Nella Cina del boom l'uomo bianco si affitta
Porta bene e fa status: i nuovi ricchi cercano occidentali da esibire
CARLA RESCHIA
Addio diavoli stranieri, benvenuti «bianchi da vetrina». In Cina i visi pallidi ora sono invidiati e copiati. Basta fare un giro in centro, in qualsiasi centro di una delle tante metropoli cinesi, per vedere che gli ex demoni con gli occhi tondi sono diventati di moda. Le modelle e i modelli delle pubblicità hanno l'aria meno cinese possibile, le ragazze si rifanno le palpebre e si tingono bionde, grandi cartelloni invitano a corsi d'inglese per non parlare chinglish, cioè quello strano idioma che i cinesi, e solo loro, pensano sia parlato dagli anglosassoni.
Basta mettere piede in un sito turistico per essere tramandato ai posteri (cinesi) in decine di istantanee momentaneamente apparentato a una famigliola o a una giovane coppia sorridente. Perché? Chiede il turista più stupito che lusingato. Perché gli stranieri portano fortuna, spiegano.
E denaro. E prestigio. E la fama che gode chi ha contatti internazionali. Quindi, perché non affittarli? Per un giorno, una settimana, ma anche un mese, se si hanno le disponibilità. È l'ultima trovata di un Paese che sta diventando l'America, in più di un senso. Avere un «white guy» sottomano, per una inaugurazione, per una festa, per una conferenza. Succede da noi per i divi tv e non, che arrotondano fingendosi entusiasti di inaugurare discoteche di periferia o catene di supermercati.
In Cina non occorre nemmeno essere famosi, basta avere un aspetto presentabile e attraente. Ovvero un'aria carina, per le donne, e un fisico adatto a un completo formale, per gli uomini. La conoscenza del cinese non è richiesta, e nemmeno una specifica competenza. Basta, come recita il breviario messo a punto dalla Cnn: 1. Essere bianchi. 2. Non parlare cinese, o anche non parlare affatto se non interpellati. 3. Avere l'aria di uno che è appena sceso da un aereo.
Il «Face job» è la riedizione di una antica ossessione cinese: la faccia, appunto. Metterci la faccia, perdere la faccia, lì erano, e sono, cose serie. Ora le aziende cinesi hanno scoperto che se la faccia è straniera gli affari decollano. La crisi nera dell'Occidente non ha ancora intaccato la fiducia nei «Paesi sviluppati», quindi un americano o qualcuno che lo sembri, ha un bell'impatto e può essere mostrato con orgoglio a investitori e partner.
Così, per esempio, Jonathan Zatkin, un attore americano che vive a Beijing, è passato da un ruolo minore in una serie televisiva cinese su Bruce Lee alla parte del vicepresidente di una catena di gioiellerie italiane. Incarico di tutto riposo e nemmeno spiacevole: si è trattato di sbarcare nel remoto Henan in compagnia di un paio di modelle russe per inaugurare un negozio e spendere qualche parola opportunamente tradotta in simultanea, sulla solidità di una ditta «dove ho lavorato per oltre dieci anni». Non c'è da camparne, nemmeno in Cina, ma da arrotondare sì, 300 euro per quello che si potrebbe definire un «cameo» non sono da buttar via.
Anche Brad Smith, collega e connazionale meno noto di Brad Pitt in trasferta cinese, si prende una pausa per farsi intervistare dalla Cnn mentre si trova alla sala conferenze del Ramada Inn di Hangzhou. È lì come architetto newyorchese, per la consegna e la presentazione del progetto di un museo. «Non mi hanno ancora detto come mi chiamo oggi - spiega - ma credo Lawrence, o qualcosa del genere». Il progetto, si spera, non è suo, ma un bel sorriso e una stretta di mano convincono i più di aver conosciuto una celebrità. E pazienza se quello stesso giorno, in mattinata, Brad era già apparso come socio d'affari in un Kentucky Fried Chicken. La Cina è grande e, proprio come accade a noi con loro, ai cinesi gli stranieri sembrano un po' tutti uguali.
Ci sono incarichi ancora più facili come fare presenza per alcune ore in un ufficio, in bella mostra. Anche da noi, qualcuno ritiene che sia un lavoro, ma in Cina nessuno lo chiamerebbe un parassita, perché mai? È un «White Guy Window Dressing» ed è un onore ospitarlo.
Massima parità per le donne. Certo, possono anche limitarsi a fare la ragazza immagine, false fidanzate di un falsi imprenditori, ma possono anche avere carriere di tutto rispetto come la magnate scozzese del petrolio Vicky Mohieddeen, promossa sul campo a un convegno di settore nella provincia di Shandong per 300 yuan, che fanno 44 dollari. Non molto, ma era appena arrivata in Cina e in fondo si doveva limitare a dire la verità: «Sì, in Scozia abbiamo un sacco di petrolio».
Che non fosse suo è un dettaglio, nel Paese che ha inventato le copie e sta ricostruendo come nuove intere sezioni di Grande Muraglia.
FonteDisapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...