| | | OFFLINE | | Post: 7 | Registrato il: 25/01/2022 | Città: CUSANO MILANINO | Età: 32 | Sesso: Maschile | Utente Junior | |
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13/03/2022 19:14 | |
Eccomi inizio a postare qualche giocata ^^
Luna piena [ Bosco - Fuori Dalen ] Si trova fuori da Dalen, precisamente nel bosco e poi non così troppo lontano dalle mura. La luna piena si trova alta nel cielo e quel satellite da qualche sera a questa parte sembra osservarlo con parecchia insistenza, tanta che ne sembra quasi attratto, non da nemmeno importanza alle stelle che lo contornano e lo adornano, preso da chissà quale strana attrazione. In alcuni momenti una sensazione mai conosciuta sembra risalire da dentro il nordico, la quale a stento riesce a sopprimere. Un sensazione che sembra essere di liberazione e di lasciarsi andare a chissà quale istinto mai saggiato in tutta la sua vita. Ha deciso così di concedersi una piccola uscita dalla città per stare un poco da solo e ritrovare quella calma e quella quiete che in questi giorni sembra essere mancata. Il passo è pesante e irregolare in falcate veloci delle gambe, postura ben dritta che si erge per tutto il suo metro e novanta per una corporatura prestante pur sotto gli abiti che indossa. Braccia a penzoloni tese lungo i fianchi con mani serrate a pugno per quel senso di rabbia che lo pervade e gambe che sembrano andar da sole e voler superare il limitare del bosco dal quale ormai non dista molto. Il respiro risulta essere più pensante del solito, mentre nuovamente la figura dell'uomo diventa preda di alcuni attacchi di panico che lo costringono a fermare il passo, mentre la mano sinistra si alza col palmo rivolto alla zona del pettorale vicino al cuore. Sente come il sangue pompa, senta come il muscolo sembri voler uscire dal petto battendo a scongiurare nel breve l'uscita di quella sensazione di liberazione che prova nell'osservare ancora il satellite detto Luna. Lo guarda ancora, le iridi color del ghiaccio lo fissano tanto che ora la bocca si schiude appena, mentre il respiro inizia a diventare sospiro, mentre il viso inizia a mutare di espressione che lascia ben intendere che di li a breve sarà ben libero di mostrare ciò che è ciò per cui è stato maledetto.
[ Bosco - Fuori Dalen ] A quanto pare da dentro l'uomo quel senso di liberazione inizia a farsi più incontrollato e via via che continua ad osservare la luna si trova a non controllare più tale istinto. I denti iniziano a serrarsi tra di loro, mentre la mascella inizia a contrarsi fino a che il capo non si china verso il basso. La mano sinistra che si tiene vicino al cuore viene ora abbandonata da tale parte, per permettere al Nordico di accasciarsi, inizialmente flettendo le gambe e facendo picchiare le ginocchia contro il terreno del bosco. I battiti del cuore iniziano ad essere accelerati, tanto che lo stesso muscolo sembra voler scoppiare, mentre un piccolo grido di dolore viene emanato a denti stretti, soffocato a causa del dolore che inizia a prendere possesso di tutto il proprio corpo. E' costretto a mettersi a carponi, quindi con ginocchia e mani a toccare il suolo. I muscoli si contraggono e si delineano a dovere in quel preciso momento, mentre le pupille iniziano a dilatarsi a tal punto da far scomparire quasi l'azzurro dell'iride. Dentro di se sente che qualcosa sta cambiando, gli organi interni e le viscere iniziano a spostarsi e ciò gli provoca un dolore lancinante tanto che l'espressione facciale si fa cagnesca per quel dolore mai provato. Lo scheletro così inizia a mutare in breve, rumore di ossa che si spezzano sono ben udibili al proprio orecchio. I muscoli del proprio corpo iniziano a gonfiarsi quasi a dismisura, mentre i vestiti che indossa si iniziano a lacerare sotto quell'ingrossamento e sotto quella mutazione che inizia a vederlo più come una bestia che come un uomo qualunque, lasciandolo nudo. Gli arti di gambe e braccia iniziano a mutare in zampe, mentre la faccia si inizia ad allungare mostrando le sembianze di un muso. Sul corpo inizia a formarsi una peluria che diventa manto bianco ma non eccessiva, mentre ad altezza coccige inizia a spuntare una protuberanza che sembra somigliare ad una coda lunga e discretamente spessa. [Mutazione1/2]
[ Bosco - Fuori Dalen ] Un altro grido sommesso a causa del dolore lancinante è quello che emana ora l'umanoide se così si può definire, un misto tra un umano e una bestia che sembra iniziare a prendere sempre più forme di animale. Filamenti di bava iniziano a pendere e cadere sul terreno, da quello che ormai è un chiaro muso, mentre i canini si allungano diventando zanne aguzze così come i denti seghettati dai quali continuano a pendere filamenti di bava. Il pelo bianco che iniziava a ricoprire la pelle tatuata e nuda del Nordico ora si delinea come un manto raso e decisamente bianco, mentre quella protuberanza ad altezza coccige ormai inizia ad essere una coda che si trova più pelosa e più fine sulla zona della punta mostrando un ciuffetto di pelo bianco e folto. Le gambe e le braccia ormai sono diventate zampe muscolose, dove le zanne posteriori e anteriori iniziano a crescere sempre di più fino a che non si arcuano ed affondano quasi nel terreno per diversi centimetri, contratte e ben in mostra, lasciando una chiara impronta sul terreno di un chiaro animale, un predatore di cui ora ne ha preso le sembianze. Sulle quattro zampe si trova ad essere ora, mentre lo scheletro inizia a diventare più come quello di un leone dal pelo bianco, decisamente massiccio, raggiungendo il metro e settantacinque di altezza al garrese. Il muso rimane chino, mentre sulla zona del collo è presente una folta criniera ad adornarlo ed ora alzando il muso verso il cielo è un sonoro e profondo ruggito bestiale che emette, gli occhi si mostrano con un'iride chiara, azzurra e quasi accesa. Sguardo felino, mentre dal tartufo che è il cosiddetto "Naso" sono sbuffi feroci che vengono emanati, sbuffi di chi ha sofferto e di chi ora si mostra a tutti gli effetti un predatore particolarmente nervoso ed irritabile. Fa peso sulla zampa sinistra, mentre la destra tira ora una chiara artigliata all'albero più vicino facendo quattro profondi solchi che lacerano il legno. [ Mutazione 2/2 ]
[ Bosco - Fuori Dalen ] Ed eccolo così trasformato nella sua forma bestiale, un Leone Bianco che sta sulle quattro zampe la cui coda oscilla orizzontale rispetto al terreno da un lato all'altro. L'artigliata appena tirata è segno della sua Ira e della sua sete di Sangue. I filamenti di bava rimangono attaccati ed altri colano al di sotto del muso, rendendo veramente inquietante la bestia di cui l'uomo ha preso forma. Il Mannaro ora è libero di muoversi e di poter far da predatore li nel bosco. Le orecchie che si mostrano leggermente appuntite oltre che discretamente coperte dal crine bianco e lungo, vanno a captare rumori nelle vicinanze. Ringhia a zanne serrate, un verso gutturale che esce forte e chiaro, minaccioso a voler spaventare ogni essere nei propri paraggi. Il muso gira da un lato all'altro, puntando con lo sguardo ciò che riesce a cogliere, ed eccolo che ora semplicemente sembra come sedersi, flettendosi sulle zampe posteriori, le quali nel breve si gonfiano, mentre quelle anteriori vanno a dare ulteriore spinta a quel balzo che va a compiere con tutte e quattro le zampe. Forza esplosiva, velocità, rapidità che lo contraddistinguono nello spiccare un balzo in quel moto di corsa che lo vede sprigionare una potenza fuori dal comune, solcando il terreno ad ogni tocco con le zampe a causa del suo imponente peso, smuovendo arbusti e tronchi non troppo spessi che ne smuovono le fronde alberate del bosco. Alcuni cedano sotto quelle sorte di urti della sua animalesca figura che le picchia casualmente contro, rendendo noto a futuri avventori di passaggi che i è passato qualcosa da cui stare alla larga. A caccia si dirige il Leone bianco a placare la sua sete di sangue, la sua ira, sparendo nel breve dal limitare del bosco per addentrarsi ancor più all'interno dello stesso.
Preda forti emozioni [ Villa - Ingresso ] E' da poco tornato dal turno alla locanda ed ovviamente sembra essere abbastanza cupo e teso. Alcuni avventori non sono poi stati troppo garbati nei propri confronti, ed ha dovuto subire anche alcune battute e richieste poste in malo modo. Il sangue ancora gli ribolle e le falcate che compie sono particolarmente veloci. Le mani si aprono e chiudono a pugno diverse volte, cercando di stemperare quel senso di ira e di ripensamento nell'aver voluto affrontare in maniera diversa la questione, ma d'altra parte per non fare torti ad altri conoscenti ed amici si è sentito in dovere di sopportare ogni malo modo degli avventori. La mascella è contratta a dovere e i nervi sono a fior di pelle mostrando senza alcuna maschera ogni emozione negativa che ne prende possesso della propria persona. Ormai è giunto nei pressi dell'ingresso della porta della villa e la destra si alza a mezz'aria per serrare con discreta forza la maniglia, la quale abbassa per concedere l'apertura dell'uscio che va a spalancare con violenza, facendo sbattere contro la parete interna della struttura. Ne supera così l'ingresso e voltandosi la mano destra si sposta nuovamente sul legno della porta questa volta e con una discreta forza la sospinge per sbatterla pesantemente, tanto che per la forza usata la porta nemmeno si chiude, tornando indietro e lasciandola così semi aperta. E' uno scatto d'ira il proprio, che porta l'uomo a far da perno sulla gamba sinistra dove viene spostata buona parte del proprio peso, per piegare la gemella al ginocchio, quindi la destra, per poi distenderla in avanti, con la suola che guarda la porta a cercare un chiaro pestone con estrema violenza a volerla richiudere con quel gesto, seguito da un urlo liberatorio.. < Aaaargh! > Sbatte ancora la porta. < Bast***i!.. Bast***i! > Tuona iracondo, mentre già la gamba destra avanzata rispetto la gemella serve a dare stabilità ad un diretto sinistro che dal nulla e dritto per dritto sferra ancora alla porta.
[ Villa - sala ] Il pugno scagliato compisce in pieno lo stipite, mentre le nocche col quale ha colpito tale parte della porta rimangono contro la parte colpita per qualche attimo. Ma tale sfogo non ha dato l'effetto sperato cioè quello di placarne parzialmente quella rabbia che si porta dentro per quanto subito. Scuote il capo, mentre adesso, nel voltarsi cerca la prima cosa utile e a portata di mano, inquadrando una sedia di un tavolo non molto distante. Qualche passo veloce per separarne le distanze e già le mani si allungano allo schienale per afferrarla e così sollevarla da terra. La gamba sinistra ancora avanti la destra e a larghezza spalle serve a dare equilibrio in quel movimento, mentre il busto compie una leggera rotazione antioraria e successivamente una contro torsione oraria per lanciare la sedia contro la parete, con estrema violenza e concedendosi un ennesimo urlo liberatorio in quel moto di lancio. < Aaaaaaahhh! > Se in quel momento vi fosse qualcuno potrebbe considerarlo un chiaro pazzo, ma è evidente che sembra essere fuori controllo, sembra essere preda di istinti che ben poche volte manifesta e che gli fanno perdere il lume della ragione. La sedia si rompe in diversi pezzi a quell'impatto violento nello scagliarla contro la parete ed il respiro inizia a farsi pesante, affannato, sbuffando aria pesante della narici che si dilatano a tal fare, mentre a denti stretti a mascella serrata, mostra sul viso una chiara espressione di ira e frustrazione nel non aver dato a chi di dovere la lezione che si meritava, passando per un allocco. Il sangue ribolle dentro di lui. Il viso si arrossa in maggioranza sugli zigomi, mentre il dolore del pugno tirato prima contro lo stipite non viene minimamente percepito a causa dell'adrenalina che circola nella figura del Nordico. < Se vi avessi ora tra LE MANI!! > tuona minaccioso, tanto che quell'urlo sembra rimbombare dentro la stanza dove si trova, mostrando le tempie che pompano sangue. Aggressivo, parecchio.
[ Villa ] La rabbia è tale che il Nordico faccia prevalere il proprio istinto a tal punto che una strana sensazione mai provata prima prenda il controllo della propria mente e del corpo. E' costretto a voltarsi verso il tavolo da dove ha afferrato poco prima la sedia. Le mani si arpionano quasi sul bordo del tavolo, chinandosi appena col busto e anche con la testa , puntando lo sguardo verso i propri piedi. I battiti del cuore iniziano ad essere accelerati, tanto che lo stesso muscolo batte sul petto irregolarmente, mentre un piccolo grido di dolore viene emanato a denti stretti, soffocato a causa del dolore che inizia a prendere possesso di tutto il proprio corpo che si contrae a dovere irrigidendosi. I muscoli si contraggono e si delineano a dovere in quel preciso momento, mentre le pupille iniziano a dilatarsi a tal punto da far scomparire quasi l'azzurro dell'iride, tanto che il fuoco del camino acceso gli crea parecchio fastidio a tratti. Dentro di se sente che qualcosa sta cambiando, gli organi interni e le viscere iniziano a spostarsi e ciò gli provoca un dolore lancinante tanto che l'espressione facciale si fa cagnesca per quel dolore. Lo scheletro così inizia a mutare in breve, rumore di ossa che si spezzano sono ben udibili al proprio orecchio, tanto che alcune si ricompongono allungandosi, mutandosi in altre più spesse e resistenti. I muscoli del proprio corpo iniziano a gonfiarsi quasi a dismisura, mentre i vestiti che indossa si iniziano a lacerare sotto quell'ingrossamento e sotto quella mutazione che inizia a vederlo più come una bestia, lasciandolo nudo. Gli arti di gambe e braccia iniziano a mutare in zampe, mentre la faccia si inizia ad allungare mostrando le sembianze di un muso. Sul corpo inizia a formarsi una peluria che diventa manto bianco ma non eccessivo, mentre ad altezza coccige inizia a spuntare una protuberanza che sembra somigliare ad una coda lunga e discretamente spessa. La trasformazione ha così inizio. [Mutazione1/2]
[ Villa ] Un misto tra un umano e una bestia che sembra iniziare a prendere sempre più forme di animale. Filamenti di bava iniziano a cadere sulla pavimentazione, da quello che ormai è un chiaro muso, mentre i canini si allungano diventando zanne aguzze così come i denti seghettati dai quali continua a pendere bava. Il pelo bianco che iniziava a ricoprire la pelle tatuata e nuda del Nordico ora si delinea come un manto raso e decisamente bianco, mentre quella protuberanza ad altezza coccige ormai è una chiara coda che si trova più pelosa e più fine sulla zona della punta mostrando un ciuffetto di pelo bianco e folto. Le gambe e le braccia ormai sono diventate zampe muscolose, le cui anteriori poggiano sul bordo del tavolo che si sfonda sotto quell'aumento di peso e massa, e dove gli artigli posteriori e anteriori iniziano a crescere sempre di più fino a che non si arcuano ed affondano quasi nella pavimentazione per diversi centimetri, contratte e ben in mostra, un predatore di cui ora ne ha preso le sembianze in tutto e per tutto si mostra. Sulle quattro zampe si trova ad essere ora, mentre lo scheletro è diventato come quello di un leone dal pelo bianco, decisamente massiccio, raggiungendo il metro e settantacinque di altezza al garrese. Il muso rimane chino, mentre sulla zona del collo è presente una folta criniera ad adornarlo ed ora alzando il muso emette un sonoro e profondo ruggito bestiale. Gli occhi si mostrano con un'iride chiara, azzurra e quasi accesa. Sguardo felino e da predatore, mentre dal tartufo sono sbuffi feroci che vengono emanati, sbuffi di chi ha sofferto e di chi ora si mostra a tutti gli effetti un predatore particolarmente nervoso ed irritabile. Indietreggia sulle quattro zampe al vedere il fuoco del camino che arde, ringhia contro lo stesso, preda di un fastidio non solo per gli occhi che ora cercano di evitare di incrociare le fiamme, ma anche di chi ha una discreta paura a tale visione. [ Mutazione 2/2 ]
[ Villa ] La forte emozione di rabbia e di sottomissione l suo istinto che non è stato liberato quando doveva essere fatto l'ha portato a mutarsi così nella sua forma Mannara. E' un leone bianco di enormi dimensioni. Il muso e la testa ruotano ora a destra e sinistra. Dal tartufo annusa l'aria cercando di carpire odori che possano essere nelle vicinanze. Le orecchie feline, piccole e leggermente appuntite, sono quasi completamente coperte dalla folta criniera bianca che ne adorna la base del collo, voltandosi verso la porta dalla quale era entrato poco prima. Le assi del pavimento della villa, sotto i suoi trecentocinquanta chili di peso gemono a dovere, piegandosi quando il peso viene scaricato maggiormente sugli arti anteriori e posteriori. Non sa come uscire da quella sala della villa che sembra più come una prigione per quella bestia che ora è a tutti gli effetti, decidendo così di far peso sulle zampe anteriori per portarsi eretto sorreggendosi con quelle posteriori. Il busto animale ruota in senso orario, mentre la zampa anteriore destra viene caricata ed i cuscinetti delle zampe si contraggono per far spuntare gli artigli lunghi ed arcuati e con una contro torsione antioraria scarica una zampata orizzontale al terreno da destra a sinistra per impattare e cercare di lacerare la porta e indebolirla, ed una volta fatto ritornerà sulle quattro zampe. Fatto questo sarà un balzo che cerca di effettuare per chinare il muso e anche la testa per andare contro la porta indebolita e provare a sfondarla col balzo, riuscendo nel proprio intento e scardinandola a dovere, così come fa saltare via anche i montanti della struttura ed il contro telaio della stessa, balzando fuori dall'ingresso. Ruggisce ora, osservando la luna nel cielo che sembra abbagliarlo e rendere ancor più lucido il manto del Mannaro e così facendo inizierà quel principio di corsa sulle quattro zampe. Incontrollato e rabbioso vagherà per la città, in quella moltitudine di odori percepiti.
2. Luna 3/4 [ Locanda - Ingresso ] La luna è alta nel cielo, ma non ancora completa nella sua interezza. E' visibile a tre quarti e questo provoca nell'uomo un forte senso di attrazione per la stessa la quale osserva mentre giunge nei pressi della Locanda. I propri sensi sono particolarmente allerta in questo periodo. L'udito capta come non mai i rumori provenienti dall'interno della locanda, rendendo in qualche modo il Nordico cupo per quella moltitudine di voci che si sovrastano all'interno. L'espressione facciale mostra una chiara svogliatezza nell'entrare all'interno, seguita da uno sbuffo dalle narici che sbuffano aria calda dilatandosi appena a tal fare. Giunto nei pressi dell'uscio la mano destra si posa sulla porta in legno, sospingendola e crearsi così lo spazio per entrarvi. All'olfatto è una sensazione mista di odori quella che percepisce, riuscendo a cogliere non solo quelli del cibo e delle varie pietanze, ma anche il fetore di chi si trova davanti e voleva uscire al contrario di lui che era li per entrare. Non ha per nulla intenzione di far passare l'altro e si concede di prendere il passo per entrare per primo, urtandolo con una spallata che porta l'avventore a rivolgergli uno sguardo poco amichevole. La sensazione che percepisce nei confronti dell'avventore è di particolare fastidio e rabbia, tanto che velocemente rivolge all'altro una chiara occhiata cupa e priva di qualsiasi buona intenzione e senza pensarci due volte.. < Che hai da guardare.. mh?! Girati e sparisci.. > Digrigna i denti, mostrando un'espressione cagnesca e poco amichevole e attendendo che quest'ultimo faccia ciò che gli è stato intimato dal Nordico il quale ha fermato il passo in attesa che esegua quanto richiesto, continuandolo a guardare con aria minacciosa. Non è caso di mettersi contro di lui, non ora che si trova in quello stato di chiara irascibilità che potrebbe farlo scattare da un momento all'altro.
[ Locanda - Ingresso ] Percepisce come l'uomo che ha appena urtato sembri mostrare ancora un senso di irritazione per quella spallata ricevuta, ma nel breve segue il suo consiglio allontanandosi e scuotendo il capo ancora infastidito. Ennesimo sbuffo dalle narici quello del nordico che torna finalmente a guardarsi nella sala. La luce presente all'interno, come quella del camino, da un leggero fastidio alla propria vista, tanto che per qualche attimo è costretto a battere le palpebre per ambientare la pupilla. I vari rumori percepiti dall'udito, tra cui anche schiamazzi e vociare, fanno voltare il viso del Nordico da un lato e dall'altro, soffermandosi sulla conversazione tra due avventori da cui ne percepisce in parte quanto viene detto tra di loro. Nonostante tutto la testa rimbomba con tutte quelle informazioni, coglie parole da una parte, parole da un'altra parte, il che lo porta a mostrare un'espressione del viso poco compiaciuta e di fastidio tangibile al solo guardarlo. Gli odori nelle narici si fanno più intensi e forti. Soprattutto quello di cibo e anche il malto della birra e il fruttato dell'uva con il quale viene fatto il vino, un misto di odori che provoca anche un disgusto all'uomo, che così decide di dirigersi verso il bancone. L'espressione che mostra è infastidita, irritabile, non sembra passarsela bene. I passi che compie in qualche momento sembrano essere meccanici e non sciolti come lo si vede nella maggior parte delle volte. E' teso, ma tutto sommato cerca di mantenere un certo controllo sulla propria persona e sul suo modo di fare. Infatti sono respiri profondi a volersi tranquillizzare quelli che emette, visibili dal petto che si alza e si abbassa vistosamente e da quegli sbuffi pesanti che emette dalle narici facendole dilatare appena a tal fare. Intanto al banco nota Ersatz e si avvicina a lei.
[ Locanda - Ingresso ] Una volta avvicinatosi al bancone, le mani ruvide e callose si andranno a poggiare sul bordo delle stesso, mentre qualche parola viene rivolta alla Goblin. < Un bel via vai di gente questa sera.. > Ammette, nonostante il tono di voce rimanga neutrali, sporcato da una leggera nota infastidita. Un sospiro emette ancora, dilatando le narici a dovere quando sbuffa fuori aria calda. Ersatz lo saluta e gli chiede ovviamente se abbia voglia di bere qualcosa. Annuisce semplicemente, per poi rispondere poco dopo. < Si, il solito. > Ammette, ma nel sentire che Ersatz gli propone qualcosa di diverso il "Soffio del Drago" Il Nordico la guarda per un attimo male, mentre le labbra premono tra di loro. La mano destra si alza alla rispettiva tempia per grattare la zona del viso , in quel gesto è comprensibile il proprio stato emotivo iracondo, ma cerca di mascherarlo e pensare prima di aprir bocca per non offendere l'altra. < Ho chiesto il solito, quindi il Rhum.. > Sembra non voler ammettere repliche, mentre la mano sinistra si chiude a pugno e trema per qualche attimo a voler ricacciare dentro quel senso di rabbia per non aver accolto subito la propria richiesta. Se l'altra ne noterà quel gesto del pugno sarà un sorriso lieve di circostanza, tirato e poco credibile quello che andrà a donare alla goblin, la quale andrà a preparargli quanto richiesto. Intanto che la sua ordinazione viene preparata, la propria attenzione si sposta sugli avventori, soffermandosi per l'ennesima volta su un gruppetto di persone i quali sembrano discutere di alcuni furti commessi per le vie della Malfamata. Nell'ascoltare, la mano destra che era andata a grattare la tempia, viene portata a lisciare con pollice ed indice il pizzetto folto della barba, mentre i propri respiri continuano ad essere profondi e lenti, proprio per mantenere una certa calma apparente nonostante tutto quel rumore e tutti quegli odori che percepisce.
[ Locanda - Bancone ] I momenti di attesa sembrano interminabili. Vorrebbe già allontanarsi da quel luogo affollato, dove odori, suoni e anche quella luce del camino e del fuoco, danno tutto nell'insieme un senso di instabilità all'uomo che comunque prova a rimanere calmo. Sentirà i passi pur se leggeri della Goblin che sembra ritornare verso la sua posizione, d'altra parte è abbastanza vicino a lei e non sarà difficile percepire quei movimenti, voltandosi verso la stessa che gli porge la propria ordinazione. < Bene, finalmente. > Ammette, mantenendo quel sorriso di circostanza per far risultare il tutto una chiara battuta, anche se dal tono di voce con quale si esprime pare essere abbastanza spazientito per il troppo tempo impiegato. La mano destra che si lisciava il pizzetto viene ora allungata verso il bicchiere di Rhum così da serrarlo con presa ben salda e poter alzare lo stesso alle labbra che si schiudono, tracannando in un sol fiato tutto il liquore all'interno. Una volta fatto il bicchiere viene posato nuovamente sul bancone, mentre la stessa Goblin sembra chiedergli come sta. Lui da parte sua non risponde, ma le lancia un sorriso beffardo che ne indica una chiara domanda poco consona. < Non lo vedi ? > Retorico domanda all'altra, mentre già le mani premono sul bancone per riportarsi ben dritto sul posto ed ergersi in tutta la sua altezza che arriva al metro e novanta. < Ora devo andare, stare in questo posto del Ca**o mi manda i nervi a fior di pelle. > Non la saluta nemmeno, se non con un leggero e quasi impercettibile cenno del capo, mentre già da le spalle alla goblin. Il passo dell'uomo si mostra abbastanza rapido e col chiaro intento di raggiungere l'uscio per poter uscire da quell'inferno chiamato Locanda. Uscirà di li in breve dalla struttura, per andare a cercare uno spazio più tranquillo, mentre già lo sguardo torna a puntare alla luna a tre quarti nel cielo, trovando così una quiete che dentro la locanda non era riuscito a trovare.
Queste sono le prime tre giocate, nei prossimi giorni te ne posterò altre, scusa ancora la lunga attesa |