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Sci alpino.

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2024 02:31
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03/02/2020 14:07
 
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Sci alpino.
Non ho idea se qualcuno ha mai iniziato una disciplina sullo sport più bello del mondo (lo strumento della ricerca, se c'è, non l'ho trovato per mia cronica inabilità con le diavolerie tecnologiche), né tanto meno se interessa qualcuno oltre al sottoscritto.
Solo che si parla, in Italia, solo di calcio, sempre di calcio, ancora di calcio, che ci vuole un alternativa.

E tra tutti gli sport scelgo uno non troppo famoso, ma neanche tanto sconosciuto. Io, modestamente, lo seguo da tanto di quel tempo che posso definirmi, senza rischiare il ridicolo, di essere un grande esperto, oltre che super appassionato.
Non da oggi. Non per gli incredibili risultati che stanno ottenendo le ragazze italiane proprio in questa stagione.
No, perché io ho avuto il piacere di vedere sciare il barbuto svizzero Heini Hemmi, il kaiser Franz Klammer, il povero Leonard David. Giusto per andare nel Giurassico. E tranni pochi campioni che non ho potuto conoscere per questioni meramente anagrafiche, gli altri, dalla valanga azzurra, al mio idolo assoluto Ingemar Stenmark, li ho visti proprio tutti. Oltre a loro anche tutti gli altri, dai bravi che hanno ottenuto podi, a quelli che non hanno mai combinato nulla.

Ho visto le cadute più clamorose come la celeberrima di Todd Brooker, comprese, purtroppo alcune tragiche (es. Ulrike Maier)

Conosco anche tutte le piste storiche. Della Streif, del Lauberhorn, della Val Gardena, persino i nomi dei tratti di pista. E se non casca il mondo non perdo alcune gare come gli slalom (speciali) di Madonna di Campiglio, di Wengen, di Kitzbuhel, di Schladming, i giganti della Val Badia, di Adelboden (tra tutti), di Kraniska Gora e le libere già citate più quella di Garmisch. E questo solo per gli uomini...

Se interessa a qualcuno posso parlarne per ore...
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Re: Sci alpino.
Negli anni '70, '80, e inizio '90 ho seguito parecchio e con grande piacere lo sci. Diciamo da Thoni a Tomba, passando per tutti i grandi compresi in quel periodo, e in particolare Klammer, Stenmark e Girardelli. Poi il lavoro mi ha tenuto lontano dalla visione delle gare, e la cronica indisponibilità di notizie su sport che non siano il calcio ha fatto il resto. Al punto che ho scoperto l'esistenza di Hirscher solo da wikipedia, e dopo che aveva vinto otto coppe del mondo...

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Re: Re: Sci alpino.
Juan Galvez, 03/02/2020 14.33:

Negli anni '70, '80, e inizio '90 ho seguito parecchio e con grande piacere lo sci. Diciamo da Thoni a Tomba, passando per tutti i grandi compresi in quel periodo, e in particolare Klammer, Stenmark e Girardelli. Poi il lavoro mi ha tenuto lontano dalla visione delle gare, e la cronica indisponibilità di notizie su sport che non siano il calcio ha fatto il resto. Al punto che ho scoperto l'esistenza di Hirscher solo da wikipedia, e dopo che aveva vinto otto coppe del mondo...

V.

lol

Hirsher è assieme a Stenmark il più forte sciatore di sempre. Tutti e due specialisti delle discipline tecniche.
Stenmark ha praticamente snobbato la libera, tranne in una clamorosa occasione: ha partecipato una volta alla discesa di Kitzbuhel, la più bella e la più difficile. In pratica è sceso in piedi! Nonostante si sia beccato diversi secondi di distacco è giunto terzo in combinata, dietro ai fratelli Mahre.
Hirsher ha vinto un superg, che è stato introdotto quando Ingo era a fine carriera.
Girardelli, Zurbriggen e Miller sono stati più "completi" vincendo in tutte le specialità, ma proprio per questo hanno vinto molto meno.
Poi certo ci sono Tomba e Herman Maier, Benny Raich e altri...

Ci sono però anche le donne: Annemarie Moser-Proll, Hanni Wenzel, Vreni Schneider, Anja Parson, Janica Kostelic, Erika Hess, giusto per ricordarne qualcuna.
Per non dire delle fuoriclasse recenti: Tina Maze e le statunitensi Lindsay Kildow (poi Vonn) e la Shiffrin che sta distruggendo tutti i record e a soli 24 anni ha già vinto 66 gare (il record di Stenmark è 86)...

Finalmente anche noi ora abbiamo delle grandi sciatrici, Federica Brignone, Sofia Goggia e la giovane Marta Bassino che hanno la possibilità di vincere la Coppa del Mondo assoluta che le italiane non hanno mai vinto, neanche con Compagnoni e Kostner. Shiffrin permettendo...
[Modificato da BertAdams 03/02/2020 16:51]
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Re: Re: Re: Sci alpino.
BertAdams, 03/02/2020 16.49:

lol

Hirsher è assieme a Stenmark il più forte sciatore di sempre. Tutti e due specialisti delle discipline tecniche.
Stenmark ha praticamente snobbato la libera, tranne in una clamorosa occasione: ha partecipato una volta alla discesa di Kitzbuhel, la più bella e la più difficile. In pratica è sceso in piedi! Nonostante si sia beccato diversi secondi di distacco è giunto terzo in combinata, dietro ai fratelli Mahre.
Hirsher ha vinto un superg, che è stato introdotto quando Ingo era a fine carriera.
Girardelli, Zurbriggen e Miller sono stati più "completi" vincendo in tutte le specialità, ma proprio per questo hanno vinto molto meno.
Poi certo ci sono Tomba e Herman Maier, Benny Raich e altri...

Ci sono però anche le donne: Annemarie Moser-Proll, Hanni Wenzel, Vreni Schneider, Anja Parson, Janica Kostelic, Erika Hess, giusto per ricordarne qualcuna.
Per non dire delle fuoriclasse recenti: Tina Maze e le statunitensi Lindsay Kildow (poi Vonn) e la Shiffrin che sta distruggendo tutti i record e a soli 24 anni ha già vinto 66 gare (il record di Stenmark è 86)...

Finalmente anche noi ora abbiamo delle grandi sciatrici, Federica Brignone, Sofia Goggia e la giovane Marta Bassino che hanno la possibilità di vincere la Coppa del Mondo assoluta che le italiane non hanno mai vinto, neanche con Compagnoni e Kostner. Shiffrin permettendo...

Eh, come ti dicevo verso la fine della carriera di Tomba già vedevo pochissimo, poi ho smesso del tutto. Maier, quanto meno, lo avevo sentito nominare senza wikipedia [SM=x74934] , ma quando ho guardato l'albo d'oro della coppa del mondo e ho visto le otto di Hirscher mi è venuto un colpo!

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Otto di fila, tra l'altro. Una quantità mostruosa!
Io ho seguito lo sci negli anni Ottanta e Novanta, praticamente lo stesso periodo di Vinnie, ma iniziando un po' dopo e perdendomi quindi del tutto Stenmark e Thoeni. Ricordo Aamodt, gli slalom di quell'elegante sciatore che era Stangassinger, lo sfortunato Fogdoe e l'abilità di Con Grunigen, poi campionesse come la Dorfmeister, la Meissnitzer (scrivo senza verificare la corretta scrittura dei vari nomi). I più grandi che ho ammirato: Girardelli, Zurbriggen, Herman Maier e Tomba, perché anche se il nostro ha vinto solo una coppa, tra i paletti stretti gli ho visto fare magie pure!
Anche io come Vinnie non ho mai visto la carriera di Hirscher e pure della Schiffrin: il motivo è presto detto... Non avendo il televisore da otto anni, me lo perdo. Per il tennis e la boxe, da grande appassionato riesco a trovare il modo per vedermi i match che mi interessano, ma lo sci ed il ciclismo, due sport che un tempo amavo proprio, li ho persi di vista.
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Ho una grande nostalgia di quel periodo...

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Tomba è tra i grandissimi avendo vinto 50 gare, tre ori e un paio di argenti olimpici, ori iridati, una CdM e diverse coppette di specialità.
Carlo strano che tu conosca poco Stenmark, visto che ha vinto, negli anni ottanta due ori a Lake Placid (Olimpiadi 1980), un oro e un argento ai Mondialu di Schladming 1982 e diverse gare. Credo che risalga ai primi anni ottanta anche la vittoria in gigante con il massimo distacco di sempre, dietro di lui c'era Phil Mahre uno che ha vinto 3 CdM.
Certo l'Ingo che vinceva tutti i 10 giganti di una stagione e 14 consecutivi (record ineguagluato) era quello degli anni settanta, ma insomma 😁

Io a differenza di voi rinuncio a tutti gli sport, ma soffro se salto il gigante di Adelboden...

È incredibile poi che tennis e boxe sono tra i pochi sport che detesto 🤑
Preferisco ciclismo e tra gli sport di squadra il rugby se non fosse che quest'ultimo è una sofferenza per gli italiani...
[Modificato da BertAdams 03/02/2020 19:56]
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BertAdams, 03/02/2020 19.55:

Tomba è tra i grandissimi avendo vinto 50 gare, tre ori e un paio di argenti olimpici, ori iridati, una CdM e diverse coppette di specialità.
Carlo strano che tu conosca poco Stenmark, visto che ha vinto, negli anni ottanta due ori a Lake Placid (Olimpiadi 1980), un oro e un argento ai Mondialu di Schladming 1982 e diverse gare. Credo che risalga ai primi anni ottanta anche la vittoria in gigante con il massimo distacco di sempre, dietro di lui c'era Phil Mahre uno che ha vinto 3 CdM.
Certo l'Ingo che vinceva tutti i 10 giganti di una stagione e 14 consecutivi (record ineguagluato) era quello degli anni settanta, ma insomma 😁

Io a differenza di voi rinuncio a tutti gli sport, ma soffro se salto il gigante di Adelboden...

È incredibile poi che tennis e boxe sono tra i pochi sport che detesto 🤑
Preferisco ciclismo e tra gli sport di squadra il rugby se non fosse che quest'ultimo è una sofferenza per gli italiani...

Stenmark è stato il più grande.

Ma tennis e boxe sono sport di grandissima intensità emotiva, sport di confronto diretto.

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Juan Galvez, 03/02/2020 20.27:

Stenmark è stato il più grande.

Ma tennis e boxe sono sport di grandissima intensità emotiva, sport di confronto diretto.

V.

Su Stenmark non posso che concordare essendo il suo fan n. 1😄

Sul tennis. Non so perché ma da spettatore mi annoia. Nel senso che dopo uno scambio io già mi addormento. Penso di non aver mai visto una partita completa. Forse da praticante l'avrei apprezzato, ma è sempre stato uno sport da sciuri e fuori dalla mia portata...

Sulla boxe. Non concepisco uno sport, che per me è divertimento, che imponga di fare volontariamente del male all'avversario. Si possono fare falli cattivi anche nel calcio, sport praticato per lo più da esseri primitivi (con tutto il rispetto per gli australopitechi), ma in teoria si dovrebbe giocare corretto calciando palloni e non tibie e peroni. Io tutta questa nobiltà nella boxe non so proprio dove stia.
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03/02/2020 22:58
 
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Da sciuri e da raccattapalle: il tennis era giocato dai re e dai custodi dei campi. In Italia la diade è stata plasticamente rappresentata da Pietrangeli e Panatta. Quello che forse è stato il più forte giocatore di sempre, Pancho Gonzalez, era un ragazzino messicano povero cresciuto nella California americana calcando i campi di cemento; Serena Williams si allenava nei campi pubblici di un quartiere dove le risse (e sparatorie) tra bande erano moneta quotidiana: del resto, a onta della patina aristocratica degli esordi, per giocare a tennis bastava una racchettazza, qualche vecchia pallina e un campaccio d'asfalto.

E la boxe, certo, è violenza, ovvero l'attività "sportiva" più antica della storia umana. È anche uno sport probabilmente destinato a finire - se già non è finito: la boxe in quasi sicurezza di oggi è una contraddizione in termini; e la boxe di Foreman e Alì (per non parlare di Rocky Marciano o Joe Louis) non è immaginabile in questi tempi di assassinii telecomandati e asettici.

Poi, sono gusti, ho sempre visto più violenti e insensati gli sport motoristici.

V.
[Modificato da Juan Galvez 03/02/2020 22:59]



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03/02/2020 23:30
 
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Beh, per me era da sciuri. Da bambino non avevo i soldi manco per la racchetta... forse giusto per le palline ma quelle le prendevamo fuori dai campi. un pallone da calcio o da pallavolo si trovava o qualcuno lo portava. Per i figli della classe operaia non si poteva fare di più.

C'era anche da affittare il campo e magari da prendere un maestro. A calcio l'unico problema era che se non eri bravo come me, quando giocavi nei campi improvvisati ti sceglievano come ultimo. O quasi.
Però a ping pong giocavo così così, non so se conta... il mio vero sport era il calciobalilla lì si che ho avuto qualche momento di gloria 😆

È vero che anche lo sci era fuori dalla mia portata, ma si tratta di una passione solo pantofolaia...

Posso credere che la boxe sia stata diversa un tempo, ma gli eccessi, le baracconate, che poi hanno contagiato tutti gli sport che fanno girare troppi soldi mi sembrano iniziate proprio con il pugilato.
D'altronde non disputavano molto match in quel luogo privo di senso chiamato Las Vegas? 😄

p.s. non considero sport automobilismo e simili.
[Modificato da BertAdams 03/02/2020 23:33]
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Re:
BertAdams, 03/02/2020 23.30:

Beh, per me era da sciuri. Da bambino non avevo i soldi manco per la racchetta... forse giusto per le palline ma quelle le prendevamo fuori dai campi. un pallone da calcio o da pallavolo si trovava o qualcuno lo portava. Per i figli della classe operaia non si poteva fare di più.

C'era anche da affittare il campo e magari da prendere un maestro.

Per questo dicevo che era ricchi e da raccattapalle, e sul campo le distanze si riducevano pressoché a zero.

BertAdams, 03/02/2020 23.30:



È vero che anche lo sci era fuori dalla mia portata, ma si tratta di una passione solo pantofolaia...

Anche perché gli sci non sono aggratis...
BertAdams, 03/02/2020 23.30:


Posso credere che la boxe sia stata diversa un tempo, ma gli eccessi, le baracconate, che poi hanno contagiato tutti gli sport che fanno girare troppi soldi mi sembrano iniziate proprio con il pugilato.
D'altronde non disputavano molto match in quel luogo privo di senso chiamato Las Vegas? 😄

La boxe era uno sport che smuoveva forte gli animi, quindi sì, certamente è stata uno sport aperto agli eccessi e soggetto agli effetti di questi. Ma per una baracconata a Las Vegas c'erano centinaia di incontri seri in giro per il mondo.

BertAdams, 03/02/2020 23.30:


p.s. non considero sport automobilismo e simili.

Ma lo sono eccome, seppure la F1 sia divenuta una baracconata ben peggiore della boxe. L'impegno psicofisico è enorme.

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Anch'io adoravo lo sci alpino, e almeno fino all'inizio degli anni Zero ho fatto di tutto per seguirlo con regolarità. Poi però, complice la programmazione televisiva scadente e i molteplici impegni, mi sono allontanato dalla disciplina (alla quale però rimango senz'altro affezionato).
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Già ma anche per fare il raccattapalle bisognava, non so se succede anche adesso, entrare in un club. E i ragazzini con le toppe sui jeans non erano certo i più gettonati.

Preciso sugli "sport" motoristici. Anche nello sci alpino c'è una componente tecnologica notevole. Sci, scioline, attacchi, scarponi, tute, caschi, ora l'airbag e altre diavolerie. Anzi forse la discesa libera è lo sport che più si avvicina a motociclismo ed automobilismo con la velocità che contraddistingue entrambi gli ambiti. Solo che nello sci la componente umana e la variabilità climatica sono preponderanti. Partire per primi con la pista intonsa o sessantesimi con i solchi ben distinguibili sul tracciato impone una sciata diversa. Il fisico conta, ma non sempre. La Bassino è minuta con muscoli da ragazza normale e fa sfraceli in cinque discipline (persino in discesa) per il semplice fatto che scia divinamente. Poi mettiamoci la nebbia, la neve o il ghiaccio, il vento che cambiamo magari a ogni discesa e quindi il "materiale" è fondamentale, però è solo una componente.
Nella formula uno il pilota conta, ma imho conta molto di più la meccanica, l'aerodinamica, gli pneumatici... Se metti Hamilton a gareggiare con una marca diversa dalla Mercedes molto meno performante non vince neanche a spingerlo, mentre se alla guida della sua auto, con pochi accorgimenti dovuti alle caratteristiche del pilota, ci metti un qualsiasi suo collega se non vince va sul podio.

In quanto all'allenamento credo non basti a definire sport una pratica. Anche per ballare da professionisti ci vuole allenamento ma non lo chiamiamo sport, anche se ci sono discipline sportive (danza su ghiaccio, ginnastica ritmica, nuoto sincronizzato) che prevedono abilità che ricordano la danza.

Sarà che trovo l'automobilismo noioso, almeno negli ultimi anni, e praticamente non succede nulla se non alla partenza e per la strategia ai box. Il motociclismo invece non mi dispiace. Almeno ci sono sorpassi entusiasmanti...

p.s. Le gare si vedono senza problemi su Raisport [SM=x74970]
[Modificato da BertAdams 04/02/2020 09:22]
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BertAdams, 04/02/2020 09.21:

Già ma anche per fare il raccattapalle bisognava, non so se succede anche adesso, entrare in un club. E i ragazzini con le toppe sui jeans non erano certo i più gettonati.

Preciso sugli "sport" motoristici. Anche nello sci alpino c'è una componente tecnologica notevole. Sci, scioline, attacchi, scarponi, tute, caschi, ora l'airbag e altre diavolerie. Anzi forse la discesa libera è lo sport che più si avvicina a motociclismo ed automobilismo con la velocità che contraddistingue entrambi gli ambiti. Solo che nello sci la componente umana e la variabilità climatica sono preponderanti. Partire per primi con la pista intonsa o sessantesimi con i solchi ben distinguibili sul tracciato impone una sciata diversa. Il fisico conta, ma non sempre. La Bassino è minuta con muscoli da ragazza normale e fa sfraceli in cinque discipline (persino in discesa) per il semplice fatto che scia divinamente. Poi mettiamoci la nebbia, la neve o il ghiaccio, il vento che cambiamo magari a ogni discesa e quindi il "materiale" è fondamentale, però è solo una componente.
Nella formula uno il pilota conta, ma imho conta molto di più la meccanica, l'aerodinamica, gli pneumatici... Se metti Hamilton a gareggiare con una marca diversa dalla Mercedes molto meno performante non vince neanche a spingerlo, mentre se alla guida della sua auto, con pochi accorgimenti dovuti alle caratteristiche del pilota, ci metti un qualsiasi suo collega se non vince va sul podio.

In quanto all'allenamento credo non basti a definire sport una pratica. Anche per ballare da professionisti ci vuole allenamento ma non lo chiamiamo sport, anche se ci sono discipline sportive (danza su ghiaccio, ginnastica ritmica, nuoto sincronizzato) che prevedono abilità che ricordano la danza.

Sarà che trovo l'automobilismo noioso, almeno negli ultimi anni, e praticamente non succede nulla se non alla partenza e per la strategia ai box. Il motociclismo invece non mi dispiace. Almeno ci sono sorpassi entusiasmanti...

p.s. Le gare si vedono senza problemi su Raisport [SM=x74970]

No, i raccattapalle erano raccattapalle, non membri del club. Poi, certamente, capitava anche che i figli dei membri e giocatori in erba fungessero da raccattapalle. Panatta, per dire, era figlio del custode del Club Parioli.

La F1 è ormai lontanissima dall'automobilismo dei primordi, quando sicuramente la componente umana era molto più decisiva. Oggi anche il miglior campione non potrebbe più di tanto senza una macchina almeno dignitosa.

Sport significa "diporto", ovvero attività dilettevole. E' chiaro che oggi il significato originario appare superato nello sport di alto livello: dilettevole è solo l'attività sportiva amatoriale non agonistica (o comunque agonistica ma senza mete olimpiche o simili). Lo sport si configura oggi come attività professionale basata su prestazioni psicofisiche intense, e al di là dei gusti personali gli sport motoristici soddisfano i requisiti. Il ballo puro e semplice, svolto come attività professionale, avrebbe sicuramente le caratteristiche di uno sport, ma le sue competizioni non sono organizzate (o riconosciute) come tali.

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Re:
BertAdams, 03/02/2020 19.55:

Tomba è tra i grandissimi avendo vinto 50 gare, tre ori e un paio di argenti olimpici, ori iridati, una CdM e diverse coppette di specialità.
Carlo strano che tu conosca poco Stenmark, visto che ha vinto, negli anni ottanta due ori a Lake Placid (Olimpiadi 1980), un oro e un argento ai Mondialu di Schladming 1982 e diverse gare. Credo che risalga ai primi anni ottanta anche la vittoria in gigante con il massimo distacco di sempre, dietro di lui c'era Phil Mahre uno che ha vinto 3 CdM.
Certo l'Ingo che vinceva tutti i 10 giganti di una stagione e 14 consecutivi (record ineguagluato) era quello degli anni settanta, ma insomma 😁

...




Tieni conto che io sono del 1977. Stenmark me lo sono perso per limiti anagrafici. Iniziai a seguire lo sci nella stagione 1987-'88, quella in cui (se la mia memoria non m'inganna) Tomba letteralmente gettò alle ortiche la coppa del mondo, regalandola al grande Zurbriggen. Ho sbirciato: dall'autunno 1987 in poi Stenmark vinse solo una gara, nel febbraio 1989. Troppo poco perché un dodicenne si scolpisse il suo nome in testa, specie in un momento in cui la tecnologia non era così avanzata da consentirti di rivedere su YouTube, per esempio, tutte le gare che potevi esserti perso in passato.
Anche Phil Mahre, di conseguenza, essendosi ritirato prima che iniziassi a seguire lo sci, è un nome di cui ho scoperto in seguito l'importanza, ma che non ho visto dal vivo.

Cambiando discorso, anche io trovo moltalmente noiosa la F1, ormai, ma di rado in passato la seguii. Iniziai prima: col fatto che mio padre la guardava, ho ricordi della vittoria di Keke Rosberg, nel 1982, quando avevo solo cinque anni. Non me ne stupisco: il calcio, che ormai non seguo quasi più ma che considero tuttora il più straordinario sport di squadra esistente, lo iniziai a seguire proprio in quell'anno e mi ricordo la finale Italia-Germania. 😍
Quanto alla boxe, mi schiero con Vinnie e non sono critico neanche nei confronti dei campioni del presente: è vero che lo sport è cambiato molto nei decenni (neanche a paragonarsi, poi, col bareknuckle di oltre cent'anni fa), ma qualche grande nome, qualche fenomeno delle sedici corde lo ha regalato ogni epoca e perfino al giorno d'oggi, con i mille accorgimenti che ci sono in più, non si è perso del tutto il rischio, il senso di sfida ai limiti umani che la boxe ha insita in sé.
Idem per il tennis, sport a cui sono più devoto. La TV satellitare a pagamento ci ha impedito di godere appieno degli ultimi due decenni di atleti, alcuni dei quali però così longevi e straordinari da esser perdurati finché sono subentrate nuove tecnologie ed abbiamo potuto recuperarne le partite su piattaforme streaming come i live di supertennis tv o simili. Federer è la mia religione, per quanto sono ormai rassegnato al fatto che sarà superato dagli altri due straordinari (ma meno varii e talentuosi) cannibali di questa era.
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Nel tennis il concetto di "superare" ha poco senso. Ogni epoca ha prodotto i suoi atleti apicali, e il livello delle tecnologie, delle metodiche di allenamento, dei materiali è stato troppo variato nel secolo e mezzo di storia del nostro sport perché abbia senso proporre confronti disomogenei. Il numero di vittorie slam è poi un criterio divenuto (in qualche modo) significativo solo con lo stabilizzarsi della struttura attuale del tennis "open", ovvero a partire dai primi anni '80: che senso ha dire che Rosewall ha vinto 8 slam quando Ken non ha potuto parteciparvi tra il 1957 e il 1967, per un totale di 44 slam saltati? Periodo nel quale, vale la pena ricordare, vinse 15 "slam" professionistici. Gonzales passò pro a 21 anni, avendo vinto due slam, e li saltò tutti dal 1950 al 1967: fa 72 slam saltati. Nel frattempo vinse 15 "slam" professionistici, e dominò largamente il tennis degli anni '50 (a parte il primo anno, quando Kramer lo fece a pezzi); ma interruppe l'attività per alcuni anni, e quando il tennis divenne open e lui aveva 40 anni si dimostrò ancora competitivo; è tutt'ora suo il record del torneo ATP vinto a età più avanzata: quasi 44 anni. Tilden ha vinto 10 slam (più altri 4 professionistici, l'ultimo a circa 46 anni di età), ma non ha mai giocato lo slam australiano, e tra il 1922 e il 1926, il suo periodo di assoluta preminenza, non ha giocato nessuno slam europeo. E si potrebbero fare altri esempi: Carlin, hai mai sentito parlare di Vinnie Richards, Karel Kozeluh o Hans Nusslein?

Anche nel corso degli anni iniziali del tennis open si ebbero situazioni bislacche forti: chi potrebbe immaginare, oggi, un Jimmy Connors che si nega la possibilità di realizzare il Grande Slam nel suo anno di maggior grazia facendosi squalificare perché va a giocare una baracconata circense come il World Team Tennis?

Federer, Nadal e Djokovic sono i giocatori più forti di questa epoca, e fanno parte di quella quindicina circa che hanno realmente dominato la propria epoca a partire da quando il tennis è uscito dalla sua fase più strettamente pionieristica (dal 1920 circa in avanti).

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La F1 è ormai un baraccone indecente, eppure è anche l'unico sport che seguo con costanza e (un minimo di) passione. Ovvio che il mezzo meccanico è fondamentale, e lo è oggi più che nel secolo scorso, ma la F1 è sempre stata uno sport di piloti, telaisti e motoristi, quindi è tutt'altro che sbagliato che il prestigio della vittoria vada condiviso tra chi guida la monoposto e chi la progetta. Detto questo, alcuni campionati recenti (2017 e ancor di più 2018) hanno dimostrato inequivolcabilmente l'importanza del fattore umano, vale a dire del pilota. O per usare un altro termine, del "manico". [SM=x74971]
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rimatt1, 04/02/2020 11.20:

La F1 è ormai un baraccone indecente, eppure è anche l'unico sport che seguo con costanza e (un minimo di) passione. Ovvio che il mezzo meccanico è fondamentale, e lo è oggi più che nel secolo scorso, ma la F1 è sempre stata uno sport di piloti, telaisti e motoristi, quindi è tutt'altro che sbagliato che il prestigio della vittoria vada condiviso tra chi guida la monoposto e chi la progetta. Detto questo, alcuni campionati recenti (2017 e ancor di più 2018) hanno dimostrato inequivolcabilmente l'importanza del fattore umano, vale a dire del pilota. O per usare un altro termine, del "manico". [SM=x74971]

E' chiaro che in macchina devi saperci andare 🤣🤣🤣

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Ho visto diverse gare dal vivo (a Kranjska Gora ho visto più volte lo slalom speciale, in Badia iil gigante della Gran Risa).

Per me lo sci è Albertone Tomba, alla fine degli anni 80 il suo arrivo portò una piccola rivoluzione sul modo di interpretare una gara di sci.
Peccato che un regolamento vergognoso gli tolse qualche Coppa assoluta, ma a tratti fu davvero irresistibile e portò anche a livelli mai più raggiunti l'interesse dei media su questo sport.

Stenmark assolutamente il più grande di tutti i tempi, niente da dire.



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