Quak150, 20/10/2015 13:51:
Daltronde io non ho alcuna attitudine ne’ interesse per i bambini
foto reinterpretate del best seller per eccellenza, i bambini.
Ho la valigia facile.
La differenza tra noi è tutta qui. I bambini.
Se fino al 2 settembre scorso mi limitavo ad appoggiare la forchetta per il groppo in gola che mi impediva di continuare a cenare, mentre in tv scorrevano le immagini di questi poveracci annegati o appena salvati, quel 2 settembre ho visto la foto di Aylan Shenu - o al Kurdi - riverso su una spiaggia.
Quel bambino, dalla pelle chiara, vestito come un bimbo italiano, beh, non era più un bambino: ne era il cadavere.
Poteva essere mio figlio.
Forse ogni madre è mamma di tutti i bimbi del mondo, o forse no, non ne ho idea.
Che mio figlio non fosse al posto di Aylan - questa è la consapevolezza che mi dilania come madre - è un caso (oltre che una fortuna).
Miky è nato dalla parte "sicura" del mondo.
Non da quella giusta. No, giusta no.
E' nato in Italia, uno dei Paesi più ricchi della terra, che è potuto diventare tale grazie all'intervento degli Usa nella Seconda Guerra mondiale, grazie al piano Marshall e all'adesione alla CEE, perché senza le materie prime non avremmo mai potuto arricchirci.
Ops, scusa, dimenticavo di ringraziare il colonialismo italiano in Somalia, Eritrea (sì, proprio quello Stato da cui proviene la maggior parte dei richiedenti asilo in Italia!), Etiopia e in Libia.
A noi italiani non manca nulla, o mancano poche cose.
Ferme restando le situazioni di povertà estrema, sulle quali, ti do ragione, bisognava e bisogna intervenire - prima chi ha più bisogno, dicevo qualche post fa -, la qualità della vita degli italiani è migliore di quella della stragrande maggioranza degli altri Paesi:
abbiamo da mangiare, da bere, vestiti, case, riscaldamento (perfino il condizionamento!), la toilette in casa (con l'inutile idromassaggio), servizi sanitari e medici, fognature, strade, infrastrutture, scuole, informazione, tutele, la pensione e il sussidio di disoccupazione, e mille milioni di altre cose, siano esse fondamentali, comode, utili o superflue (la maggior parte superflue, per come la vedo io).
Diamo il giusto valore a tutte queste cose?
Ce le siamo guadagnate? No. Io me le sono trovate. Tutti noi ci siamo trovati un Paese che graziaddio ci garantisce tutto quanto ho citato.
Fossimo nati in Sudan, per dirne una?
Ci saremmo meritati quella realtà?
Cos'avremmo dovuto fare, restare e lottare... per cosa? Non sapremmo neanche di cosa sto parlando, non sapremmo da dove cominciare, né con quali mezzi.
E, tutto sommato, ci basterebbe riso da mangiare, acqua da bere, cure mediche per vivere un pò di più.
Allora, io dico: la ricchezza globale va redistribuita (e qui mi riferisco alle grandi potenze multinazionali).
Moralmente, però, la ricchezza di ogni casa Rossi dovrebbe essere condivisa.
Anche quella di casa Smith, di casa Muller, di casa Dupont, e via discorrendo, le varie case europee.
Che tra l'altro sono piene di vecchi.
E se non sono vecchi, sono imbruttiti dall'essere nati in un mondo dove tutto è dovuto e niente è meritato.
Dove gli anni della formazione vengono impegnati davanti alla tv e - peggio - al pc, sul web, trangugiando ignoranza a ettolitri e ridistribuendola.
Ruttando.
Grattandosi i maroni e bestemmiando per non avere ancora ottenuto il reddito di cittadinanza.
Dici che hai la valigia facile.
La valigia di quelli che montano sui barconi è pesantissima per tutto quello che non hanno, per tutto ciò che manca.
Così come la valigia di chi cammina per mezz'Europa, che è pesante per ciò che manca e leggerissima per quel che contiene.
Messaggio all'umanità: TORNA!
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