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Flussi e reflussi di una longfic, volare basso.

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2011 18:20
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20/07/2011 18:10
 
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Penso sia capitato a tutti gli autori di longfic di dover scrivere dei capitoli di transizione, in cui i personaggi sono costretti a ragionare sui propri sentimenti, o a lavorare per sbrogliare matasse da loro o da altri arrovellate, porsi domande, guardarsi in faccia.
Sono capitoli in cui c'è poca azione, niente lazzi spiritosi. Sono i più sudati, quelli in cui si lavora per irrobustire la storia e renderla almeno un po' coerente, si prepara, senza farsi notare, il terreno per la scena principale, quella da cui tutti i personaggi usciranno ammaccati e un po' cambiati.
Allora io questi capitoli li soffro. Li soffro mentre li scrivo, perché il mio stile naturale è quello di lasciare andare le mani sulla tastiera e lasciar fluire battute e scenette a raffica; e li soffro quando li pubblico, perché le persone iniziano a leggere le mie storie per la comicità, ma la comicità da sola non può reggere una trama.
Ho una paura pazzesca di deludere, ho paura di non essere compresa.

Voi come vi rapportate con questi capitoli? Da scrittori, li soffrite o accettate serenamente di doverli scrivere? Da lettori, vi annoiano? Li leggete tutti o una riga sì e una no? Parlate liberamente, tanto non ci conosciamo ;)

Vorrei soprattutto sapere una cosa dai lettori: preferireste che questi capitoli 'poco scoppiettanti' venissero pubblicati con frequenza più fitta in modo da giungere prima alla leggerezza dei toni e ai temi distensivi che accompagnano la fine?

Grazie e scusate la lunghezza.
Post: 491
Utente Senior
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20/07/2011 18:25
 
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da writer:
io scrivo principalmente introspezione. Anche nell'azione, scrivo introspezione. Ci godo, le mie storie sono sempre allegramente cosparse di introspezione, anche quando non intendevo farlo - puff! - ecco che compare l'introspezione. A volte mi concedo capitoli quasi interamente dedicati a questo...
ragion per cui i miei lettori non sono molti.
xD
Però sono mmmolto buoni.

Un modo che ho per 'camuffare' l'introspezione in azione sono i litigi, o le discussioni, i personaggi che si confidano. I litigi sono più comodi, perché ravvivano l'ambente (xD), ma non è che puoi passare il tempo a far litigare la gente.

da lettrice mi piace leggere introspezione - meno male, se no non sarei coerente xD - e usata come intendi tu la apprezzo. Devo ammettere però che preferisco vedere questi momenti introspettivi ben sparpagliati nel racconto, in modo che la solidità che portano sia costante... altrimenti un solo capitolo ogni 10 in cui il pg si ferma a pensare mi sa proprio di "aspetta che reffo un attimo la situazione, se no mi si perde il senso della trama e/o della realtà del pg". Avendo poi abituato il lettore a Non vedere grandi momenti di introspezione, si capisce che sono capitoli pesanti, che escono dal ritmo della storia, che appaiono forzati e che in fin dei conti si lasciano saltare o leggiucchiare alla va là che la va ben, perchè frenano.
[Modificato da KimmyTamer 20/07/2011 18:26]

I vostri mi fanno girare un po' i cosìddetti.



.:Me on EFP:.

Post: 898
Utente Senior
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20/07/2011 18:36
 
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Lettrice - a me non danno fastidio se sono scritti bene e trovo che approfondiscono la trama. Alcuni sono davvero interessanti. Secondo me se non ci fossero, la storia ne risulterebbe sbilanciata.

Scrittrice - usando la scaletta, il lavoro di scrittura ne risulta alleggerito, e poi non è detto che questi capitoli siano per forza pesanti da scrivere. Dipende dal momento, dall'ispirazione e dai personaggi che ne sono protagonisti.

Prova a immaginare la scena scrivendo in stile copione, senza curare troppo la forma, puntando principalmente sulle battute (che devono risultare naturali).
Ritorna all'inizio, rileggi le battute e aggiungi i dettagli più importanti.
fai un ultima rilettura e impolpa il tutto. A questo punto avrai la scena così chiara in testa che non farai più così tanta fatica.

Le parti veramente introspettive mettono in difficoltà anche me a dire il vero, io tendo a puntare sull'azione o sullo studio dei progetti. La mia prossima FF comunque avrà introspezione a bizzeffe.

I'm a PLOTTER. This does means i can write well when i have already planned the whole story/fiction, and when i already know characters and settings.

I vaccini causano il cancro ai gatti. Pensaci, prima di vaccinare il tuo!
- Il Vero Conservatore si guarda bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. (Manifesto dei Conservatori)
- Che il sultano mantenga le tradizioni nella propria terra, ma non tenti di imporle ad altri regnanti. (Vlad Țepeș)
- Non si deve giudicare ciò che non si conosce. Ma una volta acquisita la conoscenza, non siamo obbligati a giudicare in positivo. (Ali - NORDLYS - Sacco)
20/07/2011 18:51
 
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Re:
KimmyTamer, 20/07/2011 18.25:



Un modo che ho per 'camuffare' l'introspezione in azione sono i litigi, o le discussioni, i personaggi che si confidano. I litigi sono più comodi, perché ravvivano l'ambente (xD), ma non è che puoi passare il tempo a far litigare la gente.



Ahah... Anch'io sfrutto molto il litigio per chiarire le posizioni dei personaggi. A volte arrivo alle minacce di morte perché vedo matta per i personaggi spacconi e tamarri XD

KimmyTamer, 20/07/2011 18.25:


Avendo poi abituato il lettore a Non vedere grandi momenti di introspezione, si capisce che sono capitoli pesanti, che escono dal ritmo della storia, che appaiono forzati e che in fin dei conti si lasciano saltare o leggiucchiare alla va là che la va ben, perchè frenano.



Già già... è proprio quello che sospetto anch'io. Purtroppo volendo rendere una storia minimamente dinamica non posso mostrare tutto il tempo pagliacci e stuntman in azione... [SM=g27999] Mi sa che accelererò la pubblicazione in questa fase.
Grazie per avermi risposto.


20/07/2011 18:56
 
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Re:
Alice Sacco, 20/07/2011 18.36:



Prova a immaginare la scena scrivendo in stile copione, senza curare troppo la forma, puntando principalmente sulle battute (che devono risultare naturali).
Ritorna all'inizio, rileggi le battute e aggiungi i dettagli più importanti.
fai un ultima rilettura e impolpa il tutto. A questo punto avrai la scena così chiara in testa che non farai più così tanta fatica.




Hai ragione Alice, sai che ho provato a usare questo metodo del copione proprio questa notte, per gli ultimi capitoli? Ho eliminato gran parte della sofferenza. E' un buon metodo. E non guardare ai dettagli in prima battuta ti consente di scrivere tutto un capitolo senza distrazioni e variazioni di stato d'animo (che quando ci sono si riflettono in 'stonature' nella musicalità dello scritto).
Grazie per la risposta.


Post: 869
Utente Senior
OFFLINE
20/07/2011 20:04
 
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Be' devo ammettere che nelle mie storie, scene di questo tipo ce ne sono moltissime, perché io tendo all'angst e, come ha detto qualcuno, all'introspezione, quindi quando i personaggi esprimono i loro sentimenti, le emozioni, fanno riflessioni su se stessi, sugli eventi, sugli altri... io mi trovo bene, sono i capitoli che preferisco scrivere, quelli in cui mi sento più a mio agio.
Credo dipenda moltissimo dallo stile personale, da quali sono le tendenze di ciascuno; io ad esempio mi ritengo assolutamente negata con il comico, non lo so fare, forse perché non mi ha mai preso più di tanto, come non lo cerco, non amo neanche scriverlo e così non ho sviluppato la capacità di farlo.
L'azione è diverso, mi piacciono molto le storie in cui azione e introspezione sono ben dosate e risultano così intense, emozionanti, con personaggi tridimensionali a tutto tondo che affrontano eventi fondamentali per la loro esistenza. Purtroppo però, anche per quanto riguarda l'azione ho a volte qualche blocco, o meglio, anche se cerco di inserirla, il rischio che corro è sempre quello di perdermi nelle pare mentali dei personaggi, mi dilungo con l'introspezione insomma e può essere un difetto -_-
Post: 2.378
Utente Veteran
Moderatore Temporaneo
OFFLINE
20/07/2011 20:47
 
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Nelle mie storie c'è poca azione ma anche poca introspezione, quindi non sento molto questo problema: tendo a disperdere le riflessioni dei miei personaggi nel corso della storia, un pensiero qui e un pensiero là.
Però soffro molto quelli che io chiamo "passaggi di transizione", cioè quelle lunghe scene indispensabili in cui i personaggi si spostano da un posto all'altro o vanno a dormire o cose del genere. Per quanto uno tenda ad evitarlo, prima o poi viene il momento in cui non si può più glissare. Da lettrice, sono scene di cui ci si accorge a malapena, ma la cui mancanza susciterebbe perplessità. Da autrice sono il motivo principale che fa venir voglia di lasciar perdere e darsi a un altro hobby, meno noioso. Come fare costruzioni con i fiammiferi, per dire.
20/07/2011 21:24
 
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Re:
ReaderNotViewer, 20/07/2011 20.47:


Però soffro molto quelli che io chiamo "passaggi di transizione", cioè quelle lunghe scene indispensabili in cui i personaggi si spostano da un posto all'altro o vanno a dormire o cose del genere. Per quanto uno tenda ad evitarlo, prima o poi viene il momento in cui non si può più glissare. Da lettrice, sono scene di cui ci si accorge a malapena, ma la cui mancanza susciterebbe perplessità. Da autrice sono il motivo principale che fa venir voglia di lasciar perdere e darsi a un altro hobby, meno noioso. Come fare costruzioni con i fiammiferi, per dire.


Ecco, anche quelle. Le scene di transizione che sono indispensabili ma non gratificano. Se mancano, la storia traballa, se ci sono, il capitolo appare insipido. D'altra parte, non posso fare un capitolo di venti pagine per comprendere assestamenti e azione, chi lo leggerebbe?

Io non ho mai trovato scrivere noioso, ma pesante sì.
Su certe storie mi sono consumata il sistema nervoso. Se non riesco a scriverle tutte in prima battuta, col passare del tempo diventano sempre più difficili da far quadrare, per colpa anche del fatto che sono di umore mutevole e una settimana dopo aver iniziato una storia difficilmente sono dello stesso animo.
Costruzioni coi fiammiferi, capisco capisco...



Post: 152
Utente Junior
OFFLINE
21/07/2011 13:01
 
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sinceramente da scrittrice non mi sono mai posta il problema. Scrivo principalmente drammatiche in cui l'introspezione (anche un po' angst alle volte) è distribuita uniformemente per tutta la storia e quindi non c'è un "capitolo dedicato all'introspezione", poi usando spesso la prima persona la cosa è ancora più accentuata. Anche io spesso uso i litigi per esternare determinati sentimenti o punti di vista e i miei litigi sono sempre piuttosto forti e pesanti.

Da lettrice non ci faccio molto caso, anzi adoro l'introspezione e spesso sono i momenti che più mi prendono in una storia.
« In te c’è più di quanto tu non sappia, figlio dell’Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d’oro, questo sarebbe un mondo più lieto. »
(Thorin a Bilbo Baggins sul letto di morte in Lo Hobbit, pag. 353)


Thiliol su EFP
Post: 49
Utente Junior
OFFLINE
21/07/2011 18:20
 
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Per me in un buon racconto è fondamentale una buona introspezione, qualunque sia il genere (in alcuni più che in altri, ma di base è importante per tutti). Ovvio che se leggo una parodia demenziale non mi aspetto di trovare riflessioni sui massimi sistemi. In linea di massima, però, nei racconti che leggo le dò molta importanza, che sia angst o meno.
In ogni caso deve essere ben bilanciata: non avrebbe molto senso scrivere 10 capitoli di pura azione e 5 di pure elucubrazioni mentali, per poi tornare a 7 capitoli di azione... renderebbe la lettura poco fluida, innaturale, e sarebbe fastidioso. Il distacco non si deve percepire, deve essere un passaggio che avviene con naturalezza e che si lega con il resto in un tutt'uno.
Certo, questo è un discorso molto generale, poi possono sempre presentarsi i casi particolari.
Personalmente, per quanto riguarda la scrittura, i passaggi introspettivi sono quelli che mi vengono più naturali. A volte capita che comincio a dilungarmi troppo, o che si percepisce troppo il distacco tra i vari passaggi, e allora devo sistemare, ma d'altro canto anche la scrittura richiede impegno e pazienza [SM=g27985]
Perseo e Andromeda, 20/07/2011 20.04:


L'azione è diverso, mi piacciono molto le storie in cui azione e introspezione sono ben dosate e risultano così intense, emozionanti, con personaggi tridimensionali a tutto tondo che affrontano eventi fondamentali per la loro esistenza.


Non posso non quotare! [SM=g27985]
[Modificato da soffio di nebbia 21/07/2011 18:42]
Vota: 15MediaObject2,9926910
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