Il duce mio grazioso, grattandosi la fronte
guardommi fisso a lungo, com'è colui che chiede.
"E' giunto da assai poco, condotto da Caronte
del grande autore il noto, amato e degno erede.
Or Satanasso in primis le giuste reprimende,
gli sta infliggendo dure, assieme a Emilio Fede.
Degno saria repente che tu in persona scende
e li rivolge infine gran mole di quesiti.
Orsù, rispondi, lesto: che diamine ti prende?"
Pari a color che in pugna rimangono basiti
un imbarazzo enorme in quell'attimo mi prese
come da palla fossero di frombola colpiti,
così del Sommo le chiare note non attese
mi fecer senza dubbio restare lì di sasso.
La voce ritornò sol quando egli mi chiese
se stessi ancora bene o se caduto in basso
fosse il mio umor innanzi alla novella.
"Tutt'altro" gli risposi "Suvvia, muoviamo il passo
senza timore verso quella fredda cella
dove il meschin sopporta atroce la tortura
con cui Emilio insieme col Gran Male l'arrovella."
Non paion molte le specie che in natura
capaci sono di corsa sì veloce
ma quella volta sarebbe stata dura
persin per un ghepardo assai feroce
riuscire a starci dietro, e son sincero.
La voglia di incontrare e dar la voce
a quei che aman Tex, ma quello vero,
ci spinse a procedere sì in fretta
che a cento all'ora, muovendoci da zero
più forte che si stesse in motoretta
saltammo Dite e attraversammo Inferno,
mettendoci un po' meno di un'oretta.
"Se pensi di rivolgergli di scherno
audaci motti e crudel provocazione
pensaci ben, giacchè in eterno
su lui cadrà fatal maledizione
di stare tra i cagnacci preso a morsi"
fu di Virgilio questa la lezione.
Ed io, che sempre bramo i suoi discorsi
ritenni di far mio quel dolce suono,
pari a color che temono i rimorsi
e cangian le minacce poi in perdono.
Per cui senza pensare ad altri punti
entrai nel loco e dissi "Ti condono
il fatto che i quattro pard l'abbia consunti.
Rimane sol, ma fiera, la protesta
pel fatto che sì in basso siamo giunti
dopo un miliardo e più di botte in testa!"
In tal maniera parlai con certa convinzione,
ma nella grotta già era in corso inchiesta,
col diavol che strillava "A 'nfamone!"
e il finto giornalista che infieriva
spiegando "Io odio te, ed amo Berluscone"
E mentre il primo nelle carni apriva
di chi l'agguato fè suo laico credo
ferite gravi, insieme io sentiva
Emilio dir "Mettiamolo allo spiedo.
In dote ebbe un mare di pubblico pagante
ma dove son adesso? Più non li vedo!"
Se capita talvolta, tra la gente urlante
di scorger chi di sé fa prova degna,
cotal si porse Nizzi, sebbene dolorante.
"Son vittima del fato e, or te lo 'nsegna,
dei Codacons assieme alle paturnie di Bonelli.
Quando tentai di scriver ebbi consegna
di far di Tex e i suoi un gruppo di pivelli
veloci più di tutti, ma solo nella resa,
voraci con le bocche, ma privi di cervelli.
Secondo l'editor la più grandiosa impresa
che Willer può eseguir senza provar vergogna
è dire preghierine, come se fosse in chiesa."
Nel mentre io provava per l'uom che lì alla gogna
del pubblico fellone trovavasi al cospetto
una notevol pena, mi disse "Tu non sogna"
la voce del pio vate, che serio e circospetto
spiegò "Or vedi di chi perde la sorte
dei critici tromboni la stima ed il rispetto?
In pasto a color che dalle menti corte
ne tacquero ogni dì magagne e scivoloni
or le sue membra sbranan come torte!"
Confesso con vergogna che gli otto paroloni
passaron la mia testa da orecchio
verso orecchio, senza incontrar neuroni.
Come quel tale che innanzi all'apparecchio
chiamato *radio* il Cavaliere ascolta
sparar panzane grosse anche parecchio
cercando di capir se più venga sconvolta
Sintassi oppure Logica, così a me che scrivo
gran crisi venne che mai saria più tolta.
"Maestro, spiega a me che ne son privo
la luce che c'è dietro i versi tuoi arcani."
E lui severo disse: "Non essere corrivo!
Nel gran bailamme, ed abbaiar di cani
è vana e persa speme cercare di capire:
perchè non prendi esempio dai casi americani?"
Sconvolto dal suo volto ed anche dal suo dire
chinai mesto lo sguardo e, dopo un po', di nuovo
guardai l'artista Nizzi avvolto tra le spire
dei suoi persecutor, che come un uovo
strapazzavano l'erede, e senza usare guanti.
"In questo vostro fare giammai mi ci ritrovo!"
dissi ai picchiator, che in cambio due inquietanti
frecciate lanciarono dai rossi e fieri occhi
imbizzarrendosi più ancor di coppia di elefanti.
prese parola Satana per dir che: "Non siam sciocchi
né, come pensi, manigoldi o belve.
E' che certe parole che piovon come fiocchi
trasforman discussioni in liti, guerre, selve.
Parlassimo con calma, senza atmosfera tesa
eviteremmo urli, insulti, calcioni nelle pelve"
Riuscito in quella forma a bloccare la contesa
fui finalmente innanzi all'uom perseguitato
davanti al quale volto rimasi nell'attesa
di qualche sua favella, di un gesto oppure un fiato.
Son sempre più curioso, vicino a lui mi appresso
infine ogni dilemma verrà da me svelato.
Ma mentre tendo orecchio per cogliere il suo nesso
mi giunde proditoria una botta sulla zucca.
Diabolico di un Nizzi, mi hai fatto ancora fesso.
[Modificato da Fog 22/12/2004 13.03]