Mi sorge spontanea un dubbio avendo sentito il bertone dare a benigni del fine teologo.
Ora, premesso che la stessa chiesa cattolica ha fatto dei passi avanti rispetto al 300 (e quindi mi guarderei bene dal dargli del teologo), mi sorge naturale e spontaneo il dubbio che chi critica Benigni che legge la divina commedia lo faccia come un voler pensare che il caro Roberto legga per la chiesa cattolica.
La divina commedia è - seppur nella sua grandezza poetica ed allegorica - nata nel 300 e voler dimenticare che alcune cose erano considerate vere e reali al tempo di Aligheri mi sembra sciocco e poco intelligente.
Ora non posso scorgere nello spirito degli uomini, nè tantomeno in quello di Benigni, e pertanto non posso sapere che ragione lo muove a leggerla in tv, ma ciò che mi fa sentir bene è che la divina commedia è una grande opera per l'umanità non perchè parli dell'inferno/purgatorio/paradiso o della visione geocentrica, anzichè della fede cattolica.... ma perchè parla DELL'UOMO!
E benchè ce ne vogliamo spesso dimenticare, aldilà di evoluzioni tecnologiche, di civiltà, di cultura.... l'uomo è sempre uomo nel suo nocciolo.
E per questo, aldilà delle possibili motivazioni o degli elogi di discutibili prelati, resta una grande opera di divulgazione, ben fatta, ben letta e commentata.