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Atti 5:42

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2012 01:18
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14/06/2012 19:48
 
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Ho esaminato oggi questa scrittura.
La traduzione del nuovo mondo dice questo:E ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù.

Altre versioni affermano che non si parla di casa in casa ma la CEI dice questo:

C.E.I.:

Atti 5,42

E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.


Ora per mia ignoranza,per logica provo ad esaminare pezzo per pezzo questa traduzione.Secondo la loro traduzione,gli apostoli non andavano casa per casa ma si ritrovavano NEL TEMPIO E A CASA.

Benissimo.

Secondo me peró se leggiamo tutto il contesto la prima frase e la seconda insieme non dovrebbero dare l idea che gli apostoli andassero di casa in casa,e giustamente in buona fede grazie alla loro traduzione,i Cristiani se ne stava ognuno a casa propria.

MA UN ERRORE C'e' nella logica della loro traduzione di questo versetto.


E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.

Per logica adesso ragioniamo:io Cristiano ogni giorno vado a casa mia e insegno INCESSANTEMENTE a casa mia stessa (e quindi agli altri Cristiani a casa mia)che Gesú é il Cristo e PORTO quindi tutti i giorni A CASA MIA questa novella ovvero che Gesú é il Cristo.

Scusate tanto ma non avrebbe senso tutto questo.

Eppure...anche se hanno MODIFICATO il passo nel tempio e a casaFacendo credere che i Cristiani non andavano di casa in casa,nella seconda parte del versetto,loro stessi si smentiscono da soli.

Ora sicuramente sarà un argomento trattato piu volte e non ho detto nulla di nuovo,peró provavo ardente desiderio con entusiasmo di esporla ed eventualmente sentire il parere di qualcuno.

[SM=g8925]


[SM=g1944981]
14/06/2012 20:20
 
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Quando Gesù mandò i primi discepoli, disse loro di andare a casa delle persone. (Matt. 10:7,"7 Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’
(11-13)" “In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e lì rimanete finché non partiate. 12 Quando entrate nella casa, salutate quelli della casa; 13 e se la casa lo merita, la pace che le augurate venga su di essa; ma se non lo merita, la vostra pace ritorni a voi.

Riguardo al proprio ministero l’apostolo Paolo disse: “Non mi sono trattenuto dal dirvi nessuna delle cose che erano profittevoli né dall’insegnarvi pubblicamente e di casa in casa”. — Atti 20:20, 21; vedi anche Atti 5:42.

In Atti 5:42 l’espressione “di casa in casa” traduce il greco kat’ òikon. Qui katà è usato in senso “distributivo”. Pertanto, la predicazione dei discepoli era ‘distribuita’ da una casa all’altra.
Commentando Atti 20:20, Randolph O. Yeager ha scritto che Paolo insegnava “tanto in assemblee pubbliche [demosìa] che di casa in casa ([katà] distributivo con l’accusativo). Paolo aveva trascorso tre anni a Efeso. Aveva fatto visita a ogni casa, o per lo meno predicato a tutte le persone (versetto 26). Ecco un’autorizzazione scritturale per evangelizzare di casa in casa nonché in adunanze pubbliche”.

Un analogo uso di katà si ha in Luca 8:1, dove leggiamo che Gesù predicava “di città in città e di villaggio in villaggio”. In Atti 20:20 Paolo usò la forma plurale kat’ òikous. Qui alcune versioni bibliche traducono “nelle vostre case”. Ma l’apostolo non si riferiva semplicemente a visite di cortesia fatte ad anziani o a visite pastorali nelle case dei compagni di fede. Le sue parole successive mostrano che parlava del ministero di casa in casa condotto fra non credenti, poiché disse: “Ma ho completamente reso testimonianza a giudei e greci intorno al pentimento verso Dio e alla fede nel nostro Signore Gesù”. (Atti 20:21) Gli altri cristiani si erano già pentiti e avevano già esercitato fede in Gesù. Perciò, tanto Atti 5:42 quanto Atti 20:20 hanno a che fare con il predicare a persone non credenti “di casa in casa”, o di porta in porta.

Fonte:w 15/1/91



14/06/2012 22:59
 
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Re:
caro PIAM,

persoinaltomare, 14/06/2012 19.48:

Ho esaminato oggi questa scrittura.
La traduzione del nuovo mondo dice questo:E ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù.

Altre versioni affermano che non si parla di casa in casa ma la CEI dice questo:

C.E.I.:

Atti 5,42

E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.







La traduzione CEI che hai citato è quella dell' editio princeps 1971, che leggeva per l' appunto:
"E ogni giorno, nel tempio e a casa",
ma le CEI 2008 ha capito che quella traduzione era fasulla, ed ha corretto il tiro con:
"E ogni giorno, nel tempio e nelle case".....
Vediamo l' aspetto grammaticale e alcuni altri passi neotestamentari.
Qui abbiamo la preposizione kata che regge l' accusativo singolare (“kat' oikon”). 
La preposizione propria kata può reggere, in greco, due casi: l' accusativo e il genitivo.
In greco, il caso orienta il significato della preposizione, e l' accusativo può esprimere "il moto a luogo, il moto per luogo, il tempo continuato"
Qui “kata” regge l' accusativo con significato locale, significa “per, attraverso, su, in”.
In Atti 5:42 “kata” ha il senso distributivo, e significa “di casa in casa/nelle (singole) case”.  
A dirlo non è la Torre di Guardia ma l' autorevole Dizionario esegetico del Nuovo Testamento- H.Balz e G. Schneider- Ed Paideia, I parte, a pagina 1919.  
La stessa costruzione si trova anche il Atti 15:21, dove viene detto che "fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città ("kata polin"), poichè viene letto ogni sabato nelle sinagoghe" (CEI). 
Lo stesso dicasi di Luca 8:1, dove Gesù viaggiava "kata polin", che il cattolico interlineare greco italiano P. Beretta, traduce "di città in città". 
Ricordo che “kata” è la forma che si usa davanti a una consonante, mentre “kat'” è la forma usata davanti a uno spirito dolce.  
Ovviamente, come Mosè veniva letto in ogni città, e come Gesù predicò in ogni città e villaggio, allo stesso modo la predicazione apostolica si svolgeva (anche, non solo...) in ogni casa, sulla base della costruzione grammaticale e alla luce di altri passi. 

[Modificato da Aquila-58 14/06/2012 23:03]
16/06/2012 19:19
 
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Ciao Aquila e persoinaltomare,
Un caro saluto da parte mia.
Questo brano del vangelo in tema, in realta', ci fa conoscere quella che era una prassi del giudaismo cristiano. I cristiani giudei di Gerusalemme, andavano al tempio come tutti i Giudei, ma poi si radunavano nelle case dei credenti per la comunione e l’insegnamento. Era questo il loro modo di vivere la loro fede. In quei tempi non esistevano ancora le chiese o altri locali di culto e quindi i credenti di un luogo si radunavano nelle varie case. - Rm 16. Quindi non si trattava di andare a evangelizzare di casa in casa i non-credenti, ma della normale prassi di chiesa fra i credenti, le case diventavano centri di insegnamento e d’evangelizzazione. Tale prassi è la stessa menzionata in At 2,42.46s: «Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere… E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio…». Si evince quindi che il tempio era il luogo del rito e le varie case messe a disposizione dai fedeli erano il luogo dell’insegnamento apostolico, della comunione fraterna e della comunione dei beni (si spezzava il pane e si mangiava insieme), delle preghiere e della lode a Dio. Ad avvalorare cio' possiamo leggere subito dopo: «E il Signore aggiungeva ogni giorno quelli che erano sulla via della salvezza». È evidente che non c’era un andare di casa in casa fra i non-credenti, ma i credenti aprivano le proprie case, che diventavano centri d’insegnamento biblico e d’evangelizzazione.
Non si può affermare che la prassi di andare a predicare di casa in casa ai non credenti, pur essendo lodevole, abbia un chiaro fondamento biblico.
Un caro saluto.
16/06/2012 19:50
 
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Re:
Carissimo Diego, un caro saluto anche a te,

DIEGO.1966, 16/06/2012 19.19:

Ciao Aquila e persoinaltomare,
Un caro saluto da parte mia.
Questo brano del vangelo in tema, in realta', ci fa conoscere quella che era una prassi del giudaismo cristiano. I cristiani giudei di Gerusalemme, andavano al tempio come tutti i Giudei, ma poi si radunavano nelle case dei credenti per la comunione e l’insegnamento.




Si Diego, questo è vero. Ma Atti 5:42 (e non solo) parla in maniera inequivocabile di annuncio della buona notizia sia nel tempio che di casa in casa, come ti ho spiegato sopra con la costruzione grammaticale del versetto.
Come vedremo, questa era la prassi apostolica sin dai tempi di Gesù.....

DIEGO.1966, 16/06/2012 19.19:


Era questo il loro modo di vivere la loro fede. In quei tempi non esistevano ancora le chiese o altri locali di culto e quindi i credenti di un luogo si radunavano nelle varie case. - Rm 16.



giusto, le cosiddette domus....ma questo non c' entra nulla con la predicazione, le domus erano i luoghi in cui si riunivano per adorare e per studiare le Scritture....


DIEGO.1966, 16/06/2012 19.19:


Quindi non si trattava di andare a evangelizzare di casa in casa i non-credenti, ma della normale prassi di chiesa fra i credenti, le case diventavano centri di insegnamento e d’evangelizzazione.



Mi permetto di dissentire Diego. Atti 5:42 (e non solo) parla chiarissimo, l' evangelizzazione avveniva nel tempio e di casa in casa, secondo il distributivo presente nel versetto.
Non solo, la i cristiani dispersi dopo la devastazione dell' ekklesìa di Gerusalemme andarono a predicare e ad evangelizzare in tutto il paese (Atti 8:4).
Ma era un metodo apostolico ben collaudato già dai tempi di Cristo, vedasi Mt. 10:11-14, dove Gesù comando di svolgere l' opera di predicazione anche (non solo) di casa in casa...


DIEGO.1966, 16/06/2012 19.19:


Tale prassi è la stessa menzionata in At 2,42.46s: «Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere… E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio…». Si evince quindi che il tempio era il luogo del rito e le varie case messe a disposizione dai fedeli erano il luogo dell’insegnamento apostolico, della comunione fraterna e della comunione dei beni (si spezzava il pane e si mangiava insieme), delle preghiere e della lode a Dio. Ad avvalorare cio' possiamo leggere subito dopo: «E il Signore aggiungeva ogni giorno quelli che erano sulla via della salvezza».



No, un momento Diego. In Atti 2:42, 46 (sorvolo sull' eucaristia, per non aprire un altro fronte, che ci porterebbe poi fuori tema.....) Pietro aveva appena aperto la prima chiave del Regno dei cieli, quel giorno si battezzarono circa 3000 persone provenienti da ogni dove (Atti 2:5), e Atti 2:42-47 ci offre un meraviglioso "spaccato" di quella che era la vita di quella primissima comunità cristiana.
Ma, come ripeto, si trattava di una situazione del tutto particolare: Pietro aveva appena aperto la prima simbolica chiave alla Pentecoste, e quelli che avevano creduto vivevano una vita in piena comunione.
Ma questo non c' entra nulla con la predicazione che i discepoli poi svolsero in seguito, come avevano già fatto al tempo di Gesù...


DIEGO.1966, 16/06/2012 19.19:


È evidente che non c’era un andare di casa in casa fra i non-credenti, ma i credenti aprivano le proprie case, che diventavano centri d’insegnamento biblico e d’evangelizzazione.




Assolutamente no, Diego.
I discepoli dovevano andare e fare, a loro volta, discepoli fino alla più distante parte della terra (Mt. 28:19-20 ; Atti 1:8). quindi è evidente che dovevano raggiungere ogni persona. Ciò avveniva sia con la predicazione di casa in casa, sia nei luoghi di mercato, che nelle sinagoghe, nel tempio, ecc. ecc.
Ripeto: Atti 2:42-47 parla di una situazione particolare in quella primissima comunità di persone che si erano appena battezzate dopo l' apertura della prima chiave da parte di Pietro.
Ma quel passo non va oltre il suo contesto, e non dice in alcun modo che la prassi di evangelizzazione sia stata quella di aprire le proprie case per insegnare e annunciare il Cristo, tutt' altro.....

DIEGO.1966, 16/06/2012 19.19:


Non si può affermare che la prassi di andare a predicare di casa in casa ai non credenti, pur essendo lodevole, abbia un chiaro fondamento biblico.
Un caro saluto.



Come visto Diego, la pratica apostolica di andare a predicare di casa in casa risale a quando Cristo era ancora su questa terra.
Grazie Diego, e cari saluti.
16/06/2012 20:51
 
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Grazie Aquila per la tua sempre pronta risposta.
Volevo solo aggiungere un particolare per chiudere il mio intervento sull'argomento trattato.
Non bisogna confondere " l'evangelizzazione" con la "missione" . Fai riferimento alla prassi di Gesù di mandare i suoi discepoli in missione e interpreti cio' nel dire di mandarli nel proprio villaggio di casa in casa. Attenzione amico Aquila qui non si parla di evangelizzazione cittadina, ma di missione. Gesù mandò i dodici in missione a due a due leggi Mc 6,7. Sebbene dovessero compiere un viaggio, comandò loro di non portarsi nulla con sé, ma di vivere dell’ospitalità della gente di ogni luogo dove sarebbero arrivati. Avverti' loro anche della infelice possibilita' di essere rifiutati . Nello stesso modo Gesù, dopo aver designato settanta discepoli, «li mandò a due a due dinanzi a sé, in ogni città e luogo dove egli stesso era per andare» leggi Lc 10,1. Questo come pui vedere e' un invito alla missione per "estendere" ad ogni luogo o citta ' la parola del Signore.
L'invito del Signore era di mettersi in viaggio non portando nulla con se. Questo con tutti i pericoli che ciò significava. Contare solo sull’ospitalità della gente, dove si arrivava. È chiaro che ciò era possibile solo in una cultura che praticava ciò, ossia che accoglieva e ospitava i forestieri, infatti è scritto: «E dimorate in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua retribuzione. Non passate di casa in casa».
Quindi Gusu' non invito' loro ad di uscire da casa per alcune ore, ma di recarsi in altre città distanti, sperando di essere accolti e col rischio di rimanere senza vitto e alloggio.
Con cio' Aquila concludo e ribadisco che a parer mio nel libro degli Atti e nelle epistole del Nuovo Testamento non è evidenziata la prassi dell'andare a bussare alle porte dei non credenti del proprio villaggio. Al contrario, vediamo che le case dei credenti diventavano luoghi di testimonianza, di comunione e di vita comune.
Ti saluto cordialmente.
16/06/2012 22:15
 
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Re:
Carissimo Diego,

DIEGO.1966, 16/06/2012 20.51:

Grazie Aquila per la tua sempre pronta risposta.
Volevo solo aggiungere un particolare per chiudere il mio intervento sull'argomento trattato.
Non bisogna confondere " l'evangelizzazione" con la "missione" .



si, lo so Diego. Mi è stata fatta molte volte questa obiezione, per cui rispondo a te come ho risposto a tutti gli altri.
La predicazione era appena agli inizi quando Gesù mandò gli apostoli a predicare che il regno dei cieli si era avvicinato (Mt. 10:7), ma Gesù stesso disse che dovevano andare di continuo dalle pecore smarrite della casa di Israele (Mt. 10:5-6).
Ripeto, eravamo ai primordi della predicazione del regno, quindi pochi "operai" avevano un compito enorme dinanzi a loro (Mt. 9:37-38).
Pertanto, dobbiamo restare in questo contesto per capire come avveniva la predicazione: erano solo in dodici (poi Gesù ne manderà anche altri 70, Luca 10:1), e dovevano coprire un territorio molto vasto.
Non ci sono quindi le condizioni per distinguere tra evangelizzazione e missione, poichè si trattava della primissima opera di predicazione svolta dai discepoli.
E' quindi in questo contesto che dobbiamo vedere il modus di predicazione, e il modus è chiarissimo, come ti illustrerò tra breve.
Vediamo, con un piccolo schema:

Matteo 10:9-10: non portate cibo, vesti, ecc. poichè l' operaio merita il suo cibo; [NON DOVEVANO PORTARE CON SE NULLA] 
Matteo 10:11 quando entrate in una città o villaggio, cercate chi vi è meritevole; 
Matteo 10:12: quando entrate nella casa, salutateli; 
Matteo 10:13: se la casa merita, la pace venga su di essa, se non la merita, torni a voi [DOVEVANO QUINDI ANDARE IN OGNI CASA, DOVE AVREBBERO INCONTRATO CHI MERITAVA LA PACE E CHI NON...] 
Matteo 10:14-15: uscendo da quella casa che non vi ha ascoltato, scuotete la polvere dai piedi; [IDEM COME SOPRA, ERANO ANDATI A CASA DI UN NON MERITEVOLE. DOVEVANO USCIRE E SCUOTERE LA POLVERE] 
Matteo 10:16: vi mando come pecore in mezzo ai lupi; [ULTERIORE CONFERMA. DOVEVANO ANDARE DA TUTTI, ANCHE DA CHI SI SAREBBE COMPORTATO DA "LUPO" NEI LORO CONFRONTI...] 
Luca 10: 4: non portate cibo, sandali, ecc. [NIENTE DI NIENTE] 
Luca 10:5-6: quando entrate in una casa, dite : questa casa abbia pace,..... ma se lì non c' è un amico della pace, torni a voi [ANCHE QUI RISULTA OVVIO CHE DOVEVANO ANDARE SIA IN CASA DI CHI SI SAREBBE DIMOSTRATO MERITEVOLE, SIA IN CASA DI CHI NON SI SAREBBE DIMOSTRATO TALE... O NO?] 
Luca 10:7: restando in quella casa, mangiate, bevete, perchè l' operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa.[PER ALLOGGIARE E MANGIARE, COME DICE LO STESSO LUCA. NON DOVEVANO ABUSARE DELL' OSPITALITA' DI TUTTI, MA DI UN SOLO MERITEVOLE].
Ciò fa il paio con Mt. 10:11: dovevano trovare la casa del meritevole e li restare fino alla partenza, evidentemente per alloggiare a mangiare, visto che non avevano nulla con se.
Quella casa doveva servire come una sorta di "base": ma una volta trovata l' ospitalità di un meritevole, dovevano andare a predicare in ogni casa, quella del meritevole come quella del non meritevole, leggi Mt. 10:12-14!  
 
Insomma, mi pare che non ci siano dubbi, caro Diego.


DIEGO.1966, 16/06/2012 20.51:


Fai riferimento alla prassi di Gesù di mandare i suoi discepoli in missione e interpreti cio' nel dire di mandarli nel proprio villaggio di casa in casa. Attenzione amico Aquila qui non si parla di evangelizzazione cittadina, ma di missione. Gesù mandò i dodici in missione a due a due leggi Mc 6,7. Sebbene dovessero compiere un viaggio, comandò loro di non portarsi nulla con sé, ma di vivere dell’ospitalità della gente di ogni luogo dove sarebbero arrivati. Avverti' loro anche della infelice possibilita' di essere rifiutati . Nello stesso modo Gesù, dopo aver designato settanta discepoli, «li mandò a due a due dinanzi a sé, in ogni città e luogo dove egli stesso era per andare» leggi Lc 10,1. Questo come pui vedere e' un invito alla missione per "estendere" ad ogni luogo o citta ' la parola del Signore.
L'invito del Signore era di mettersi in viaggio non portando nulla con se. Questo con tutti i pericoli che ciò significava. Contare solo sull’ospitalità della gente, dove si arrivava. È chiaro che ciò era possibile solo in una cultura che praticava ciò, ossia che accoglieva e ospitava i forestieri, infatti è scritto: «E dimorate in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua retribuzione. Non passate di casa in casa».



Attenzione Diego, ne ho già in parte parlato, lo ripeto.
Innanzitutto, in Luca 10:7 troviamo il verbo greco metabaino, che significa "trasferirsi, spostarsi, passare da una parte all' altra"
Qual' è il senso?. Il passo va letto in tutto il contesto e alla luce del sinottico di Matteo. 
Luca dice che i discepoli non dovevano portare nulla, bisaccia da cibo, sandali, ecc. (Luca 10:4), e che entrando in quella casa che li aveva accolti, dovevano restare in quella casa per mangiare, bere, alloggiare (Luca 10:7). 
Matteo dice la stessa cosa circa il cibo e gli effetti personali (Matteo 10:9-10), e dice che, una volta trovata la casa di un meritevole, lì dovevano restare (Matteo 10:11). Ma poi specifica che, entrando in una casa, avrebbero potuto essere accolti o non accolti (Matteo 10:12-14, Luca stesso lo specifica in Luca 10:5-6...). Infatti aggiunse che li avrebbe mandati "come pecore in mezzo ai lupi", quindi da tutti, persone disposte ad ascoltare come oppositori. 
Pertanto, leggendo i due racconti sinottici, possiamo concludere che il "non trasferirsi di casa in casa" di Luca 10:7 riguardo SOLO l' alloggiare e il ricevere il vitto, "il salario di cui l' operaio è degno", non l' andare "di casa in casa", cosa che dovevano fare, come specifica benissimo il testo matteano


DIEGO.1966, 16/06/2012 20.51:


Quindi Gusu' non invito' loro ad di uscire da casa per alcune ore, ma di recarsi in altre città distanti, sperando di essere accolti e col rischio di rimanere senza vitto e alloggio.
Con cio' Aquila concludo e ribadisco che a parer mio nel libro degli Atti e nelle epistole del Nuovo Testamento non è evidenziata la prassi dell'andare a bussare alle porte dei non credenti del proprio villaggio. Al contrario, vediamo che le case dei credenti diventavano luoghi di testimonianza, di comunione e di vita comune.
Ti saluto cordialmente.



Anch' io ti saluto amichevolmente, Diego.
Tuttavia, non posso essere d' accordo con te, per i motivi suesposti, e perchè in Atti 5:42, sulla base della costruzione grammaticale greca, è detto chiarissimamente che i discepoli annunciavano la buona notizia ogni giorno nel tempio e di casa in casa.
Non possono esserci dubbi, Diego, e anche Atti 20:20, se la leggiamo attentamente e in tutto il suo contesto, dice la medesima cosa.
Cari saluti.
[Modificato da Aquila-58 16/06/2012 22:31]
16/06/2012 23:38
 
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Caro Diego,


Quindi non si trattava di andare a evangelizzare di casa in casa i non-credenti, ma della normale prassi di chiesa fra i credenti, le case diventavano centri di insegnamento e d’evangelizzazione. [...] È evidente che non c’era un andare di casa in casa fra i non-credenti, ma i credenti aprivano le proprie case, che diventavano centri d’insegnamento biblico e d’evangelizzazione [...] Non si può affermare che la prassi di andare a predicare di casa in casa ai non credenti, pur essendo lodevole, abbia un chiaro fondamento biblico



Perdonami... ma questo significa che, a tuo dire, i primi cristiani non svolgessero alcuna opera di evangelizzazione ma attendessero che i discepoli si recassero nelle case dove si riunivano? Scusami, non è mia abitudine apostrofare gli alti utenti, ma qui mi pare che stai davvero dicendo delle scempiaggini. Al di là di farlo di casa in casa (che non significa nulla di strano se non andare nelle case della gente) o pubblicamente nelle agorà, nei mercati o nei templi, mi pare che la predicazione fosse indiscutibilmente parte della vita dei primi cristiani, altrimenti non si spiegherebbe neppure la loro diffusione in un tempo così ridotto.

Shalom [SM=g27993]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
17/06/2012 00:48
 
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Caro Barnabino spero di essere più chiaro con te.
Io non ho mai scritto che i primi cristiani non svolgessero opera di evangelizzazione.
Ho scritto solo che non andavano a bussare alle case dei non credenti e tanto meno lo facevano nel loro territorio.
Lo spirito missionario dettato da Gesù stesso li spingeva in città lontane.
Una volta entrati in queste città Iniziava la loro predicazione.
Per citarti un esempio Paolo e Barnaba, arrivati in un certo luogo, non andavano di casa in casa, ma si recavano nella locale sinagoga - At 13,14; 14,1; 17,1ss.10.17; 18,4.19; 19,8 -, predicando qui Gesù quale Cristo. Quando nasceva il conflitto con i Giudei che rifiutavano il loro messaggio -At 17,5 -, separavano i discepoli e si dedicavano a questi leggi a riguardo At 19,9 . Spesso anche lo stesso annuncio pubblico della Parola era dato da una situazione contingente come miracoli, tumulti, persecuzione, processi ecc. ecc. più che dalla volontà dei predicatori. In certe città greche ci si recava nella piazza o nell’areopago per parlare e discutere e anche Paolo faceva ció - At 17,17. Dove egli si recava, certamente cercava ospitalità presso persone timorate di Dio (At 18,7 entrò in casa d’un tale timorato di Dio); ma da nessuna parte è scritto che si andava a bussare ad ogni porta comprese le case dei non credenti.
Nel pregarti di perdonarmi per questa mia ulteriore scempiaggine spero tu abbia meglio compreso il mio pensiero.
Buona domenica a tutti voi.
17/06/2012 01:09
 
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Caro Diego,

Scusami ma stai sfiorando il ridicolo...


Io non ho mai scritto che i primi cristiani non svolgessero opera di evangelizzazione



Dunque mi pare di capire che i cristiani del I secolo predicassero il vangelo, è già qualcosa.


Ho scritto solo che non andavano a bussare alle case dei non credenti e tanto meno lo facevano nel loro territorio



Perdonami, e come fai a "escluderlo" così tassativamente? Cioè, cosa ti fa pensare che gli apostoli e gli altri discepoli non parlassero ai loro concittadini anche nelle loro case oltre che nei luoghi pubblici? A quanto pare, ad esempio, Pietro si recò nella casa di Cornelio e Gesù in quella di Zaccheo. Non mi pare che evangelizzare nelle case dei non cristiani fosse una cosa tanto inusuale.


Lo spirito missionario dettato da Gesù stesso li spingeva in città lontane



A maggior ragione, allora, in quelle vicine. Non tutti i cristiani avevano certo la possibilità di viaggiare e comunque Paolo e altri discepoli si fermarono in certe città per mesi... cosa ti fa pensare che non predicassero anche nelle case dei non credenti? Mi pare davvero un'ipotesi senza fondamento.


Una volta entrati in queste città Iniziava la loro predicazione. Per citarti un esempio Paolo e Barnaba, arrivati in un certo luogo, non andavano di casa in casa, ma si recavano nella locale sinagoga - At 13,14; 14,1; 17,1ss.10.17; 18,4.19; 19,8 -, predicando qui Gesù quale Cristo



Infatti, ma capici bene che nella sinagoga incontravano gli ebrei (altrimenti difficili da trovare nelle case dato che erano dispersi) ma è ovvio che i gentili li trovavano nelle loro case, quale sarebbe secondo te in problema? Cioè, perché i cristiani non avrebbero dovuto visitare i gentili nelle loro case? Non capisco...


In certe città greche ci si recava nella piazza o nell’areopago per parlare e discutere e anche Paolo faceva ció - At 17,17. Dove egli si recava, certamente cercava ospitalità presso persone timorate di Dio (At 18,7 entrò in casa d’un tale timorato di Dio); ma da nessuna parte è scritto che si andava a bussare ad ogni porta comprese le case dei non credenti



Si, ma non è chiaro perché a tuo dire non avrebbero dovuto farlo. C'era una proibizione? Era vietato dalla legge? E' ovvio che in una città ci si recasse nei luoghi più affollati, ma nulla toglie che si parlasse anche nelle case, che spesso erano abitate da molte persone e dai loro servitori, dove era il problema? E' questo che non è chiaro, al di là delle Scritture che dicono senza problemi che la buona notizie era predicata "di città in città" e di "casa in casa".


Nel pregarti di perdonarmi per questa mia ulteriore scempiaggine spero tu abbia meglio compreso il mio pensiero



Si, francamente non capisco cosa ti porti a credere che i primi discepoli non volessero predicare alle persone anche nelle loro case... non credo che ci fossero problemi di privacy.

Shalom [SM=g27993]
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17/06/2012 11:12
 
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Re:
Caro Diego, vorrai perdonarmi,

DIEGO.1966, 17/06/2012 00.48:

Caro Barnabino spero di essere più chiaro con te.
Io non ho mai scritto che i primi cristiani non svolgessero opera di evangelizzazione.
Ho scritto solo che non andavano a bussare alle case dei non credenti e tanto meno lo facevano nel loro territorio.
Lo spirito missionario dettato da Gesù stesso li spingeva in città lontane.
Una volta entrati in queste città Iniziava la loro predicazione.
Per citarti un esempio Paolo e Barnaba, arrivati in un certo luogo, non andavano di casa in casa, ma si recavano nella locale sinagoga - At 13,14; 14,1; 17,1ss.10.17; 18,4.19; 19,8 -, predicando qui Gesù quale Cristo.



Paolo e Barnaba erano apostoli (Atti 14:14), cioè inviati (è questo il significato di apostolos in greco), Paolo era addirittura l' apostolo delle nazioni (Romani 11:13), scelto da Gesù per questo (Atti 22:21) Paolo e Barnaba medesimi erano stati chiamati per questa speciale opera missionaria dallo spirito santo/parakletos (Atti 13:2-3).
Per cui la loro opera era prettamente missionaria, il che non esclude che Paolo avesse predicato anche di casa in casa, poichè se leggiamo attentamente Atti 20:20 nella sua costruzione grammaticale e nel suo contesto, comprendiamo che la predicazione dei pagani avveniva anche col metodo apostolico "di casa in casa".
Diverso, come ti ha detto Barnabino, il discorso sui giudei, che erano dispersi, e si potevano trovare effettivamente più facilmente in Sinagoga.
Grazie Diego, e cari saluti anche a te.



17/06/2012 15:59
 
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Buon pomeriggio a voi tutti del forum,

Barnabino scrive: ...ma qui mi pare che stai davvero dicendo delle scempiaggini.
Barnabino scrive: Scusami ma stai sfiorando il ridicolo...

Per me anche tu rischi di cadere nel ridicolo quando scrivi ad esempio che non tutti i cristiani avessero la possibilita' di viaggiare...
Ti ricordo ancora una volta che Gesu ha esortato a non portare nulla con se!
Chiunque lo volesse poteva partire e dedicare la propria vita al Signore. Non servivano carte di credito e tantomeno prenotazioni alberghiere...
Aggiungo e chiudo dicendo che io non ho mai escluso nulla in maniera tassativa. Anzi ho sempre lodato il vostro impegno e la vostra perspicacia.
Se rileggi bene il mio primo post ho scritto solo che la prassi di andare di casa in casa per predicare anche alle persone che nulla volessero aver a che fare con il "nuovo messaggio" non ha un chiaro riferimento biblico. E quando scrivo cio', sei tu che mi devi portare la prova certa che questo invece avvenisse.
Certo come dice l'amico Aquila non si può escludere con certezza assoluta che ció non avvenisse ma da questo ne consegue che non ci sia nemmeno prova certa che questa era la modalità principe per divulgare la lieta novella.
Mi sono permesso di scrivere su questo argomento solo per far meglio comprendere all'amico persoinaltomare un pensiero diverso e forse anche da lui non condiviso ma credo rispettabilissimo e sempre esposto con il massimo rispetto.
Vi saluto.
17/06/2012 17:09
 
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Grazie a tutti per i vostri commenti.
Possiamo dire per esempio che per prenderne una a caso,la Chiesa cattolica Romana(solo perché siamo in Italia),arriva benissimo nelle case degli italiani attraverso la televisione.
Possiamo citare la messa della domenica alla Rai o di tante volte che compare la notizia sui suoi viaggi,sulle sue frasi,i suoi interventi e nelle prime pAgine di tutti i giornali.
Poi esiste Radio maria e poi esiste anche un altra emittente televisiva che trasmette programmi religiosi tutto il giorno(che ora mi sfugge il nome).

Anche se non ci interessa l opinione del Papa o dei suoi ministri,dobbiamo ascoltarli lo stesso perxhé ne parlano tutti i telegiornali.

E' molto piu facile utilizzare come strumento religioso la televisione,troppo comodo e troppo semplice e non necessita la benedizione di Dio.Basta farsi riprendere da una telecamera e trasmetterlo in tv.

Andare di casa in casa,tutti i giorni,tutte le settimane,tutti i mesi,nonostante l età,nonostante problemi di salute,nonostante problemi economici,nonostante i tanti impegni,ha bisogno per forza la benedizione di Dio altrimenti lasceresti già dalla prima volta.

Un esempio pratico?moltissime persone in italia,che lavorano in aziende,si lamentano del loro ambiente di lavoro,del loro lavoro,dell atteggiamento dei colleghi,del mobbing che subiscono.
Nella pausa pranzo e alla fine della giornata,li vedi volare via dalle loro aziende come se non vedessero l ora di uscire da quell inferno.

Secondo te Diego come fanno i testimoni di Geova a subire tutti i giorni mobbing dalle persone alle porte delle case,oltre al pregiudiZio che spesso subiscono nella vita privata?
Se lo facessero altri ministri religiosi di altre confessioni secondo te riuscirebbero a far questo per cosí tanti anni?

Per tornare alla Chiesa cattolica Romana,ma lo si puó dire di tante altre religioni,non vanno di casa in casa e camuffano le scritture perché (1)pur di non perdere i loro fedeli,cercano di assecondarli nei loro desideri,e cercano di piacere agli uomini anziché a Dio.Difatti la predicazione di casa in casa dà fastidio ed é per questo che non lo fanno.(2)non hanno la benedizione di Dio e non hanno alcun messaggio da portare e da ritenere cosí importante da bussare alle persone nelle loro case.

Comunque esistono anche i mormoni che predicano nella loro vita teocratica,ma solo per due anni ed anche gli evangelici predicano in pubblico almeno una volta all anno.


Sempre non recando troppo disturbo alle persone ovviamente [SM=g27988]


[SM=g1944981]
[Modificato da persoinaltomare 17/06/2012 17:10]
17/06/2012 20:09
 
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Re:
Carissimo Diego,

DIEGO.1966, 17/06/2012 15.59:

Buon pomeriggio a voi tutti del forum,


Certo come dice l'amico Aquila non si può escludere con certezza assoluta che ció non avvenisse ma da questo ne consegue che non ci sia nemmeno prova certa che questa era la modalità principe per divulgare la lieta novella.
Mi sono permesso di scrivere su questo argomento solo per far meglio comprendere all'amico persoinaltomare un pensiero diverso e forse anche da lui non condiviso ma credo rispettabilissimo e sempre esposto con il massimo rispetto.
Vi saluto.



probabilmente ti riferisci al mio ultimo post, in cui accennavo ad Atti 20:20, su cui non mi dilungo in questa sede ( mi ci vorrebbe troppo tempo per fare esegesi di questo passo, sarà per un' altra volta...) ma che, se letto attentamente sia nella sua costruzione grammaticale che nel suo contesto, attesta che quasi sicuramente anche l' apostolo delle genti predicava anche di casa in casa, oltre che nel tempio, nelle sinagoghe, nei luoghi di mercato, nelle scuole e quant' altro.
Insomma, in ogni luogo, esattamente quello che facciamo noi cristiani testimoni di Geova che predichiamo non solo di casa in casa, ma nel luoghi di mercato, dove ci sono comunque delle persone, al lavoro, a scuola, nelle carceri, negli stessi luoghi di culto delle altre confessioni religiose (chi ti scrive va sempre a portare la buona notizia del Regno di Dio anche al parroco della chiesa della zona in cui vado a predicare, tanto per intenderci....), per cui vedi che i metodi di predicazione del Regno sono assai diversificati...
Riguardo all' annunciare la buona notizia di casa in casa, presumibilmente anche a persone che non avevano alcuna intenzione di ascoltare il messaggio o erano perfino oppositori (del resto, "non aveva Gesù mandato i discepoli come pecore in mezzo ai lupi", Mt. 10:16?), questo è chiarissimamente attestato in Atti 5:42, e mi sembra che con la mia analisi del testo greco ti abbia dimostrato che la resa della TNM del versetto è più che corretta...
Come visto, quello di predicare di casa in casa era già il metodo apostolico, e te ne ho parlato ampiamente.
Come ho detto, c' erano pochissimi uomini a predicare il Regno di Dio (Mt. 10:7), l' opera di predicazione del Regno era appena agli inizi e il territorio che quei pochissimi uomini dovevano coprire era molto vasto, poichè dovevano andare di continuo dalle pecore smarrite della casa d' Israele, e questo comportava che dovessero viaggiare e spostarsi, inevitabilmente, per predicare il Regno di Dio (Mt. 10:5-6, 9-10).
Anche oggi noi cristiani testimoni di Geova svolgiamo la medesima opera, predicando il Regno di Dio allo stesso loro modo, ma siamo quasi 8 milioni e il territorio possiamo gestirlo assai meglio...
Ma il modus di predicazione del Regno è il medesimo di quei primi discepoli: come loro andiamo (anche, non solo, come visto) di casa in casa, da meritevoli e da non meritevoli (Mt. 10:7-16).
Grazie Diego, e carissimi saluti.


17/06/2012 20:51
 
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Caro Diego,


Per me anche tu rischi di cadere nel ridicolo quando scrivi ad esempio che non tutti i cristiani avessero la possibilita' di viaggiare... Ti ricordo ancora una volta che Gesu ha esortato a non portare nulla con se!



Scusami, ma mi stai dicendo che secondo te tutti i cristiani del I-II secolo erano missionari? Questo non è proprio possibile, dato che come minimo a Roma, Gerusalemme, Efeso o a Corinto verso il 50 vi erano cristiani che vi abitavano in modo stanziale.


Chiunque lo volesse poteva partire e dedicare la propria vita al Signore. Non servivano carte di credito e tantomeno prenotazioni alberghiere...



Nessuno lo mette in dubbio, ma erano una minoranza, tanto che sono ricordati nelle Scritture. Paolo era certamente un evangelizzatore itinerante ma i discepoli e i presbiteri nelle comunità che visitò a più riprese vi abitavano in modo continuo, e poiché erano tutti evangelizzatori evidentemente evangelizzavano nella propria città (stiamo parlando di città con decine di migliaia di abitanti) e nei centri vicini, non leggo da nessuna parte che ci fossero "transumanze" di cristiani da una città all'altra.


Aggiungo e chiudo dicendo che io non ho mai escluso nulla in maniera tassativa



Appunto, per cui non vedo perché ti incaponisci a sostenere che i cristiani non potessero evangelizzare anche nelle case... cosa vi era, una proibizione?


Se rileggi bene il mio primo post ho scritto solo che la prassi di andare di casa in casa per predicare anche alle persone che nulla volessero aver a che fare con il "nuovo messaggio" non ha un chiaro riferimento biblico



E cosa volevi che ci fosse scritto nelle Scritture di più di quello che c'è scritto per trovare un riferimento "chiaro", fammi capire?


da questo ne consegue che non ci sia nemmeno prova certa che questa era la modalità principe per divulgare la lieta novella



E chi dice che necessariamente lo fosse? Era une delle tante modalità scelte, l'importante non era e non è la "modalità" ma il fatto di evangelizzare, probabilmente per chi abitava nelle grandi città dell'epoca era quella più ovvia.

Shalom
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18/06/2012 00:35
 
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Buon inizio di settimana a tutti voi.
Mi spiace ma non concordo su diversi punti da voi evidenziati.
Ripeto, pur lodando l'impegno profuso da ogni testimone nel bussare ad ogni porta per portare il vostro messaggio, non ritengo probabile che facessero ció i cristiani giudei di Gerusalemme. Mi ripeto e me ne scuso ma nel vangelo non si parla di bussare a ogni porta ma solo di andare di casa in casa per radunarsi tra credenti come costume dei cristiani giudei i quali al momento non avevano a disposizione luoghi di culto. Si radunavano nelle case dei credenti per la comunione e l’insegnamento. Era questo il loro modo di vivere la loro fede. I credenti di un luogo si radunavano nelle varie case cioè di casa in casa /Rm 16. Esisteva quindi una chiesa trai credenti. Le loro case diventarono centri di insegnamento e di evangelizzazione e tutto ciò avveniva di casa in casa. Leggiamo in At 2,42.46s: «Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere… E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio…
Ripeto, nulla contro la vostra opera di evangelizzazione di porta in porta. Ma, con sommo rammarico, ribadisco la mia posizione sull'improbabile evangelizzazione porta a porta dei cristiani giudei di Gerusalemme.
Non credo sarebbe stata efficace allora e tantomeno oggi in quanto vista dai più come una azione di disturbo mal sopportata.
Lo stesso Gesù quando arrivava in un villaggio o in una città, vedeva le persone stesse che andavano ad ascoltarlo in qualunque luogo, sinagoga o piazza ; oppure che lo invitavano nelle loro case.
Ritengo che questo sia per me l'ultimo post sull'argomento credo ampiamente trattato e ringrazio tutti per l'interessante discussione.
Saluti.
[Modificato da DIEGO.1966 18/06/2012 00:37]
18/06/2012 00:45
 
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Io comunque vabeh non ci ho capito nulla di tutto sto discorso.come sempre l attenzione si rivolge verso gli oppositori con il soltio botta e risposta in modo molto diplomatico e quello che cercava di capire é passato in secondo piano,anzi ultimo e non ci ha capito nulla perché é un linguaggio da studiosi.
Troppo difficile per me
[SM=g1871116]


[Modificato da persoinaltomare 18/06/2012 00:48]
18/06/2012 01:06
 
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Caro Diego,


non ritengo probabile che facessero ció i cristiani giudei di Gerusalemme. Mi ripeto e me ne scuso ma nel vangelo non si parla di bussare a ogni porta ma solo di andare di casa in casa per radunarsi tra credenti come costume dei cristiani giudei i quali al momento non avevano a disposizione luoghi di culto



Che i cristiani si radunassero nelle case è ovvio, ma dovresti spiegarmi perché a tuo dire non potevano evangelizzare anche nelle case, che spesso erano delle vere e proprie comunità. Piero non aspetta che Cornelio si rechi presso la casa di qualcuno ma si reca nella sua casa, lo stesso fa Gesù con Zaccheo. Non attesero a casa di qualcuno che venissero, ma furono loro a recarsi nelle loro case... come dice Paolo in Romani 15: "come sono piacevoli i piedi di coloro che portano la buona notizia". Evidentemente non restavano fermi ad aspettare.


Si radunavano nelle case dei credenti per la comunione e l’insegnamento. Era questo il loro modo di vivere la loro fede. I credenti di un luogo si radunavano nelle varie case cioè di casa in casa /Rm 16



Ripeto, questo è ovvio, ma l'opere di evangelizzazione non consisteva nell'attendere che altri si recassero nei luoghi di riunione dei cristiani, ma vi era anche una evangelizzazione e una catechesi individuale che non poteva che svolgersi nelle case. Gesù non disse di "aspettare" i discepoli a casa, come tu sostieni, ma di "andare" e fare discepoli. Gesù e gli apostoli ci hanno dato l'esempio, non attesero nelle loro case i discepoli ma intrapresero un'opera di evangelizzazione che venne continuata dai discepoli.


Esisteva quindi una chiesa trai credenti. Le loro case diventarono centri di insegnamento e di evangelizzazione e tutto ciò avveniva di casa in casa. Leggiamo in At 2,42.46s: «Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere… E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio…



Si, e suonavano pure le campane e la gente andava alla messa... ma dai! Ora, seriamente, è ovvio che i cristiani si riunivano regolarmente, ma è altrettanto ovvio, e non vedo come tu possa escluderlo, che vi fosse una intenso opera di evangelizzazione itinerante all'interno della città (sinagoghe, luoghi di mercato, case) e nelle borgate circostanti. Ripeto: cosa ci trovi di tanto strano nelle asserzioni secondo cui Paolo e Gesù predicassero anche nelle case altrui? C'era il problema della privacy nel I secolo? Non capisco...


Ma, con sommo rammarico, ribadisco la mia posizione sull'improbabile evangelizzazione porta a porta dei cristiani giudei di Gerusalemme



Si, ma con altrettanto sommo rammarico debbo registrare la sostanziale incomprensibilità di quest'asserzione: era vietato avvicinare gli estranei? Si violava la privacy? Le case erano blindate? Cioè, non capisco cosa ti fa pensare che i cristiani giudei non evangelizzassero anche nelle case... dovevano farlo solo all'aperto? No, spiegami perché la tua è una posizione interessante!


Non credo sarebbe stata efficace allora e tantomeno oggi in quanto vista dai più come una azione di disturbo mal sopportata



Infatti non mi pare che la reazione alla predicazione fosse così tranquilla, dato che misero a morte Gesù e perseguitarono i suoi discepoli, evidentemente era disturbante e mal sopportata dalla classe clericale del tempio...


Lo stesso Gesù quando arrivava in un villaggio o in una città, vedeva le persone stesse che andavano ad ascoltarlo in qualunque luogo, sinagoga o piazza ; oppure che lo invitavano nelle loro case



Gesù era da solo e dunque predicava principalmente nei luoghi pubblici, ma quando mandò i settanta è evidente che la predicazione fosse più capillare. In ogni caso Gesù predicava anche nelle case, se lo invitavano entrava altrimenti lui stesso dice di "scollare la polvere dai propri piedi" se la casa non meritava la pace. Evidentemente non in ogni casa era ben accolto o invitato.


Ritengo che questo sia per me l'ultimo post sull'argomento credo ampiamente trattato e ringrazio tutti per l'interessante discussione



Beh, meno male, tra un po' ci dicevi che nel I secolo la prassi era che Bartolomeo suonava le campane per la messa, e tutti andavano in modo che nessuno fosse disturbato a casa sua!

Shalom [SM=g27987]
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18/06/2012 10:32
 
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Comunque riporto il commento ad Atti 5,42 di Josef Kürzinger teologo cattolico che si trova nei "Commenti spirituali agli atti degli apostoli" della Città Nuova:

"Irremovibili nel loro proposito, gli apostoli continuavano a proclamare la loro testimonianza fra gli uomini, non solo nell'ambito del tempio ma anche entrando nelle case private"

Non mi pare che qui il Kürzinger applichi il testo in riferimento alle riunioni tenute dai cristiani, che certo non avvenivano nel tempio, ma alla testimonianza che essi davano e che provocò una notevole ondata di dissenso e persecuzione da parte di alcuni gruppi giudei.

Shalom
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18/06/2012 22:29
 
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Buona serata a tutti voi.
Caro Barnabino sei riuscito a farmi scrivere alre due righe ma solo per rispondere alla tua simpatica [SM=g27988] battuta su Atti 2:42,46

Quando ho scritto: Esisteva quindi una chiesa trai credenti. Le loro case diventarono centri di insegnamento e di evangelizzazione e tutto ciò avveniva di casa in casa. Leggiamo in At 2,42.46: «Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere… E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio…

Tu hai simpaticamente aggiunto: Si, e suonavano pure le campane e la gente andava alla messa... ma dai!

...Beh, meno male, tra un po' ci dicevi che nel I secolo la prassi era che Bartolomeo suonava le campane per la messa, e tutti andavano in modo che nessuno fosse disturbato a casa sua!


Per cui, è doveroso un ulteriore e breve post per precisare, anche in appoggio all'esortazione dell'amico persoinaltomare, nell' essere più esaustivi possibili, alcune delle principali traduzioni del passo da me evidenziato (Atti 2:42,48)

CEI : 2:42 Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. 43 Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44 Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; 45 chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. 48 Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

NUOVA RIVEDUTA: 2:42 Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. 43 Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli. 44 Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; 45 vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.

NUOVA DIODATI: 2:42 Essi erano perseveranti nel seguire l'insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere. 43 Ed erano tutti presi da timore; e molti segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli. 44 Or tutti coloro che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune. 45 E vendevano i poderi e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 E perseveravano con una sola mente tutti i giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme con gioia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati.

Adesso speriamo che non si arriverà a dire che le traduzioni siano tutte poco attendibili o non "letterali" ...

...Come vedi mancano davvero solo le campane [SM=g27987] in quanto la messa veniva già svolta di casa in casa o nella casa scelta dalla comunità, con partecipanti sempre più numerosi.


P.S. Ripeto, la mia non è una lotta per condannare il bussare alle porte o suonare i campanelli delle case.

Io ho sempre sostenuto di ammirare la vostra opera di evangelizzazione anche se non condivido per diversi aspetti il vostro pensiero.
Ci si vuole solo confrontare su alcuni argomenti con tanta pacatezza e amicizia (cosa che non mi avete mai negato e vi ringrazio ancora per questo). Concludo chiedendo scusa, spero a nome di tutti, a persoinaltomare per essere stati poco chiari, a suo dire, nell'esporre i nostri pensieri.

Vi saluto cordialmente tutti.
[Modificato da DIEGO.1966 18/06/2012 22:33]
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