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Tex 755

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Lo Stato dell'arte sul povero Tex:
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V.

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10/09/2023 18:21
 
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Che dire.

Ho ceduto e l'ho "letto" per ammirare le tavole di Villa, davvero eccellente il lavoro del mitico Claudio.
Sulla fantasia perversa dei supervisori Frediani e Boselli non ho altro da aggiungere.






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Re:
Juan Galvez, 10/09/2023 17:36:




Nulla da aggiungere.
Una valutazione puntuale su ogni aspetto.
Albo veramente difficile da tollerare, in cui l'ennesimo ritorno ha il sapore dell'aperta provocazione e dello schiaffo in faccia agli appassionati texiani. Avevo smesso di leggere gli albi boselliani a metà della nuova avventura di Mefisto e ripartire è stato un grave errore.
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Re:
ozymandias, 10/09/2023 18:21:

Che dire.

Ho ceduto e l'ho "letto" per ammirare le tavole di Villa, davvero eccellente il lavoro del mitico Claudio.
Sulla fantasia perversa dei supervisori Frediani e Boselli non ho altro da aggiungere.






È vero: ovunque io ne abbia parlato, ho dimenticato, anzi letteralmente saltato a piedi pari di esprimermi in merito agli ottimi disegni di Claudio Villa.
Fuori di dubbio che il giudizio ampiamente negativo che esprimo non coinvolga il suo operato. Che spreco, però...

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Re: Re:
Carlo Maria, 10/09/2023 21:44:



Nulla da aggiungere.
Una valutazione puntuale su ogni aspetto.
Albo veramente difficile da tollerare, in cui l'ennesimo ritorno ha il sapore dell'aperta provocazione e dello schiaffo in faccia agli appassionati texiani. Avevo smesso di leggere gli albi boselliani a metà della nuova avventura di Mefisto e ripartire è stato un grave errore.



Concordo con Carlo Maria e complimenti a Juan Galvez per l'ottima disamina della storia "celebrativa".

Confesso che ciò che trovo oltremodo intollerabile è la riscrittura dei dialoghi e pensieri de "Il giuramento", come quello tra Lilyth e Freccia Rossa (pagg. 22 e 23).
La scena è rappresentata come un sogno di Tex, ma è evidente che ricalca quella apparsa a pag. 37 del "Giuramento".

Nell'albo "celebrativo" vediamo una Lilyth dal viso bellissimo e riposato, e vestita di tutto punto – con fascia in testa e piuma, collana e braccialetti, cintura in vita, mocassini ai piedi -, pronta per una sfilata di moda più che per un viaggio nell'aldilà: i dialoghi precisano che crede nel Dio cristiano diversamente dal padre e dallo stregone; che marito e figlio sono in salvo a Taos (li chiama Tex e Kit, diversamente dalla storia originale); e in che cosa consiste il contenuto del messaggio per Tex (Ma come faceva Lilyth a conoscere il nome di Higgins? Come poteva conoscere il significato di un termine come "immuni"?).
Naturalmente non manca la colpevolizzazione di Lilyth (che a Boselli non piace), facendole dire che "avrebbe dovuto capirlo subito" che c'era una correlazione tra le coperte e il vaiolo così da evitare "tante sofferenze al nostro villaggio". E naturalmente Freccia Rossa è rappresentato senza il suo copricapo in testa, evidentemente poco "realistico" (perché una donna in punto di morte raffigurata come indicato sopra sarebbe invece "realistica"...).

Nel "Giuramento" vediamo invece due volti provati e sofferenti che si scambiano poche parole. L'ululato di Satan accompagna Lilyth nella consapevolezza che sta per morire; lei non parla del vaiolo, ma nomina il suo "cuore troppo stanco". E il messaggio per Tex? Cosa può essere se non un messaggio d'amore, intimo, privato, che ogni vecchio lettore ha immaginato per conto proprio?

Tutto riscritto anche riguardo alla corsa di Tex per arrivare al villaggio Navajo: qui Tex sospetta che non farà in tempo a vedere Lilyth e sprona Dinamite (che invece non può esserci, visto che è rimasto alla riserva oppure è a Taos oppure è a Kayenta da Reggart); nel "Giuramento" Tex invece si aspetta che Lilyth lo accolga al suo arrivo.

Ha perfettamente ragione Juan Galvez nel dire che "Il giuramento" è un unicum nella produzione bonelliana e per me lo è stata per un altro particolare rispetto a quelli citati.
Ricordo che quando lessi la storia la prima volta, da ragazzina, pensai che a pag. 71 ci fosse un errore, che mancasse qualcosa tra la prima e la seconda vignetta, prima di quel "Quando è morta?" pronunciato da un Tex con lo sguardo perso. E invece non manca nulla perché là in mezzo c'è tutto: tutto quello che il lettore può immaginare che sia passato per la mente di Tex.

Questa scena, almeno questa, è stata risparmiata dalla riscrittura boselliana.

Non fu poi Freccia Rossa a portare Tex alla tomba di Lilyth visto che era già là (cfr. pag. 26 dell'albo "celebrativo" con pag. 76 del "Giuramento"), ma lasciamo stare.

Ciò che mi ha colpito è in particolare l'aridità di sentimenti di questo albo celebrativo: i pards ridono e scherzano, tanto poi arriva l'assoluzione di Jack nei confronti di Tex per aver "risparmiato" Higgins (pag. 116), dopo la scena del suicidio di Higgins che richiama alla memoria la scena finale di "Massacro" con protagonista Fraser (altro personaggio che in futuro verrà recuperato?).
I pards ridono e scherzano: Tex sogna Lilyth e Kit chiede "mia madre?" come se non si ricordasse come si chiama o forse semplicemente per ribadirlo una volta di più ai lettori.
I pards ridono e scherzano e viene "finalmente" tirato quello stivale che non era mai stato tirato: lo fa Kit, invece di Tex, ma non conta, quello che conta è che è stato fatto - che anche questo ora è stato fatto - e che d'ora in poi a Carson toccherà andare a dormire altrove, se i pards si ritroveranno tutti e quattro in un'unica stanza.

Ultimo appunto: chissà quanto sarà piaciuto ai lettori "moderni" vedere Tex che si autoaccusa di aver fatto un errore, come accade a pag. 115.
Tuttavia Tex non aveva fatto nessun errore, e nemmeno Gian Luigi Bonelli; perfino il Destino (o Dio) aveva certificato che la vendetta era compiuta, spezzando la lancia rinsecchita dal tempo.
Tutta roba che richiede troppa immaginazione, troppo sentimento, e un senso di eternità che non può capire chi vuole solo vedere il cadavere.





"Non fare quella faccia contrita! Con me non attacca!"
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20/09/2023 16:54
 
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La lancia che si spezza e le parole che affermano che la vendetta è compiuta.
Uno dei finali più belli sella saga, che terminava un racconto emozionante e indimenticabile.
Il Tex umanissimo di GLB che affronta il dramma più devastante.
Qualcosa tra Tex e il lettore.

Era dovuto che a mettere la parola fine partecipassero tutti i pards, che sono la famiglia di Tex. E su tutti Kit.
Lui che non aveva conosciuto la madre e i suoi aguzzini.

Chi se ne frega se è improbabile un Tex che abbandona la pista del responsabile della morte di Lilyth, se i risultati sono questi.

La spazzolata di Tucker, la celeberrima scena davanti alla tomba, la violentissima e inesorabile vendetta, la morte di Brennan e l'ululato del coyote unico spettatore di quando avviene a distanza di chilometri.
Un capolavoro di testi e disegni.

E tra i momenti topici la MORTE di Higgins. Tex una furia scatenata che massacra di botte e lascia al suo destino l'assassino della consorte.
L'inferno...

Questo albo, di cui non vale la pena parlare, devasta e lascia solo macerie di quel capolavoro.

Grande Vince ad analizzarlo. Io mi limito a certificare che l'autore ha perso ogni residuo di rispetto e ora lo considero più dannoso di Nizzi.
È riuscito ad andare oltre il Degno Erede...
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Vittima della koalessa
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20/09/2023 17:33
 
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Il sequel piùcchedegno

L'anziano scrittore Clauzio Niddi, caduto in disgrazia e circondato da quasi universale disistima per via dei suoi lunghi trascorsi di massacratore di Tek Killer, icona del fumetto mondiale, combatte la noia e la gotta vagando tra mostre, fiere e convention dedicate ai comics grazie al supporto del viscido badante Sante Giudino il quale, a bordo del suo Doblò alimentato a metano, lo scarrozza a piacimento da Nord ad Ovest e da Est a Sud, gli rimbocca il plaid prima di ogni riposino pomeridiano e gli porge le battute durante i dibattiti con i lettori. In queste occasioni l'argomento preferito di Niddi è ovviamente Tek Killer, l'eroe manesco ed insopportabilmente cazzuto che egli anni prima aveva saputo reinventare, dopo aver degnamente ereditato il personaggio dal suo stesso creatore, il burbero e più di ogni altra cosa sopravvalutato Pier Fierdinando Tornelli. Prima di essere ingiustamente allontanato dalla testata, Niddi aveva magistralmente lavorato sulle caratteristiche di Tek, emendandolo da una storia pluridecennale di successi basati però su maniere dure ed eccesso di sicumera, riconducendolo sulla retta via del ligio rispetto delle regole di polizia, umanizzandolo al punto da renderlo indistinguibile da un qualunque uomo dei giorni nostri.

All'imbrunire di un tiepido pomeriggio di aprile, mentre sono a spasso frugando tra i banchetti dell'usato di Napoli Comicon, Niddi e Giudino si imbattono in uno scatolone al cui interno trovano il manoscritto originale del leggendario testo esoterico "When Padma meets metempsychosis", considerato perduto da oltre centotrenta anni. Mentre Sante distrae con astuzia l'ignaro venditore offrendogli di rilevare parte dell'attività commerciale, Clauzio si impossessa del preziosissimo tomo, nascondendolo sotto la giacca e portandoselo a casa.

Poche settimane più tardi, completato un oscuro rito satanico appreso dalle pagine del libro, Niddi riesce a realizzare l'inimmaginabile: scambia il proprio corpo ormai decrepito con quello giovane e scattante dell'attuale curatore tekkiano, il fenomenale Bauro Moselli, suo storico rivale nella casa editrice di Tek Killer.
Mentre Niddi si pavoneggia davanti allo specchio, esaltato dal ritrovato vigore fisico, Guidino preleva con discrezione da casa uno sconcertato e confuso Moselli, comprensibilmente sotto shock a causa della folle ed inattesa trasformazione subita, e lo conduce in una cascina poco distante da Aqui Terme, dove poi lo rinchiude in modo che non possa allontanarsi. Realizzato con successo l'audacissimo piano, Niddi e Giudino architettano una nuova mefistofelica cospirazione: inonderanno il già agonizzante mercato del fumetto con una sfinente serie di ciofeche -a firma Moselli- che segnerà una volta per tutte la fine dell'odiato Tek Killer.

Il piano viene messo in atto a partire dai mesi successivi; i lettori superstiti di Tek assistono sconcertati al brusco cambiamento dello stile delle storie di Moselli, proposte su di migliaia di pagine annuali spalmate su un numero inverosimile di testate.
Il malcontento dilaga, i vecchi fan di Moselli sentono la propria fede vacillare, mentre non pochi tra i nostalgici di Niddi fanno notare sghignazzando come Moselli sembri ispirarsi in modo sempre più chiaro al loro idolo. Le vendite di Tek precipitano, le speranze dell'editore si affossano, nell'ambiente si comincia a vociferare di una inevitabile, imminente chiusura di tutte le testate dedicate al personaggio.

Ma, nel momento in cui tutto sembra ormai perduto, qualcosa di stupefacente accade: forse per un minuscolo errore commesso durante l'esecuzione dell'antico rito, forse per una eco dell'anima fino a poco prima ospitatata in quell'organismo formidabile, una fiammella dell'antico Moselli risorge all'interno di quello che era stato il suo corpo. Acquisite forza e consapevolezza, quella fiammella si trasforma in rogo, un rogo che si fa spazio tra le raffinate evoluzioni della creatività di Niddi ed infine irrompe sulle tavole prodotte mensilmente. In virtù di quella cultura enciclopedica che Moselli si è sempre riconosciuto, le storie tekkiane cominciano così ad evolversi, segnando il passaggio ad una nuova fase stilistica.
Pur permanendo l'approccio rigorosamente filologico di Niddi (merito di una conversazione privata tra Tornelli e suo figlio, origliata da Clauzio moltissimi anni addietro, che gli aveva consentito di scoprire il pensiero autentico di Pier Fierdinando a proposito di Tek -"un uomo senza tempo, che percepisce il peso delle scelte e la futilità dell'agire umano di fronte all'assoluto"- e dei suoi pard -"Kid Baffon? La spalla ideale, l'amico fraterno con cui affrontare con leggerezza guai, dolori e conti del ristorante", "Sugar Jack rappresenta il nativo americano cui non servono molte parole per dimostrare di non aver capito nulla", "Little Kid prima o poi lo sposterò su uno spin-off. Avrei dovuto farlo morire durante l'epidemia di vaiolo"- prima che le pressioni del mercato lo avessero fatto virare su scelte stilistiche più fiacche e convenzionali), le trame si arricchiscono di elementi potentissimi:
-linguaggio moderno, che sposa mirabilmente sintassi raffinata e sintesi bruciante, rendendo i dialoghi secchi e schioccanti come colpi di frusta
-fiorire di personaggi a tutto tondo, di cui vengono brillantemente mostrate le più sottili pieghe dell'animo, narrandone tutti gli snodi fondamentali che li hanno portati ad essere quello che sono
-personaggi femminili sottratti al ruolo di semplice accessorio narrativo, donne non più messe lì al puro scopo di essere salvate qualche ingombrante maschio alfa
-cura certosina delle ambientazioni, dei dettagli e dei personaggi storici, delle etnie, delle geografie, delle geologie, delle orografie, delle meteorologie, delle toponomastiche; addio al modello Stetson dull boy, apparso però sul mercato solo dopo il 1892, farewell agli speroni a sedici punte, banditi e finiti fuori commercio sin dal 1843, ciao al nodo autobloccante da arrampicata, utilizzabile solo con anacronistici moschettoni in lega leggera anodizzata, bye bye winchester 1876 caricato con proiettili da due pollici, dal 1844 al 1902 su Bourbon Street le carrozze circolarono a senso unico alternato...

L'inatteso ed imprevedibile mix di sensibilità e di creatività restituisce di colpo nuova linfa all'ormai asfittica parabola di Tek Killer. La serie rifiorisce, letteralmente, lettori vecchi e nuovi gridano al miracolo, persino i giovanissimi, attratti dal clamore sollevato sui social media dai nuovi cicli di avventure, poggiano il telecomando delle PS5, disdicono l'abbonamento a DAZN, iniziano a spiegare a fidanzati e fidanzate che "stasera non si tromba, devo leggere Tek".
Di fronte al civico di Bauro Moselli iniziano a formarsi capannelli di persone, capaci di restare in attesa per ore e giorni nella speranza di incrociare la grande star del fumetto; ad ogni passaggio del divo si scatenano veri tumulti, lanci di mutandine e di numeri di telefono, svenimenti collettivi e visioni mistiche: chi manda un bacio, chi getta un fiore, chi si prenota per due ore.

"Una dichiarazione per la tua gente, Bauro... lo vedi quanto amore?" chiede la giornalista di una troupe televisiva
"E' Tek quello che amano, io sono solamente al suo servizio" si schernisce Moselli (cioè, Niddi)
"Però sei tu quello che ha saputo dare nuova linfa, restituire entusiasmo, restituire dignità al medium... hai persino messo ordine tra tante ingenuità di Pier Fierdinando Tornelli"
"Non parlerei di ingenuità... Tornelli era uno scrittore spontaneo e popolare. Non poteva e non voleva occuparsi di approfondire le psicologie. Oggi il pubblico è più maturo ed esigente, io mi limito a dargli quello che chiede" risponde magnanimamente Niddi (ossia, Moselli)
"Questo però vuol dire che il trionfo attuale dipende soprattutto da te" (sorriso ammiccante)
"No, sarei poco onesto se non riconoscessi il merito di un uomo a cui io... e Tek... a cui dobbiamo tutto. Non saremmo qui se non ci fosse stato un immenso artista come Clauzio Niddi, un fine letterato che ha cambiato la storia di questo medium"
"Tuttavia, Niddi era stato però allontanato bruscamente dalla testata..."
"Posso affermarlo senza timore che qualcuno mi corregga: un errore imperdonabile, ma che va compreso e circostanziato: Niddi era troppo avanti per i suoi tempi, e noi non eravamo pronti a comprendere quello che aveva da dirci. Però avevamo torto noi, non certo lui"
"A proposito di Clauzio, è un po' che non appare in pubblico. Prevedete di tornare a collaborare con lui?"
"Clauzio è stato una risorsa preziosa della nostra casa editrice per decenni, per lui ci sarà sempre spazio, se solo lo vorrà. Credo che in questo momento lui sia più interessato ad altro, ma... chi può prevedere il futuro?"
"Hai usato la parola futuro: ecco... cosa hai in serbo per il tuo pubblico? Un simile entusiasmo non rappresenta anche un peso per un autore? Non ti spaventano le aspettative altissime del popolo tekkiano?" (addita la folla)
"Non amo ripetermi, però proprio non posso non citare un pensiero che Clauzio Niddi mi ha ribadito più volte: 'Scrivere Tek è piuttosto facile, le sue avventure sono piuttosto ripetitive, e seguono tre o quattro schemi fissi, al massimo. Quel che fa la differenza è l'amore dell'autore per il personaggio'" (guarda dentro la telecamera)
"Parole toccanti, Bauro... grazie, davvero, a nome di ciascun lettore. Un'ultima domanda, allora, sempre a proposito di 'futuro': cosa vedremo su Tek nei prossimi anni?"
"Per una volta farò un'eccezione, ma non fateci l'abitudine... (ride) Allora, c'è questa vecchissima storia di Pier Fierdinando Tornelli, forse qualcuno la ricorderà. Dunque, c'è Limith... anzi no, Milith, insomma... la moglie di Tek, che muore a causa di un perfido complotto messo in atto da alcuni criminali, e poi c'è che lui giura su quanto ha di più sacro che li ammazzerà uno per uno. La storia si chiudeva con la morte dell'ultimo degli assassini."
"Credo di averla letta, dovrei cercare di recuperarla, da qualche parte..."
"Non è così importante... comunque, nel seguito che ho appena completato si scopre che Tek si è sbagliato, e che anzi uno degli scampati alla sua vendetta non ha mai smesso di far fuori dei poveracci malcapitati"
"Una situazione tremenda... immagino però che questa volta Tek farà finire sotto terra tutti gli assassini della moglie!"
"E invece no... perchè io ho pronti non uno ma addirittura due colpi di scena.
Uno, il superstite scampato alla vendetta non viene liquidato da Tek ma si suicida, stanco di delinquere e oppresso dai sensi di colpa...."
(Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro!) inneggia la piazza.
"...e due, in un albo successivo scopriremo... che la moglie di Tek non è morta! Milith ha simulato la propria fine per scappare dalla riserva assieme ad un'antica fiamma con cui aveva continuato a vedersi di nascosto mentre il marito vagabondava tra un'avventura e l'altra: si tratta del malvagio Culero, anche lui scampato alla giustizia di Tek grazie ad una furbata realizzata con la complicità di alcuni monaci che gli dovevano un favore"
(Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro!)
"Forte, fortissima, super-wow... non vediamo l'ora di leggerla" la giornalista quasi si commuove
"Vi piacerà, vedrete, sarà l'occasione giusta per incontrare alcuni nuovi comprimari, che potrebbero diventare presenze fisse negli albi successivi"
"Nuovi comprimari? Mi stai davvero incuriosendo! Beh, avevo detto che avevo finito con le domande, ma a questo punto non posso trattenermi: di chi si tratta?"
"Mi stai chiedendo troppo... " (ride)
"Volete conoscere chi sono questi nuovi personaggi?" (urla la giornalista alla folla)
(Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii)
(Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro!)
"D'accordo, d'accordo. (ride)
Però non abituatevi! I personaggi che vedremo assieme a Milith e Culero sono... Jim Morrison ed Elvis Presley!"
(Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro!)
"Jim Morrison ed Elvis?! Ma... come?!?!?"
"Si, è vero, sembrerebbe un paradosso senza senso. Però vi chiedo di fidarvi, in un'avventura che pubblicheremo a breve nella nuova collana 'L'infanzia di Tek Killer' spiegheremo come tutto ciò sia stato possibile!" (ride)
(Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro! Baù-ro!)
[Modificato da Fog 21/09/2023 14:38]
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Sash

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Altra pietra miliare, Fog, dopo la tua analisi di "Mercanti di schiavi". 🤗



"Non fare quella faccia contrita! Con me non attacca!"
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23/09/2023 19:47
 
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Re: Il sequel piùcchedegno
[SM=x74934] [SM=x74935]

Mi ha fatto ridere soprattutto il seguente passaggio, che io, che notoriamente penso male, ho letto in modo leggermente diverso:

Fog, 20/09/2023 17:33:

personaggi a tutto tondo, di cui vengono brillantemente mostrate le più sottili pieghe dell'animo



[SM=x2114809]




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Quanta amarezza nel leggere le lucide analisi di juan galvez, bert, myra, fog ( seppur nel divertente suo commento ).
Povero Tex. Che tristezza....
p.s. alla lista di nomi da me citata ( mi scuso se ho scordato qualcuno ) manca pero' il commento del banchiere Bill Pelton.....Bill dove sei !?🤔😉
Hasta luego, pards!
[Modificato da capelli d'argento 27/09/2023 22:51]



"La mia chiesa sono state le montagne, le praterie: niente porte..." John Wayne

E' lo sceneggiatore - che si cimenta con un personaggio creato da un altro - che si deve piegare alla psicologia dei personaggi e all'universo costruito dal loro creatore. Non viceversa
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