Giorno 3.
Nella topaia sono riuscito a dormire solo 3 ore. Non ci sono stati rumori particolari, ma ero guardingo. Comprenderne il motivo era facile: bastava guardare la porta d'ingresso e notare che accanto alla serratura, sul lato dello stipite, mancava l'intonaco e anche una parte della muratura. Ciò che mi comunicava era: "Sono già stata sfondata a calci in passato", cosa assai probabile. Nel dubbio ho spostato davanti alla porta il tavolino che c'era nell'armadio e l'ho puntato nel pavimento, perché fornisse un poco di resistenza. Non è servito. 😆😅
Confido di non essermi preso le pulci o l'epatite!
Per intanto però mi sento febbricitante e prendo due aspirine, badando di non toccare altra acqua che quella delle bottigliette che ho con me. Non si tratta di febbre vera... certo di stanchezza, quello sì, ma è anche qualcos'altro... qualcosa che non avevo mai provato in vita mia: frenesia.
In piedi dall'1 e mezza di notte, scelgo comunque di attendere le 6 per uscire dalla stanza e prendere un taxi. Mi ferma una guardia armata e mi propone il mezzo del suo parente. Chi sono io per rifiutare il suggerimento di un tizio col mitra? 🤣
Arrivo al traghetto e una volta sopra scrivo a Rasita facendo lo gnorri e chiedendole dove si trovi il posto magnifico di cui ha pubblicato un'immagine su Instagram. Mi manda la posizione. Molto bene!
La traversata dei 17 km di lago ci porta via un'ora. Una volta sbarcato, arruolo Josué, un ventenne, personaggio secondario con la sua importanza nella mia storia.
Rasita è distante 28 km, Josué mi spiega che ci metteremo 45 minuti.
Concordo la tariffa di 15 dollari per il tragitto d'andata, ma poi rifletto sul fatto che sto per rimanere senza soldi e gli faccio una controproposta vantaggiosa: 45 sterline perché mi accompagni, stia lì con me e mi riporti al molo.
Accetta con riserva perché: 1) non ha mai sentito parlare di sterline, 2) perché nessuna banca gliele cambierebbe, in Nicaragua, 3) perché non sa neanche che valore abbiano e non può verificare in quanto gli si è rotto il cellulare il giorno prima (e io sono privo di roaming perché pagherei 25 euro al MB... manco morto).
Mi porta a destinazione e si mette a trattare con l'affitta camere perché colleghi internet e mi lasci vedere il tasso di cambio. Io sono assai nervoso, nel mentre, perché in qualunque momento potrebbe saltar fuori la mia amica e rovinare un poco la sorpresa.
45 sterline ieri valevano 56 dollari. Molto bene, Josué accetta e gli viene in mente che proprio in quell'albergo ha portato un'inglese tre giorni prima. Io nel mentre indago e scopro che... Rasita è uscita.
Mi frana il terreno sotto i piedi.
Avevo messo in conto la possibilità e mi ero autoconvinto che fosse comunque notevole: glielo avrei detto qualche settimana o mese dopo, prima o poi insomma, mostrandole il mio passaporto e le foto fatte ovunque.
Invece no, arrivato al momento, non ho accettato questa conclusione e le ho inviato la mia posizione, dicendole che ero lì. Inizialmente non ci ha creduto, poi mi ha videochiamato entusiasta e mi ha spiegato che si erano spostate di due km per andare a far colazione nel paradiso locale del cioccolato. Guardo il mio fido Josué, gli spiego la situazione e saltiamo di nuovo sul suo mezzo.
Arrivato sul posto, eccole... è stato super emozionante, vivere giorni nell'attesa di dieci minuti è una sensazione che merita di esser provata o riprovata. 😍
L'abbraccio è stato liberatorio, un uragano. E il saluto fulmineo un completamento adeguato del momento.
I gesti hanno una propria eco che si riverbera... valgono tutto il dispendio di energie profuse.
Il viaggio di ritorno è stato fulmineo: in appena 10 ore ero già nuovamente a San José e sull'onda della giornata perfetta mi sono concesso un albergo decente.
Ora sono in aeroporto (Giorno 4). Tra un'ora partirà il mio aereo per Madrid, domani mattina coincidenza per Malpensa e ritorno in Italia previsto per le 14.
Qui di seguito qualche foto sparsa, ma no: non quella dell'abbraccio. Quella è mia. 💚
L'isola in distanza.
Il viaggio d'andata.
Uno dei due vulcani dell'isola
Rasita e io.
Josué. Dietro l'inglesina che gli ha cambiato i miei soldi e il suo compagno.
Il ritorno
L'ultima stanza.
