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La Sfinge come isola

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2009 20:51
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10/06/2009 18:45
 
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Ritengo che la Sfinge fosse circondata dall’acqua, contenuta nella grande fossa dove fu scolpita. La grande statua sarebbe dunque sembrata un’isola a forma di leone.
Ritengo ancora che sia stata realizzata in omaggio al dio Atum, in qualche modo ricollegabile all’isola primordiale comparsa nel Nun e al re della foresta (forse Atum ricorda un sovrano divinizzato del "primo tempo", sovrano chiamato "re leone").
Questa statua avrebbe fatto parte di un complesso di monumenti realizzati a Giza, al fine di onorare il Creatore, gli antenati e i sovrani del “primo tempo”, ormai divinizzati.
A Giza sarebbero state realizzate,oltre alla grande statua e quasi sicuramente durante la I dinastia:

- tre piccole piramidi più o meno in corrispondenza di quelle della IV dinastia, sagomando a gradoni tre piccole colline della piana (omaggio alla trinità del Creatore);
- negli ipogei delle tre piccole piramidi sarebbero state inumate le mummie di alcuni sovrani divinizzati, forse nascoste e salvate durante il probabile Diluvio Universale del 5500 a.C.;
- un tempio di fronte alla Sfinge, basato sul numero simbolico 10 (numero del Creatore);
- un tempio di fronte alla faccia orientale della piccola piramide centrale;
- un tempio di fianco a quello della Sfinge e collegato al tempio a monte con una strada processionale.

Questi ultimi due templi avrebbero dovuto simboleggiare due fasi della civiltà egizia prediluviana, mentre la strada processionale avrebbe simboleggiato il cammino in salita della civiltà egizia (costellata da vari "diluvi" e nuovi inizi di civiltà).
Questa strada sarebbe stata realizzata inclinata rispetto all’asse est-ovest, per passare proprio sopra l’ingresso dell’ipogeo sacro (Pozzo dell’Acqua), dove durante il predinastico erano state sepolte le mummie spostate ora nei tre ipogei sotto le piccole piramidi.


In merito all’ipotesi della Sfinge come isola, vorrei segnalare quanto scrive R. Temple nel suo "Il Mistero di Sirio"

pag. 29:

««[…] La mia idea, quindi, è che la Sfinge è stata immersa in acqua fin dalle origini e che lo rimase per buona parte della sua storia. […] E l’acqua giunse in quel posto elevato grazie a una semplice e antica macchina di legno, detta noria, ancora oggi usata nel Delta del Nilo. […] La concezione che l’acqua del Nilo si estendesse sino alla Sfinge è in ogni caso dovuta a James M. Harrell. […].»

pag. 25:

«[…] In una cartina di un archeologo ho rintracciato l’indicazione di un antico pozzo alla base del Tempio della Sfinge, o di quello – adiacente – della Valle, e la presenza di acqua nell’altopiano di Giza è stata corroborata dagli scavi, eseguiti nel 1995 e 1996, in una serie di tubature e condutture in pietra (che ora sono di nuovo sommerse dalla sabbia, ma che furono fotografate prima di questo evento). […].»

La mia ipotesi trova dunque qualche sostegno.
La grande fossa non sarebbe stata una cava di calcare, aperta per edificare alcuni templi, né la Sfinge sarebbe stata realizzata per non demolire un ammasso di calcare rimasto al centro della cava.
L’ipotesi degli Egittologi mi è sembrata subito abbastanza insensata.
Ritengo invece che lo scopo principale fosse quello di scolpire una grande statua a forma di leone all’interno di una grande fossa da allagare.
Il materiale cavato per realizzare la fossa fu effettivamente utilizzato per realizzare i due templi a valle, ma l’estrazione dei grandi blocchi di calcare fu resa difficile a causa del progetto di mantenere al centro della fossa un enorme blocco da scolpire.
Nella fossa sarebbero state raccolte le acque alluvionali della piana e convogliate quelle del Nilo, tramite le canalizzazioni confermate da M. Lehner nel suo libro "The Complete Pyramids".
La continua presenza di acqua nella fossa, almeno finché gli Egizi ebbero la pazienza di dragarla per eliminare la sabbia accumulatasi, avrebbe sicuramente danneggiato l’eventuale rivestimento impermeabile e in qualche modo agevolato l’opera di corrosione provocata dalle successive piogge.
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10/06/2009 20:44
 
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Leggo che citi Temple, il quale nel suo ultimo volume ipotizza che la Sfinge potesse avere in realtà testa canina e non di leone. Cosa ne pensi a riguardo? Non ho letto il volume, per ora, quindi non so darti altri dettagli e non ho idea di quali ipotesi abbia addotto a suffragio della sua teoria.

L'ipotesi della Sfinge come isola potrebbe reggere. Valutavo però un'altra lettura della stessa.
Chiamo in causa la costellazione del Leone, riferendomi al fatto che essa è visibile in cielo, a est, nel periodo compreso tra dicembre e giugno.
La Sfinge, quindi, non potrebbe essere un omaggio al Leone che, scomparendo dal cielo, annunciava l'arrivo della piena?


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11/06/2009 08:08
 
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Mi state facendo venire i brividi ... Antonio, sono notizie recenti quelle che hai riportato? Chi sono gli autori che vengono citati (Temple e Harrell)? Purtroppo non li conosco, si potrebbe avere qualche notizia in più? Grazie, siete mitici ...
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11/06/2009 08:20
 
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Robert Temple è conosciuto per la pubblicazione, anni fa, del testo "Il mistero di Sirio", nel quale sosteneva (in soldoni) che gli Egizi possedessero conoscenze astronomiche avanzate al punto tale da concedergli di conoscere la cosiddetta "nana bianca", la stella che compare accanto a Sirio e che non è visibile a occhio nudo, la cui scoperta risale al tardo '800.
Secondo l'autore, riscontri di questa affermazione sarebbero stati trovati presso la tribù dei Dogon e nei loro miti. Ma queste conoscenze sarebbero successivamente state smentite.

Ora Temple torna con la pubblicazione di un libro dedicato alla Sfinge, di cui trovate presentazione qui:

www.robert-temple.com/
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11/06/2009 08:23
 
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qui, sul sito di Hancock, l'argomento è trattato più ampiamente:

www.grahamhancock.com/forum/TempleR1.php

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11/06/2009 11:00
 
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Ho discusso approfonditamente lo sviluppo dei monumenti di Giza nel paragrafo “Possibile progetto di Uenephes” del mio saggio “HASSALEH – L’OCCHIO DI HORUS. Manetone aveva ragione!”, nel quale riporto a pagina 251

«Questa ricostruzione, per quanto possa sembrare fantasiosa, risulta, a pensarci bene, abbastanza logica e soddisfa molte delle problematiche su Giza, altrimenti difficilmente risolvibili.
La geometria dei monumenti viene giustificata dalla necessità di utilizzare lo sperone roccioso per scolpire la testa della Sfinge e dal desiderio di nascondere l’accesso al “Pozzo dell’acqua”, determinando così, in base alle posizioni dei Templi a Monte e a Valle, l’orientamento della strada cerimoniale.
Si ritiene, ancora, che Uenephes abbia realizzato, nel fossato circondante l’isola della Sfinge, un grande bacino (figura 51), per il quale avrebbe costruito una serie di canalizzazioni per portarvi costantemente l’acqua del Nilo e nel quale doveva già essere stata intercettata la canalizzazione naturale proveniente dal “Pozzo dell’Acqua”.
Egli avrebbe progettato i due templi, davanti alla Sfinge, con uno stretto e antiestetico corridoio di separazione, per mettere in opera una specie di valvola di troppo pieno per l’acqua della fossa che altrimenti, in caso di forti precipitazioni, avrebbe potuto inondare i due templi (figura 51).
Quest’ipotesi è suffragata dai condotti, trovati recentemente di fronte ai due templi, facenti parte molto probabilmente dell’antico sistema d’incanalamento delle acque del Nilo, e dal muro occidentale del tempio della Sfinge, scavato nella roccia e non costruito, per ovvie ragioni d’impermeabilizzazione della fossa. Se quest’ipotesi è giusta, è ipotizzabile anche che il fondo, le pareti del fossato e il corpo della grande Sfinge siano stati, infine, intonacati e impermeabilizzati.
Risulta allora evidente come la continua presenza di acqua nel grande bacino, nel quale venivano tra l’altro convogliate anche le acque piovane superficiali del settore orientale della piana, possa giustificare le profonde erosioni, almeno quelle di natura chimica a prevalente sviluppo orizzontale. »

Ho preso le citazioni dal libro di Temple, quando ho scritto il libro, ma non ho al momento il testo, per cui non sono in grado di riportare la data della pubblicazione, che dovrebbe essere degli anni 70. Per quanto riguarda Harrell, è citato da Temple. Bisognerebbe cercare qualcosa su Internet.

Io ritengo che i Dogon abbiano appreso le loro conoscenze dagli Egizi, che non poterono osservare Sirio B senza una strumentazione sofisticata.
Esistono, a mio parere, due possibilità:

- la conoscenza è molto più antica e risale a un periodo storico in cui Sirio B era visibile, ed era dunque osservabile anche la durata della sua rivoluzione intorno alla stella principale (oggi di circa 50 anni);
- Sirio A fu vista dagli Egizi molto vicina a una seconda stella della costellazione del Cane Maggiore, a causa del suo considerevole moto proprio.

Sono propenso a credere alla seconda possibilità, anche se questa ipotesi non può giustificare la ciclicità di 50 anni di cui parlano i Dogon.
Ritengo però che questa ciclicità non sia legata alla rivoluzione di Sirio B, ma ad altre conoscenze degli Egizi.

Per quanto riguarda la possibilità che la Sfinge abbia rappresentato un cane, sono decisamente contrario.
Temple è un autore dotato di molta fantasia. Ho costruito la sua “fortuna” trattando delle conoscenza astronomiche dei Dogon e facendo ipotesi fantascientifiche su una possibile colonizzazione della Terra da parte di abitanti di Sirio.
Ritenendo che i Dogon e quindi gli Egizi considerassero la costellazione di Sirio come il “Cane Maggiore”, ha ritenuto che la Sfinge – cane potesse indicare l’origine della civiltà extraterrestre che avrebbe colonizzato la Terra.

Nel mio libro ho ipotizzato che l’origine di una civiltà del Paleolitico Superiore sia stata la regione della penisola della Sonda (allora molto più estesa) e alcuni arcipelagi dell’oceano Pacifico.
Ritengo ancora che una serie di catastrofi alla fine del Paleolitico abbia colpito questo “Eden ad oriente” e portato alla distruzione e parziale allagamento delle terre.
Le popolazioni superstiti si sarebbero salvate sulle coste dell’Indocina, forse su delle tante isole della costa. Il sovrano che condusse alla salvezza i superstiti dell’antichissima civiltà sarebbe stato ricordato nel mito come il demiurgo che avrebbe creato l’umanità, apparendo su di un’isola primordiale e generando da solo i suoi figli.

Il mito di creazione di Atum va letto, a mio parere, in modo esoterico, in quanto ancora una volta gli Egizi ci parlano di generazione miracolosa e innaturale.
La realtà potrebbe essere invece che Atum diede vita a una nuova civiltà postdiluviana. Egli sarebbe stato ricordato per il salvataggio sull’isola e forse sarebbe stato chiamato per il suo coraggio il “re leone”.

Senza andare a considerare la costellazione del Leone e il fatto di essere la casa del Sole durante un supposto “primo tempo” intorno al 10500 a.C., ho ipotizzato che un ramo della nuova civiltà di Atum sia arrivato in Egitto spostandosi verso Ovest. Essi avrebbero navigato secondo una conoscenza stellare e avrebbero constatato che grosso modo la nuova terra si trovava alla stessa latitudine della madrepatria.

Quando i faraoni della I dinastia realizzarono a Giza un complesso monumentale dedicato agli antenati, non poterono non assimilare la piana dove si salvò la civiltà egizia dopo il diluvio del 5500 a.C. alla terra del salvataggio in Indocina dopo il “diluvio” del Paleolitico nella madrepatria. Abili osservatori delle stelle essi avrebbero ricordato che Giza si trovava alla stessa latitudine dell’isola di Atum, per cui rivolsero la Sfinge, l’immagine vivente di Atum, verso Est, verso la madrepatria.
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11/06/2009 12:09
 
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Grazie Antonio e Kiya per le precisazioni. Mi è sfuggito questo passaggio del tuo testo, Antonio, chiedo venia e vado "immantinentemente" a rivederlo ... Però, Antonio, scusami, ma non potevi farne almeno tre o quattro di libri, con tutto il concentrato d'informazioni che inserisci nel tuo testo qualcun altro avrebbe fatto un'enciclopedia ...
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11/06/2009 14:51
 
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Mi dici Diego a chi vendevo l'enciclopedia?
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11/06/2009 15:32
 
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Nel pieno rispetto della tua teoria, Antonio, propendo più verso una simbologia stellare, consona alla mentalità egizia e alle possibilità dei tempi a cui ci riferiamo.
Quanto da te proposto è indubbiamente interessante e affascinante, tuttavia ho un grosso limite, reso più ostico dalla mancanza di approfondimenti adeguati, che mi porta a privilegiare un diverso tipo di approccio, verso la materia che qui trattiamo. Un approccio più storico, e meno scientifico, che predilige l'indagare quegli aspetti che sono prettamente egizi, a sfavore di tutto quello che possa averli preceduti.
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11/06/2009 18:56
 
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Re:
-Kiya-, 10/06/2009 20.44:

Leggo che citi Temple, il quale nel suo ultimo volume ipotizza che la Sfinge potesse avere in realtà testa canina e non di leone. Cosa ne pensi a riguardo? Non ho letto il volume, per ora, quindi non so darti altri dettagli e non ho idea di quali ipotesi abbia addotto a suffragio della sua teoria.

L'ipotesi della Sfinge come isola potrebbe reggere. Valutavo però un'altra lettura della stessa.
Chiamo in causa la costellazione del Leone, riferendomi al fatto che essa è visibile in cielo, a est, nel periodo compreso tra dicembre e giugno.
La Sfinge, quindi, non potrebbe essere un omaggio al Leone che, scomparendo dal cielo, annunciava l'arrivo della piena?





Ho ricavato le levate del Sole, Regolo (alfa del Leone) e Sirio (alfa del Cane Maggiore) dal programma stellare SkyGlobe.
La levata di Regolo è ritardata rispetto a quella di Sirio di circa 15 minuti, per cui le due levate eliache si verificarono nel mese di Luglio (circa metà mese).
Quindi le stelle Sirio e Regolo furono visibili alla levata a oriente dal mese di Luglio a Dicembre. E non viceversa.
L’Equinozio di primavera si verificò intorno alla metà del mese di Aprile e il Solstizio d’Estate intorno alla metà del mese di Luglio.
Le due levate di Sirio e Regolo potevano dunque annunciare l’inondazione del Nilo, che si verificava quelle tempo dopo il Solstizio d’Estate.
Rimane il fatto che per gli Egizi la stella che annunciava l’inondazione del Nilo era Sirio, associata alla dea Iside.
Nel caso in cui gli Egizi avessero voluto rappresentare l’animale associato all’attuale costellazione del Cane Maggiore, che con la sua levata annunciava l’inondazione, avrebbero, a mio parere, dovuto scolpire una Vacca e non un Cane (come pensa Temple).
Nella rappresentazione stellare dei personaggi dell’Enneade, da me proposta nel libro, l’attuale costellazione del Leone sarebbe stata associata alla figura di Atum. Aver scolpito la Sfinge guardante perfettamente a Est porterebbe pero a pensare che la Sfinge / Immagine vivente di Atum fosse stata scolpita per indicare la levata del Sole all’Equinozio di Primavera durante l’Era del Leone.
Questo fatto rimanderebbe a prima del 10000 a.C. e costituisce il fondamento di chi crede la Sfinge scolpita alla fine del Paleolitico dalla civiltà di Atlantide.
Per altro, alcuni studiosi ritengono che la Sfinge leonina potesse semplicemente ricordare il “primo tempo” dell’Era del Leone, ma essere stata scolpita vari millenni dopo.



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