Il termine science fiction, allora declinato scientifiction, fu inventato nel 1926 su una rivistaccia pulp, cioè ultrapopolare: Amazing Stories.
Quello che va chiudendosi con la fine di questo disgraziato - distopico, dunque fantascientifico - 2020 è perciò il decimo decennio da che esiste il termine; e per la precisione, sono nove decenni e mezzo, novantacinque anni.
Forse per "genetica", essendo nata su rivista, un contenitore apposito per racconti e novelle, da sempre e ancora oggi la science fiction "di genere" dà spesso il vero meglio di sé sulla lunghezza appunto della novella o del racconto, che davvero sono assai di sovente i format migliori, più adatti per le sue esigenze espressive.
Quella che segue è una personalissima lista di consigli di lettura, formata quindi da due novelle o racconti per ciascuno di questi nove decenni e mezzo di vita della science fiction. Non sono necessariamente i migliori, e in almeno un paio di casi non sono neppure particolarmente buoni, ma sono significativi del proprio periodo, e dell'evoluzione progressiva del "genere". Per questa lista avrei potuto farne altre dieci, sicuramente, con tutti autori diversi, altrettanto rappresentative. La reperibilità delle opere è la più varia, una non è ancora stata tradotta in italiano.
1920, 1921: "The Mad Planet"; "The Red Dust" – Murray Leinster (in “Il Pianeta dimenticato”)
1928: “The crashing suns” – Edmond Hamilton (Soli che si scontrano)
1934: "A Martian Odyssey" – Stanley G. Weinbaum (Un’odissea marziana)
1940: “Requiem” – Robert A. Heinlein (Requiem)
1941: "Nightfall" - Isaac Asimov (Notturno/Cade la notte)
1946: “Vintage season” – Catherine L. Moore, forse con Henry Kuttner (La grande vendemmia/altri titoli)
1955: "A Ticket to Tranai" – Robert Sheckley (Un biglietto per Tranai)
1958: “The big front yard” – Clifford D. Simak (L’aia grande/altri titoli)
1966: “Behold the Man” – Michael Moorcock (Ecce Homo)
1967: "I Have No Mouth, and I Must Scream" – Harlan Ellison (Non ho bocca, e devo urlare)
1973: "The Ones Who Walk Away from Omelas" – Ursula K. Le Guin (Quelli che si allontanano da Omelas)
1974: “A Song for Lya” – George R.R. Martin (Una canzone per Lya)
1986: “Fire zone Emerald” – Lucius Shepard (Zona di fuoco Smeraldo)
1988: “Running Wild” – James G. Ballard (Un gioco da bambini)
1993: “A Coney Island of the mind” – Maureen F. McHugh (Coney Island della mente)
1995: “Wonders of the Invisible Worlds” – Patricia A. McKillip (Meraviglie dell’invisibile)
2001: "Glacial" – Alastair Reynolds (Glaciale)
2003: “In Fading Suns and Dying Moons” – John Varley (Soli offuscati, lune morenti)
2019: “Omphalos” – Ted Chiang (Omphalos)
2019: “Emergency skin” – Nora K. Jemisin (non tradotto)