Evil Lady Nanto, 30/01/2022 15:03:
Questo Jean non doveva farlo ... estrema.
E’ un discorso molto particolare che solleva argomenti scomodi per questo rispondere può sollevare insulti o incomprensioni. Il mio pensiero a riguardo è che Salvemini, per la particolare situazione in cui si trovava, in questo caso specifico, abbia fallito.
In generale, quando si tratta di amicizie e conoscenze invece, è un atteggiamento con cui sono sulla stessa linea, anche se è gente influente.
Questo ragazzo lo aveva cresciuto con amore. Lui per primo aveva dichiarato varie volte che Jean era quanto di più lontano dal fascismo come ideologia personale, ma che aderiva a fare queste propagande radiofoniche per una propria scalata sociale, un viscido senza scrupoli in pratica.
Certo in una visione borghese come la sua questo è una vergogna, in più parliamo di nazismo che si è macchiato di orrori atroci e ingiustificabili su tutti i fronti.
Però di genitore ne hai uno solo e in quel momento il ruolo di genitore non puoi delegarlo, perché altrimenti su tutti i livelli, anche quello morale, tu ti stai arrendendo. Stai abbandonando un figlio e stai apertamente gettando la spugna sul tuo ruolo più importante e comunque che non puoi delegare. A giudicare Jean, dovevano esserci i giudici.
Tra l’altro, in questo caso, la sua testimonianza non penso nemmeno che avrebbe fatto la differenza, perché il processo aveva già la sua conclusione.
Lui lo abbandonò per se stesso e per la propria immagine.
Salvemini dichiarò alla stampa “io ho tagliato i ponti con Jean da molto prima, affinchè se un giorno avesse appoggiato Mussolini io avrei potuto dire che cmq non avevamo più rapporti da un pezzo”. E’ diciamo il classico atteggiamento di quelle famiglie che rinnegano i figli se non corrispondono alle aspettative, umano forse, sicuramente non un caso isolato.
Ma è una vittoria come genitore? Penso che nel migliore dei casi sia più un arrendersi di fronte a una propria incapacità, e nel peggiore proprio un abbandonare un figlio, che da quel punto di vista era anche tua responsabilità educare a cittadino.
Non serviva dichiarare il falso, ingaggiare fiaccolate in suo favore, bastava dichiarare alla corte che secondo lui, come lui stesso ha ammesso, questo ragazzo era probabilmente recuperabile socialmente, che non era radicata in lui l’ideologia nazista e che in caso la corte lo avesse graziato, lui si sarebbe impegnato a riabilitarlo.
Non avrebbe fatto differenza per il corso del processo ma un’enorme differenza per il condannato e per lui come uomo (parere personale).
Adesso faccio un esempio recente di un caso in cui un padre, con immenso sforzo e anche andando contro tutta la società, perché questo è il prezzo da pagare, ha scelto l’altra direzione. Ho pensato a un padre, perché altrimenti si scivola facilmente nel dire, è ma le donne in questo hanno una marcia in più.
Il padre di Erika De Nardo, che ha ucciso beceramente madre e fratellino. Questo padre facendo un lavoro immenso, infinito, è riuscito non so come a elaborare l’incredibile dolore, e a dare alla figlia esattamente il supporto di cui lei aveva bisogno per riabilitarsi. Non sapeva nemmeno se questo sforzo avrebbe portato a una riabilitazione, certo la ragazza era giovane e aveva intrapreso un percorso farmacologico contro il suo disturbo, ma mica poteva davvero sapere se avrebbe visto la luce.
Di certo, tutta la sua comunità e anche mezzo paese lo hanno condannato e gli hanno voltato la faccia. Eppure lui era il padre, e è riuscito in questo compito enorme perché solo lui, forse, avrebbe potuto.
E la cosa incredibile è che noi oggi sappiamo che Erika si è effettivamente riabilitata, è un miracoloso caso in cui chi ha compiuto una simile mostruosità, nelle carceri italiane, davvero è stata in grado di reinserirsi.
Ma questo padre ancora davanti all'opinione comune è condannato. Epppure nel suo ruolo ha vinto, e personalmente penso che questo sia stata la cosa giusta da fare.
Scegliere l’opposto è istintivo per la gente normale che deve affrontare situazioni così difficili, perciò sai che oltre alla fatica in sè del percorso, poi ti troverai gli altri contro. Nel senso, non è alla portata di tutti perché siamo umani.
Però parlando per “ideali” non penso fosse da voltargli le spalle, e ovviamente non so se avrei la forza e spero di non doverlo scoprire mai.