antonio crasto, 09/04/2008 11.34:
Il III capitolo del mio libro considera la fine dell’ultima Era Glaciale in modo non lineare, così come vorrebbe farci intendere il mondo accademico, ma secondo un andamento discontinuo, a scatti.
Alla luce di varie ipotesi ho considerato la possibilità che varie catastrofi, di origine terrestre e/o cosmica abbiano accelerato in alcuni momenti lo scioglimento dei ghiacci.
Su questo mi hai quasi convinta.
Ho cercato di pensare allo svolgersi della storia attraverso le piccole catastrofi e ho trovato che in effetti forse il risultato è più verosimile rispetto alla continuità che in natura non esiste nemmeno.
Si potrebbero giustificare tante "cicatrici" che si trovano sulla superficie della Terra e anche più sotto, sepolte a notevoli profondità.
Ma secondo me questo è ancora troppo poco per immaginare possibile una civiltà paleolitica o qualcosa del genere che possa passare sotto il nome di Mu o simili.
POSTQUOTE]
antonio crasto, 09/04/2008 11.34:
Questi episodi detti impropriamente “Diluvi Universali” sarebbero stati caratterizzati da violenti tsunami in propagazione nell’Oceano Atlantico, i quali una volta penetrati nel Mediterraneo avrebbero arrecato innumerevoli danni alle popolazioni che vivevano lungo le coste.
"Diluvi Universali" non mi sembra un termine che renda giustizia ad una teoria che apra così tanti orizzonti.
Intanto è tendenzioso, richiama quelle storie raccontate probabilmente in area mesopotamica che poi hanno avuto convergenza nella Bibbia, nel racconto di Noè.
A me non piace, perché da non credente nella religione cattolica non sono disposta a considerare la Bibbia come una fonte attendibile di verità, quindi citarla vuol dire perdere credibilità, non guadagnarne; allo stesso modo però, davanti al cattolico convinto, citare la Bibbia a sostegno di un'ipotesi su continente di Mu, ShemsuHor e regno di Osiride nell'età dell'oro, è come darsi la zappa sui piedi perché tutto ciò esula comunque dal dogma e sconvolge la verità rivelata, affidandole significati traviatori.
Leggendo il tuo libro, che, non essendo un testo di geologia è comunque molto esauriente -nel nostro discorso- e non esito a giudicare affidabile, ottengo l'impressione che le catastrofi reiterate dovessero essere qualcosa di diverso da diluvi universali, piuttosto maremoti, tsunami, inondazioni di tipo nilotico, variazioni climatiche brusche, ecc., ma mai o quasi ami identificabili con isolati episodi di piovosità.
Non sarebbe meglio chiamarle "alluvioni" o qualcosa del genere?