Il
metodo... ho una visione molto personale ma a mio parere Sensata del concetto del "metodo".
Non lo dico, giuro, con superiorità o cosa (anzi, spesso ne uso e abuso), ma fondamentalmente i "metodi" sono per i mediocri.
Anzi, specifichiamo:
applicare il metodo è per mediocri.
Capirlo è tutta un'altra storia, ed è l'unica volta in cui il "metodo" funziona veramente: ma a quel punto non serve più applicarlo, il metodo, perché si è capito da soli come far funzionare le cose.
Esempio: in matematica - che è stata citata - ci sono tanti metodi per fare un certo tipo di conto, ci sono tanti metodi per fare delle dimostrazioni, tante strade e, che ci crediate o no, ci sono addirittura degli STILI, alcuni riconosciuti più puliti e raffinati di altri.
Ora, se uno prende un "metodo" che gli è stato insegnato per fare un certo tipo di dimostrazione, si esercita, alla fine lo può anche riuscire a padroneggiare - ma se non lo 'capisce', non può uscire da quel giardino recintato di problemi, e spesso fa molta fatica ad "applicare" il metodo, che è visto semplicemente come un insieme di regole da applicare barbaramente.
Se invece uno approfondisce il "metodo" - anzi,
I metodi - che gli sono stati proposti, cercando di capirli, e li fa suoi, capisce qual'è il meccanismo intrinseco che fa funzionare quei metodi, quelle regole, e perchè in un caso convengono ed in un altro no.
Questa "comprensione" del metodo, questa padronanza dei meccanismi nascosti, a livello puramente INTUITIVO, in qualsiasi campo (sia scrivere, tradurre dal latino, far di conto, o fare una dieta), è una cosa talmente viscerale e profonda e personale che, secondo me, non può proprio essere spiegata.
Ed anzi, è dalla volontà di "spiegare" questa cosa che nascono tutti i "metodi" di questo mondo: dalle regole per la risoluzione di un sistema di equazioni, alle 'diete giuste da seguire', alle regole per la scrittura.
Alla fine, se ben si guarda, si rassomigliano tutti e hanno tutti in comune la stessa cosa:
non funzionano. Almeno non miracolosamente bene come promettono sempre di fare.
Fintanto che i metodi vengono semplicemente applicati, non possono funzionare. Se invece si scava più a fondo, cercando di capire cosa ha portata alla costruzione di un certo metodo, e se se ne comparano altri, se, insomma, li si "studia" in modo approfondito andando al di là del metodo ma scavando nella Materia (matematica, latino, dietologia, scrittura), allora alla fine si può capire - raggiungere una sorta di illuminazione Zen per cui improvvisamente "il metodo" diventa sensato, ovvio, scontato, naturale e infallibile.
Dal punto di vista della scrittura, specie la scrittura creativa, come è già stato detto non esiste un metodo privilegiato. Vero è che vederne tanti e compararli aiuta a trovare una buona strada verso il PROPRIO PERSONALE metodo.
E' chiaro che se una persona non ha bisogno di scendere nel profondo e non vuole esplorare la materia in questione, per lei seguire un "metodo" è comodo e conveniente: pensiamo, ad esempio, a quelle specie di articoli su "come si scrive un saggio breve" o "come si scrive una lettera" o "come si scrive un diario" o "come si fa una relazione". Sono delle linee guida che, mettiamo, ad un impiegato che deve fare la relazione di fine anno e mandare una mail al suo capo senza fare gaffe tornano comodissime.
Però la scrittura "creativa" non può avere un 'metodo', di per sè - va contro il concetto di creativo, non trovate? Eppure in tutti i corsi di 'scrittura creativa' vengono presentati metodi su metodi, regole, stili... com'è?
A parer mio, un po' è che appunto c'è questa voglia di comunicare qualcosa di impossibile da comunicare, e un po', in realtà, è che vedere tanti metodi aiuta a cogliere i punti comuni che quindi sono ovviamente importanti, e alla fine si è aiutati nell'avere una visione generale delle cose, più ampia e più chiara.
D'altronde, leggendo tanti libri noi vediamo tanti stili, tanti modi di scrivere diversi, che assimiliamo, più o meno inconsciamente; ci rendiamo conto, alla lunga, di quali sono i personaggi meglio riusciti e quali no, di che tipo di narrazione dà fastidio o meno, e costruiamo a partire da quei dati, che apprendiamo in modo molto intimo, e non analitico.
Cogli l'attimo, no?
Trovo però che anche l'analisi possa aiutare, oltre che essere interessante da fare. Quindi 'studiare' i vari metodi di costruzione di un romanzo può essere interessante. Ma secondo me l'unica cosa che salva veramente è quella sensazione "zen" del "lo so fare, ma non so spiegarti esattamente come lo faccio, perché lo faccio in questo modo, come mi viene in mente di fare così anzichè colì.".
Questa lunga riflessione deriva dal fatto che, dopo anni ed anni di gente che mi spiegava "metodi", ho imparato a studiare e a mangiare (per quello parlavo di dietologia
), e in tutti e due i casi ho avuto la sensazione di aver capito tutto, di non aver bisogno di alcuna guida o libro al riguardo, anzi, ero convinta che tutto quello che mi era stato detto era in parte sbagliato, era spiegato male ed in modo superficiale: volevo provare a rispiegarlo a modo mio e.. bhe, alla fine escono fuori sempre le stesse cose, non c'è verso.
Ancora di più ho questa sensazione quando addomestico un corso dell'università, riuscendo a fare delle cose, e poi mi confronto con i ragazzi a cui do' ripetizioni delle superiori, che sono addestrati a seguire dei metodi di risoluzione dei problemi che io assolutamente non conosco, eppure li ricostruisco ex novo senza nemmeno averli visti, perchè conosco bene la materia e so come si comporta, mettiamo, un certo tipo di formula. Loro non lo sanno e devono seguire un "metodo".
Ma a dirla tutta anche io ho iniziato seguendo i metodi, e poi pian piano ho capito.
Saper fare una cosa non significa sapere come si fa - e viceversa.
A molte persone è utile avere uno schema per impostare il lavoro, ma nella scrittura secondo me è deleterio. Vale però la pena provare, provarle tutte, perchè se non è vero che esiste un metodo assolutamente corretto, è vero che ognuno di noi ha il proprio metodo con cui si trova meglio, e deve sperimentare, per trovarlo. Ma non mi pare proprio che scrivere sia il campo in cui conviene fossilizzarsi su un metodo standardizzato imposto dall'esterno, specialmente se lo si applica senza "avercelo", cioè intuirne la profonda logica. E questa è una cosa personale...
[Modificato da KimmyTamer 12/07/2011 22:56]