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Tex Willer - Il Romanzo della mia vita

Ultimo Aggiornamento: 08/09/2020 12:33
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di Ciurga
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04/09/2020 16:34
 
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Dopo avere scritto il messaggio di ieri nella discussione "TEX WILLER" relativamente a un’anticipazione su una storia di futura pubblicazione della serie “Tex Willer” che riscrive “Il passato di Tex”, sono andata a rileggermi la storia originale.
Ho quindi ripreso in mano “Tex Willer – Il romanzo della mia vita” (Mondadori, aprile 2011), che secondo me rappresenta il primo progetto di riscrittura di Tex e del suo passato da parte dell’attuale Curatore, benché egli avesse già introdotto delle novità nelle sue storie pregresse.

Avevo conservato insieme al libro dei fogli stampati. Si tratta del primo messaggio che postai su Tex Willer Online il 15 aprile 2011, terminata la lettura del Romanzo, e di una serie di note che scrissi successivamente e che avrebbero dovuto costituire il contenuto di un nuovo messaggio, tuttavia mai pubblicato.
Lasciai perdere, visto che non vi era possibilità di dialogare nel merito, e non solo con il Piucchedegno.

Nel mio primo post mi ero concentrata su Tex, ma nel Romanzo vi erano parecchie cose che erano state cambiate e così presi appunti.
Troverete citazioni dal Romanzo inframezzate a commenti della sottoscritta. Anche i grassetti sono miei.

Accludo tutto qui, giusto per non dimenticare.

Tex Willer Online - Messaggio di Michela del 15.04.2011 (Discussione dedicata al Romanzo di Tex)

Ho terminato ieri la lettura del romanzo. Ho poi letto e riletto con molta attenzione tutti i vostri commenti.

Limiterò le mie osservazioni a Tex, visto che per il resto sono in generale d’accordo con quanto già scritto circa la scialba copertina (soprattutto se la paragoniamo con il concentrato di Texianità che era la copertina elaborata dal maestro Civitelli), l’azzeccata scelta stilistica di Boselli, le sue indubbie capacità narrative e affabulatorie, la reinterpretazione e rielaborazione degli episodi che già conosciamo in un tutto unitario e in parte nuovo.

Il problema – per me, e scusate sin d’ora se vi tedierò con alcune riflessioni personali – è che in questo romanzo ho trovato un “altro” Tex e mi riferisco espressamente alla sua dimensione umana, personale e caratteriale.
Anche Tex è stato rielaborato. Azzardo; qui Tex è così come lo vede Boselli o – chissà – così come vorrebbe poterlo scrivere. Non è il Tex che ho amato e imparato a conoscere sin dall’infanzia.

Ripeto: apprezzo l’opera di “riscrittura” delle storie nel passato dal fumetto al romanzo; aggiungono particolari, sfumature, permettono al lettore di ricordare, fantasticare ed emozionarsi ancora e ancora. In questo periodo che vede la rinascita di Tex e un proliferare di iniziative e di successi a livello editoriale, questo romanzo è un’opera altamente meritoria.
Non mi piace tuttavia l’uomo Tex, così com’è stato raccontato, al di là dei possibili incroci e rimandi tra realtà e leggenda.

SPOILER

È un uomo che ha “feroci discussioni” con il fratello, che si dispera, che grida, che ha paura, che scende dal luogo del Giuramento appoggiandosi a Tiger, che si nasconde il volto tra le mani quando si accorge di essersi dimenticato del figlio, che ha pesanti dubbi, che è “libero di piangere”.

Ora, Boselli ci sta forse dicendo che tra una vignetta e l’altra – oltre ad andare a donne ;-) – Tex è così? Che questo è il Tex della “realtà” che sta all’origine del Tex della leggenda? Come fan del Tex delle origini, Boselli intende questo? Il Tex narratoci da quel guascone di GLB è ormai troppo antiquato o poco realistico? E ancora, è questo il Tex “moderno” che vedremo in futuro?

Non mi sono mai posta il problema – in Tex – del rapporto tra realtà e leggenda.
Tex è reale, esiste da quando il suo creatore gli ha dato il suo spirito, gli ha instillato i suoi ideali, la sua visione della vita, la sua virilità, il suo alto concetto di Giustizia, la sua ironia e quant’altro. Ne è venuto fuori un eroe nel senso più alto del termine (un po’ come l’uomo “ideale” della Repubblica di Platone), ma profondamente umano e con le caratteristiche e la personalità di un uomo d’altri tempi, tra le quali il pudore, la riservatezza, la sobrietà, la dignità. L’ho amato da subito proprio per questo suo concentrato unico di eroismo e umanità e per il suo essere privo delle miserie personali con cui ciascuno di noi deve fare i conti tutti i giorni: esitazioni, dubbi, piccole vigliaccherie, menzogne, incapacità di vario genere.

Tex è un modello certamente inarrivabile, ma ci dà la carica per cercare di essere migliori, per non piangerci addosso di fronte alle difficoltà, per trovare il coraggio di reagire presto e bene.
È un modello a cui ispirarsi, non con cui identificarsi. Ma è perfetto così com’è, trattandosi di un mito.
Lasciamolo lassù in alto, non cominciamo ad abbassarlo al nostro livello, attribuendogli le nostre fragilità.

Ultima cosa, chi è questo Jack Granger? Un giornalista mandato da Martin Floyd, corrispondente dei Navajos in guerra con l’Esercito nell’episodio narrato in “Sangue Navajo”. Ma anche un intruso, o almeno io l’ho percepito come tale.
Tex non parla di faccende personali con gli estranei e le cose non sono diverse solo perché sta “invecchiando”. Andando ad intuito, credo che certi particolari non li abbia confessati nemmeno ai suoi pards.

La sostanza di quello che ho detto prima su Tex non sarebbe cambiata, ma avrei preferito che a raccogliere le memorie di Tex fosse un amico: Sam Brennan, se proprio doveva essere un giornalista, oppure uno qualsiasi dei veri, vecchi, nobili amici di tutta una vita.


Tex Willer - Il romanzo della mia vita - Note di Michela Feltrin (21.06.2011)

• Pag. 11, prefazione di Sergio Bonelli: “Un gioco, insomma, quello che abbiamo preparato, un progetto fondato sulla complicità di un pubblico consapevole e affezionato, che cercherà di scoprire nelle “frasi” dell’autore sia gli accattivanti dialoghi racchiusi nelle “nuvolette”, sia il ritmo dinamico espresso dalle sequenze disegnate negli albi a fumetti.”

• Pag. 15, dice a Jack Granger il padrone del Trading Post di Kayenta, riferendosi a Tex: “Conosco anche i suoi cazzotti. Una volta mi ha sbattuto come un tappeto perché vendevo cattivo whisky ai suoi indiani”.
Forse che non le avrebbe buscate se il whisky fosse stato buono? Chi vende whisky agli indiani non finisce cacciato, come minimo?

• Pag. 16, dice Jack, forse riferendosi a quando dettogli dallo scout Klintay: “Aquila della Notte” è il nome che gli hanno dato i Navajos, quando lo hanno eletto loro capo.”
Non è vero, cfr. infatti quanto dice Lilyth a Tex a pag. 97: “Te l’hanno dato i guerrieri della tribù, quando ti hanno visto lasciare il villaggio con il tuo abito nero.”

• Pag. 19, dice Tex a Jack riferendosi ai Navajos: “Sto invecchiando e non so quanto ancora potrò battermi al loro fianco.”

Capitolo 1
• Pag. 21, dice Tex riguardo a Sam: “Io non ero certo uno che batteva la fiacca, ma preferivo fare le cose a modo mio e tra noi c’erano interminabili e feroci discussioni.”

• Pag. 21-22, Tex mette in evidenza che il padre preferiva lui a Sam: “Mio padre in genere non prendeva posizione tra me e mio fratello, ma un suo occasionale sorriso mi faceva capire da che parte batteva il suo cuore, il che mandava in bestia quel brav’uomo di Sam!”

• Pag. 22, dice Tex: “Fu Gunny Bill a insegnarmi a stare in sella come un indiano e a sparare svelto e bene con due pistole.” La frase originale di GLB: “Fu proprio lui a insegnarmi un sacco di trucchi per estrarre la pistola e sparare svelto e bene!”

• Pag. 23, Sam corre ad avvertire Tex e Gunny, mentre il padre tiene a bada i razziatori di bestiame. Tex lo descrive così: “Sam non era neppure sceso di sella e ci guardava ansimando, lo sguardo incerto e spaventato.” E pensa di lui: “Provai irritazione nei suoi confronti. […] “Pensai che mio padre sarebbe dovuto venir via con Sam. O che Sam sarebbe dovuto restare al suo fianco, invece di correre a chiamarci.”

• Pag. 23, Tex vede il corpo del padre. “Balzai di sella, come fuori di me, ma poi mi paralizzai, senza riuscire ad avvicinarmi.”

• Pag. 24, pensa Tex: “Io tremavo ancora per la tensione, la rabbia e la stanchezza.”

• Pag. 26-28, morte di Gunny Bill: “Dentro di me ero morto anch’io. Nel giro di ventiquattr’ore avevo perso entrambi gli uomini che avevo amato e ammirato fin da bambino. Gridai il suo nome più volte e, finalmente, fui sopraffatto da un intollerabile dolore. Quella notte… mi sentivo solo e disperato come l’ultimo uomo sulla faccia della terra.”

Capitolo 2
• Pag. 29, qui, durante il dialogo tra Tex e Sam non compare lo sceriffo, presente invece ne “Il passato di Tex” di GLB.

• Pag. 29, rapporto tra Tex e Sam: “La discussione di quel giorno scavò un solco tra me e il solo parente che ancora mi restava. Un solco che, in quel momento, mi parve incolmabile. Tra noi volarono parole grosse, recriminazioni, rimproveri”.

• Pag. 30, il cow-boy di Sam dice a Tex: “Mi venga un colpo se non somigliate al vostro povero fratello Sam come una goccia d’acqua!” Il vecchietto dice l’esatto contrario (pag.8 n. 85): “MM. Mi venga un colpo se assomigliate al vostro povero fratello!”

• Pag. 37, errore nella dida dell’immagine. Tex sta sparando a tre tizi. Avrebbe dovuto essere: “Uscirono in tre…Pochi secondi dopo, c’erano tre corpi stesi davanti alla soglia del saloon.“ Invece è stato scelto: “Un altro gruppetto di pistoleri aveva approfittato di quel diversivo per buttarsi fuori sparando”.

• Pag. 39, dopo l’uccisione di Rebo, Tex pensa: “In quel momento mi sentii di colpo svuotato di ogni forza e mi sedetti sul gradino del marciapiede di legno.”

Capitolo 3
• Pag. 41, cambia il modo in cui Tex trova e uccide Coffin (manca Tesah, mai menzionata). Si parla dell’uccisione dello sceriffo Mallory, la famosa “altra storia” mai narrata, a cui Tex accenna alla fine del racconto del suo passato.

• Pag. 43, mentre fugge inseguito dai soldati dopo avere rinvenuto il corpo di Joe Scott, Tex pensa: “Mentre fuggivo al galoppo, fuori di me dalla rabbia, cominciai a chiedermi se non era il caso di smettere di commiserarmi, se la buona volontà, l’audacia, la testardaggine, qualità che non mi mancano, avrebbero potuto mutare il corso degli eventi e rovesciare una volta per tutte il mio avverso destino…”
Dove sono le qualità, presenti sin dalla giovinezza, che fanno di Tex quello che è?

Capitolo 4
• Pag. 58, quando Williams (spasimante di Lily Dickart) gli salta addosso Tex pensa: “Ancora non sapevo fino a qual punto l’amore possa ottenebrare la mente di un uomo.”
Semplice riflessione o riferimento personale (di “questo” Tex)?

• Pag. 62, avviene in prigione l’incontro con Carson. Totalmente eliminato l’episodio della consegna della stella n° 3 da parte di Marshall nell’albo n.1, presenti Carson ed Arkansas Joe. Boselli sposta l’episodio dopo Mefisto, Montales e la Guerra civile, cfr. pag. 79.

• Pag. 64, prima Montales dice a Tex: “E vinceremo presto questa dannata guerra!” Poche righe dopo gli dice: “Non hai scelto un buon momento per unirti a noi, Tex! Anzi, è un pessimo momento. Siamo prossimi alla fine delle nostre speranze. Non ti conviene metterti con noi, amigo! La battaglia è persa…”
Tex attribuisce lo “sproloquio” ad una “sbornia triste” e gli toglie “dalle mani la bottiglia di tequila”.
Montales sbronzo è un’altra novità…

Capitolo 5
• Pag. 71, riferendosi alla schiavitù, Tex dice: “E comprarli e venderli come se fossero bestiame non mi è mai sembrato molto cristiano…”. Cristiano?

• Pag. 77, riferendosi ai soldati morenti, Tex dice: “Io e Dick avevamo imparato a ignorare quei lamenti, quelle richieste di aiuto che non potevamo soddisfare.”

Capitolo 6
• Pag. 83, non compare Dinamite. Successivamente non comparirà nemmeno Satan.
Invece di fare il drammatico “salto della morte” per cercare di sfuggire ai Navajos, Tex viene semplicemente “sbalzato di sella”.
Lui, che ha domato Dinamite, viene sbalzato di sella?

• Pag. 85, Lilyth salva Tex dicendo: “Non tirare la tua freccia, fratello! Non ucciderlo! Non si uccide un uomo valoroso!” Per quale motivo Lilyth salva Tex? Solo perché è un valoroso? Nel fumetto si capiva chiaramente che lo aveva fatto principalmente per evitare di complicare la guerra in corso con un altro morto.

• Ancora pag. 85, Lilyth risponde al padre “con voce un po’ tremante”. Ma quando mai???

• Pag. 86, Lilyth avrebbe “profondi occhi bruni dai riflessi verdi”. In realtà i suoi occhi sono verdi e basta.

• Pag. 87, il patto di sangue è descritto in maniera diversa: “Quando lo sciamano ci unì in matrimonio davanti alla tribù, ferì lievemente i nostri polsi con la punta del coltello e poi li unì assieme.”
Nell’originale c’è parecchio sangue e gli sposi lo bevono.

• Pag. 97, Lilyth dice: “Sono fiera di te, Aquila della Notte. Ma ho avuto anche tanta paura.” Nell’originale Lilyth non ha fatto per niente la “donnetta”, ha solo proposto a Tex di farlo accompagnare da alcuni giovani guerrieri.

• Pag. 100, ricorda Tex: “Una notte non trovai come al solito Lilyth che mi attendeva ancora alzata, intenta a cucirsi un abito secondo gli insegnamenti delle brave sorelle di Los Alamos.”
Cosa????????

• Pag. 100, ricorda Tex: “Svegliai un giovane e taciturno guerriero, di nome Tiger Jack, che conoscevo come abile cercatore di tracce.”
Boselli non prende in considerazione la storia di Nizzi sul passato di Tiger Jack?
Perché inserisce qui Tiger, che comunque deve ancora comparire nella saga?

• Pag. 100, dice Tex di Tiger: “Quel giovane e aitante guerriero, mio futuro fratello di sangue, non aveva ancora appreso da me e da Kit Carson l’arte della conversazione western, dura, asciutta, ma non priva di un certo pittoresco umorismo, nella quale in seguito si sarebbe distinto come allievo non inferiore ai suoi maestri.“
Cosa??????

• Pag. 100: “La lettura delle tracce ci disse che Tagua aveva attirato Lilyth al fiume con una scusa…”
La storia della scusa Tex e Tiger la capiscono dalla lettura delle tracce?

• Pag.101-102: Tex va al villaggio di Grosso Tuono con Tiger (nell’originale ci va da solo, perché Tiger entra in scena solo dopo la morte di Lilyth, nel n. 9). Tiger fa un discorso pieno di retorica: “Aquila della notte è un bianco. Ma ha sposato la figlia del capo Freccia Rossa e ha giurato fedeltà alla Nazione Navajo! Anche lui è un Navajo, adesso! Un valoroso guerriero navajo di pelle bianca! E al suo fianco io sarò lieto di combattere e morire!”

• Pag. 103, Tex e Tagua si affrontano all’arma bianca, “ciascuno con un affilato pugnale nella mano destra”. “Tagua era sicuro di sé e aggressivo; aveva praticato a lungo quello sport.”
Sport????

• Pag. 109, nell’assalto a Durango Boselli lascia Lilyth a casa (nella storia a fumetti è lei che cavalca con il padre e con i guerrieri) e mette Tiger al suo posto.
Perché, dannazione???

Capitolo 7
• Pag. 112, nell’originale Tex porta Kit dal dottore e quindi il piccolo si salva dal contagio. Qui Kit rimane al villaggio e, non si sa come, si salva. Viene detto che Tex era assente dal villaggio perché in missione (e non dal medico).

• Pag. 115, dopo aver lanciato la lancia, Tex dice: “In quell’istante, solo in quell’istante, mi parve che le forze mi abbandonassero, e scesi dalla montagna appoggiandomi al solido braccio di Tiger.”

• Pag. 116, nell’originale, durante la sparatoria nel saloon del New Mexico, Tex è vestito come al solito. Qui si dice che indossava il costume indiano con l’aquila nera sul petto.

• Pag. 118, Tex lascia Higgins “rosolare al sole fino alle prime ore del pomeriggio”. ???

• Pag. 120, nella storia originale Tex e Tiger sono da soli nel monastero di San Isidro. Boselli ci mette dodici guerrieri Navajo.
Perché?

• Pag. 121, Tiger ricorda di avere promesso a Piccolo Falco di costruirgli un arco su misura e Tex racconta: “Nascosi il volto tra le mani, per qualche istante. Tiger si girò per ravvivare il fuoco. Piccolo Falco era il nome navajo di mio figlio Kit. Come avevo potuto dimenticarmi di lui per tanto tempo?”
Già! Come????

• Pag. 122, Freccia Rossa a Tex: “Mio figlio Aquila della Notte ha sempre l’occhio acuto e la mano sicura. Ma il suo cuore piange.”
Nell’originale (n. 10, pag. 3) Freccia Rossa dice “Mio figlio Aquila della Notte ha l’occhio sempre acuto e la mano sicura. Solo il suo cuore è debole.”

Capitolo 8
• Pag. 134, Fort Kinder diventa Fort Calgary.

• Pag. 139, nell’illustrazione viene raffigurato Jim Brandon, che tuttavia non partecipa alla battaglia al forte (arriva dopo con i rinforzi, pag. 143).

• Pag. 145-147, viene cambiata totalmente la scena della fine di Tull e Lacy. Nell’originale vengono uccisi da Tex (durante la liberazione del piccolo Kit), qui vengono consegnati a Tex dal capo Wanotah!

Capitolo 9
• Pag. 148, morte di Freccia Rossa. Nell’originale Tex era assente. Qui addirittura Tex raccoglie la dichiarazione in punto di morte di Freccia Rossa, che dice di avere parlato con gli anziani per fare di lui il capo dei Navajos.

• Pag. 149, Tex dice di essere diventato agente indiano grazie all’aiuto di Parker, che nell’originale conosce invece molto dopo, all’epoca di “Tucson!”.

• Pag. 149, cambia la cerimonia in cui Tex diventa capo. Lasciamo perdere Kit con “gli occhi lucidi per la commozione e la fierezza.”

• Pag. 149, Tex dice di avere “fiducia nei trattati di pace e nel governo degli Stati Uniti…”.
Tex ha fiducia nei trattati e nel governo???

• Pag. 153, nell’illustrazione si vedono sette giovani guerrieri. Si parla in realtà di sei: cinque uccisi e un sopravvissuto, Piccola Lancia.

• Pag. 159-160, Tex muove guerra all’esercito (eventi narrati nell’originale “Sangue navajo”) e dice: “Sapevo di essere non un traditore, bensì un patriota e un difensore del popolo che mi aveva adottato e che avevo giurato di proteggere, la Nazione Navajo. Non nascondo di aver nutrito qualche dubbio, in quei momenti difficili: stavo seguendo la strada giusta? La mia scelta azzardata avrebbe davvero fatto il bene dei Navajos o segnato la loro definitiva condanna?”

• Pag. 162-163, manca la scena di Elbert degradato; manca l’arrivo di Carson.

Capitolo 10
• Pag. 165, Tex dice riguardo all’età di Carson “Ero io il solo a cui permetteva di scherzarci sopra”.
Ma quando mai!? E gli altri due pards?

• Pag. 165-166, Carson dice a Tex: “Sei decisamente più cupo e nervoso del solito, satanasso! Che ti succede? Soffri il peso della tua autorità di sakem? Le tribolazioni e i grattacapi hanno guastato quel tuo carattere amabile e cordiale così apprezzato in tutto il Sudovest?”

• Pag. 168, Tex dice che scaraventerà all’inferno i rapitori di Kit e poi pensa: “I miei compagni mi guardarono in silenzio. Mi chiesi se erano in grado di leggermi dentro, se avevano capito che, dietro quell’affermazione altisonante, degna del prode Aquila della Notte, si nascondeva la mia paura. […] … sentivo di nuovo quella tetra ombra nera, come un doppione oscuro di me stesso, che scherniva e incrinava le mie ridicole certezze.“

• Pag. 171, Tex pensa: “Le ombre c’erano, ma erano dentro di me, che ingenuamente avevo creduto di poterle scacciare. “ […] se anche i cavalli “sentivano quell’invisibile minaccia, questo voleva dire che non stavo impazzendo. Ma non bastava certo a rassicurarmi.”

• Pag. 175, Tex pensa: “Avevo riacquistato il controllo dei nervi.”

• Pag. 177, nell’illustrazione ci sono Tex e tre indiani su tre cavalli. In partenza erano Tex + 4 guerrieri (5 cavalli). Vengono ammazzati subito 2 cavalli, quindi, con 3 cavalli ancora vivi, avrebbero dovuto esserci 4 indiani, due su ogni cavallo (cfr. pag. 171 e 173).

• Pag. 180, Tex: “Mi guardai attorno, le tempie ardenti di febbre e forti brividi come dita gelate lungo la schiena. Cercai di calmarmi.”

• Pag. 182, Tex: “…Esclamai in tono disperato. Non riuscirò mai a strappare mio figlio e Carson dalle grinfie di quel pazzo!”

• Pag. 186, Tex “È la fine, Simon! È la fine! Quel demonio ci ha ingannato!”

• Pag. 188-189. È Tex che colpisce Mefisto, non Tiger come nell’originale. Viene omessa la parte su Kit e Carson rapinatori di banche. Inoltre si dice che “nessuno di noi fece loro sapere quel che avevano commesso”: si riferisce a Kit e Carson che hanno sparato sui Navajos.
Cfr. invece con la storia originale.

Capitolo 11
• Pag. 190, Tex dice, riferendosi ai Navajos: “Aquila della Notte, per loro, non può essere sconfitto. Ne sono tanto sicuri che a volte finisco per crederci anch’io. Mi comporto come se fossi invincibile. Forse lo sono davvero.”

• Pag. 192, spunta il “fez”. Tex sapeva come si chiamava il cappello di Morisco?

• Pag. 196, Kit chiede: “I licantropi sono lupi mammari, pa’?” Sbagliata la domanda (Kit ha studiato più di Tex) e sbagliato a chi la pone (c’era Walson che ne sapeva di più sull’argomento).

• Pag. 198, Tex dice, riferendosi a Kit e Tiger: “Li rimproverai per la loro imprudenza.”
Rimproveri? Ma quando mai?

• Pag. 202. Completamente eliminato lo spirito goliardico (battute tra Carson e Tex, Carson e Kit) della scena con i lupi.

• Pag. 206. Morisco va insieme ai quattro pards nel rifugio di Mitla. Nell’originale rimane insieme a Eusebio, ferito.

Capitolo 12
• Pag. 210, è stata tutta cambiata la parte finale de “Il Giuramento”. Manca tutta la parte da mamma Lagrange. Addirittura qui i quattro pards si fanno assumere da Bartlett (ossia Brennan) e Mason a bordo della River Queen, con tanto di dimostrazione di abilità con pistole e coltello, e lavorano a bordo per almeno una settimana!!!

• Pag. 211, racconta Tex: “Tsk. Tsk.” Avevo schioccato le labbra in segno di disapprovazione.”
Ma quando mai Tex schiocca le labbra?

• Pag. 215, racconta Tex: “Sul volto di mio figlio passò un’ombra. Dunque è lui il bastardo che…? Non riuscì a terminare la frase”.
Nell’originale Tex interrompe il figlio, che gli chiedeva di lasciare a lui la vendetta. Kit l’avrebbe finita la frase, eccome.

• Pag. 215-6, Tex manda Kit da Bartlett “con una bottiglia speciale di champagne, per celebrare” il record di incassi.
Ma che senso ha??? Così Kit fa pure il cameriere e versa da bere al responsabile della morte di sua madre.

• Pag. 219. Cambia la scena della fine di Brennan. Cambiano i dialoghi tra i pards.

• Pag. 220, Tex ricorda: “Mi inginocchiai sulla tomba di mia moglie. La gelida morsa della vendetta si era finalmente sciolta nel mio cuore. Finalmente ero libero di piangere”.
Dopo il suo cuore che "piange" (pag. 122) adesso pure Tex?
Che fine ha fatto “Aquila della notte non può piangere”?

Epilogo
• Pag.221, Tex: “Siamo saliti al cimitero navajo sulla vetta dell’altopiano. Distolgo lo sguardo dalla lastra di pietra con il nome Lilyth….”
Lilyth non è sepolta nel cimitero indiano, assieme agli altri. Si trova in una valle solitaria della riserva.
Cfr. comunque con pag.115 dove addirittura Tex dice: “Mia moglie fu sepolta sulla cima di un monte.”
[Modificato da Myra Solano 04/09/2020 16:41]



"Non fare quella faccia contrita! Con me non attacca!"
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Siccome è un accadimento raro, anzi estinto ( non qui, in questo Forum ), è sempre una soddisfazione veder "far le pulci" all' esimio... [SM=x75014] [SM=x74874]
[Modificato da capelli d'argento 04/09/2020 23:02]



"La mia chiesa sono state le montagne, le praterie: niente porte..." John Wayne

E' lo sceneggiatore - che si cimenta con un personaggio creato da un altro - che si deve piegare alla psicologia dei personaggi e all'universo costruito dal loro creatore. Non viceversa
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Fatta la tara alla maggiore analiticità di un romanzo rispetto alla sinteticità di un fumetto, si ricava come nel tempo al-Maurik abbia applicato ai suoi fumetti il "programma" del romanzo.



V.

http://olivavincenzo.blogspot.com/
http://vincenzooliva.blogspot.com/
http://vincenzooliva2.blogspot.com/

"Ahi serva Italia, di dolori ostello
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie ma bordello"

Settecento anni e non è cambiato un ca**o
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Quando uscì il Romanzo non fui così attento come Myra e pur rimanendo di sasso per le modifiche non capii il vero significato dell'operazione.
A mia parziale giustificazione aggiungo che il libro venne pubblicato quando ancora Borden scriveva un buon, talvolta ottimo, Tex (Patagonia e Omicidio in Bourbon Street sono imho gli ultimi due capolavori di Boselli e sono di quel periodo) ed ero favorevolmente disposto verso l'autore.
Non potevo dimenticare che ad un passo dallo smettere di leggere il mio fumetto preferito a causa di Nizzi, le sue storie avevano mantenuto acceso la speranza, cosa che fra l'altro mi brucia più di tutte, ovvero percepisco un senso di tradimento e di rabbia per essermi fidato come un stupido.

Non posso che ammirare la lungimiranza di Michi, così come l'analisi che fece Vincenzo per Omicidio in Bourbon Street. Avete capito molto prima di me cosa stava succedendo.
Da GLBonelliano alla fine ci sono arrivato anch'io. E avrei dato qualsiasi cosa perché vi foste (ci fossimo) sbagliati.

Grazie d'avermi ricordato le belle schede che trovavo allegate alle recensioni di uBC.
👏👏👏
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Re:
Juan Galvez, 05/09/2020 10:07:

Fatta la tara alla maggiore analiticità di un romanzo rispetto alla sinteticità di un fumetto, si ricava come nel tempo al-Maurik abbia applicato ai suoi fumetti il "programma" del romanzo.



[SM=x74934]

Grande, Myra, per la sua esauriente analisi! [SM=x74927]



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06/09/2020 10:58
 
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Mio caro Bert, fino a PRIMA di Bourbon street al-Maurik ha scritto un Tex spesso sontuoso; diverso naturalmente da quello di GLB o del primo Nizzi, ma si trattava delle normali e anzi apprezzabili differenze che caratterizzano autori diversi tra loro e dotati di personalità forti. Apprezzarlo, era del tutto normale.

Con Bourbon street, che a ogni modo rimane sideralmente lontana dalle puttanate attuali, non solo il Boss ha iniziato ad attuare il programma del romanzo, ma mostra anche i primi segni di involuzione stilistica. In assoluto BS è ancora una bella storia, però si distacca da quel che egli aveva scritto prima, e preannuncia il dopo.



V.

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06/09/2020 17:35
 
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Si, solo col senno del poi posso dire d'aver compreso il vero senso della tua critica di allora.
Quella storia resta una gran storia, ma mostrava il vero volto del piùchedegno.
La verbosità dei dialoghi, l'autocompiacimento dell'autore, il Tex non più protagonista, ma personaggio secondario, quando non comparsa.
La mancanza di leggerezza complessiva.
Non era ancora evidente l'intento di destrutturare l'anima del fumetto e il desiderio di riscriverlo alla sua maniera.

C'è chi ci arriva prima come te, chi dopo. E chi mai.
Almeno non sono tra questi ultimi 😁
[Modificato da BertAdams 06/09/2020 17:35]
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Re:
BertAdams, 05/09/2020 12:06:



Non posso che ammirare la lungimiranza di Michi, così come l'analisi che fece Vincenzo per Omicidio in Bourbon Street. Avete capito molto prima di me cosa stava succedendo.
Da GLBonelliano alla fine ci sono arrivato anch'io. E avrei dato qualsiasi cosa perché vi foste (ci fossimo) sbagliati.

Grazie d'avermi ricordato le belle schede che trovavo allegate alle recensioni di uBC.
👏👏👏



Prego. Bei tempi andati. 🤐

Come ha scritto l'Eternauta, in quel periodo era normale apprezzare le storie di al-Maurik. D'altronde, per un bel po' era sembrato veramente che egli si fosse messo al servizio di Tex o almeno io l'avevo sperato. Così come avevo sperato di essermi sbagliata riguardo alla mia valutazione circa il Romanzo.🤗






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Re:
Juan Galvez, 06/09/2020 10:58:


Con Bourbon street, che a ogni modo rimane sideralmente lontana dalle puttanate attuali, non solo il Boss ha iniziato ad attuare il programma del romanzo, ma mostra anche i primi segni di involuzione stilistica. In assoluto BS è ancora una bella storia, però si distacca da quel che egli aveva scritto prima, e preannuncia il dopo.



Bourbon Street è uscita nel 2008, il Romanzo è del 2011. Probabilmente al-Maurik, forte anche di un qualche tipo di avvallo da parte di Sergio, ha riassunto nel Romanzo le "linee guida" del suo programma, di cui - con il senno di poi - si intravedeva qualche segno già ne "Il passato di Carson".

Il bello è che ora il Curatore, oltre agli "errori" di GLB sta correggendo pure i suoi.

Per fare un esempio, quando Tex torna a casa, dopo la morte di Gunny Bill, al ranch trova Sam in compagnia dello sceriffo.
Nel Romanzo lo sceriffo non c'è, mentre nell'anticipazione de "I razziatori del Nueces" lo sceriffo c'è, ma è totalmente diverso da quello della storia di GLB. È probabile che questo personaggio sia già apparso in un numero precedente della serie "Tex Willer" oppure in un Maxi o in un Cartonato.

D'altronde adesso il Curatore può fare quello che vuole, non solo cambiando personaggi marginali o nomi di località o la cronologia degli eventi... Tra un po' arriverà a stabilire - in modo definitivo - che Lilyth era versamente una "Santa Maria Goretti" che se ne stava nella tenda a cucire vestiti o a sgranare il rosario, parlava a suo padre con voce "tremante" e aveva "tanta paura" quando Tex andava in missione. 😤






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Tutto questo è molto marvelliano.

Venne Airoldi, e non vi fu più nulla.



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