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Le regole del bello stile e le fanfiction

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2013 19:27
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26/05/2013 17:55
 
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Cercate di applicarle?
Mi spiego, seguo abbastanza frequentemnte siti e blog nei quali si discetta non tanto su cosa scrivere, ma di come scrivere, dando consigli su come creare un racconto che possa interessare anche il lettore più esigente (a mio modesto avviso, quei consigli sono utilissimi, ma bisogna comunque avere materiale su cui lavorare, in altri termini, una crosta resta tale anche se dipinta con i migliori tipi di colore in circolazione); in poche parole, trattasi di come usare lo show don't tell (il celeberrimo "mostra, non raccontare") e l'infodump (quando l'autore interrompe la narrazione per digressioni sull'ambientazione del romanzo che spezzano l'andamento della narrazione, che sono tra i principali problemi stilistici di un aspirante scrittore, oltre al POV (Point of vieuw, ovvero Punto di Vista, che spesso negli esordienti è piusttosto ballerino).
Cercate di applicare queste e altre regole stilistiche quando scrivete una fanfiction?
Noi cerchiamo noi stessi l'uno nell'altro.
Sayat Nova

Dubbio, uno dei nomi dell'intelligenza
Jorge Luis Borges

Cenedl heb iaith yw cenedl heb galon.
(un popolo senza lingua è un popolo senza cuore)
Proverbio gallese


Post: 1.287
Utente Veteran
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26/05/2013 18:44
 
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Re: Cercate di applicarle?
darllenwr, 26/05/2013 17:55:

Mi spiego, seguo abbastanza frequentemnte siti e blog nei quali si discetta non tanto su cosa scrivere, ma di come scrivere, dando consigli su come creare un racconto che possa interessare anche il lettore più esigente (a mio modesto avviso, quei consigli sono utilissimi, ma bisogna comunque avere materiale su cui lavorare, in altri termini, una crosta resta tale anche se dipinta con i migliori tipi di colore in circolazione); in poche parole, trattasi di come usare lo show don't tell (il celeberrimo "mostra, non raccontare") e l'infodump (quando l'autore interrompe la narrazione per digressioni sull'ambientazione del romanzo che spezzano l'andamento della narrazione, che sono tra i principali problemi stilistici di un aspirante scrittore, oltre al POV (Point of vieuw, ovvero Punto di Vista, che spesso negli esordienti è piusttosto ballerino).
Cercate di applicare queste e altre regole stilistiche quando scrivete una fanfiction?



Sono regole fondamentali, di cui si deve fare tesoro, ma per esperienza personale posso dirti che le si impara ad applicare solo dopo molti tentativi. ^^

L'inforegurgito in particolare è un argomento su cui mi scervello da anni: fic che ho scritto tempo fa (e che al momento della pubblicazione mi sembravano ok) ora le trovo farraginose, con diversi intoppi nel ritmo narrativo e picchi di infodump che oggi saprei aggirare senza difficoltà... Perchè sbagliando si impara. XD

Tuttavia le mie vecchie fic non le correggo mai: stanno lì come monito del mio progresso di autrice, con i loro lati positivi e le loro imperfezioni ^^

Conoscere queste regole è fondamentale.
Provare ad applicarle è d'obbligo.
Riuscirci è un altro paio di maniche. XD
[Modificato da Treasterischi 26/05/2013 18:44]
Post: 861
Utente Senior
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26/05/2013 18:49
 
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Di tanto in tanto curioso tra blog dove effettivamente si trovano consigli molto utili, ma non li applico "ad ogni costo", provo a spiegarmi meglio: se vedo che in quello che ho scritto qualcosa non funziona (la lettura è difficoltosa o altro) allora cerco di trovare qualche suggerimento per quello che penso possa essere il problema, in fase di scrittura lascio che sia la fantasia a guidarmi e non le regole stilistiche.
Diciamo che c'è una "regola" che mi è rimasta impressa, leggendo una lettera che C. S. Lewis ha scritto ad una bambina che aveva come sogno quello di diventare un'autrice:

Nella scrittura non usare quegli aggettivi che possono solo dirci come tu voglia che noi sentiamole cosa che descrivi. Voglio dire, anziché dirci che una cosa era "terribile", descrivila in maniera da terrorizzarci. Non dire che era "deliziosa"; fa sì che che noi arriviamo a dire "deliziosa" quando abbiamo letto la tua descrizione. Capisci che le parole di quel tipo (orribile, meraviglioso, odioso, squisito) sono come dire ai tuoi lettori: "Per favore, vedete di fare il lavoro al mio posto"
(Prima che faccia notte Racconti e scritti inediti)


Ma, anche in questo caso, non è che ho tolto dal mio vocabolario parole come "meraviglioso", "terribile" o "delizioso" e spesso se devo far descrivere a qualcuno un luogo, una situazione o una persona, questa si lega ai giudizi del personaggio che sta descrivendo.
Il mio blog su Hunger Games

La mia pagina su EFP
Post: 413
Utente Senior
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26/05/2013 20:04
 
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Ci provo e spero di riuscire a mantenere un buon ritmo della narrazione e a far immedesimare il lettore nel personaggio, perché il fine ultimo è quello. L'inconveniete sono lunghi tempi di revisione dello scritto. :/


Post: 1.047
Utente Veteran
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27/05/2013 18:30
 
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Diciamo che c'è una "regola" che mi è rimasta impressa, leggendo una lettera che C. S. Lewis ha scritto ad una bambina che aveva come sogno quello di diventare un'autrice:
Nella scrittura non usare quegli aggettivi che possono solo dirci come tu voglia che noi sentiamole cosa che descrivi. Voglio dire, anziché dirci che una cosa era "terribile", descrivila in maniera da terrorizzarci. Non dire che era "deliziosa"; fa sì che che noi arriviamo a dire "deliziosa" quando abbiamo letto la tua descrizione. Capisci che le parole di quel tipo (orribile, meraviglioso, odioso, squisito) sono come dire ai tuoi lettori: "Per favore, vedete di fare il lavoro al mio posto"
(Prima che faccia notte Racconti e scritti inediti)



Ottima regola, ed esposta molto bene.
Mi viene in mente un certo fumetto che era partito benissimo, con dialoghi e disegni tali da trasmettere emozioni senza bisogno di sollecitarle; quando poi invece si è inaridito, si è riempito di invadenti commenti del narratore che tentavano di suscitare quello che disegni e dialoghi non riuscivano più a trasmettere.
Post: 172
Utente Junior
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27/05/2013 19:16
 
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Oddio... infodump? Show don't tell? Ti dirò, fino a cinque minuti fa non avevo la più pallida idea di cosa significassero queste parole ^^" io sono una scrittrice abbastanza "libera", nel senso che non conosco in modo ferrato nomi e spiegazioni delle regole stilistiche: cerco semplicemente di scrivere il meglio possibile, tutto qui. Ogni tanto anch'io vado a leggere qualche sito di scrittura creativa - in questo momento una scheda del mio computer è aperta sul blog di Fabio Bonifacci, sto leggendo la prima lezione ed è molto interessante - ma scrivere per me è una passione, non un dovere o un mestiere: ecco perché non seguo rigidamente regole, che per me sono utili ma non obbligatorie.
Chissà, però... potrebbe sempre essermi utile un'infarinatura in più: quasi quasi andrò a informarmi di più ^^







"Dio è una risposta grossolana, un'indelicatezza verso noi pensatori. Di più, è un grossolano divieto contro di noi: voi non dovete pensare!" (Friedrich Nietzsche)
Post: 1.287
Utente Veteran
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27/05/2013 19:51
 
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Re:
Quella che ama i Beatles, 27/05/2013 19:16:

Oddio... infodump? Show don't tell? Ti dirò, fino a cinque minuti fa non avevo la più pallida idea di cosa significassero queste parole ^^" io sono una scrittrice abbastanza "libera", nel senso che non conosco in modo ferrato nomi e spiegazioni delle regole stilistiche: cerco semplicemente di scrivere il meglio possibile, tutto qui. Ogni tanto anch'io vado a leggere qualche sito di scrittura creativa - in questo momento una scheda del mio computer è aperta sul blog di Fabio Bonifacci, sto leggendo la prima lezione ed è molto interessante - ma scrivere per me è una passione, non un dovere o un mestiere: ecco perché non seguo rigidamente regole, che per me sono utili ma non obbligatorie.
Chissà, però... potrebbe sempre essermi utile un'infarinatura in più: quasi quasi andrò a informarmi di più ^^



Anche io all'inizio scrivevo in stile "va dove ti porta l'ispirazione" con one-shot che diventavano logn-fic e viceversa in totale libertà... XD

Poi le mie esigenze di autrice si sono affinate, sono andata sempre più verso il campo dell'originale e ho iniziato a scrivere anche scene complesse (per ritmo narrativo e contesto).

Ho sperimentato una fic multilineare e una trilogia corale...

Per realizzarle però la semplice ispirazione non bastava: l'infodoump massacrava i primi capitoli, i dialoghi in certi passaggi erano didascalici e noiosi, alcune sequenze duravano pagine e pagine, quando avrei potuto dire/mostrare le stesse identiche cose senza tutti quei preamboli...

Insomma mi servivano delle regole e non per accaparrarmi più lettori o lanciarmi in una sfavillante carriera da scrittrice/sceneggiatrice. XD
Mi servivano per raggiungere il traguardo che mi ero prefissata.

Voglio fare una multilineare? Bene, devo riuscirci! Che regole devo seguire per non perdermi?

Alla fine lo stile è tuo, nessuna regola te lo cambierà mai, ma la forma si addomestica prima o poi, fanfiction dopo fanfiction... ^_-
Post: 268
Utente Junior
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27/05/2013 22:01
 
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La mia esperienza, in questo caso, è differente.
Fin dalla tenera età ho avuto una discreta dimestichezza con le parole e la scrittura, mi riusciva piuttosto bene esprimermi nero su bianco, lo trovavo semplice e soprattutto divertente, inoltre mi sono presa anche qualche soddisfazione (a livello letterario).
Quando, mooolti anni dopo avere appeso la penna al chiodo - la vita ci porta sempre in altra direzione –, ho scoperto il mondo delle fanfictions per me è ricominciato il divertimento. Mi riusciva di nuovo semplice mettere tutto nero su bianco e, soprattutto, mi divertivo. Naturalmente però ero desiderosa di sperimentare e migliorarmi. Non ho mai frequentato corsi di scrittura creativa, ma ho dato una sbirciatina a blog\siti ecc. spinta dalla curiosità e dalle buone intenzioni.
Volete sapere come è finita?
Non scrivo quasi più nulla.
Sono stata assalita dall’ansia. Di sbagliare. Tutto. Mi sento tremendamente inadeguata. Sempre. Non parlo di cose complicate come lo “show don’t tell” o l'infodump, sto parlando di cose veramente elementari.
La grammatica mi terrorizza, a volte dubito di riuscire a coniugare un verbo, per non parlare della punteggiatura.
Rileggo la stessa frase per ore, domandandomi se mai ho sbagliato qualcosa, se quella virgola fosse meglio posizionarla prima o dopo quella parola, con il risultato di fossilizzarmi sulla forma senza pensare alla sostanza.
Da un certo punto di vista potrei affermare che leggere certe cose e cercare di immagazzinare tanti consigli sul "bello stile" mi abbia guastato, togliendomi il piacere “ vero” di scrivere.
Eppure, rileggendo i miei primi scritti su EFP, mi commuovo e mi stupisco anche di come, con così poco, riuscissi a “rendere” tanto.
Post: 327
Utente Senior
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29/05/2013 16:45
 
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Bah! Anch'io ho letto su forum consigli di scrittura e cose varie: sono interessanti, ma per carità, non devo sentirmi in obbligo di far piacere quello che scrivo, non voglio dimostrare qualcosa a qualcuno quando mi metto davanti al pc o prendo carta e penna, anzi, preferisco rilassarmi senza pare o manie di perfezionismo e fare 'come mi viene'. Regole, regole, regole...è scrittura creativa, ehi! Se uno legge tanti libri, oddio, magari non ha la tecnica, ma qualcosa di sicuro lo impara, e già se gli viene il desiderio di scrivere significa che può farlo... Poi certo, ripeto, anche a me interessa un articolo con esempi di show don't tell, uno sull'uso degli avverbi o su cose più specifiche tipo la punteggiatura nelle tag di dialogo, ma se qualcosa non mi piace non l'adotto. Quando adoro un romanzo e lo trovo scritto bene SO che è un parere soggettivo, e non vado a guardare se si conforma o meno a qualche regola modernissima di tizio illustre che vuol dire a tutti come si fa a scrivere. Tanto è roba che passa, dipende dalle correnti, dai punti di vista...solo perché trovo scritto che gli aggettivi sono il male non è che li abolisco, ecco. Anzi, penso che un aggettivo me lo sposerei volentieri.
EFP | NA | FB

Ho il cuore di un ragazzino. Lo tengo in un barattolo sulla mia scrivania.

Stephen King
Post: 611
Utente Senior
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29/05/2013 20:55
 
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Le seguo, ma nei limiti del ragionevole.
Leggo consigli, ma il primo consiglio da seguire è ricordare che nessun consigliere è Dio.
Se qualcuno mi fa notare che potrei migliorare in qualcosa, incasso il colpo, ma prima di rivoluzionare il mio modo di scrivere per via di un solo parere cerco di capire con quanta autorità parli questa persona, e spesso scopro che è poca.
La menzione dello "show, don't tell" mi fa venire in mente una mia esperienza che penso possa farvi capire meglio il mio modo di rapportarmi con le "regole" del bello stile, almeno per quanto riguarda la scrittura amatoriale. Spero di non annoiarvi con il mio papiro.
Una volta, non su EFP, ricevetti una recensione in parte positiva e in parte negativa che mi faceva qualche tiepido complimento ma poi rilevava, tra le altre cose, che la mia storia aveva proprio questo problema: troppo "telling" e non abbastanza "showing". Col senno di poi, non è che il recensore si sbagliasse del tutto: rileggendo il capitolo al quale, in particolare, si riferì la breve discussione che ebbe luogo in seguito via messaggi privati, si capisce benissimo cosa intendesse. Tuttavia, resto ancora oggi convinta che avessimo un po' torto e un po' ragione tutti e due.
Per prima cosa, forse convinto che io non sapessi cosa fosse la regola dello "show, don't tell" (e non so se lo pensasse perché mi credeva ignorante in materia di stile o d'inglese, lingua in cui era scritta la storia, la recensione e tutto il nostro successivo scambio), provvide tutto premuroso a farmi un lunghissimo esempio di come avrei potuto migliorare la parte che più lo urtava... ed era scritto in modo atroce. Atroce! Si capiva il senso del consiglio che voleva darmi, ma era tutta una confusione tra "your" e "you're" e cose del genere. Ora, io non voglio sembrare prevenuta, ma ho difficoltà ad accettare dritte di scrittura da una persona che scrive sinceramente peggio di me. Voi no?
Seconda cosa, l'esempio da lui portato era scritto in un altro punto di vista rispetto a quello che io avevo usato nel capitolo (la storia era strutturata in modo che se ne alternassero due, in modo più o meno equo e, spero, logico), e in parte era proprio il punto di vista a causare il problema: se in quel particolare capitolo la narrazione fosse stata in mano all'altro dei due personaggi principali, sarebbe risultata più vivace e drammatizzata per il lettore, ma in compenso avrebbe reso troppo ovvio quel che stava succedendo, avrebbe sottratto il senso di meraviglia che intendevo esprimere mostrando certi eventi apparentemente inspiegabili attraverso gli occhi di qualcuno che (ancora) non li capiva e avrebbe regalato al suddetto personaggio un periodo di dominio sul POV troppo lungo, che andava necessariamente spezzato per par condicio. Insomma, ritengo che il consiglio di quel recensore fosse buono, ma quasi impossibile da mettere in pratica, e che lui, pur con tutte le buone intenzioni, non avesse minimamente capito quel che intendevo fare con la storia.
Un altro punto sollevato da questo tizio fu che c'era troppa introspezione e troppo poco dialogo. Mi difesi nel modo più logico possibile: in quel particolare momento della storia, i due personaggi ancora non avevano modo di dialogare! Lo rassicurai che l'avrebbero avuto presto, e infatti i capitoli successivi presero una struttura che, ne sono certa, piaceva di più a lui e a tutti quelli che, come lui, erano affamati d'azione e non di pensieri. Ma se uno dei due personaggi è un essere umano, più precisamente un certo maghetto con una cicatrice a forma di saetta, e l'altro è, o meglio sembra, un gatto, c'è poco da parlare! Solo dopo diedi a lui e al resto del mio pubblico le battute che volevano. E ci avrei messo tanto di accento scozzese, se solo ne fossi stata capace.
Insomma: è un bene conoscere queste regole, ma se voi ritenete che io le stia infrangendo e io invece penso il contrario, mi difenderò, eccome. Non mi ritengo superiore a nessuna di esse e le applico come meglio posso, ma il motto "nessuno è perfetto" si applica tanto a me che scrivo quanto a voi che leggete, e magari quello che a voi sembra brutto per me era un espediente stilistico di cui andavo pure fiera. Capita di non capirsi. Le regole, finché non diventano soffocanti, sono una bella cosa in tutti i campi, ma - soprattutto in quelli dove entra in gioco la creatività - mi vanno bene solo finché sono e restano un aiuto. Quando diventano una gabbia, c'è qualcosa che non torna.
Rileggere quello che si è scritto prima di farlo vedere al mondo e correggere al meglio delle proprie capacità dovrebbe essere prassi comune, farsi venire le paranoie no.
Conoscere qualche trucco del mestiere non fa mai male, lasciarsi condizionare dal primo venuto solo perché si riempie la bocca di bei termini tecnici fa malissimo (soprattutto all'autostima).
Se tutti studiassimo lo stesso manualetto di regole, o non scriveremmo più nulla perché troppo presi dalla ricerca della narrazione perfetta, o scriveremmo tutti nello stesso modo! La scrittura è un campo con regole precise, che vanno dalla grammatica della lingua che si usa alle simpatiche formulette come "show, don't tell", ma si chiama "creativa" per un motivo. Ricordarsi quelle tre parolette inglesi mentre si stende la propria storia va benissimo, ma sacrificare tutta o parte della propria idea originaria in nome di un universale "bello stile" non ha alcun senso. Anche perché, se permettete, il "bello stile" tanto universale non è. Lo stesso scrittore può risultare un genio a uno e un mattone soporifero a un altro, no?
SimplyMe514 - La mia pagina su EFP
- Scrittrice in erba.
- La risposta italiana a Hermione Jean Granger, o quasi.
- Hufflepuff and proud.
- ... e lo dico in inglese perché la traduzione mi fa venire l'orticaria.
- Gattofila. Leo, sei il mio Grattastinchi. I love you.
Post: 44
Utente Junior
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05/09/2013 19:27
 
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Ciao, volevo dirti che penso sia una domanda molto interessante, intanto [SM=g27985].
Io non conoscevo i termini che hai usato per descrivere quegli espedienti letterari, ma so bene di cosa si tratta... forse essere dei buoni e avidi lettori aiuta molto ad essere degli autori migliori quando si cerca di passare... dall'altro lato, se mi spiego [SM=g27988].
Io ho letto veramente tanto e chissà che non si veda un giorno. Forse sì, quando smetterò di scrivere di stupidate XD Ho scritto cose più serie, drammatiche, ma non so se pubblicarle o meno nel sito.
Forse sono un po' personali... non perché parlino di me, ma perché ci ho messo qualcosa di mio. Credo che conti tanto anche questo, oltre al "bello stile", cioè cosa trasmetti, se rendi bene le emozioni dei tuoi personaggi, chiunque essi siano. Bisogna sapersi mettere nei loro panni, per raccontarli come si deve.

ps: coriolina mi hai incuriosito! Voglio leggere anch'io le tue storie. Mi dai un link? [SM=g27985]
♫ ♬ ♪ ♩ ♭ ♪ …Timida donna che osserva la vita e la veste di [libri e di] musica ♫ ♬ ♪ ♩ ♭ ♪



Ecco quasi tutto ciò che ho pubblicato finora =)

-La long originale su cui sto lavorando appassionatamente:
Stagioni diverse - anime imperfette

-Una OS romantica scritta a cuore aperto:
Fraværende

-La mia angst più intensa e bruciante:
Ancora qui

-Per ridere un po', ecco il mio esperimento, una parodia di "sesso oggettistico":
50 sfumature di luce

-Una os su un tipico disturbo psicologico, l'agorafobia, trattato con tatto e dolcezza:
Nessuno ti sta guardando

-Una flashfic malinconica, molto vivida:
Incontri

-Una breve os per lo più autobiografica:
2013

-Per sdrammatizzare, una ff sugli 1D, che però va ad affrontare sul finale un tema molto originale e poco trattato:
*.* Apri Gli Occhi*.*
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