Nereis96- La nostra, vostra resistenza
Grammatica e ortografia: 10/10
Da questo punto di vista mi pare di non aver trovato nulla da segnalare, o almeno nulla di così eclatante da poter inficiare questa parte del giudizio.
Stile: 10/10
Mi è piaciuto molto il meccanismo a incastro che hai dato alla storia, ovvero la presentazione che fa d’apripista a un’altra presentazione, anche il lessico è buono; soprattutto quello della lettera, non ci sono particolari forme che lascino pensare che non sia stata scritta da una persona in là con gli anni.
Originalità: 9/10
Il tema dello “scambio d’informazioni generazionale” è vecchio quanto il mondo, in questo caso il voto è piuttosto alto perché lo scrivente non intende perpetuare il ricordo delle sue gesta, quanto il valore (senza tempo) di chi combatte nonostante tutto per quello che crede in un periodo ove si poteva rischiare di pagarne le conseguenze venendo posti tra un muro e un plotone d’esecuzione…
Ora i plotoni d’esecuzioni non ci sono più, ma non per questo non bisogna lottare…
Peccato (si fa per dire) che questo mi abbia dato qualche problema nella parte successiva.
Gradimento personale: 9/10
In primis et ante omnia, complimenti davvero per l’epigrafe tratta da Calvino.
Per giungere a questo voto ho penato molto, credimi, per arrivare al numero che vedi ho dibattuto molto nel mio spirito, ti confesso che a una prima lettura la mia opinione è stata: “Però, come introduzione non c’è male, il resto dov’è?”, perché mi sarei aspettato che dopo la parte iniziale e la lettera di presentazione ci fosse spazio al diario vero e proprio, se non nella sua interezza, almeno come stralci, invece nulla di tutto questo, a questo punto il mio giudizio in merito superava a stento la sufficienza; però poi mi sono detto: “Ma, un momento, voglio davvero leggere l’ennesima storia resistenziale ove il protagonista, dopo magari un periodo di indecisione, o perché spinto da ideali antifascisti o semplicemente per sfuggire ai bandi Graziani, prende la via della montagna e magari nel corso della guerra riesce ad accoppare da solo un paio di plotoni della X Mas, della Guardia Repubblicana e delle Brigate Nere, oltre ovviamente a infliggere perdite all’occupante nazista?”, e a questo punto devi immaginare che la valutazione abbia sfiorato il massimo, appunto perché non incentrata solo sul fattore puramente bellico ma su quello del messaggio che l’anziano partigiano vuole lasciare alla nipote; tutto bene, quindi? No, perché poi ho pensato: “Ma perché nella storia non viene raccontata com’era la situazione nella provincia ove è ambientata la storia all’epoca? Quali gruppi partigiani c’erano, se vi erano contrasti all’interno delle varie anime del CLN locale, i rapporti con la popolazione civile? Probabilmente nel diario vengono raccontati (non foss’altro perché sembra un documento abbastanza corposo), allora perché non vengono descritti nella storia?” questo ha portato a un nuovo abbassamento del mio gradimento per la tua storia; alla fine mi son detto che tutto questo non è compito della narrativa, ma della storiografia, forse il nonno spera che la nipote pensi da sola a documentarsi sul periodo e che non debba dipendere per forza dalle sue parole come fossero verità rivelata, e soprattutto ne porti con sé lo spirito che lo aveva condotto a porsi dalla parte dei “ribelli” (come venivano chiamati spregiativamente, quando non “banditi”) in quel periodo così tormentato della storia patria.
Infine ho optato per questo voto, credo che renda al meglio il mio giudizio sull’opera.
Comunque, mi è rimasta la curiosità di conoscere il gruppo di appartenenza del sig. Baldini.
Un’altra curiosità: “Lorena” è il cognome della destinataria dei diari dell’avo o è il terzo nome?
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
Da quello che si evince del testo, emergono pochi dubbi sull’integrità morale del sig. Baldini, che ha combattuto l’occupante straniero e i suoi alleati italiani per giustizia e non per vendetta, e che dopo la guerra ha preferito vivere la sua vita non inseguendo lo spettro della “vittoria mutilata” della Resistenza (che ha invelenito la vita di tanti ex partigiani che pensavano che la lotta contro l’occupante fosse solo la prima parte di un altro tipo di lotta, questa volta sociale, ma questa è un’altra storia), la sua vita ha attraversato tutto il XX secolo e parte del XXI secolo pendendo quello che di buono o cattivo la vita poteva offrire, e questo lo rende certamente una persona stimabile.
Quanto alla nipote…beh, se il nonno ha pensato di donarle i suoi diari anziché al locale Istituto Storico della Resistenza un motivo ci deve pur essere, no? Insomma credo che meriti la stima, oltre all’affetto, del nonno, se la vista come degna di tale eredità.
Il voto non è massimo perché queste sono mie ipotesi, nella storia (giocoforza) soprattutto di quest’ultima la caratterizzazione più che altro è accennata.
Attinenza al tema: 4.5/5
Direi che c’è, forse non nel senso propriamente “bellico” della vicenda, ma dopotutto non è detto che lo spirito che ha animato la Resistenza debba essere per forza finito nel ’45.
Totale: 46.5/50
Questo è quanto ho da dire sulla storia, ti pregherei di farmi sapere se vuoi che la presente compaia come recensione sul sito e quali sono le storie e/o i capitoli che vorresti fossero recensiti
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