come te.》
《Sei un mostro?》gli chiede.
Non risponde, lui si sente meno
diverso.
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Amici da morire
Amicizia significa riscoprire insieme le origini ripudiate e parlarne senza disprezzo.
I Babbani non sono così male, no?
Amicizia significa sei anni a incrociarsi tutti i giorni come pari, iniziare a tollerarsi e finire per conoscersi.
Hai vissuto accanto a persone più sgradevoli, vero? Beh, pure io.
Amicizia significa avere fiducia anche quando non ce n’è motivo, anche in mezzo alla paura.
Eri l’ultimo filo che mi teneva in sospensione prima di cadere, ci pensi mai?
Amicizia significa… Io non lo so più che significa: restano solo occhi spenti, parole inascoltate e un tradimento che fa male da morire.
Resti solo tu. È la scelta giusta?
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Ogni rivoluzione inizia con una scintilla
Non ho idea di dove tu sia, ma voglio scriverti lo stesso, sperando che questa missiva non venga intercettata e che non ti faccia finire nei guai. Perché, poi? Non c’è scritto nulla di compromettente, ma di questi tempi anche le cose più innocenti sono diventate pericolose.
Non si condivide un dormitorio per sei anni senza creare un legame, e il nostro era piuttosto esplosivo.
Sei scomparso nel nulla, e io sono qui, a lottare su più fronti, contro l’orrore che ci circonda e con la consapevolezza di ciò che è giusto. Di quel dormitorio siamo rimasti in due, spero di rivederti presto, vivo.
Mi manca la tua risata.
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Affinità elettive
Tuo padre dice che delle altre Case non c’è da fidarsi, ma tua madre t’ha assicurato che certe affinità elettive non bisogna combatterle:
non farti avvelenare dall’orgoglio, camuffa la verità da morale di Beda il Bardo,
è importante trovarsi un amico.
Di lei ti è facile fidarti da subito, perché i suoi problemi non sono che nebbia – non c’è modo di risolverli: non potrebbe tradirti mai.
All’inizio, piange anche per te, che per indole ed educazione le lacrime preferisci ingoiarle; ma poi non c’è più nulla che possa salvarti: allora piangete in due, su piastrelle più fredde delle sue carezze, e la tua pelle brucia per entrambi.
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Un antidoto contro la solitudine
Sono molti quelli che, di fronte al nostro legame, sarebbero pronti a sbuffare – a parlare di servilismo (il tuo) e di antidoto contro la solitudine (il mio).
Come se l'affetto si potesse fingere.
Come se un'esistenza trascorsa a confrontare le nostre miserie – quelle materiali (le tue) e quelle emotive (le mie) – non fosse sufficiente a forgiare un affetto capace di andare oltre qualsiasi vincolo.
Del resto, la nostra è affinità elettiva: è nell'atto del prenderci cura che ci siamo rispecchiate. Tu ti sei occupata della mia solitudine con la stessa devozione che io ho dedicato ai miei frammenti di storia.
Di te non avrebbero mai dovuto sospettare.
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Infausti Presagi
Stavamo combattendo insieme fino a poco fa; dove sei?
Spero che tu sia prudente – sei impulsiva, non fai abbastanza attenzione a ciò che potrebbe ferirti – perché io non posso perderti.
Eppure, un presagio oscuro mi grava sul cuore, come a volermelo mordere a sangue.
***
Mi manchi, mi manchi da morire.
Mi appoggio, in lacrime, alla fredda pietra bianca; impresse nella mia mente ci sono le nostre risate, i nostri sussurri, le nottate passate a condividere segreti e a leggere il
Settimanale delle Streghe.
Reggo tra le mani una copia di
Divinazione induttiva e divinazione intuitiva: uno studio comparativo. È uscito oggi al Ghirigoro, l’ho dedicato a te.
[Modificato da Lady.Palma 25/07/2021 00:09]