Indonesia, il sesso fuori dal matrimonio è reato: rischio carcere anche per i turisti
PECHINO - “Potrebbe essere un disastro, chi vorrà venire più qui?”. Dopo le chiusure per la pandemia e gli sforzi degli ultimi mesi per far ritornare gli stranieri tra le spiagge mozzafiato di Bali, gli studenti e i capitali degli investitori in tutto il Paese, “questo nuovo codice è dannoso e controproducente”, dice l’ente nazionale del turismo. L’Indonesia ha appena approvato in Parlamento una revisione del suo codice penale che risaliva all’era coloniale olandese. E tra le misure che fanno più discutere c'è il divieto di sesso pre-matrimoniale ed extraconiugale: si rischia un anno di carcere e la legge non varrà soltanto per gli indonesiani ma anche per gli stranieri. Pure la convivenza per le coppie non sposate diventa illegale: sei mesi di prigione.
Il nuovo codice entrerà in vigore tra tre anni e la sua modifica è stata oggetto di dibattito da almeno un decennio. Una bozza era stata presentata nel 2019: migliaia di persone scesero in piazza a Giacarta a protestare e la legge rimase nel cassetto. Anche ieri nella capitale indonesiana un centinaio di manifestanti sono tornati in strada. Per cercare di “alleggerire” il testo al capitolo sesso, i deputati hanno però specificato che le denunce potranno essere fatte alla polizia solo da coniugi, parenti stretti o figli. Taufik Basari, deputato, prova a chiarire con un esempio: “Se un turista in visita a Bali avesse rapporti sessuali consensuali con un cittadino indonesiano e la denuncia alla polizia fosse fatta dal genitore o dal figlio dell'indonesiano, lo straniero potrebbe essere arrestato. So che avrà un impatto sul turismo, ed è per questo che dovremmo spiegare al pubblico che le segnalazioni alla polizia dovrebbero essere limitate a ciò che la famiglia ritiene davvero importante”. Le coppie straniere, dunque, non rischiano nulla: chi si autodenuncerebbe a vicenda? Serie ripercussioni, secondo gli attivisti, potrebbero esserci, invece, per la comunità Lgbtq.
“Molti hotel, soprattutto a Bali, avranno problemi”, dicono gli albergatori. Gli arrivi stranieri dovrebbero toccare i 6 milioni entro il 2025, ritornando ai tempi pre-pandemia. L'Indonesia sta inoltre cercando di attirare un maggior numero di cosiddetti "nomadi digitali" offrendo visti più flessibili. L’ambasciatore statunitense a Giacarta si dice “preoccupato: si tenta di regolamentare ciò che avviene in una casa tra adulti consenzienti e tutto questo può avere un impatto negativo sugli investimenti che il Paese cerca di attirare”.
Al di là dei problemi di letto, il nuovo codice tocca altri ampi diritti per tutti gli indonesiani: un salto indietro nel passato che rischia di riportare il Paese ai tempi bui della dittatura di Suharto, in una nazione - la più grande del mondo a maggioranza islamica - a lungo considerata tollerante e all'avanguardia nella realizzazione di riforme democratiche in tutto il Sud-Est asiatico.
Saranno illegali la promozione della contraccezione, la blasfemia e l’apostasia. Vietato insultare il presidente e il vicepresidente in carica, le istituzioni statali e l'ideologia nazionale - la Pancasila, che si basa sull'affermazione di cinque principi: il credo nell'esistenza di un unico Dio, l'unità della nazione, l'umanesimo, la giustizia e la democrazia - pena tre anni di carcere. I giornalisti rischiano fino a due anni se pubblicano "storie incomplete”: concetto molto vago. Le proteste pacifiche senza permesso sono punibili con sei mesi di reclusione. Si rischiano 10 anni se si è associati a organizzazioni che seguono l'ideologia marxista-leninista e quattro se si diffonde il comunismo. L’aborto rimane un reato, ma si aggiungono eccezioni per le donne con problemi medici e vittime di stupro: a patto, però, che il feto abbia meno di 12 settimane. Le pene sull’aborto possono arrivare fino a quattro anni.
A spingere sulla revisione del testo sarebbe stato il vicepresidente, Ma'ruf Amin, ex leader del Consiglio degli ulama indonesiani, il massimo organo del Paese per gli studiosi islamici. Un fondamentalismo religioso che sta riprendendo piede negli ultimi anni.
Dopo la vetrina del G20, il presidente, Joko Widodo, questa volta, a differenza del 2019, firmerà la legge. Quando il nuovo codice entrerà in vigore, avrà già finito il suo secondo mandato. "L'Indonesia si sta muovendo verso una nuova direzione autoritaria”, dice il leader della Indonesian Legal Aid Foundation. “Widodo ci sta portando alla distruzione della democrazia”.
Fonte