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Stereotipi

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2015 15:03
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19/10/2014 23:06
 
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Re:
Evil Lady Nanto, 19/10/2014 21:06:

Mi sbaglierò ma in questi romanzi l'eroina ribbbbelle è sempre fragile e sottomessa dinanzi ai pettorali del bel maschio?



Nei romanzi di Martin no di certo, anzi!

Negli Harmony sì, e anche in moltissime fanfic, purtroppo...

Per PrimavereRouge: mi hai rubato le parole di bocca, Sansa Stark era esattamente l'esempio che avevo in testa senza rendermene conto. Un personaggio che parte conformista come non mai e intraprende un (dolorosissimo) percorso di introspezione e cambiamento di prospettiva.
Per questo io sono convinta che Sansa alla fine spaccherà il fondoschiena a tutti, e speriamo che Santo Martin ascolti la mia preghiera...


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21/10/2014 21:25
 
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Re: Re:
ildragodoro, 19/10/2014 23:06:



Nei romanzi di Martin no di certo, anzi!

Negli Harmony sì, e anche in moltissime fanfic, purtroppo...

Per PrimavereRouge: mi hai rubato le parole di bocca, Sansa Stark era esattamente l'esempio che avevo in testa senza rendermene conto. Un personaggio che parte conformista come non mai e intraprende un (dolorosissimo) percorso di introspezione e cambiamento di prospettiva.
Per questo io sono convinta che Sansa alla fine spaccherà il fondoschiena a tutti, e speriamo che Santo Martin ascolti la mia preghiera...





(sort of OT)

Sansa mi è proprio venuta automatica :) Che bello trovare qualcun altro che non la bistratta, io personalmente amo molto il suo personaggio: all'apparenza sembra superficiale, debole, conformista, per me ha una grande forza interiore dentro (per sopportare tutto quello che ha sopportato...) a suo modo, nel rispetto della sua personalità, ha la stessa forza della sorella - il confronto/contrasto tra le due è un'altra cosa che mi piace molto.
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Scrivevo silenzi, notti, notavo l'inesprimibile, fissavo vertigini.

Arthur Rimbaud





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22/10/2014 22:43
 
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Ecco uno stereotipo che detesto.
Il cattivo della fic deve e dico DEVE essere uno stupratore, anche se in canon la sua cattiveria è più distruttiva.
Se uno si è guadagnato il diritto ad essere quello che è nessuno glielo toglie.

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22/10/2014 23:59
 
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Quanto mi fa piacere trovare altri amanti di Sansa Stark! Concordo in pieno su di lei e, ovviamente, sul discorso in proposito alle eroine ribbbbbelli perché sì. Me la immagino, la suddetta eroina: bellissima, capelli rossi, occhi verdi, picchia come un maestro decimo dan di krav maga ma non si è allenata un solo giorno in vita sua. Le viene così, dal nulla, è una dote naturale. Non sente dolore, nemmeno quando è rotta e tagliata da tutte le parti; siccome combatte sempre, è piena di chiccose cicatrici -da esibire a tempo debito durante la parentesi lime- che però non la deturpano orribilmente, no! Sono tutte fighe, una più dell'altra, e posizionate con sapienza. Porta con disinvoltura abiti attillati di pelle anche se siamo in pieno seicento (o settecento o ottocento -nel qual caso sarà dell'Ottocento Vittoriano londinese e nient'altro-), sexy come neanche una spogliarellista.
Perché è ribbbelle non si sa. Le è morta la madre, ha ereditato dei poteri, è in piena crisi adolescenziale?
Cosa pensa di se stessa? Che è brutta, sebbene sia una figa atomica a cui tutti, buoni e cattivi, sbavando dietro. E parlando di cattivi: ovviamente il cattivo non è mai uno scarto della società, un orribile violento senza cuore -e cesso-, no! É un figone più o meno facoltoso, la cui pericolosità è sottolineata più dagli sguardi arrapati che lancia alla ribbbelle piuttosto che da qualsiasi altra cosa. E poi ovvio, l'amore lo convertirà, anche se continueranno sempre a lanciarsi battutine idiote.

Odio tutto questo. Odio. Voglio eroine normali. Come avete detto voi, voglio eroine che vengono segnate dalle esperienze, che non si adattano immediatamente alla nuova situazione, che se anche imparano a combattere lo fanno a costo di anni di allenamento e fatica, che se vengono rapite sono terrorizzate, che non si innamorano del primo malvagio che passa solo perché è figo e molto maschio Alfa. Voglio eroine che sappiano il fatto loro perché hanno imparato dagli errori, non perché lo sanno già perchessì. E magari vorrei che degli addominali scolpiti non fossero condiZione sufficiente a far cadere innamorati.
insomma, meno Bella Swan più Sansa Stark! (Diciamo che in Martin tutte le donne sono cazzute!)
[Modificato da passiflora91 23/10/2014 00:04]
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23/10/2014 04:30
 
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Re:
Evil Lady Nanto, 22/10/2014 22:43:

Ecco uno stereotipo che detesto.
Il cattivo della fic deve e dico DEVE essere uno stupratore, anche se in canon la sua cattiveria è più distruttiva.



Questo più che uno stereotipo è, imho, uno sfogo diretto delle fantasie dell'autore e spesso il risultato di uno sforzo assolutamente nullo nella caratterizzazione.
Credo che sia una specie di meccanismo simile alla Marysue: se è il cattivo, allora deve essere la summa di tutte le malvagità che io autore/fan riesco ad immaginare.
L'atto dello stupro è così "popolare" nel mondo delle fanfics (popolare nel senso di usato e strausato) perchè permette di cogliere due piccioni con una fava:
a) è un atto indiscutibilmente malvagio, quindi sarà sicuramente canon attribuirlo al bad guy di turno (in barba a qualsiasi analisi seria del personaggio in questione, se questo fosse anche un banchiere di mezza età che facesse intrighi politici e corrompesse senatori, sarebbe cmq il cattivo e quindi stupratore per definizione)
b) è un atto sessuale, o che si presenta come tale, anche se nella realtà può avere più a che fare col potere e il controllo che con il sesso in senso stretto. Quindi, in quanto atto sessuale, permette all'autore di esprimere le sue fantasie/ship/kink convinto di stare comunque nel regno dell'ic.
Dopotutto, che ha fatto se non far compiere al cattivo una cosa cattiva? [SM=g27988]


E poi, vogliamo dimenticarci del terzo, importantissimo e onnipotente fattore? L'istinto della crocerossina ubriaca, lo chiamo io.
Cioè, io autore sbavo per quel pg cattivissimo in canon, e lo voglio redimere. E finalmente posso farlo, possibilmente cacciando un personaggio, canon od oc poco importa, che naturalmente sopporterà in modo stoico e lacrimevole tutti gli abusi del caso, ed il malvagissimo lo noterà e ne sarà intimamente toccato/impressionato e farà una conversione a U che neanche sulla tangenziale intasata...

Quindi, perchè lo stupro e non una pucciata nell'acido solforico?
Perchè è economico, risolve una serie di cose che l'autore vorrebbe in una botta sola, e in più crea taaanto dramma.


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23/10/2014 08:43
 
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Re:
passiflora91, 22/10/2014 23:59:



Odio tutto questo. Odio. Voglio eroine normali. Come avete detto voi, voglio eroine che vengono segnate dalle esperienze, che non si adattano immediatamente alla nuova situazione, che se anche imparano a combattere lo fanno a costo di anni di allenamento e fatica, che se vengono rapite sono terrorizzate, che non si innamorano del primo malvagio che passa solo perché è figo e molto maschio Alfa. Voglio eroine che sappiano il fatto loro perché hanno imparato dagli errori, non perché lo sanno già perchessì. E magari vorrei che degli addominali scolpiti non fossero condiZione sufficiente a far cadere innamorati.
insomma, meno Bella Swan più Sansa Stark! (Diciamo che in Martin tutte le donne sono cazzute!)



Quoto tutto il discorso, soprattutto l'ultima frase ^^ Che poi è diventata famosa la risposta che Martin diede alla domanda di un intervistatore: "C'è una cosa interessante nei suoi libri. Ho notato che lei scrive di donne veramente bene e ognuna differente. Da dove viene ciò?"
E lui: "Beh, sai, ho sempre considerato le donne delle persone..."
(in inglese rende meglio [SM=g27990] )

Ecco, alla fine sta tutto lì, per qualunque discorso sui personaggi stereotipati: bisognerebbe scrivere di persone, non di un modello predeterminato, persone con tutte le loro luci e le loro ombre, una tridimensionalità.
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23/10/2014 09:07
 
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Oppure semplicemente fare reagire plausibilmente i comprimari a certi comportamenti.
Mi spiego meglio. Un OC ha determinati atteggiamenti che lo rendono antipatico.
E' assurdo che i comprimari lo tengano in palmo di mano perché sì, ma magari lo fanno perché "è intelligente, ma pericoloso", ma sempre con diffidenza.
Poi, quando essi verranno a sapere magari che si comporta in un certo modo per rabbia, che i comprimari capiscano di più ci sta.
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25/10/2014 14:08
 
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Re:
Evil Lady Nanto, 22/10/2014 22:43:

Ecco uno stereotipo che detesto.
Il cattivo della fic deve e dico DEVE essere uno stupratore, anche se in canon la sua cattiveria è più distruttiva.



Come faceva notare anche ildragodoro questa è l'altra faccia della medaglia del cliché della crocerossina. Secondo me è proprio questo genere di dinamica di "coppia" ad essere diventato un (irrealistico) stereotipo.

Direi che in generale l'ONNIPOTENZA DELL'AMORE è diventato uno stereotipo-dogma: l'amore che redime anche il più malvagio, l'amore che ti da la forza di fare cose inumane per salvare la fanciulla in pericolo (altro cliché) , l'amore che ti fa guarire istantaneamente da qualsiasi turba (ne abbiamo già parlato,lo so, ma mi sembrava attinente).

Secondo voi quand'è che la cosa degenera e scatta il cliché dell'amore come deus-ex-machina?


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Innanzitutto, la storia che sembra finalmente terminata, gira e rigira, ricomincia da capo. A ricomporre tutti i frammenti, prende forma la giostra senza fine dell'eterno ritorno. Non vi è mistero di cui non vi sia soluzione e non c'è soluzione in cui non vi sia mistero...e allora, signore e signori, vi diciamo: ARRIVEDERCI.


(Paranoia Agent ep.13)




Decalogo della fangirl hetaliana:
1) I ship all ships
2) Insultare le OTP altrui non le rende peggiori
3) La GerIta è sacra
4) Non nominare Nonno Roma invano
5) Ricorda che non sarai mai magnifico/a quanto Prussia
6) Bashingare i personaggi femminili non li farà sparire
7) Sii consapevole che la scuola ti infliggerá continui spoilers
8) Tsundere è meglio
9) Il patriottismo è bello...anche per un paese diverso dal proprio.
10) Draw the damn circle!

Per tutti quelli che contestano i miei pairing, anche i più improbabili, la mia risposta è una sola...

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25/10/2014 15:47
 
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Io credo che l'amore come risoluzione di tutti i mali scatti per due cause:

1) L'autrice è troppo affezionata al suo cattivo e non se la sente di essere talmente crudele con lui da non fornirgli un'occasione di redenzione. Diciamo che è come se si sentisse in colpa verso il personaggio o addirittura troppo cattiva lei stessa a creare e portare avanti un personaggio in tutto e per tutto negativo. Tutto questo perché, ovviamente, l'autrice non ha molta esperienza.

2) Perché l'autore ci crede veramente, che l'amore possa guarire tutto e anche perché, ovviamente, è il metodo più facile di risolvere i problemi. Se lo scrittore ha impiantato un enorme montagna di casini e non sa più come risolverli, cosa c'è di meglio di redimere il cattivo e fare in modo che lui stesso sottragga sé stesso e la protagonista da ogni rivolgimento contrario di trama?
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25/10/2014 17:08
 
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Ecco, a me il primo caso non da troppo fastidio. Come dici tu è un discorso di inesperienza: l'autore/autrice è troppo coinvolta a livello personale e non è obiettivo nei confronti del personaggio.

Per quanto riguarda il secondo caso secondo me non si può fare di tutta l'erba un fascio. Se il finale con l'amore risolutore é frutto di sincera convinzione é un conto, se invece cerca solo di mettere una pezza alla trama è un'altro. In un caso si tratta ancora di ingenuità, nel secondo di superficialità. Quella si che è fastidiosa u.u
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Innanzitutto, la storia che sembra finalmente terminata, gira e rigira, ricomincia da capo. A ricomporre tutti i frammenti, prende forma la giostra senza fine dell'eterno ritorno. Non vi è mistero di cui non vi sia soluzione e non c'è soluzione in cui non vi sia mistero...e allora, signore e signori, vi diciamo: ARRIVEDERCI.


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26/10/2014 21:10
 
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Dunque, ultimamente non sopporto più lo stereotipo del tipo ragazzo-sigaretta eternamente accesa, indolente e ciondolante come un adolescente mai cresciuto (e mai lo farà). Di solito la sua profondità interiore è pari a quella di una pozzanghera ed in genere è tratteggiato così per far emergere la super eroina protagonista la quale risolverà ogni problema. Rimango basita rispetto a questo modello di uomo privo di qualunque attrattiva perché, visto che si tratta di racconti, - specie se di fantasia e fatti per divertimento - si potrebbe cercare di immaginare un personaggio con più qualità.
Quello che mi terrorizza è che alcune ragazze siano talmente abituate ad essere circondate nella realtà di tutti i giorni da ragazzi di tale bassa "levatura" da non riuscire ad immaginare qualcuno diverso!
Cioè ... ne sto trovando talmente tanti di questi tipi "ragazzo zombie" o se volete "manichino tutto mi annoia" nelle storie che ho il sospetto che molte ragazze, poverine, non abbiano idea che esistano uomini nel vero senso della parola!
Gli uomini non sono tutti decerebrati eterni adolescenti e/o violentatori affascinati! Insomma ... come dico sempre le storie riflettono spesso poca conoscenza della realtà reale. Scrivete, ma vivete pure ...

A parte ciò invece vorrei difendere lo stereotipo del "cattivo" (o meglio dell'incattivito, è in realtà quello che si è indurito a causa di una serie di eventi) che cambia il suo modo di essere innamorandosi o percorrendo altre vie di "redenzione". So che un modello abusato, ma mi piace troppo! I gusti personali purtroppo a volte vanno al di là della ragione! (Come si fa a non capitolare di fronte ad un paio di bei pettorali di uomo intelligente, astuto ed affascinate? Sono racconti spesso simbolici o fatti per intrattenere o dare sfogo alla fantasia! A volte, ci si può pure sbizzarrire soprattutto se non ci si propone di raccontare qualcosa strettamente attinente alla realtà!)
[Modificato da Marina.Antinori (Shalna) 26/10/2014 21:17]
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27/10/2014 11:40
 
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C'è una differenza tra il personaggio incattivito e quello che è cattivo e basta, perché l'autrice l'ha pensato così: cattivo e figo. Il personaggio incattivito dalla vita ha certo una speranza di redenzione ed inoltre soddisfa a pieno lo stereotipo del maschio per eccellenza: qualcuno che sia rude fuori e morbido dentro, possibilmente da guarire. La storia piace a tutte, è inutile negarlo. Il problema si pone quando la redenzione per amore avviene nel giro di un giorno, così, per magia. Non che l'amore è l'accettazione da parte di qualcuno non possano aiutare a migliorare la situazione di qualcuno, ma il processo è molto più lungo e complesso di quanto facciano sembrare alcune autrici di poco talento e sensibilità, contribuendo in questo modo a diffondere un'idea sbagliata dell'amore e di quello che può fare. "É proprio vero che l'amore tutto può", si cantava ne la bella e la bestia e sì, è vero: ma ci vuole anche pazienza e dedizione. Questo nessuno lo dice mai.

Se poi parliamo di un media diverso, ovvero ad esempio il cinema, avendo tempi ristretti bisogna anche condensare la storia. A quel punto, la capitolazione di fronte agli addominali dell'affascinante malvagio può anche starci e piacerci. Ma scrivendo c'è la possibilità di sfruttare un mezzo fichissimo:l'introspezione. Ma in molti, troppi, lo ignorano.
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27/10/2014 13:32
 
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Re:
passiflora91, 27/10/2014 11:40:

C'è una differenza tra il personaggio incattivito e quello che è cattivo e basta, perché l'autrice l'ha pensato così: cattivo e figo. Il personaggio incattivito dalla vita ha certo una speranza di redenzione ed inoltre soddisfa a pieno lo stereotipo del maschio per eccellenza: qualcuno che sia rude fuori e morbido dentro, possibilmente da guarire. La storia piace a tutte, è inutile negarlo. Il problema si pone quando la redenzione per amore avviene nel giro di un giorno, così, per magia. Non che l'amore è l'accettazione da parte di qualcuno non possano aiutare a migliorare la situazione di qualcuno, ma il processo è molto più lungo e complesso di quanto facciano sembrare alcune autrici di poco talento e sensibilità, contribuendo in questo modo a diffondere un'idea sbagliata dell'amore e di quello che può fare. "É proprio vero che l'amore tutto può", si cantava ne la bella e la bestia e sì, è vero: ma ci vuole anche pazienza e dedizione. Questo nessuno lo dice mai.

Se poi parliamo di un media diverso, ovvero ad esempio il cinema, avendo tempi ristretti bisogna anche condensare la storia. A quel punto, la capitolazione di fronte agli addominali dell'affascinante malvagio può anche starci e piacerci. Ma scrivendo c'è la possibilità di sfruttare un mezzo fichissimo:l'introspezione. Ma in molti, troppi, lo ignorano.


Cara Passiflora, ti quoto su tutto! Hai espresso benissimo questi concetti! In realtà l'introspezione può rendere lo stereotipo dell' "incattivito" un viaggio interessantissimo nei meandri contorti e contraddittori della psiche umana. Dove male e bene spesso si confondono tra loro in una matassa ingarbugliata. Certo l'Amore a volte salva, a volte è la rovina totale ... altre volte non c'è un confine netto. Ed è interessante raccontare entrambi i casi ... Concordo con te!
Spesso in questo sito penso si pecchi di superficialità, ma nel raccontare tutto ... l'amore, la vita, la morte, il sesso. Non è frutto d'inesperienza (quella si migliora col tempo). Si tratta, come dici te, di superficialità e quella difficilmente si "cura". Si tratta di quella superficialità malata che cerca solo il numerone delle recensioni e prega le amichette per farsele scrivere (continuo a leggere recensioni lusinghiere al massimo per racconti mediocri. Riguardo ad una storia solo "carina" non è necessario dire che è un capolavoro, perché poi c'avete paura che la vostra amica non vi recensisca più a sua volta. Ecco, appunto, parlando di meccanismi contorti della psiche ...).

[Modificato da Marina.Antinori (Shalna) 27/10/2014 14:16]
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27/10/2014 19:08
 
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Visto che Passiflora ha sviscerato davvero a tutto campo la questione "cattivo", io vorrei spendere due parole sul discorso del ragazzo inetto. Io non lo rifiuterei a priori. Certo, se è solo un espediente per far risaltare la forza-intelligenza-energia-marysuaggine della protagonista lo trovo un espediente stupido e indegno. Però, come dici tu, ragazzi così esistono. Sono persone normali, ma questo non vuol dire che non se ne possa scrivere. Alcune delle migliori storie che ho letto (sia qui su EFP che fuori, nei libri) avevano protagonisti sostanzialmente inetti. A patto di fare un minimo di introspezione credo si possa e debba scrivere anche di personaggi non "eccezionali" per qualche splendida caratteristica fisica, caratteriale o per qualche superpotere.
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Innanzitutto, la storia che sembra finalmente terminata, gira e rigira, ricomincia da capo. A ricomporre tutti i frammenti, prende forma la giostra senza fine dell'eterno ritorno. Non vi è mistero di cui non vi sia soluzione e non c'è soluzione in cui non vi sia mistero...e allora, signore e signori, vi diciamo: ARRIVEDERCI.


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27/10/2014 19:22
 
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Senza dubbio! Gli inetti sono un vero e proprio genere letterario (vedi Italo svevo e Zeno), ma anche in questo caso c'è modo e modo di trattarli. Spesso l'inetto delle storie amatoriali è un personaggio senza arte né parte che però sale in qualche modo alla ribalta. Perché ? Di solito perché è la protagonista che se ne innamora. In realtà il vero inetto a cui penso è il tipo che viene dipinto come eroico, abilissimo, affascinante, misterioso, pieno di carattere, ma poi non corrisponde in nessun modo a questa descrizione perché l'autrice o l'autore non sono in grado di dipingere un personaggio simile.
Parlando di questo, il tipo "mi annoia tutto" secondo me altro non è che un tentativo riuscito male di dipingere un ragazzo problematico e, potenzialmente, affascinante.
Ecco, se si volesse scrivere di.veri inetti si potrebbe fare, con un po' di coerenza e cognizione di causa, e sarebbe pure una piccola variazione! Ma temo che gli inetti in questione siano appunto frutto dell'inesperienza degli autori, che si fanno sfuggire di mano i loro personaggi.
P.s: devo leggere sarcasmo nelle tue parole sul mio "sviscerare" il personaggio del cattivo? Non sei d'accordo?
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27/10/2014 20:04
 
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Assolutamente nessun sarcasmo. Anzi, direi che ammiro il modo in cui riesci ad inquadrare bene una questione affrontandone in maniera dettagliata ma sintetica tutti i punti più salienti. Era un modo per dire che mi avevi tolto le parole di bocca a riguardo.

Comunque sia io pensavo più a un personaggio alla Moravia. Questi personaggi sono effettivamente "annoiati da tutto" e a volte senza arte ne parte, ma il loro sguardo spesso é un punto di vista interessante sul reale, che unito ad un'indagine psicologica magistrale e a volte spietata rendono tipi come Michele (Gli indifferenti) più che dignitosi, a modo loro...
Poi ovvio che l'inetto nel senso più "tecnico" (Zeno) è un tema interessantissimo. Insomma, l'importante secondo me è avere in mente un background del personaggio, un "perché è così", per non rischiare di creare un fantoccio.
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Innanzitutto, la storia che sembra finalmente terminata, gira e rigira, ricomincia da capo. A ricomporre tutti i frammenti, prende forma la giostra senza fine dell'eterno ritorno. Non vi è mistero di cui non vi sia soluzione e non c'è soluzione in cui non vi sia mistero...e allora, signore e signori, vi diciamo: ARRIVEDERCI.


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10) Draw the damn circle!

Per tutti quelli che contestano i miei pairing, anche i più improbabili, la mia risposta è una sola...

27/10/2014 21:10
 
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Re:
IMmatura, 27/10/2014 20:04:

Assolutamente nessun sarcasmo. Anzi, direi che ammiro il modo in cui riesci ad inquadrare bene una questione affrontandone in maniera dettagliata ma sintetica tutti i punti più salienti. Era un modo per dire che mi avevi tolto le parole di bocca a riguardo.

Comunque sia io pensavo più a un personaggio alla Moravia. Questi personaggi sono effettivamente "annoiati da tutto" e a volte senza arte ne parte, ma il loro sguardo spesso é un punto di vista interessante sul reale, che unito ad un'indagine psicologica magistrale e a volte spietata rendono tipi come Michele (Gli indifferenti) più che dignitosi, a modo loro...
Poi ovvio che l'inetto nel senso più "tecnico" (Zeno) è un tema interessantissimo. Insomma, l'importante secondo me è avere in mente un background del personaggio, un "perché è così", per non rischiare di creare un fantoccio.



Io sono d'accordo con entrambe. Come al solito Passiflora si è saputa spiegare molto bene. "L'Inetto" se trattato con arte può essere un ottimo personaggio da far evolvere ed approfondire, il problema è che da queste parti "il ragazzo-sigaretta-sempre-fumante" è un inetto nel vero senso della parola. Purtroppo per inesperienza o per superficialità dell'autore il personaggio non riesce a prendere vita e appare solo come un fantoccio vuoto privo di consistenza e "fascino del debosciato". Insomma il ragazzetto svogliato e comune della classe accanto interessante quanto uno sbadiglio (e mi sono espressa in maniera pulita). E metto un pezzetto in più ... è sempre l'interiorità del personaggio a renderlo "vivo". Non importa che sia uno strafico o uno che "non si fa notare", ma è quello che riesce a comunicare dentro come una pallottola sparata in pieno petto! Magari, invece, può succedere che un debosciato riesca a farti ridere e l'ironia riesca a farti superare dei preconcetti o non so ... Ho amato personaggi maschili di tutti i tipi: alti, bassi, alieni, ibridi ... belli, bellissimi e perfino brutti ma pericolosamente attraenti più di un atleta ...
In conclusione, sta all'autore. Continuo, in ogni caso, a non sopportare il ragazzo-sigaretta della porta accanto come viene trattato da molte autrici qui su EFP, almeno ci capiamo.
[Modificato da Marina.Antinori (Shalna) 28/10/2014 09:14]
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28/10/2014 02:08
 
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Pensandoci, mi è venuto in mente un altro cliché: le motivazioni per la cattiveria.
Avete mai notato una certa povertà di fondamento ideologico nelle motivazioni addotte da svariati cattivi per spiegare e/o giustificare i propri atti malvagi? Non trovate che alle volte sfiorano il ridicolo? Vi è mai capitato di domandarvi "ma quindi?" quando, ad un certo punto del vostro libro o ff, l'antagonista rivela le proprie ragioni ?
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Post: 185
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28/10/2014 09:19
 
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Re:
passiflora91, 10/28/2014 2:08 AM:

Pensandoci, mi è venuto in mente un altro cliché: le motivazioni per la cattiveria.
Avete mai notato una certa povertà di fondamento ideologico nelle motivazioni addotte da svariati cattivi per spiegare e/o giustificare i propri atti malvagi? Non trovate che alle volte sfiorano il ridicolo? Vi è mai capitato di domandarvi "ma quindi?" quando, ad un certo punto del vostro libro o ff, l'antagonista rivela le proprie ragioni ?


Francamente molto spesso ^O^

Gli stereotipi solitamente sono semplicemente povertà di idee che di solito sono anche povertà di esperienze (di qualsiasi tipo, non solo di vita reale, ma anche conoscitive: quanto si è letto e come si è letto).

Non so che altro inventarmi così mi prendo qualcosa che tutti conoscono e accettano e piazzo lì uno stereotipo. Anche perché lo stereotipo (sulla Treccani le definizioni complete) è banalizzare un concetto, quindi lo si impoverisce, anche se fosse una buona idea, qualcuno con poche capacità lo ridurrebbe a cenere...

E ci sono degli argomenti davvero ostici, come il primo di cui abbiamo parlato, o la cattiveria, questo secondo, che forse è ancora più ostico del primo. Per svariati motivo, il primo dei quali è che siamo persone 'normali', per inventare qualcosa prima dovremmo capire a fondo la cattiveria. E, ahimé, mi sembra molto difficile e anche un po' presuntuoso (almeno per me personalmente) pensare di poter avere una tale dimestichezza con la cattiveria da poter trovare delle alternative valide per un romanzo.
Lo dico perché l'ho provato sulla mia pelle col primo libro che ho scritto, dove c'era un cattivo la cui motivazione era 'valida' nel contesto e chiaramente volta a dominare qualsiasi cosa e persona, e che mi è costato una grande fatica mentale e di compromessi.

Quindi è vero, spesso la cattiveria è stereotipata, si ricorre sempre alle stesse motivazioni, conosciute nella realtà e che 'funzionano' sia a livello narrativo che mnemonico, ma che alla fine risultano riciclate e noiose.

In sostanza non me la sento di 'puntare' il dito contro chi non riesce (io per prima ^O^) e trovare a volte delle soluzioni accattivanti e vincenti per la cattiveria :D
28/10/2014 15:09
 
Quota

Ummmh, nella realtà chiunque agisca "da cattivo" non riconoscerà mai con se stesso di esserlo. Pensate che Hitler si sia mai definito "pazzoide-assassino-efferato"?
Noi lo vediamo come tale, ma non lui se stesso.
Anzi, credo si vedesse un uomo giusto che portava lustro alla sua patria con genocidi di massa che giustificava con la necessità e chissà cos'altro ...

Perciò le sue argomentazioni a noi potrebbero sembrare insufficienti per giustificare le sue azioni estreme, ma a lui invece parrebbero sacre, sante ed intoccabili.

Bene o male, luce o ombra ... sono concetti duali, perciò estremamente relativi.


Dire "io sono buono e normale perciò non sarò capace di penetrare mai a fondo i motivi di un assassino" va benissimo. Perfetto.
Allora però non ti mettere in testa di scrivere storie dove questo è un elemento costante, perché allora non saranno credibili.
Scrivi di unicorni ed arcobaleni. Scrivi di angeli che ti salvano e non rompere le scatole agli altri.
Perché quando scrivi di un assassino pazzoide TU SEI quell'assassino pazzoide, altrimenti non sarà mai credibile. Perché TU SEI in quel momento in cui scrivi contemporaneamente tutti i tuoi personaggi: una vecchia morente, un donna bellissima ma p*, una ragazza bruttina e abbandonata, un guerriero con i pettorali possenti, una bimba innocente e frignona, il debosciato, una madre snaturata che schiavizza i suoi figli, un casanova adoratore del sesso estremo, o una vergine convinta pronta al sacrificio, e soprattutto l'eroe e il cattivo insieme, etc ...

Per questi motivi sarebbe bene iniziare a scrivere con le ff basate su opere di altri perché ti permettono di esplorare mille "personaggi e personalità" diversi e lontani da te stesso. Perché si tende a replicare se stessi nei racconti, senza esplorare invece una varietà multiforme di sfumature che invece arricchiscono. Solo dopo un po' di pratica, cercare di mettere giù dei brevi racconti originali (parlo per chi inizia ora o comunque ha da imparare). Ché sì è vero occorre una vasta cultura (leggere tanto) e avere imparato a scrivere a livello tecnico-formale, ma quando non si ha di partenza la capacità di attingere al proprio interiore (cioè alla propria parte "spirituale" che è capace di vedere quello che alla Mente è precluso o inconoscibile) è tutto inutile. Il testo sarà bello pulito ma completamente vuoto. E ne trovo tanti da queste parti, ma anche in libri di quelli che vorrebbero sembrare autori affermati, soprattutto italiani purtroppo.

Ah, e per la cronaca uno scrittore o un artista (anche se dilettante) per definizione non può essere "una persona normale" perché per penetrare la realtà e l'abisso dentro noi stessi non si può essere "conformi al ben pensare comune".


Mi scuso se sono andata un po' OT, ma vedendo che in questa sezione vengono a scrivere persone abbastanza adulte e mature (cosa che non centra con l'età anagrafica), penso sarebbe bene per tutti usare questi spazi per approfondire degli argomenti con più accuratezza e senza vergognarsi di esporsi.

[Modificato da Marina.Antinori (Shalna) 28/10/2014 15:13]
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