«Nel 1971, nel bel mezzo dello spettacolo di Tom Jones allo "Stardust" di Las Vegas, Elvis Presley si alzò e uscì. Di solito, per assistere a uno spettacolo del genere, il maître faceva sedere Elvis e il gruppo dopo che le luci si erano abbassate e li accompagnava nei camerini del backstage prima della fine dello spettacolo per evitare di essere una distrazione.
Ma Elvis aveva l'abitudine di bere molta "Mountain Valley Spring Water" e, nel bel mezzo dello spettacolo di Jones, dovette andare in bagno.
Jerry Schilling, uno degli atletici "Memphis Mafia", si alzò per andare con lui. Presley portava con sé un bastone, sia per l'aspetto che per il suo potenziale come arma di emergenza. Tuttavia, la sua migliore mossa difensiva durante la corsa al bagno fu la velocità: Elvis aveva imparato a camminare velocemente attraverso le lobby, i casinò e le sale di spettacolo per evitare di essere fermato, e Jerry riusciva a malapena a stargli dietro...
Al ritorno dal bagno, camminavamo ancora più velocemente di prima. Passammo davanti a un salottino dove suonava una cover band. Il cantante era un ragazzone che si trovava nel bel mezzo di una canzone di Elvis. Il ragazzone non era male, ma stava esagerando un po' con il vibrato di Elvis. Senza scomporsi, Elvis disse: "Jerry, aspetta qui" e si precipitò nel salone.
Si avvicinò al palco, sollevò il suo bastone come se volesse picchiare questo tizio e disse: "Se devi farlo, fallo bene". Fece un grande ammiccamento alla folla nella sala, saltò giù dal palco e se ne andò a gambe levate. Ma il grande cantante non ha visto l'occhiolino: era così spaventato che è caduto sul palco.
Ci siamo divertiti a ridere per tutto il viaggio di ritorno al nostro tavolo. Ma non appena mi sono sistemato per vedere il resto dello spettacolo di Tom, Elvis si è chinato per dirmi: "Jerry, torna indietro e invita quel ragazzo e la sua band a salire nella suite dopo lo spettacolo"».
Jerry Schilling: pagina 230 – "Me and a Guy Named Elvis".