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Catastrofi in Egitto

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2008 09:18
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EgiTToPhiLo/a
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09/04/2008 11:34
 
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Il III capitolo del mio libro considera la fine dell’ultima Era Glaciale in modo non lineare, così come vorrebbe farci intendere il mondo accademico, ma secondo un andamento discontinuo, a scatti.
Alla luce di varie ipotesi ho considerato la possibilità che varie catastrofi, di origine terrestre e/o cosmica abbiano accelerato in alcuni momenti lo scioglimento dei ghiacci. Questi episodi detti impropriamente “Diluvi Universali” sarebbero stati caratterizzati da violenti tsunami in propagazione nell’Oceano Atlantico, i quali una volta penetrati nel Mediterraneo avrebbero arrecato innumerevoli danni alle popolazioni che vivevano lungo le coste.
Ho ipotizzato anche che ogni alluvione marino abbia determinato la fine di un momento storico, Paleolitico Superiore, Mesolitico e Neolitico iniziale o, come dicevano gli Egizi, la fine dell’Età degli dèi e quella dei semidei.
L’ultimo grande diluvio si sarebbe verificato intorno al 5500 a.C. e sarebbe stato narrato in modo allegorico nel mito di Osiride.
Questa visione catastrofica giustifica in pieno le ipotesi di una civiltà globale del Paleolitico Superiore e la complicata origine della civiltà egizia.
Ho anche considerato la possibilità che alcuni incomprensibili momenti di stasi della civiltà egizia, fine della II dinastia, conseguente inizio dell’età delle piramidi e fine della VI dinastia, siano ricollegabili a due catastrofi cosmiche verificatesi nel Medio Oriente. I due impatti di meteoriti in Mesopotamia avrebbero determinato un piccolo sconvolgimento climatico, tale da determinare due differenti episodi di carestia in Egitto e conseguenti momenti di crisi dinastica.
La nuova cronologia lunga di Manetone / Africano da me rivisitata è in perfetto accordo con questi due episodi, che a detta dei geologi si sarebbero verificati intorno al 3200 e 2300 a.C.
Questi due episodi catastrofici trovano ancora riscontro nella cronologia biblica, da me analizzata in un capitolo successivo.
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Max...
... Is.panico
In.sane SpaMMeR
09/04/2008 12:08
 
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...e io sono perfettamente d'accordo con te, soprattutto dal punto di vista geologico-fisico (non me ne vogliate, ma della cronologia mi interesso meno... non è il mio pane).
Questo infatti apre, a mio parere, anche spiegazioni plausibili sul grande continente di Mu (oceano indiano?).
Per me è anche da considerare delle micro variazioni delle ciclicità terresti (rotazione, rivoluzione) dovute anche alle massa dei ghiacci (masse immobili e non soggette al movimento come l'acqua).
A riguardo delle catastrofi poi, come accennato ad Antonio in separata sede, sono favorevole all'ipotesi che la cintura di asteroidi tra Marte e Giove si sia formata in seguito alla collisione di una luna di giove (non credo un pianeta) e un corpo estraneo. Tale collision può aver riversato all'interno del sistema xN corpi pericolosi e instabili.... che possono aver "scorticato" Marte e chissò che danni sulla Terra, per chissà quanti anni...
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EgiTToPhiLo/a
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09/04/2008 13:51
 
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In merito alla possibilità che la civiltà del Paleolitico Superiore si sia sviluppata alcune decine di migliaia di anni fa in quella che era un tempo una grande estensione di terre, oggi quasi del tutto sommersa (penisola della Sonda e arcipelaghi nell’Oceano Pacifico), ho consigliato a Max il libro di Oppenheimer L’Eden a Oriente, nel quale l’autore riporta con pignoleria una infinità di prove della perduta civiltà di Mu.
Questa sarebbe stata distrutta da alcune catastrofi cosmiche e i suoi abitanti superstiti dovettero incominciare una diaspora, secondo alcune direzioni preferenziali.
In linea con quanto dice la Bibbia e alla luce di una lettura originale dello Zodiaco di Dendera, ho ipotizzato che la diaspora si sia concretizzata secondo due direzioni preferenziali. Una verso occidente, via mare o lungo le coste dell’Asia Meridionale alla guida del terzo figlio di Adamo e Eva, un certo Seth che non può che ricordare la divinità dell’Alto Egitto.
La seconda migrazione, alla guida di Caino, sarebbe andata verso oriente, lungo le coste orientali dell’Asia o meglio via mare lungo una rotta equatoriale, ben conosciuta ancora dai popoli polinesiani. Questa migrazione avrebbe raggiunto le Americhe e quindi conquistato le terre emerse dell’Atlantico (civiltà di Cronos secondo i Greci).

In merito alla catastrofe cosmica che dovrebbe aver colpito il Sistema Solare in tempi relativamente recenti (intorno al 50000 a.C.) ricordo che le leggi gravitazionali di Keplero giustificano un pianeta proprio fra Marte e Giove. Alcuni autori ritengono possibile che la catastrofe sia stata determinata dall’intrusione nel Sistema Solare di una cometa gigante, un frammento di notevoli proporzioni di una supernova o un piccolo pianetino. Si ipotizza ancora che questo corpo estraneo abbia giocato a biliardo con i vari pianeti, entrando in rotta di collisione con un pianetino esterno e quindi col pianeta fra Marte e Giove.
Quest’ultimo urto avrebbe provocata l’esplosione dei due corpi, la formazione della fascia degli asteroidi e la creazione di un consistente sciame cosmico in orbita solare.
Io ritengo, ma non solo io, che alcuni elementi di questo sciame abbiano colpito violentemente la superficie di Marte provocando l’esplosione della faccia opposta all’impatto (faccia che appare oggi come un’arancia sbucciata con tre enormi vulcani).
I frammenti della crosta marziana sarebbero in parte ricaduti e in parte sarebbero stati espulsi verso lo spazio. Alcuni di questi elementi sono stati ritrovati di recente nei ghiacci dell’Antartide.
Lo sciame cosmico dovette entrare in rotta di collisione con tutti i pianeti interni e dovette regalare alla Terra alcuni dei suoi pericolosi proiettili.
Da notare che lo sciame è ancora in orbita solare ed è composto da elementi di ancora notevoli dimensioni, fra cui alcune notevoli comete.

Questa catastrofe cosmica dovette essere vista o quanto meno percepita dai popoli del Paleolitico Superiore. E’ mio parere che gli Egizi l’abbiano descritta nel mito di Apophis, il grande serpente alato che col suo movimento ondulante mise in serio pericolo la sopravvivenza del Sole Ra.
Il dio Ra l’avrebbe tenuto in orbita solare e questo fatto fu rappresentato considerandolo come un turbante avvolto sulla fronte di Ra.
Da questo mito nacque poi l’uso di ornare le corone egizie col serpente cobra avvolto sulla corona, l’ureus dei sovrani egizi.

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Max...
... Is.panico
In.sane SpaMMeR
09/04/2008 15:04
 
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Grazie ancora Antonio, ogni tua precisazione è degna di nota.

(e ho ordinato il libro :)
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MerytAton Sitenjterw -
09/04/2008 21:49
 
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...........

In merito alla catastrofe cosmica che dovrebbe aver colpito il Sistema Solare in tempi relativamente recenti (intorno al 50000 a.C.) ricordo che le leggi gravitazionali di Keplero giustificano un pianeta proprio fra Marte e Giove.



Antonio ti riferisci a Tiamat dei Sumeri ?
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EgiTToPhiLo/a
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10/04/2008 08:45
 
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Cara roberta,
al momento della scrittura del libro non ero a conoscenza delle ipotesi di Zacharia Sitchin. Lo avrei citato in bibliografia. L'ipotesi del pianeta fra Marte e Giove, previsto dalle leggi della gravitazione, credo di averla letta su alcuni libri, forse quello su Marte di Hancock e Bauval. Mi sono aggiornato e ho visto che viene chiamato Tiamat. Ho l'impressine che dovrò dedicare un po' di tempo allo studio della civiltà sumera.
Ciao Antonio
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- ShemsetRa -
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10/04/2008 23:53
 
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Re:
antonio crasto, 09/04/2008 11.34:

Il III capitolo del mio libro considera la fine dell’ultima Era Glaciale in modo non lineare, così come vorrebbe farci intendere il mondo accademico, ma secondo un andamento discontinuo, a scatti.
Alla luce di varie ipotesi ho considerato la possibilità che varie catastrofi, di origine terrestre e/o cosmica abbiano accelerato in alcuni momenti lo scioglimento dei ghiacci.



Su questo mi hai quasi convinta.
Ho cercato di pensare allo svolgersi della storia attraverso le piccole catastrofi e ho trovato che in effetti forse il risultato è più verosimile rispetto alla continuità che in natura non esiste nemmeno.
Si potrebbero giustificare tante "cicatrici" che si trovano sulla superficie della Terra e anche più sotto, sepolte a notevoli profondità.
Ma secondo me questo è ancora troppo poco per immaginare possibile una civiltà paleolitica o qualcosa del genere che possa passare sotto il nome di Mu o simili.


POSTQUOTE]
antonio crasto, 09/04/2008 11.34:

Questi episodi detti impropriamente “Diluvi Universali” sarebbero stati caratterizzati da violenti tsunami in propagazione nell’Oceano Atlantico, i quali una volta penetrati nel Mediterraneo avrebbero arrecato innumerevoli danni alle popolazioni che vivevano lungo le coste.



"Diluvi Universali" non mi sembra un termine che renda giustizia ad una teoria che apra così tanti orizzonti.
Intanto è tendenzioso, richiama quelle storie raccontate probabilmente in area mesopotamica che poi hanno avuto convergenza nella Bibbia, nel racconto di Noè.
A me non piace, perché da non credente nella religione cattolica non sono disposta a considerare la Bibbia come una fonte attendibile di verità, quindi citarla vuol dire perdere credibilità, non guadagnarne; allo stesso modo però, davanti al cattolico convinto, citare la Bibbia a sostegno di un'ipotesi su continente di Mu, ShemsuHor e regno di Osiride nell'età dell'oro, è come darsi la zappa sui piedi perché tutto ciò esula comunque dal dogma e sconvolge la verità rivelata, affidandole significati traviatori.

Leggendo il tuo libro, che, non essendo un testo di geologia è comunque molto esauriente -nel nostro discorso- e non esito a giudicare affidabile, ottengo l'impressione che le catastrofi reiterate dovessero essere qualcosa di diverso da diluvi universali, piuttosto maremoti, tsunami, inondazioni di tipo nilotico, variazioni climatiche brusche, ecc., ma mai o quasi ami identificabili con isolati episodi di piovosità.

Non sarebbe meglio chiamarle "alluvioni" o qualcosa del genere?

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EgiTToPhiLo/a
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11/04/2008 08:30
 
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Ho preferito utilizzare il termine improprio “Diluvio Universale” perché è l’unico che renda subito l’idea della grande catastrofe che dovette colpire tutta la Terra.
I geologi parlano di repentini travasi nell’oceano di immense masse ghiacciate. Queste sicuramente provocarono onde di altezza spaventosa, tusnami giganteschi, ma anche venti impetuosi. La rapida ridistribuzione delle masse sulla superficie terrestre dovette innescare spostamenti anomali delle placche continentali e conseguente intensi terremoti e attività vulcanica parossistica. Si dice addirittura che lo schiaffo di pressione fuse la costa scandinava, che si rimodellò mantenendo la forma di onda.
Io credo che l’unico termine per una tale catastrofe possa essere “apocalisse”. E’ un altro termine della Bibbia, ma d’altra parte i popoli antichi descrissero qualcosa che fu vista dai loro antenati. La Bibbia ha preferito parlare di Diluvio Universale, confondendo forse il grande “allagamento in Mesopotamia” del 3200 o del 2300 a.C. con “l’apocalisse” del 5500 a.C.
E’ a mio parere impensabile che si sia inventata la descrizione di queste due catastrofi senza il ricordo di qualcosa di realmente accaduto.

So bene che risulta di difficile digestione l’ipotesi della civiltà globale del Paleolitico Superiore. Significa riscrivere tutto. Dalle origini dell’homo sapiens alla vera natura della preistoria. E’ a mio parere una gara impari e con colpi bassi. Gli accademici hanno paura di perdere credibilità e negano con ostinazione le prove o meglio gli indizi che stano diventando sempre più numerosi. Il “Diluvio Universale” o se vuoi “L’apocalisse universale” del 5500 a.C., l’anno mundi di cui parlano gli antichi (per esempio Sincello) da una spiegazione alla rinascita della civiltà egizia non da zero, ma da tre (come disse il povero Troisi). L’agricoltura e l’allevamento del bestiame furono scoperti molto prima, almeno durante l’optimum climatico fra il 9600 e il 6000 a.C. In indocina sono stati trovati semi di riso risalenti proprio all’inizio di questo periodo. E’ per altro da considerare che una serie di “Apocalissi Universali” avrebbero distrutto e sommerso in un mare di fango ogni cosa. Quasi tutte le testimonianze umane si dovrebbero trovare sotto i mari, in quella che è la piattaforma continentale.
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Max...
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11/04/2008 11:26
 
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a supporto della tesi sò che stanno scavando sul mar nero... sul fondale ci sarebbe un'intera città... questo a prova dell'innalzamento (e velocissimo) del mediterraneo
[Modificato da Max Paul 11/04/2008 11:31]
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
11/04/2008 13:18
 
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Fondamentalmente, ritengo che gli Egittologi, in fin dei conti, presentino i miei stessi problemi di comprensione.
Per dirla in maniera più esplicita, credo che dietro la loro reticenza, rifiuto, si nasconda in realtà una mancata preparazione scientifica. E di fronte al non conosciuto, pur di non perdere la faccia, nei confronti dei colleghi scienziati, si ostinano a negare.
ormai ogni giorno è latore di verità, pensiamo alla recente scoperta della fattoria databile a circa 7000 anni fa, conferma di quanto afferma Antonio a proposito dell'allevamento e l'agricoltura. Checchè se ne dica o non se ne dica, diventa sempre più difficile negare le evidenze. Prima o poi, e sarebbe meglio per tutti prima, dovranno rimettere in discussione i loro concetti "preconfezionati" da circa un secolo o forse più e mettersi, in buona pace, a riscrivere la storia.


Per quanto riguarda la trattazione dell'argomento da un punto di vista scientifico, ribadisco le mie difficoltà, dovute a una mancata preparazione di base (non vogliateme, ho l'indole storica :D). Pertanto, inviterei Antonio, con tutta la calma del caso, a voler intraprendere un breve cammino didattico geologico-fisico o a puubblicare, qualora già in suo possesso, di articoli a tema (anche e soprattutto non finalizzati all'Egittologia).

Ringrazio fin d'ora

[p.s. in alternativa, mi toccherà "spremere" Max, convogliando su tali argomenti le nostre chiacchierate :D]
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