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Wr-Ink-Tober

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2021 22:23
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05/02/2021 11:41
 
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Re:


Ciao, innanzitutto scusami per il ritardo immane con cui ti rispondo... ma davvero, questa settimana non ho avuto un attimo di pace.
Intanto, ti ringrazio per la meravigliosa recensione, che ho particolarmente apprezzato e mi ha fatto sorridere in un momento non proprio felice (comunque nulla di grave).
La tua sensibilità nel cogliere tutte le sfaccettature della mia storia, anche con riflessioni che non avevo fatto consapevolmente (quella sul cappello stregato e sul concetto di "spezzato"), mi ha davvero commosso. 
Hai ragione nel dire che alcuni aspetti sono stati un po' affrettati, perché ho scritto di getto, seguendo l'ispirazione e concentrandomi interamente sulla figura dello "spaventapasseri." Ho adorato che tu abbia colto il disperato riferimento alla libertà finale, che sì, in parte viene ottenuta, e soprattutto il tuo apprezzamento per la parte iniziale. L'ho curata particolarmente, tenevo che si creasse un'atmosfera particolare e "autunnale."
Per quanto riguarda il resto, la "follia" è stata abbastanza personalizzata, e principalmente è un sentimento di angoscia e solitudine che porta alla frenesia e all'isolamento. 
Posso dirti che, in quanto storia da adattare a due contest, senza rinunciare alla mia idea personale, sapevo che non avrei mai ottenuto il punteggio pieno in certi elementi, quindi non mi aspettavo assolutamente il quarto posto, che mi ha fatto immensamente piacere!

Grazie ancora e a presto :)

fantaysytrash, 30/01/2021 14:59:

IV POSTO

“Spezzato”, R.Mayfair – 53,6/60

Grammatica e stile: 18,85/20 (13,85 + 5)

Il testo della storia è privo di errori gravi, e le uniche sbavature riscontrate sono le seguenti:

“Dopotutto, qualcuno l’ha già fatto con me, un ragazzo innocente con la bocca che puzza ancora di latte.” -> “puzzava” (-1,00)

““No!” Grido, e lo afferro a mia volta.” -> qui ci vuole la lettera minuscola, in quanto la proposizione completa il dialogo (-0,15)


Per quanto riguarda lo stile, credo di poter affermare di essere stata completamente stregata dal tuo modo di narrare; dalle descrizioni del paesaggio all’introspezione del protagonista ho trovato tutto veramente ben fatto, non solo esaustivo e completo, ma anche proposto con i termini più appropriati e con diverse analogie davvero accattivanti.

Ci sono state diverse parti che mi hanno particolarmente colpita, ma l’introduzione alla storia è stato un qualcosa di veramente fenomenale. “La giornata non potrebbe essere più limpida, croccante come il torrone della bancarella di dolciumi e variopinta per tutti i colori che esplodono davanti ai miei occhi: caleidoscopi turbinanti, foglie rosse, gialle e arancioni, cumuli di frutta autunnale: castagne, noci, zucche.” Con una semplice frase sei riuscita a delineare diversi elementi, senza soffermarti sui dettagli ma creando un’atmosfera che tutti hanno vissuto in prima persona, entro cui è facile muoversi e identificarsi. In questo modo, l’attenzione viene spostata unicamente sul personaggio principale e, mentre scopriamo piano piano quali sono i problemi che lo affliggono, non dobbiamo impegnarci per memorizzare gli altri dettagli presenti, perché con un paio di righe incisive viene tutto immortalato in maniera vivida nella nostra mente.

Ti assegno quindi un punteggio pieno veramente meritato, hai uno stile di scrittura invidiabile e particolarmente efficace con i componimenti più brevi, in quanto riesci a porre delle basi solide su cui poter installare l’intera trama.


Trama e originalità: 9,75/10

Perdona la ripetizione, ma devo sottolinearlo un’altra volta: l’incipit della storia è stato davvero meraviglioso. Non solo mette in mostra il tuo fantastico stile descrittivo con una serie di immagini a dir poco prorompenti, ma cala nel racconto in modo molto graduale e quasi “morbido”. Non siamo gettati nel vivo dell’azione, ma hai riservato lo spazio necessario per dare un minimo di orientamento circa la collocazione del racconto, e questo è stato un aspetto che ho apprezzato molto.

In secondo luogo, ho trovato azzeccata la divisione nelle diverse scene, in quanto si parte con un momento particolarmente introspettivo – che aiuta a inquadrare il protagonista –, per poi passare all’azione, a un flashback e infine alla risoluzione finale. Tutte queste parti di storia sono legate le une alle altre con cognizione di causa, si completano a vicenda e creano un crescendo verso il climax della vicenda.

E a questo proposito, devo dire che il finale ha avuto un degno risvolto: l’indecisione da parte del protagonista a condannare un altro essere umano, il breve conflitto con la ragazza e, infine, la morte inevitabile dopo aver spezzato la maledizione sono state una successione di momenti intensi e dolceamari, per cui alla fine non si è certi se provare tristezza per la sua dipartita o sollievo per aver ottenuto una versione pallida – ma comunque importante – di libertà.

Interessante anche come tu abbia utilizzato la creatura che ha dato il nome al pacchetto scelto nella storia vera e propria; non era necessario, ma l’ho trovato un buon espediente per descrivere il protagonista, oscuro e misterioso, con una maledizione ignota della cui origine non veniamo mai a conoscenza. Da quello che ho capito, lui non è un effettivo spaventapasseri, ma viene usata quest’immagine per descrivere le sue peculiarità, come se dopo anni sotto il potere del sortilegio egli non sia più umano, ma una creatura spezzata, difficile da descrivere in termini semplici.

Da questo punto di vista, devo dire che l’originalità della storia è stata massima, sia per l’idea di fondo che per la sua esecuzione, per cui il risultato finale è stata un’esperienza di lettura intrigante e inedita.

L’unica piccolissima pecca è stata la rapidità con cui hai mostrato certe scene, quando secondo me avresti potuto proseguire con un po’ più di introspezione e caratterizzazione. In particolare, mi riferisco alla spiegazione da parte della Negromante di come il protagonista sia venuto in contatto con il cappello maledetto. Citi addirittura che una cosa simile è successa a lei, e ho trovato quella parte abbastanza sbrigativa rispetto al resto, quando invece possedeva spunti di riflessione interessanti.

In generale, comunque, la trama della storia è solida e sviluppata a dovere, per cui ti faccio i miei complimenti per essere stata in grado di creare un racconto così suggestivo e pieno di risvolti particolari, con un’alternanza di toni macabri e compassionevoli che hanno mostrato come l’animo umano sia ricco di sfaccettature contrastanti, anche dopo essere stato soggettato a un’esperienza come quella da te proposta.


Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

L’introspezione e la cura riservata al protagonista sono state grandiose e accurate, e hanno permesso di dare un tocco molto personale all’intera faccenda, in quanto i sentimenti principali con cui il lettore è portato a empatizzare sono proprio quelli dello spaventapasseri.

Sebbene la storia non sia lunghissima, il carattere e la personalità del personaggio sono assolutamente completi e abbastanza sviscerati, e ci sono stati diversi aspetti che lo hanno reso una figura complessa e mai piatta. In questo senso, ho apprezzato le sue contraddizioni – che, nonostante tutto, aiutano a renderlo umano – come il fatto che non creda alle abilità della Negromante, ma è talmente disperato che è pronto ad accettare qualsiasi aiuto.

Ma la parte che più mi ha colpita di lui è stato il finale, la sua lotta interiore per decidere cosa valga davvero la pena: la rottura della sua maledizione o una condanna forse peggiore di quella che ha già. L’improvviso rimorso e il tentativo di salvare la giovane ragazza lo hanno reso quasi un eroe, almeno ai miei occhi, e se da un lato capisco che la morte fosse inevitabile, dall’altro mi dispiace che non abbia avuto una seconda possibilità di vivere veramente.

Profondo anche il pensiero per cui, sebbene il cappello porti follia, ciò che si prova dopo essersene sbarazzati, condannando qualcun altro, è esso stesso una forma di perdizione, per cui la maledizione continua anche dopo essere stata spezzata. È il caso della Negromante e dell’uomo che ha ingannato lo spaventapasseri, mentre quest’ultimo riesce a sottrarsi a questo gioco crudele.

L’unica cosa che secondo me avresti potuto aggiungere è qualche ulteriore dettaglio circa gli altri personaggi presenti in scena; tutti sono comparse, ma in confronto al protagonista sono a tratti molto piatte proprio perché viste di sfuggita. Ad esempio, la giovane prostituta è stata caratterizzata a sufficienza per il ruolo che svolge nel racconto – la vediamo disperata e pronta a qualunque cosa pur di non continuare a vivere in quel modo – ma la Negromante è già più una figura portante, utile ai fini della trama e la cui storia, anche breve, avrebbe arricchito la narrazione.

Questa mancanza è sottile e forse per molti altri quasi ininfluente – e, nel grande schema delle cose, lo è –, ma dopo aver letto la fic mi è proprio rimasto questo piccolo tarlo, per cui sono rimasta affascinata dalla figura misteriosa della strega e vorrei leggere di più anche su di lei… se mai ti venisse l’ispirazione per un racconto incentrato su di lei, in cui approfondisci il suo personaggio, sappi che sarò in prima linea per leggerla!


Utilizzo del pacchetto: 5/8 (3 + 2)

Il prompt del tuo pacchetto era “cappello” ed è stato usato molto ingegnosamente; ho apprezzato come sia stata veramente parte integrante della storia, con un significato e un ruolo ben preciso, rendendolo la causa e la cura della maledizione del protagonista.

Bello anche come la rottura del cappello simboleggi la fine della maledizione, e i brandelli che si disperdono nel vento sono presto seguiti dalle ceneri del corpo dello spaventapasseri. Poetico e suggestivo!

Il sentimento era invece “follia” e l’ho percepita in maniera minore, in quanto è presente più come maledizione che vera e propria pazzia e che, per quanto disastrata sia la sua vita, il protagonista mantiene sempre il possesso delle sue facoltà mentali, cercando di spiegare la sua condizione sovrannaturale anche attraverso una logica di fondo.

Mi è piaciuto il modo in cui hai collegato i due aspetti, anche se credo tu abbia preso il significato di follia un po’ alla larga, storpiandolo nel tentativo di adattarlo alle tue esigenze, motivo per cui non posso ritenerlo un concetto sviluppato adeguatamente all’interno del testo, per quanto accennato sotto diversa forma dalla concezione tradizionale.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.


Gradimento personale: 8,5/10

La storia ha presentato diversi concetti che mi hanno convinta particolarmente, primo tra tutti il contrasto che hai mostrato esistere tra i propri desideri – in questo caso, spezzare una maledizione – e il prezzo che si è disposti a pagare per vederli realizzati – condannare un altro essere a un crudele destino.

Il fatto che questo ampio discorso sia stato inserito in un contesto sovrannaturale ha sicuramente alzato il mio gradimento, dato che si tratta di uno dei miei generi preferiti e su cui credo si può spaziare a dismisura. Le interpretazioni che ne hai dato tu sono state sottili ma potenti e, unite al tuo fantastico stile, hanno sicuramente lasciato una buona e duratura impressione nella mia mente.

Complimenti quindi per questa storia; sono stata molto felice di poterla leggere e sapere che questo contest ha in qualche modo aiutato a portarla a compimento!


Totale: 53,6/60




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