Questo ragazzino dagli occhi grandi e dolci si chiama
Daniele Parisi. E, all'età di otto anni,
gli fu diagnosticato l'AIDS.
A trasmetterglielo era stata la madre biologica, sieropositiva, deceduta poco tempo dopo la nascita del piccolo.
Accolto in un orfanotrofio, a dieci mesi
Daniele venne adottato da Antonietta Parisi, da subito innamorata di quel bambino un po' esile ma dallo sguardo profondo ed espressivo.
Una storia, la sua, che ricorda per certi versi quella del giovane
Ryan White, anche lui vittima del virus dell'HIV.
Con la differenza che Daniele era italiano: di Latina, per la precisione.
E proprio in Italia, il 18 giugno 1997, ebbe modo di coronare quello che era uno dei più grandi sogni della sua vita. Purtroppo, l'ultimo.
Daniele era infatti un sincero fan di Michael Jackson. E quella sera d'estate, quando aveva appena 14 anni,
ebbe l'incredibile opportunità di assistere con sua madre al concerto milanese dell'HIStory World Tour.
Insieme a loro, su un lato del palco di San Siro, anche Debbie Rowe - moglie di Michael - e il grande Luciano Pavarotti.
Mentre ammirava, colmo di meraviglia, i passi di danza del suo idolo e gli spettacolari effetti di scena,
un membro del team di MJ gli consegnò un sacchetto regalo contenente un kit ufficiale che includeva, tra le altre cose, il programma del tour.
Poi improvvisamente, durante l'esibizione di
Heal the World,
Michael Jackson si incamminò verso di lui.
Daniele era seduto su una sedia, troppo debole per camminare. Così, il Re del Pop gli si inginocchiò davanti e gli riempì le mani di baci. Subito dopo lo prese in braccio e si diresse al centro del palco, in posa per diverse foto. Tra cui questa che state vedendo.
Alla fine del concerto,
Daniele fu inoltre invitato con sua madre ad entrare nel camerino di Jackson.
Una volta lì, Michael lo baciò di nuovo e, abbracciandolo, lo ringraziò per i doni che gli aveva portato.
Quella che visse Daniele il 18 giugno 1997 fu un'esperienza a dir poco indimenticabile.
O, forse, qualcosa di più.
Dopo quell'incontro, infatti,
la salute del ragazzo di Latina cominciò a migliorare notevolmente, e così rapidamente, che i medici non esitarono a definire l'evento un vero e proprio «miracolo».
Era come se Michael gli avesse donato qualche anno di vita in più.
Già nei giorni successivi, Daniele aveva ripreso a deambulare e a mangiare meglio, aumentando sensibilmente di peso.
Ma, cosa più importante,
aveva riacquisito la fiducia necessaria per lottare contro quel male terribile, e andare avanti.
Purtroppo,
Daniele Parisi morì due anni più tardi, a neanche sedici anni, stroncato dall'infezione al cervello causata da un'influenza.
Quel ragazzino dagli occhi grandi e dolci perse la sua battaglia per la vita il 4 marzo 1999;
ma i ricordi meravigliosi di Michael e le cure amorevoli di sua madre gli avevano dato la forza di continuare a lottare. Fino alla fine.
«MIO FIGLIO NON TI HA MAI DIMENTICATO»
Di seguito, vi riproponiamo la lettera che Antonietta Parisi inviò a Michael Jackson alla fine del processo del 2005, e che il Re del Pop pubblicò sul suo sito ufficiale del tempo,
MJJSource.
«
Caro Michael, non dimenticherò mai quello che hai fatto per mio figlio, Daniele.
Dopo che lui ti conobbe, i medici definirono il suo caso "un miracolo", perché per molti mesi parve non avesse mai contratto l'AIDS.
Ora che giustizia è fatta, volevo solo esprimerti la mia gratitudine e la mia gioia.
Ti prego, non lasciare che quello che ti hanno fatto accada di nuovo. So che sei una persona di buon cuore e che desideri solo aiutare gli altri. Purtroppo, non tutti meritano la tua attenzione.
Mio figlio non è più tra noi, ma so che dal cielo si prende cura di te.
Daniele non ha mai dimenticato quello che hai fatto per lui.
Dio ti benedica,
Antonietta (Italia)».
Post di Vincenzo Compierchio e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.[Modificato da Compix 18/06/2021 22:59]