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TENTATIVI PER SCREDITARE IL CRISTIANESIMO

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2023 10:30
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18/02/2017 12:41
 
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L’inesistenza degli apostoli e altre fantasie



L’inesistenza storica dei dodici Apostoli di Gesù è stato uno degli argomenti su cui Emilio Salsi ha scritto maggiormente. 


Ma chi è Emilio Salsi? Si descrive come un ex militare in inattività che, spinto dalla curiosità, ha studiato amatorialmente la storia dell’Impero Romano, appassionandosi agli eventi del I secolo e alla nascita del cristianesimo. E’ salutare coltivare i propri hobby, ma bisogna riconoscere che non è uno storico, non è accademico, non è un ricercatore professionista, non ha pubblicato alcun testo storico e non è citato da alcuno studioso.


Le sue affermazioni -il cui filo logico è onestamente difficile da seguire- sembrano in gran parte una riproposizione delle tesi di Luigi Cascioli, agronomo ateo, anch’egli ex militare e, a sua volta, “curioso” di argomenti storici (il quale copiò da David Donnini, altro amatore, insegnante di fotografia all’istituto alberghiero “Datini” di Prato). I tre ritengono che Gesù sia un mito inventato e, come tutti i “miticisti”, se nessuno li considera, è per loro una “prova” dell’aver detto verità scomode. Se qualcuno, invece, si prende la briga di ascoltarli, ciò diventa una “prova” dell’aver detto cose impossibili da trascurare. Ne parliamo semplicemente perché capita di ricevere da qualche lettore inviti ad “aprire gli occhi” e considerare quanto scritto da Salsi. Abbiamo accettato la proposta e consultato i suoi testi.


Salsi è seriamente convinto che Gesù sia in realtà il figlio di “Giuda il Galileo”, che ritiene -citando Flavio Giuseppe- fondatore del movimento nazionalista rivoluzionario degli Zeloti. Altri figli di Giuda sarebbero Menahem (il cui vero nome sarebbe stato Giuseppe), Giuda Taddeo, Giacomo e Simone. Giovanni, inoltre, andrebbe per Salsi identificato con lo stesso Gesù. Questi cinque fratelli, scrive, «corrispondono tutti ai figli di Giuda il Galileo» e come lui sarebbero stati fanatici, violenti e rivoluzionari antiromani. «Al contrario», ha proseguito Salsi, «gli apostoli con nomi greci, senza alcuna designazione ribelle, vengono tutti cancellati dalla storia come dimostriamo ad iniziare da “Filippo” nello studio successivo su “Paolo di Tarso”: entrambi inventati».


Il tutto verrebbe confermato, sempre secondo l’ex militare, analizzando gli scritti di Flavio Giuseppe e la posizione geografica della città di Nazareth, che in realtà corrisponderebbe a Gàmala. «”Galileo”», ha concluso Salsi, «era la qualifica che distingueva “Giuda il Galileo”, il quale, anche lui, non era nativo della Galilea ma della città di Gàmala le cui rovine, ribadiamo, sono conformi alla Nazaret descritta nei vangeli». Da Giuda, il fondatore dei fanatici nazionalisti zeloti, derivò il termine “Galilei”, ovvero «gli ebrei più focosi e nazionalisti, pronti a ribellarsi» al potere romano. Partorire una simile tesi è sorprendente, non lo è invece apprendere che lo “studio” di Salsi è completamente privo di note, bibliografia e citazioni di autentici studiosi. Anzi, «gli storici genuflessi odierni», ha scritto, sono «ben coordinati fra loro per dare maggior peso alle menzogne». Il solito complotto, quindi.


 


GLI ZELOTI. Sono comprensibili i giudizi di Salsi verso gli storici, i quali infatti riferiscono cose completamente opposte. L’ex militare, ad esempio, dà per scontata l’esistenza del gruppo rivoluzionario degli zeloti, ma l’eminente biblista americano J.P. Meier, docente di Nuovo Testamento presso l’University of Notre Dame, ha dedicato ad essi un intero paragrafo della sua monumentale opera sul Gesù storico. «Se attribuiamo a “zeloti” il significato che Flavio Giuseppe quasi sempre attribuisce a questo termine, ossia un gruppo organizzato e armato di rivoluzionari, ribelli contro il governo romano in Palestina, allora non è pertinente chiedersi se e come Gesù abbia interagito con gli zeloti. Gli zeloti in questo senso del termine non emersero di fatto come un gruppo distinto che al tempo della prima rivolta giudaica (66-70 d.C.), più precisamente durante l’inverno dell 67-67 d.C. a Gerusalemme, quando vari gruppi politici si scontrarono e manovrarono per avere il controllo della rivolta. Per definizione, quindi, è assolutamente anacronistico dire che Gesù fu uno zelota, o anche un simpatizzante degli zeloti» (J.P. Meier, Un ebreo marginale vol 1, Querininana 2006).


Lo stesso prof. Meier sembra ironizzare sui vari romanzieri amatoriali: «Certamente ci saranno sempre scrittori che asseriscono che gli evangelisti hanno celato l’autentico Gesù storico -cioè, Gesù il violento rivoluzionario che fu messo a morte per aver cercato di suscitare una rivolta contro Roma- e lo hanno sostituito con l’imbarazzante figura del mite e amorevole Gesù dei vangeli. In un certo senso, non c’è motivo di discutere con questi tanto convinti teorici della “cospirazione” […], tali romanzi non hanno alcun fondamento di scientificità» (p 608, 634). Volendo comunque replicare, «a parte la difficoltà di spiegare come la maggior parte dei palestinesi contemporanei di Gesù abbiano potuto così rapidamente e facilmente dimenticare del tutto quello che Gesù era stato e il motivo della condanna a morte, il difetto più fatale di questa teoria è il suo presupposto che ci fossero uno o più gruppi organizzati e armati di rivoluzionari ebrei attivi in Palestina verso il 28-30 d.C. Nella misura in cui la ricostruzione storica permette di giudicare, non ce n’erano» (p. 608, 609). Tutto ciò è confermato da chiunque si sia professionalmente dedicato a queste tematiche, come gli studiosi Martin Hengel (in Gli zeloti. Ricerche sul movimento di liberazione giudaico dai tempi di Erode I al 70 d. C., Paideia 1996) e G. Baumbach (in Zeloten und Sikarier, in “ThLZ” 1965).


 


GIUDA IL GALILEO. Per quanto riguarda Giuda il Galileo -secondo Salsi il padre di Gesù e dei suoi quattro fratelli (Giuseppe, Giuda, Giacomo e Simone)-, a rispondere ci pensa lo stesso Flavio Giuseppe, il quale riferisce che quest’uomo faceva parte della dinastia di Ezechiele, ed era padre di Simone, Giacobbe, Menahem e Jair. Fu poi tale Jair ad avere due figli di nome Eleazaro, Giuda e Simone.  Nessun Giovanni, nessun Giacomo, nessun Giuseppe e nessun Gesù tra i suoi figli o nipoti. Oltre ad aver sbagliato l’albero genealogico, Salsi dà anche per certo qualcosa che gli storici non ritengono nemmeno probabile: «Se Giuda, come capo degli insorti, abbia avanzato pretese messianiche, si ignora», ha scritto ad esempio Martin Hengel, professore emerito all’Università di Tubinga. «Si potrà tuttavia supporre che, al pari di altre figure del suo tempo che dettero vita a movimenti popolari, si sia presentato come un carismatico dotato di doni profetici. Neppure è certo se sempre a lui si debba l’appellativo onorifico di “zelatori” per la sua setta. E lo stesso vale per la sua sorte: secondo Atti 5,37 la sua sollevazione fallì, egli fu ucciso e i suoi seguaci vennero dispersi. Ma quando e in quali circostanze ciò possa essere accaduto non si sa» (M. Hengel, Gli zeloti. Ricerche sul movimento di liberazione giudaico dai tempi di Erode I al 70 d. C., Paideia 1996, p. 378).


 


NAZARETH. Arriviamo alla questione della città di Nazareth, che Salsi identifica geograficamente con Gàmala, da dove sarebbe venuto Gesù (assieme al padre Giuda il Galileo e ai suoi fratelli), sostenendo (assieme a Donnini e Cascioli) che l’attuale Nazareth non sarebbe esistita se non dal III° secolo d.C. Questa volta è la paletta dell’archeologo a dargli torto (ne abbiamo già parlato in un apposito articolo). Oltre alle tombe ritrovate che portano a concludere «che Nazareth era un insediamento fortemente ebraico nel periodo romano» (J. Finegan, The Archaeology of the New Testament, Princeton University Press 1992, pp. 44-46), nel 1996 è stata scoperta un’azienda agricola e alcune monete anch’esse risalenti al periodo romano, e nel 2009 l’archeologa Yardenna Alexandre ha scoperto a Nazareth una casa risalente al I° secolo. Lo studioso agnostico B.D. Ehrman ha così concluso: «molti reperti archeologici degni di fede indicano che Nazareth esisteva ai tempi di Gesù» (B.D. Ehrman, Did Jesus Exist?, HarperCollins Publishers 2012, p. 198).


 


Più che dedicarci a dimostrare l’esistenza storica dei dodici -non mancheremo di farlo in una prossima occasione (nel frattempo, ne ha parlato poco tempo fa un interessante articolo in lingua inglese) -, abbiamo preferito far crollare le tre colonne portanti della tesi di Emilio Salsi: 1) gli zeloti come movimento politico-ribelle non esistevano al tempo di Gesù; 2) di Giuda il Galileo si sa ben poco e da quel che si conosce si rileva che non ebbe i figli che Salsi riferisce; 3) la città di Nazareth esisteva già nel I° secolo e la sua identificazione con Gàmala è priva di qualunque riscontro storico, archeologico e scientifico.

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Tradotto dal sito https://seanmcdowell.org/blog/did-the-twelve-apostles-of-jesus-exist  :


I DODICI APOSTOLI DI GESÙ SONO ESISTITI?

I dodici apostoli di Gesù sono esistiti?

SeanMcDowell.org

Forse ti starai chiedendo: "Perché mai offri prove dell'esistenza degli apostoli? Qualcuno mette davvero in dubbio che fossero reali? ”Beh, sì, alcuni lo fanno. Recentemente ho avuto un dibattito sul destino degli apostoli con il mitico Ken Humphreys alla Premier Christian Radio.Non sorprende, ha iniziato chiedendo che esistessero persino gli apostoli.

Se sei sorpreso che l'esistenza degli apostoli sia messa in discussione, allora sei in buona compagnia. Nel terzo volume del suo voluminoso testo, Un ebreo marginale , lo storico studioso di Gesù John Meier si lamenta di aver persino bisogno di difendere che Gesù aveva un gruppo di seguaci noto come i Dodici: “Fortunatamente non abbiamo bisogno di spendere molto tempo sulla questione se Gesù avesse effettivamente avuto discepoli durante la sua vita, poiché la storicità di alcuni di questi gruppi è raramente se mai negata ”. 

Tuttavia, ecco un semplice caso per la storicità dei Dodici dal mio libro Il destino degli apostoli :

1. Attestazione multipla

Un gruppo noto come "I Dodici" è più volte attestato in varie fonti e forme. Il riferimento ai Dodici appare dieci volte in Marco (alcuni di questi casi, come 3: 13-19, possono anche essere pre-Markan). La menzione dei discepoli esiste anche in Giovanni (ad es. 6:67, 20:24), Q (Matteo 19:28 || Luca 22:30), e negli scritti di Paolo (1 Cor.15: 5).

2. Criterio di imbarazzo

Sarebbe stato imbarazzante per la chiesa primitiva inventare un discepolo di Gesù che lo tradì.Meier osserva: “Chiaramente entra in gioco anche il criterio dell'imbarazzo, perché non esiste una ragione convincente per cui la chiesa primitiva avrebbe dovuto fare di tutto per inventare una tradizione così inquietante come il tradimento di Gesù da parte di Giuda, uno dei suoi eletti Dodici. " [Ii]

3. Mancanza di dettagli floreali nella Chiesa primitiva

Per fornire prove dell'esistenza degli apostoli, Humphreys scrive:

“Gli apostoli dovrebbero essere dodici delle persone più famose della storia. Ci viene detto che furono scelti a mano da Gesù per assistere alle sue opere meravigliose, imparare i suoi insegnamenti sublimi e portare la buona notizia del suo regno fino ai confini della terra. Il che rende ancora più sorprendente il fatto che non sappiamo quasi nulla di loro. Non possiamo nemmeno essere sicuri dei loro nomi: dovrebbe essere evidente che se i dodici fossero personaggi storici reali, con un ruolo così importante nella fondazione e nella crescita della Chiesa, sarebbe impossibile avere una tale confusione selvaggia sul domanda su chi fossero realmente. " [iii]

Fa un punto giusto, ma in realtà penso che le prove indichino esattamente l'altra direzione.Pensateci: se la chiesa primitiva aveva inventato gli apostoli, allora ci saremmo aspettare le prime notizie (come At) da riempire con i dettagli sulle loro vite ed exploit. Se la chiesa primitiva li avesse inventati, avrebbero probabilmente sentito il bisogno di darci dettagli sostanziali sulla loro vita e ministeri per giustificare la loro esistenza. Il semplice fatto che questi dettagli fioriti siano scarsi nei primi documenti dimostra che la chiesa primitiva non ha inventato la sua esistenza e che risalgono al tempo dello storico Gesù. Craig S. Keener spiega perché nella chiesa primitiva non c'è più attenzione ai singoli apostoli:

“Sebbene questi testimoni fossero fondamentali (cfr. Allo stesso modo Ef 2,10), dal punto di vista della teologia di Luca, tali scelte non esaltavano gli individui scelti come individui (da qui l'enfasi sul loro background, ad esempio Luca 5: 8; 22: 34; Atti 8: 3); piuttosto, queste scelte hanno messo in luce il piano sovrano di Dio per compiere efficacemente la missione ... a parte Gesù, tutti i protagonisti sarebbero come David, che è passato dalla scena dopo aver adempiuto al proposito di Dio nella sua generazione (Atti 13:36). " [iv]

4. Studi onomastici

Richard Bauckham ha recentemente completato uno studio onomastico dei nomi ebraici nel primo secolo che fornisce ulteriore supporto all'autenticità dei Dodici. [v] Tra gli ebrei nella Palestina del I secolo c'erano un piccolo numero di nomi molto popolari e un gran numero di nomi rari. Come ci si aspetterebbe, se la tradizione dei Dodici fosse affidabile, una lista di nomi comuni e rari sarebbe sugli elenchi. Questo è esattamente ciò che troviamo.

Conclusione

Nel loro insieme, questi fatti rendono molto probabile che i Dodici esistessero come un gruppo speciale di discepoli che formarono un cerchio interno attorno a Gesù. Alcuni studiosi dubitano dell'esistenza dei Dodici (come Rudolf Bultmann). Tuttavia, data la natura delle prove, la stragrande maggioranza le accetta. In effetti, EP Sanders considera l'esistenza dei Dodici tra i "(quasi) fatti indiscutibili su Gesù". [Vi]

Sean McDowell, Ph.D. è professore di apologetica cristiana alla Biola University, autore di best seller di oltre 18 libri, relatore riconosciuto a livello internazionale e insegnante di scuola superiore part-time. Seguilo su Twitter: @sean_mcdowell e il suo blog: seanmcdowell.org.

 





[Modificato da Credente 11/10/2019 21:28]
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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