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Come gestite il PdV nelle long-fiction?

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2011 10:47
Autore
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Post: 2
Utente Junior
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21/12/2011 16:52
 
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Problemi di una novizia...
Buon pomeriggio a tutti!
Mi sto cimentando per la prima volta nella stesura di una long-fiction, che in realtà è anche una delle mie prime fan-fiction - e sì, lo so che sarebbe meglio partire da one-shot, drabble o simili, ma non riesco a lasciar perdere l'idea che mi frulla in mente e che purtroppo richiede ben più di un capitolo per essere sviluppata decentemente - e anche se per ora è solo in fase embrionale, già mi assalgono i primi dubbi.
In particolare uno mi sta rallentando davvero parecchio nella prima stesura e si tratta di un problema che secondo me è proprio la base per scrivere una storia - se non in maniera ottimale - in modo quantomeno decente: come gestire il punto di vista all'interno della storia?
Mi spiego meglio.
La mia idea iniziale era stata usare un narratore in terza persona, ma "interno" al personaggio, in modo da poter cambiare narratore a seconda dei personaggi in scena e raccontare in maniera più approfondita le loro sensazioni. Il problema ora è che in una scena ho bisogno che le voci narranti di due personaggi siano presenti contemporaneamente all'interno della stessa scena. Questo però è un errore, giusto? O mi sto facendo troppe pare?
Voi come vi regolate? Iniziate e terminate con un unico narratore (come sarebbe logico, ma io non sono logica XD) o cambiate narratore di capitolo in capitolo? E come vi comportereste nella mia situazione?
Grazie in antico per le risposte.
Post: 1.706
Utente Veteran
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21/12/2011 17:12
 
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Personalmente, ritengo che l'uso coscienzioso di un punto di vista FERMO FISSO IMMOBILE (o con stacchi netti e ben definiti, ad esempio un capitolo a personaggio) alla lunga paghi. Anche se in corso d'opera può capitare di sbattere il naso su inghippi come quello che dici. Ma la creatività sta anche nel saperli aggirare! Giocare con i punti di vista è anche divertente, quando ci si prende la mano.
Trovandomi in situazioni simili, ho provato a far capire al lettore cosa stesse provando il personaggio non-POV solo tramite azioni e descrizioni esterne alla sua testa. Ho quindi parlato solo di cose che potesse notare anche il personaggio POV (anche se magari non le ha sapute decifrare, si spera che il lettore invece ci arrivi).
--------


Have you heard of the city, the deep city, the ancient uru, where there was power to write worlds?

Post: 384
Giudice**
Utente Senior
OFFLINE
22/12/2011 02:27
 
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Nelle longfic mi capita di cambiare PdV di capitolo in capitolo. Nell'inghippo che descrivi, io ho visto che paga quel che dice Crimson: sforzarsi di rimanere nella testa di uno dei due e far intuire quel che l'altro pensa. Al limite c'è chi consiglia di ripetere la scena da un altro punto di vista. Io, a meno di film ad incastro come "I soliti sospetti", eviterei.
Post: 2.378
Utente Veteran
Moderatore Temporaneo
OFFLINE
22/12/2011 19:40
 
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La mia teoria è che più la storia è lunga e complessa, più conviene che il punto di vista sia fisso o perlomeno rimanga tale come minimo per la durata di un capitolo. Nelle one-shot, viceversa, si può anche passare da un punto di vista all'altro, ma si rischia comunque di affaticare il lettore (lo so per esperienza, avendo stremato i miei facendo di questi giochetti in un raccontino). Insomma, se già il lettore deve tenere a mente un sacco di cose per seguire una storia lunga e articolata, dobbiamo risparmiargli la fatica di ricordarsi in che paio di scarpe sta camminando.
Concordo con Crimson che si può comunque far capire che cosa sta pensando un altro personaggio ricorrendo solo alla narrazione.
Vorrei anche aggiungere che mantenere lo stesso punto di vista è molto più semplice e riposante per chi scrive, tant'è vero che io addirittura ho usato talvolta la narrazione in prima persona, che è anche un po' da pigroni, se vogliamo.
Post: 2.378
Utente Veteran
Moderatore Temporaneo
OFFLINE
22/12/2011 19:40
 
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Scusate... doppio post
[Modificato da ReaderNotViewer 22/12/2011 19:41]
Post: 413
Utente Senior
OFFLINE
22/12/2011 20:56
 
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Mi trovo bene con il punto di vista ancorato nel cervello di un personaggio e narrazione in terza persona.
Quando mi occorre far capire cosa prova un altro personaggio, o lo faccio intuire in qualche modo al mio POV character, oppure descrivo le sue azioni (se è ansioso, cerco di mostrare la sua ansia: si morde le unghie, sposta il peso da un piede all'altro, si guarda intorno, ecc) oppure ancora uso i dialoghi.

All'inizio può sembrare difficile, ma superare alcuni "scogli" è stimolante.


Post: 1.993
Utente Veteran
OFFLINE
22/12/2011 21:37
 
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A me piace l'alternanza dei punti di vista, ma se non sei sicura di saperli gestire, per ora eviterei.
Al limite puoi usare la terza persona ma inserire spezzoni di pensieri in prima persona in corsivo. Se sei abbastanza brava dovresti riuscire a far intuire chi sta pensando senza dover ripetere in continuazione "pensò Pincopallino".
Oppure usare la tecnica del narratore omniscente, cosicchè tu possa passare agevolmente dal descrivere gli stati d'animo dell'uno o dell'altro personaggio.
(Il narratore omniscente è un narratore in 3^ persona che mostra di conoscere tutto, indipendentemente da ciò che sanno o provano i singoli personaggi).

Tieni conto che quando scrivi la situazione è sempre più complessa e particolare di quanto noi possiamo esprimere in questo topic.
Dunque, devi capire che, all'atto pratico, solo tu puoi sapere cosa sia più congeniale a te e alla situazione della tua fic!
Post: 2
Utente Junior
OFFLINE
23/12/2011 10:28
 
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Grazie a tutti per i consigli!
Visto che, per ora, non ho scritto ancora moltissimo, potrei provare a riscrivere i capitoli che ho buttato giù usando come unico PdV quello della protagonista e vedere come riesco a gestire le scene in cui devo far capire i pensieri degli altri personaggi. Male che vada potrei provare a ricorrere al cambio di PdV allo stacco dei capitoli...


Oppure usare la tecnica del narratore omniscente, cosicchè tu possa passare agevolmente dal descrivere gli stati d'animo dell'uno o dell'altro personaggio.
(Il narratore omniscente è un narratore in 3^ persona che mostra di conoscere tutto, indipendentemente da ciò che sanno o provano i singoli personaggi).


Non so perchè, ma ho sempre visto il narratore onniscente come troppo distaccato e mi riesce molto difficile usarlo nei miei scritti (mentre non ho problemi a leggerlo. Sì, sono strana XD). Probabilmente però si tratta di un problema mio e della mia immaturità come "scrittrice" e sicuramente, a saperlo usare, potrebbe risolvere il mio problema in un lampo...
Magari potrei studiarci sopra un po'...

Grazie ancora e, ovviamente, se avete altri consigli, o semplicemente se qualcun altro ha voglia di spiegare come si comporta con il PdV, ben venga! Mi sta aiutando molto leggere le varie discussioni di questo forum.
[Modificato da Deed87 23/12/2011 10:29]
Post: 611
Utente Senior
OFFLINE
23/12/2011 10:47
 
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Io vado a periodi, se devo essere sincera. Ho scritto in terza persona per anni, poi di recente ho cominciato, per un verso o per l'altro, a leggere quasi solo libri scritti in prima e ho seguito anch'io l'onda. Non sono più riuscita a scrivere decentemente in terza persona per mesi. Adesso mi sto calmando e le due cose sono diventate abbastanza intercambiabili, se una storia "fila" bene in terza, terza sia, se è meglio in prima, prima sia. Quanto al narratore onnisciente, mah... non è che non mi piaccia, è che se mi ci mettessi d'impegno potrei anche gestirlo, ma non è mia abitudine farlo e non mi è ancora capitata un'idea o situazione che mi ci costringa. Chiamami pigra, se vuoi.
Di solito mantengo lo stesso narratore dall'inizio alla fine, a meno che la scena non richieda assolutamente un cambio.
Per il tuo problema ti posso solo consigliare di fare tesoro delle proposte di tutti quelli che sono venuti prima di me e fare un po' di esperimenti: tentativo dopo tentativo, la soluzione cadrà dal cielo e sarà così ovvia che penserai: "Ma come ha fatto a non venirmi in mente prima?".
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