XX POSTO
“La Strega e la prima notte”, CedroContento2 – 37,9/60
Grammatica e stile: 11,9/20 (8,9 + 3)
L’unico appunto dego di nota per quanto riguarda l’aspetto grammaticale riguarda la punteggiatura, e in particolare:
- Prima e/o dopo appellativi ci vuole la virgola (-0,15 per dodici volte -> -1,80 -> punteggio cumulativo sottratto: -1,00)
- Dopo le proposizioni che interrompono due parti di dialogo ci vuole un punto fermo – esempio: “Un gatto nero ci ha tagliato la strada” le sussurrò la cameriera “è un brutto presagio…” (-0,15 per otto volte -> -1,20 -> punteggio cumulativo sottratto: -0,75)
- A inizio dialogo ci vuole sempre la lettera maiuscola (-0,15 per quattro volte -> -0,60 -> punteggio cumulativo sottratto: -0,50)
- Prima dei dialoghi, a meno che non ci sia un verbo dichiarativo, la proposizione deve avere comunque un punto fermo – esempio: “Astoria arrossì e si ritrasse “Perché dovresti avvisare prima di entrare”” (-0,15 per sette volte -> -1,05 -> punteggio cumulativo sottratto: -0,75)
Altre imprecisioni riscontrate sono state:
“Vento, che oltre a far vorticare in delicati turbinii le foglie degli alberi variopinte, faceva cadere le castagne dagli alberi […]” -> la virgola va inserita dopo “che” e non prima (-0,15)
“L’intenzione era quella di passare il raro pomeriggio libero da impegni dei regnanti di Avior, a passeggiare lungo il viale costeggiato dai castagni […]” -> la virgola è superflua (-0,15)
“[…] davanti al caminetto accesso […]” -> “acceso”
“È vero giornate del genere dovrebbero diventare un’abitudine” -> manca una virgola dopo “vero” (-0,15)
“Scusami non volevo spaventarti” -> manca una virgola dopo “Scusami” (-0,15)
“sé stessa” -> “se stessa”
“[…] ma neanche la cameriera non era mai stata con un uomo […]” -> qui c’è una doppia negazione, la forma corretta è “neanche la cameriera era mai stata con un uomo” (-0,50)
“Beh non ti aspetterai che io la veda da sola!” -> manca una virgola dopo “Beh” (-0,15)
“Non se ne parla tu starai con me!” -> manca una virgola dopo “parla” (-0,15)
“Astoria guardò rapidamente in direzione dei lontani picchi incappucciati dalle prime nevicate, su cui notò con delusione, si stavano radunando scure nuvole cariche di pioggia.” -> l’ultima virgola è superflua, oppure ne manca una prima di “notò” per rendere “notò con delusione” un inciso (-0,15)
“I capelli biondi legati in un basso e morbido chignon, fermato sulla nuca da un fermaglio dorato.” -> “erano legati” (-0,50)
“Non temete siete state abbastanza attente” -> manca una virgola dopo “temete” (-0,15)
“Astoria incapace di abbassare lo sguardo, nonostante avesse tanto voluto, cercò di capire […]” -> manca una virgola dopo “Astoria” per creare l’inciso (-0,15)
“Astoria, nonostante la temperatura gradevole, sentì un brivido gelido correrlo lungo la schiena.” -> “correrle”
“Ghermita da quagli occhi inquisitori, non la trovò.” -> “quegli”
“Ah mia piccola Nur.” -> manca una virgola prima di “Nur” (-0,15)
“Continuò a rimanere in guardia, non di fidava affatto di quella donna.” -> “si fidava”
“Dobbiamo concludere qui temo.” -> manca una virgola dopo “concludere (-0,15)
“É questo?” -> “È questo?”
“È che io non ne so niente, tu invece, è evidente che sei già stato con una donna.” -> la virgola dopo “invece” è di troppo (-0,15)
“quelle parole, dopo quell’insolito, inquietante pomeriggio suonarono più dolci che mai alle orecchie della principessa.” -> ci vuole la lettera maiuscola a inizio frase (-0,15) e una virgola dopo “pomeriggio” (-0,15)
Lo stile è principalmente scorrevole, anche se ci sono state un paio di occasioni in cui le frasi non funzionavano correttamente o al meglio delle possibilità, proprio per le scelte lessicali. Ecco alcuni esempi:
- “Astoria gettò uno sguardo distratto al passaggio segreto celato da un arazzo, ad uno degli angoli della stanza.” -> “in uno degli angoli”
- “Avevano appena varcato il cancelletto d’ingresso che improvvisamente Anna esclamò “Attenta!”” -> è più corretto dire “[…] quando improvvisamente Anna esclamò”
- “Su un tavolino tondo in centro alla stanza […]” -> “nel centro della stanza”
- “Improvvisamente madama Elena si fece seria e scura in volto, così come la luce nell’intera stanza.” -> la luce nella stanza si fece… seria e scura? Ho compreso il senso di quello che volevi scrivere, ma mi sembra che sia un’analogia che non regge in questo modo
Spesso inoltre mancano delle congiunzioni tra le varie proposizioni, come ad esempio nella frase: “La porta si aprì cigolando dopo pochi secondi, non c’era nessuno ad accogliere le due dame, solo il vuoto scuro dell’atrio.” Non c’è niente di sbagliato, ma il testo diventa più piatto e tutto sullo stesso piano, mentre con elementi aggiuntivi si sarebbe data un’intonazione più pronunciata al testo, formando dei periodi anche più complessi e articolati.
Nel complesso, quindi, ne risulta uno stile abbastanza semplice e chiaro, ma senza particolari momenti di tensione pronunciata o un risvolto finale decisivo. Ogni elemento ha lo stesso peso degli altri, e manca un vero e proprio punto di climax che caratterizzi il culmine delle vicende narrate.
Trama e originalità: 8/10
La trama della storia è stata piuttosto lineare e godibile, nonché a mio parere abbastanza originale. Il tutto si basa sull’inesperienza della futura regina che non vuole rischiare di recare dispiacere al suo amato e quindi si reca in una casa di piacere per imparare da chi ne sa più di lei. Mi è piaciuto vedere la risolutezza di Astoria in questa sua avventura, in quanto mette in mostra sia il suo animo generoso e insicuro, sia la sua condizione privilegiata di nobile che le permette di frequentare certi luoghi con estrema facilità e senza, apparentemente, ripercussioni.
Ammetto di essere rimasta un po’ delusa dal modo in cui Astoria effettivamente impara l’arte del piacere, perché da come era stata presentata l’idea e visto il luogo stesso in cui lei e Anna si recano – nonché la personalità eccentrica di madama Elena –, ero abbastanza convinta che la questione non sarebbe sfociata in una conversazione, ma in una lezione di tipo pratico (tipo Daenerys e Doreah in GoT). Ma questa è stata forse una mia aspettativa assolutamente indipendente dal testo, perciò la nomino più per completezza che vero e proprio appunto a livello di trama.
Ci sono stati invece un paio di elementi fondamentali che non mi hanno convinta appieno, a partire dall’ambientazione. Diversi luoghi vengono nominati – Avior, Tabita, Ain – ma non sono mai contestualizzati fino in fondo, quindi alla fine confondono il lettore più che andare ad ampliare l’universo creato, forse anche perché non sono realmente pertinenti alla storia che stai raccontando. Servono perlopiù per introdurre i personaggi, ma alla fin fine non ricoprono un ruolo significativo, per cui la storia potrebbe essere ambientata in qualunque altro posto al mondo e nulla cambierebbe.
Inoltre alcune frasi presenti all’interno del testo non hanno avuto molto senso per me, e questo credo sia dovuto al fatto che si riferissero ad altri racconti aventi questi protagonisti. In particolare:
- “Non sopportava l’idea di pensare a quanto doveva essersi sentito solo Karl in tutti quegli anni, mentre lei si era sempre crogiolata nell’amore, che ingenuamente considerava scontato, della sua famiglia.” -> Karl non ha una famiglia amorevole? Non ha proprio una famiglia? È un aspetto necessario da sottolineare quando poi non se ne fa più menzione?
- “Astoria pensò che nonostante fosse lì solo da pochi mesi […]” -> non viene mai realmente spiegato se si tratta semplicemente del fatto che si sia “trasferita” in questo regno o se la sua assenza sia dovuta a qualcos’altro e, di nuovo, ritengo che non sia un’informazione da inserire nella narrazione se non ha poi effettivamente uno scopo preciso messo in evidenza.
- “Anna la guardò con rimprovero rifiutandosi di cadere nel tranello del cambio argomento” -> la cameriera guarda con rimprovero la principessa? In generale, qui non ho ben compreso il legame che c’è tra le due donne, dato che si dice che Astoria confida in lei solo perché non ha nessun altro e inizialmente non sa nemmeno se ci si possa fidare appieno.
Un aspetto che invece ho molto apprezzato è stato il colpo di scena finale, ovvero Elena che si scopre essere la zia di Karl, anche se uno degli aspetti più interessanti – il fantomatico accordo tra i due, di cui Astoria non viene resa partecipe – viene lasciato in sospeso. Non so se fosse uno degli elementi presenti in un’altra storia e inserito appositamente per far piacere ai lettori già conoscitori della serie, ma a me è dispiaciuto abbastanza non arrivare fino in fondo alla questione, date le grandi potenzialità che aveva.
In conclusione, ti dico che sicuramente la seconda metà della storia è stata molto più interessante e meglio costruita della prima, che invece è più un’introduzione frettolosa alle varie dinamiche tra i personaggi. L’aria di mistero che si respira nella casa di piacere – che a tratti sembra più una casa stregata – ha costituito senz’altro la mia parte preferita, e anche le interazioni con Elena sono state uno dei punti di massimo godimento per quanto mi riguarda.
Caratterizzazione dei personaggi: 7/10
I personaggi menzionati nella storia sono stati diversi, ma i veri protagonisti sono essenzialmente quattro, ovvero Astoria, Anna, Karl ed Elena. Purtroppo però mi è parso che solamente la prima fosse sviscerata a dovere, mentre tutti gli altri sono stati rilevanti solo in relazione a ciò che rappresentavano per la principessa, senza avere attributi propri o momenti in cui gli è stato permesso brillare indipendentemente.
Secondo me, ad esempio, il personaggio più interessante è stato Elena, ma oltre al suo aspetto fisico e all’aria particolare che le aleggia intorno, non viene detto molto su di lei. Ancora più evidente, tuttavia, è stata la poca caratterizzazione di Karl e Anna. Se infatti per Elena posso capire che il momento narrato non fosse il più adatto per addentrarsi nel suo personaggio, considerando che il punto di vista è quello di Astoria, ho trovato molto strano che le due persone con cui trascorre più tempo siano state secondarie persino quando erano in scena a tutti gli effetti.
Di Karl si sa molto poco, e quello che si sa mi ha fatto lampeggiare delle sirene rosse a non finire; mi è sembrato infatti decisamente troppo apprensivo e non in modo positivo, e il fatto che Astoria non si allarmi di più dopo che scopre di essere stata pedinata con quell’inquietantissima uscita “Sei sempre seguita!” ha denotato una certa passività per la situazione – quindi da un certo punto di vista mi ha anche fatto piacere non vederlo più del dovuto, però essendo il re forse qualche attributo in più avresti potuto darglielo, anche per quanto riguarda la relazione tra i due protagonisti, che non mi è sembrata particolarmente sviluppata o profonda.
Abbiamo infine Anna, che svolge il suo ruolo di cameriera personale della principessa ed è pseudo-costretta a seguirla in quest’impresa. Il fatto che sia stata proprio lei a proporre una soluzione del genere non mi ha convinta, proprio per la funzione che svolge all’interno della storia; fa parte della servitù e dovrebbe avere come primaria intenzione quella di volere la sicurezza di Astoria, non metterle in testa di fare una cosa che ha una così alta probabilità di andare a rotoli. Nessuno pensa a cosa succederebbe se qualcuno lo venisse a scoprire? Addirittura prendono una carrozza per raggiungere il bordello, e la cosa è a dir poco assurda. Chi la guida, Anna? O una terza persona di cui si fidano?
In generale, la storia è fortemente incentrata su Astoria – che invece ho trovato ben caratterizzata nei suoi aspetti principali – ma anche le interazioni con gli altri personaggi sono fondamentali per una visione completa dei vari caratteri, e qui questo è stato affrontato solo in parte, mentre invece sarebbe stato più che interessante venire a conoscenza anche di dinamiche trattate con più importanza e profondità.
Utilizzo del pacchetto: 4,5/8 (1 + 3,5)
Il prompt del pacchetto scelto era “luce” e confesso di non averne colto il significato che probabilmente avevi intenzione di imprimere a questo aspetto. Ci sono stati accenni in merito, come nei nomi di Elena e Nur, nonché nelle descrizioni di tale elemento in diversi punti della storia. Tuttavia, non mi sento di identificarlo come un aspetto di evidente rilevanza per il tipo di storia che questa si è rivelata essere; è più un qualcosa di accennato invece che di veramente fondamentale, e la cui presenza non si nota immediatamente e con una chiarezza inequivocabile.
Il sentimento, invece, era “fiducia” e, pur essendo molto velato, mi è piaciuto vederlo sviluppato nel modo che hai scelto. Si sta parlando del legame di fiducia che c’è – o, cosa più importante, dovrebbe esserci – tra Astoria e Karl. La parte più interessante, ovviamente, non è stata la fiducia che la ragazza ripone nel suo amato per quanto riguarda la loro sfera privata, quanto piuttosto la mancanza di un tale sentimento da parte di lui. Nonostante richieda – pretenda, quasi – che Astoria si fidi di lui, Karl mantiene ancora molti segreti, tra cui la sua stessa famiglia. Zia Elena e la madre – che, ipotizzo io, è la signora raffigurata nel ritratto in camera sua – sono ancora elementi taciuti, e sarebbe interessante analizzarne il motivo, dato che sostiene di amare Astoria così tanto.
Il punteggio relativo a questo parametro non è pieno perché il tema della fiducia compare solo a fine storia, ma ho apprezzato molto il suo inserimento con le accezioni che hai voluto dargli. Brava!
Utilizzo dell’elemento bonus: 0/2
Nessun elemento utilizzato. Tra le varie note della fic compare il genere sovrannaturale (oltre al fantasy) ma onestamente non c’è niente in questa storia – a parte un’ombra anomala che la protagonista stessa dice di essersi immaginata – che faccia rientrare la fic in questa categoria. Forse l’universo a cui si riferisce è di questo tipo, ma io devo prendere in considerazione solo la storia proposta, e non vi ho visto alcun elemento fuori dal comune che possa giustificare questa categorizzazione. Ho avuto l’impressione – più o meno indotta dalla storia stessa – che Elena fosse una strega vera, ma oltre a non essere esplicitato non fa effettivamente alcuna differenza nel racconto, il cui genere mi sembra principalmente historical fiction.
Gradimento personale: 6,5/10
Confesso che la storia purtroppo non mi ha tramesso particolari emozioni, purché oggettivamente sia ben composta e sviluppata. Credo sia uno di quei casi in cui, molto semplicemente, non ho empatizzato con la trama o con i personaggi, senza che ci fosse una ragione specifica a cui dare la colpa.
Mi farò però sicuramente viva nella sezione recensioni dell’opera principale a cui questa si riferisce, proprio per poter comprendere più a fondo le dinamiche trattate e avere un assaggio più sostanzioso del mondo fantasy – dato che il genere è senza dubbio uno dei miei preferiti da leggere.
Spero che nel complesso tu ti sia divertita a comporre questa storia e che vorrai dare ai miei futuri contest un’altra possibilità!
Totale: 37,9/60