da LA STAMPA del 22/12/2018
Lift di Limone, scalata dall’immobiliarista Arnaudo
È cambiato l’azionista di riferimento di Lift spa, la società che gestisce gli impianti sciistici di Limone: ora è Porta Rossa spa di Cuneo, dell’immobiliarista cuneese Osvaldo Arnaudo. La società cuneese ora possiede direttamente oltre 28% delle azioni (acquistate dalla famiglia fossanese Morzenti) e può salire di un altro 20%. Numeri che sono emersi nell’assemblea ordinaria dell’altro giorno al teatro della Confraternita a Limone.
Utile in crescita
È stato anche approvato l’utile 2018, che supera il mezzo milione di euro ed è in crescita da tre anni. Il fatturato di Lift: circa 6 milioni di euro, che derivano per la maggior parte della vendita dei biglietti per le piste da sci.
Nell’assemblea è stato nominato presidente Tito Musso (prima era amministratore delegato), mentre c’è un nuovo ingresso tra i nove consiglieri: è Antonella Zanotti, scelta come amministratore delegato dell’azienda.
Nei mesi scorsi era circolata l’ipotesi di creare un «nocciolo pubblico» nella società che gestisce gli impianti della Riserva Bianca: le trattative erano state stoppate dalla maggioranza relativa dei privati. Inoltre il prestito obbligazionario da oltre un milione di Fingranda (che sarebbe entrata in Lift rafforzando la parte pubblica) era stato rilevato dalla stessa «Porta Rossa», ma non ancora convertito. Vale oltre un milione di euro, circa il 20% delle azioni. La società cuneese si è riservata di scegliere: convertire il prestito in azioni (controllando così con una maggioranza di fatto assoluta la società) o allungare ancora i tempi di restituzione.
Il presidente Musso: «Lift ha di nuovo i conti in attivo e in ordine. Le banche sono tornate a darci fiducia grazie all’ingresso di un azionista privato di rilievo come Porta Rossa».
A fine novembre il Comune di Cuneo aveva provato a vendere le sue azioni Lift: 161.371, al prezzo di un euro l’una, che rappresentano meno del 2% del capitale societario (il Comune ne era entrato in possesso nel 2011 con l’eredità multimilionaria del dentista Giulio Ferrero). Ma non c’erano state offerte.