Gli Ebrei in Egitto

Ultimo Aggiornamento: 13/02/2020 11:24
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06/09/2009 07:02
 
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Re:
-Kiya-, 04/09/2009 8.34:



beh... se accettiamo la non esistenza degli Ebrei nel II millennio, per forza di cose dobbiamo negarne la presenza in Egitto.
Se a quell'epoca non esistevano, non potevano essere presenti né in Egitto, né altrove.





Il mio professore di epigrafia latina e greca (a sua volta archeologo), un giorno mi disse: "quanto in archeologia non può essere appurato, parimenti non può essere negato".

Parole sante...

Le scoperte di Bogazkoy e Khorsabad, ad esempio, hanno causato un forte imbarazzo generale per tutti coloro che hanno ridicolizzato la veridicità storica della Bibbia.
Se col termine "popolo ebraico" alludiamo alla discendenza della stirpe di Abramo, allora il sito biblico di Bogazkoy (tempio del popolo ittita) testimonia l'esistenza storica degli ebrei dal tempo più remoto, poiché la conversazione di Abramo con gli ittiti viene menzionata addirittura in Genesi 23, 3.
Vi ricordo che in principio si pensava che l'esistenza del popolo ittita fosse sinonimo di fantascienza.
E invece...
Dunque ipotizzare che gli ebrei neppure esistessero nel 1.500 a.C. è pura invenzione.

Premesso questo, esistono numerosi indizi a supporto della fondatezza storica dell'Esodo: Ayun Musa (identificata con Bet - Peor), Tell 'Azeimeh (identificata con Bet - Iesimot), Tel Jalul (identificata con Chesbon), Tell Deir 'Alla (a Moab)...
Insomma: nelle tappe bibliche menzionate nell'Esodo, puntualmente sono stati rinvenuti siti archeologici.
Pura coincidenza?
Non credo...

Inoltre sarebbe corretto far luce sui misteri del palazzo reale di Ebla...

[Modificato da pizia. 08/09/2009 23:16]
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07/09/2009 16:05
 
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A riguardo dell'Esodo degli Ebrei (intesi come discendenti di Giacobbe / Israele) consiglio la lettura del libro di Andrew Collins e Chris Ogilvie-Herald "La cospirazione di Tutankhamen", sottotitolo "La vera storia dell'Esodo degli Ebrei dall'Egitto".

Gli indizi individuati dagli autori (noti per la loro bravura e pignoleria) sono tanti e molto interessanti. Non considerli significa fare della ricerca con gli occhi bendati o essere in malafede.
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- MerytMaat SitenAton -
08/09/2009 18:43
 
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Da mesi sono su quel testo, un po' per mancanza di tempo e molto per la complessità dell'argomento, mi riservo di riportare presto un sunto (se possibile) delle loro attentissime e documentatissime conclusioni.
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11/09/2009 14:18
 
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Fini alla scoperta della stele della Vittoria di Merenptah molti studiosi ritenevano che il faraone dell’Esodo fosse proprio questo faraone, ma la citazione nella stele alle genti d’Israele portò ad ipotizzare che il faraone dell’Esodo fosse Ramesse II.
Molti studiosi non sono però d’accordo con questa ipotesi!
Non si può infatti leggere nella Bibbia ciò che fa comodo e tralasciare ciò che contrasta le nostre convinzioni.
La Bibbia:

- non parla di Pi-Ramesse, capitale della XIX dinastia;
- cita il nome Ramses due volte, la prima al momento dell’arrivo di Giacobbe in Egitto, quando il faraone concesse alla tribù del patriarca di vivere nelle terre di Gosen / Ramses, la seconda quando afferma che gli “Ebrei” stavano fabbricando mattoni per la costruzione delle città deposito di Ramses e Pitom;
- dice che l’Esodo avvenne 480 o 440 (Bibbia dei LXX) anni prima dell’inizio della costruzione del tempio di Gerusalemme nei primi anni di regno di Salomone (circa 950 a.C.), per cui l’anno dell’Esodo dovrebbe essere 1430 o 1390 a.C.

Commenti:

gli studiosi hanno cercato di dare un senso alle possibile discordanze del testo e la maggior parte di loro ha ipotizzato che:

- il nome Ramses ai tempi della XII / XIII dinastia sia un anacronismo;
- l’aggettivo deposito per la città di Ramses sia un errore;
- il periodo fra Esedo ed edificazione del tempio di Gerusalemme sia sbagliato e debba essere inteso come circa 300.

Non mi sembra questo un modo corretto di analizzare un testo.
Io ritengo invece che quanto dice la Bibbia sia esatto. Ramses è un nome comune e prima di essere il nome di vari faraoni potrebbe essere stato il nome del “feudatario” delle terre di Gosen concesse in uso alla tribù di Giacobbe.
La città di Pi-Ramesse fu edificata ristrutturando la città o l’area della capitale Avaris degli Hyksos (quasi sicuramente distrutta durante la guerra), per cui è molto probabile che gli “Ebrei” stessero costruendo mattoni per ristrutturare Avaris, nel territorio di Ramses.
La Bibbia fa capire che l’Esodo potrebbe essersi verificato alla fine del 15° secolo o agli inizi del 14° secolo a.C., per cui i faraone dell’oppressione e quello dell’Esodo vanno cercati fra i faraoni della XVIII dinastia.
Sono state avanzate alcune ipotesi, più o meno condivisibili.
Io ho confrontato nel mio saggio la cronologia relativa della Bibbia e quella egizia e alla luce di date proposte dalla tradizione ebraica ho ipotizzato che l’Esodo abbia avuto luogo nel 1385 a.C. durante il regno effimero di Ankhkheperura Djeserkheperu Smenkhkara.

Ho più volte espresso la mia convinzione che il tentativo di portare l’Esodo sotto il regno di Merenptah o Ramesse II sia legato alla volontà di spostare la nascita del monoteismo ebraico dal “monoteismo” di Akhenaton, così da dare maggior valore alla novità religiosa messa in atto da Mosè.

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12/09/2009 10:46
 
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Nella Bibbia è citato il nome Ramses ben tre vote.
Una prima quanto il faraone concesse alla tribù di Giacobbe di risiedere nella terra di Ramses, una seconda quando dice che prima dell’Esodo gli Ebrei stavano lavorando per costruire le città deposito di Ramses e Pitom e infine quando afferma che l’Esodo incominciò con l’uscita degli Ebrei da Ramses.
Gli studiosi del 19° secolo ritennero che la prima citazione fosse anacronistica e che le altre due si riferivano alla costruzione della nuova capitale della XIX dinastia, Pi-Ramesse, nel delta orientale del Nilo.
Considerando che la capitale fu spostata a Pi-Ramesse da Ramesse II, si ritenne molto probabile che costui sia stato il faraone che mise ai lavori forzati gli Ebrei e dal quale Mosè scappò rifugiandosi in Madian.
Considerando che il testo biblico parla di un rientro in Egitto dopo la morte del faraone e dopo 40 anni di permanenza nella terra di Madian, la maggior parte degli studiosi considerò Merenptah il faraone dell’Esodo.
La scoperta della stele della Vittoria di Merenptah, nella quale era chiaramente espressa la distruzione del popolo di Israele (Giacobbe) e la conseguente necessità di un certo lasso di tempo per consentire ai personaggi dell’Esodo di crescere, insediarsi in Palestina e diventare minaccioso per l’Egitto, convinse la maggior parte degli studiosi che il faraone dell’Esodo non poteva essere Merenptah e doveva quindi essere visto nel padre, Ramesse II, considerando quindi Sethy I il faraone del giogo.
Alla luce di queste ipotesi gli studiosi ritennero di dover cercare le tracce della conquista della Palestina negli insediamenti datati alla 2° metà del 13 secolo a.C., durante la fine dell’Età del Bronzo.
L’archeologo americano William Foxwell Albright esplorò fra il 1920 e il 1929 diversi insediamenti, cercando i riscontri delle conquiste e distruzioni del popolo ebraico alla guida di Giosuè. Gli insediamenti di Cazor e Lachis presentavano, tra gli altri, tracce di massicce distruzioni e sembravano risultare la testimonianza della verità storica della Bibbia.
L’indagine storica delle vicissitudini della Palestina in quel periodo portarono in seguito a contraddire le affermazioni di Albright, in quanto si constatò che le distruzioni della fine del 13° secolo a.C. erano da attribuire alla poderosa opera di conquista dei Popoli del Mare.
Questa scoperta sembrò far cadere le ipotesi di veridicità della Bibbia e furono pertanto avanzate alcune ipotesi alternative di penetrazione degli Ebrei in Palestina.
I professori dell’Università di Lipsia, Albrecht Alt e Martin Noth ipotizzarono che la Palestina fu occupata dagli Ebrei con una lenta infiltrazione pacifica, grazie a insediamenti di genti seminomade. Inizialmente costoro avrebbero vissuto pacificamente insieme agli abitanti canaaniti, fintanto che la convivenza pacifica fu rotta da scontri militari, originati forse dal necessità di avere nuove terre per pascolare il loro bestiame.
Questa teoria fu però contestata e nel 1962 lo studioso dell’Università del Michigan, George Mendenhall, pubblicò la sua nuova teoria della “rivolta dei contadini”. Egli ipotizzò cioè che dei pastori seminomadi si dissociarono dai feudatari sotto i quali lavoravano (Egitto e terre dell’Asia anteriore) ed emigrarono sugli altopiani della Palestina, costituendo un primo nucleo di comunità autogovernata. Questa confederazione tribale avrebbe in seguito conquistato alcune città della Palestina.
La teoria di Mendenhall fu sostenuta dal professor Norman K. Gottward in quanto oltre a giustificare le scarsissime evidenze archeologiche, teneva conto dell’Esodo di alcune tribù e del loro lungo attraversamento del deserto fino agli altopiani della Palestina.
In accordo con quanto afferma Manetone, il gruppo di pastori seminomade proveniente dall’Egitto avrebbe dovuto accogliere anche gli adoratori dell’Aton, scacciati da Akhetaton, e considerati impuri dopo la restaurazione sancita da Tutankhamon.
Gli studiosi Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman sostennero nel loro The Bible Unearthed del 2001 che il gruppo di esuli dall’Egitto poteva essere stato influenzato dai culti eretici atoniani e potrebbe aver costituito il nucleo intorno al quale si formò la nuova popolazione di Israele.
Questa teoria della rivolta di genti seminomadi fu però contrastata intorno agli anni Ottanta e Novanta, grazie alle nuove ricerche archeologiche, che sembravano cancellare l’ipotesi di un Esodo e la conquista della terra di Canaan.
Gli studiosi sostenitori della non veridicità della Bibbia, fra cui Finkelstein e Silberman, videro dunque la formazione del popolo di Israele nello sviluppo di genti indigene degli altopiani meridionali e centrali, durante la Prima Età del Ferro. Lo studio di oltre 250 siti suggerì che i protoisraeliani fossero pastori seminomadi che si trasformarono gradualmente in popolo sedentario e contadino.
Le ipotesi di Finkelstein e Silberman erano però condizionate dalla ricerca di Genti della Prima Età del Ferro e solamente nei territori associati agli israeliti secondo le tradizioni locali. La Bibbia parla invece dell’Esodo alla fine del 15° secolo o agli inizi del 14 secolo a.C. per cui è possibile che i protoisraeliani da loro considerati non fossero i primi antenati degli Ebrei.
Secondo Andrew Collins e Chris Ogilvie-Herald (La cospirazione di Tutankhamen) un riesame del resoconto dell’Esodo racconta una storia differente. La ricerca in luoghi differenti come Elim, l’attuale Eilat, Petra, Kades, la catena di Seir e la terra dei Moabiti e uno studio più approfondito delle usanze ebraiche, sembra testimoniare la presenza del popolo uscito dall’Egitto.
Altre conferme sembrano poi arrivare dallo studio approfondito dei dati storici indicati dalla Bibbia, i quali sembrano non poter essere frutto di un’invenzione, senza alcuna testimonianza diretta in Egitto.
Un confronto fra le religioni e le rispettive scritture sembra poi testimoniare una certa continuità fra esperienza atoniana e prime basi della scrittura e religione ebraica.
Un’ulteriore testimonianza dell’Esodo sembra infine potersi avere dallo studio dei molti insediamenti protoisraeliani trovati negli wadi del Sinai e nel deserto del Negev. Se alcuni di questi insediamenti fossero datati con certezza al 14° secolo a.C. potrebbero costituire la prova definitiva dell’Esodo dall’Egitto e la conferma dei molti abbagli presi dagli studiosi nell’ultimo secolo.


13/09/2009 16:20
 
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Re:
antonio crasto, 04/09/2009 9.10:

Esiste una certa affinità della lingua ebraica con i geroglifici



Devo darti ragione.

E desidero riportare un piccolo esempio attinente l'etimologia del nome Maria, la cui chiave di lettura permane irrisolta a distanza di migliaia di anni.

L'esempio che riporto, comunque, conferma la vicinanza lessicale e grammaticale dell'ebraico e del geroglifico.

In ebraico si scrive Mrym e si pronuncia Miryàm.
Anche nel geroglifico, tuttavia, esistono nomi propri intrisi di prefisso Mrjm (che significa amato) e di suffisso Yàm (alludente a divinità nilotiche).

Detto questo, il suffisso Yàm risulta praticamente identico.
Al pari del prefisso menzionato: ossia Mrym (secondo la lingua ebraica) e Mrjm (secondo l'impostazione geroglifica).

Strana coincidenza, vero?

In sintesi: gli archeologi che confutano la coesistenza degli ebrei e degli egizi, dovrebbero coniugare le braccia per scavare al cervello per ragionare, perché "il diavolo, spesso, si nasconde nei dettagli".
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13/09/2009 16:41
 
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Al riguardo desidero segnalare il libro di Messod e Roger Sabbah “I segreti dell’Esodo” – L’origine egizia degli ebrei.

Non sono d’accordo su molte considerazioni storiche degli autori, ma le analogie da essi proposte su lingua ebraica e geroglifici sono quanto meno intriganti e stupefacenti. Non si può che concludere che la lingua ebraica presenta molte reminiscenze di nomi egizi e un chiaro legame col periodo storico di Akhenaton.
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
13/09/2009 16:55
 
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Scusa, Drago, ma a quanto mi risulta, "amato/amata", in egizio è traslitterato mer/meret. Da quale fonte hai tratto l'informazione?
13/09/2009 17:23
 
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Dagli studi di Zorell, egittologo e semitista.
Però puntualizzo: costui parla di Myr (amato), giungendo a decifrare l'espressione Mrjm solamente a posteriori.
Ho un libro al riguardo.
Dammi il tempo di rientrare a Milano e ti menziono la bibliografia completa (con relativo capitolo).


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13/09/2009 18:04
 
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Ho letto (con un po' di fatica, devo ammetterlo) il libro "La cospirazione di Tutankhamen". Stando agli autori , dalla tomba del giovane re sarebbero sati trafugati dei rotoli di papiro che conterrebbero alcune non ben precisate "rivelazioni esplosive" sulla presenza degli Ebrei in Egitto e sull'esodo...francamente, però, non so quale attendibilità si possa dare ad un testo che si basa su una pura supposizione.Sempre nello stesso libro si accenna alla possibilità che il faraone dell'esodo fosse stato Akhenaton, e che la sua primogenita ad un certo punto fugga con il marito greco (?!!!) in Europa, approdando addirittura alle coste irlandesi .Unico appiglio:non si conosce in che periodo ed in quali circostanze Meritataton sia morta.Mi pare che siamo nel campo della pura fantarcheologia...
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