"Siamo i più onesti d'Italia paghiamo tutti il canone Rai"
A Collobiano 37 abbonamenti per 37 famiglie: è il record nazionale
EGLE SANTOLINI
COLLOBIANO (Vercelli)
Il sindaco, Fulvio Berrone, mica si è stupito: «Lo sa che una volta abbiamo avuto degli inciampi informatici con i moduli della Tarsu, la tassa per i rifiuti solidi, e la gente mi chiedeva come mai non arrivassero le bollette? Si vede che avevano una gran voglia di pagare». Adesso la consacrazione ufficiale: Collobiano, paese di 130 abitanti sullo stradone per Biella, a un quarto d’ora scarso di macchina da Vercelli, è il comune d’Italia dove più si paga il canone Rai.
Cento per cento di puntuali erogatori, cioè 37 abbonati su 37 famiglie, nessun renitente, tutti felici e contenti di fare il proprio dovere civico (e qui tocca rivelare anche la maglia nera: è San Cipriano d’Aversa in provincia di Caserta, 13 mila abitanti, dove paga appena il 7%). Ma quel che rende i collobianesi fulgidi esempi di onestà nazionale, e vincitori ideali del Premio viale Mazzini, è il fatto che, come qualcuno si lascia sfuggire, il passaggio al digitale terrestre non è poi andato così liscio, e ogni tanto (ogni poco) Santoro e Vespa si frantumano in schermate pied-de-poule molto fastidiose alla vista.
La notte di Napoleone
Una striscia di asfalto senza neppure la carità di un passaggio pedonale, la chiesa di San Giorgio, la lapide ai caduti nella Grande Guerra (sei), un piccolo ufficio comunale con un solo impiegato, una statua della Madonna nera di Oropa. La piazza del paese degli onesti è tutta qui. Di là dalla strada il torrione superstite del castello degli Avogadro, signori del luogo dal 1170 al 1690, e c’è chi giura che Napoleone vi si fermò a dormire, ma non è che sia proprio sicuro. Case coloniche, corti, aie, qualche villozza coi cani da guardia. Tutt’intorno le risaie: terra di nebbia e di zanzare.
Un piccolo mondo laborioso di 37 famiglie, ad età avanzata e reddito medio-alto: «Gli ultimi dati sono di un paio di anni fa e ci inseriscono fra i comuni più ricchi della provincia vercellese - segnala il sindaco - ma lei capisce che, viste le dimensioni ridotte del campione, si fa presto a sbagliarsi. Tirano su la media un paio di pensionati molto benestanti, dipendenti di istituti bancari. C’è qualche famiglia di agricoltori, e poi gente che vive dell’indotto del riso. Impiegati che vanno a lavorare a Vercelli. Bambini? Pochi. Qui non ci sono neppure le elementari, passa lo scuola bus e i ragazzini li accompagna a Formigliana o a Olcenengo».
Problemi con il digitale
«E sì che paghiamo, ci piace stare in pace e tranquilli con noi stessi», conferma Mimmo, il cuoco della pizzeria Piccola California appena fuori del paese, comprensiva di tavernetta con uso di karaoke per le serate del sabato sera («vengono pure da Trino e Crescentino») e piscina con toboga multipli per gli svaghi dei pochi bambini rimasti. E’ ora di pranzo e, ai tavoli, qualche distratto commensale scanala fra la Clerici ai fornelli e la conferenza stampa del Cavaliere. «Le tasse bisogna pagarle, giusto? Soprattutto se si è contenti del servizio. Ma anche no».
Mimmo col digitale si è già impratichito, l’altra sera a Rai4 ha visto con grande divertimento una serata Alberto Sordi, le polemiche sulla liceità del canone neppure lo tangono. E se vi state chiedendo quale sia l’ingrediente segreto che fa diventare bravi cittadini, e se magari a Collobiano lo instillano come il fluoro nell’acquedotto, per il sindaco Berrone la ricetta è semplice: «Rispondere al proprio dovere, perché così si deve fare. I miei compaesani danno una mano all’amministrazione comunale perché la sentono cosa di tutti. Noi facciamo la nostra parte cercando di far quadrare il bilancio: 200 mila euro annui, sempre in pareggio o con un poco di attivo». Possibile, sindaco, che in questo Mulino Bianco del Vercellese non si annidi neanche una serpe? «Ci creda. Qui non c’è vis polemica e nemmeno ritrovi delle comari. Siamo una grande famiglia, se preferisce una grande cascina».
Il rito sociale
Abbonarsi alla tivù, dopotutto, è un po’ come votare: un rito che potrebbe sembrare frusto ma che invece segna un momento catartico e fondante della vita sociale. «Infatti anche alle comunali qui si ha una percentuale vicina al cento per cento», ci conforta un vecchio signore in piazza. E un foresto di Asigliano, piccato: «Ma guardi che il canone lo paghiamo anche noi dei paesi vicini, cosa crede? E se non sarà il cento per cento sarà il 98».
FonteDisapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...